domenica 30 novembre 2008

CICLOCROSS AD AMELIA - ALCUNI MOMENTI -

In partenza accanto al miglior gregario del mondo!



Il Riccio a fine corsa. Forse sta pensando se sia il caso di farsi una doccia!


Il Peru in azione. Secondo me sta dando la caccia ad Antonio, oggi veramente in forma!


Sto sperimentando nuovi metodi di aviatura del prosciutto. Il mio prosciutto!!!




Giorgio Colli lava la bici e se stesso a fine gara. E' risaputo ormai da tutti, è grande amante di fiumi e torrenti. E adora tornare nel suo habitat naturale appena può.



Matteo indossa il nuovo body ricamato sulla coscia! Chissà se questa nuova moda sfonderà!?



Il capitano in azione!


Paolo si prepara per sferrare l'attacco al fortissimo Ubaldini. Porterà a casa il risultato!


LA CENA DEL CICLISTA SALUTISTA

Ad un cenone organizzato da ciclisti, dove l'80% degli invitati sono ciclisti, secondo voi, cosa prevederà il menù? Vi dò solo un piccolo indizio: nè pasta in bianco e neppure mele e banane come dolce.
Il menù del cenone al quale un ex bikeland naturalizzato saccarelli, meglio conosciuto come "Il Matematico", l'odontotecnico gran fondista Massimo, ha invitato me e Roberto, aveva poco a che vedere con la deliziosa garettina che avremmo dovuto correre il giorno successivo, che ci avrebbe costretti ad una levataccia col sole ancora a nanna, nella lontanissima Amelia, col fango che momenti pareva di stare alle terme. Ma non a farci spalmare i fanghi, ma a farci direttamente immergere dentro i bidoni di melma tipo tozzetto di pane dentro fonduta. Torniamo al menù che ci si è disvelato mentre sedevamo al cva di S. Lucia.
Antipasto alquanto leggero se parliamo col senno di poi: affettati e crostini. Primo piatto: penne al cognac panna e ragù. Qui già l'organismo avverte i villi intestinali che ci sarà da sfacchinare. La pietanza seguente è difficilmente collocabile: essa presenta un misto di carboidrati, proteine e grassi. Il piatto perfetto direte voi. Nulla da obiettare: le cotiche con le salsicce e i fagioli sono l'ultimo pasto ideale per ogni condannato a morte. Alla morte ci ho pensato un secondo soltanto, quando in mente mi è balenata l'immagine di me che avrei trascorso la notte insonne. Ma i buoni propositi trasmigrano da me come le anime dai morti e di quel che avevo sul piatto ho scartato solo le cotiche. E in tutta sincerità la prossima volta me magno non solo quelle ma anche il piatto. Mio fratello ha seguito il mio esempio. Pochi posti più in là il capitano Donati saltava il giro: chi è votato alla vittoria non mangia cotiche e fagioli e infatti ieri sera matteo non ha mangiato per niente. Per fortuna il secondo ha rappresentato l'emblema della dieta tipo di ogni sportivo: porchetta arrosto. Poi hanno voluto strafare con contorno di verdure e insalata. Riguardo al dolce so dirvi ben poco poichè io e famiglia ci siamo ritirati anzitempo: la sveglia alle 5.30 di mattina scomoda un pò a tutti e ancor di più a chi si è riempito lo stomaco con una cena non troppo ortodossa. In effetti la notte ho pisticchiato alquanto, beccandomi un pò di Marzullo e qualche lezione universitaria a distanza.
La cena, oltre alla bella abbuffata, è stata una bellissima occasione per scoprire che i nostri fan, grazie ad un capillare passaparola, aumentano di giorno in giorno. Ieri è stata la volta di Michele Pannacci, il cui nome l'ho scoperto solo stamattina domandando in giro. Ebbene questo stradista mi ha regalato una stretta di mano colma di riconoscenza. E pur ammettendo che intrattenervi con le mie e le vostre peripezie è un piacere del quale godo io in prima persona, fa piacere sentir valorizzato il proprio impegno. Ho poi scoperto, potenza della rete, che Michele è il titolare della Carrozzeria La Nuova Modenese. Da qui in poi avrà luogo una dissertazione puramente pubblicitaria. Ho avuto il piacere di far aggiustare una bella botta subita dalla RominaMobile lo scorso anno proprio da questo team di carrozzieri. Da me non prendevano neppure un soldo visto che pagava la signora che mi aveva dato una bella sorba negandomi la precedenza. Beh, non solo sono stati veramente cortesi, non solo mi hanno fatto i complimenti per come vado in bici, ma mi hanno pure lavato la macchina. Non solo fuori che può sembrar normale, ma anche dentro. E pulire la mia macchina internamente è un'impresa neanche minimamente paragonabile all'impresa di Achille che tenta di abbattere le Porte Scee di Troia. Fine della pubblicità occulta!

mercoledì 26 novembre 2008

CICLISTI SI NASCE, AVVOCATI SI DIVENTA! OGNI RIFERIMENTO E' CASUALE


Lo avevamo lasciato sei mesi fa che con brillantezza aveva superato l'esame scritto per entrare a far parte di quella casta intoccabile e malvoluta da tutti comunemente definita col nome di AVVOCATI.
Ad oggi, dopo aver sostenuto l'orale ormai da più di un mese, sono felice di sbandierare ai quattro venti che l'AVVOCATO è veramente AVVOCATO! E se avete intenzione di commettere qualche illegalità lui si tiene pronto per infognarvi ancora di più. Non diremo il nome di questo illustre uomo di legge che da tempo milita nel mondo delle due ruote. Non faremo nomi in primo luogo perchè potrebbe subito portarci in tribunale per diffamazione e in secondo luogo poichè sapete benissimo di chi sto parlando e poi le immagini sono provviste del caratteristico e ormai amato da tutti "BOLLINO FACCINO". Come potete ben notare il "Bollino Faccino" nasconde un avvocato, vestito da avvocato intento a togliersi il calzino ascellare da avvocato per infilarsi la tenuta da ciclista avvocato. A differenza del comune avvocato, il ciclista avvocato è un ex-campione che in gioventù se la vedeva con atleti della caratura del fortissimo Stenico di cui parlammo tempo addietro. Il ciclista avvocato è un malvagio giovanotto di 27 anni che l'estate scorsa faceva presagire sintomi molto buoni di una preparazione solo agli inizi, ma che col tempo avrebbe maturato i suoi frutti. Infatti, d'un tratto, trascorso luglio, il ciclista avvocato non si è più visto nè sentito.
Lo risente la sottoscritta due settimane fa per fare un'uscita tranquilla in compagnia. Scoperto l'arcano: nei mesi di silenzio il nostro eroe si è chiuso in casa sottoponendo il proprio fisico a lunghe sedute di rulli e a somministrazioni di steroidi anabolizzanti in dosi da cavallo. La primavera scorsa gli facevo fare una bella lingua lunga, adesso la fa fare lui a me. Con una sola differenza: io sono una persona tendenzialmente silenziosa o per lo meno non rinfaccio troppo le cose. Il ciclista avvocato è un'entità parlante per sua stessa natura, e come tale dobbiamo subire le conseguenze di questo salto di qualità che trovo abbia dell'incredibile...molto simile all'incipit di ogni fiaba che si conosca, però senza apostrofo...insomma CERA. E se non è cera sarà olio di gomito visto che l'avvocato dal calzino sopraffino si sta allenando davvero con costanza e passione. Bravo Carlo, e quest'estate che verrà, salendo verso Preggio, sarò io che dovrò fermarmi per una cochina. Ops...abbiamo sgamato il nome, ma tanto son tranquilla...come si suol dire "Io tengo l'amico avvocato!".

OGGI POMERIGGIO FACEVA FRESCHETTO!!!

Per una volta che riesco a beccare un pò di tempo libero prima che faccia notte decido di cavalcare il mio cancelletto da strada, salire fino al Passo della Cerventosa, arrivare a Portole e tornare per Morra. Poco prima di uscire noto dalla finestra di casa che il platano si flette per ogni verso...porto via il giacchetto antivento. Poi metto il doppio calzetto, i copriscarpe, i guanti da polo nord, il passamontagna, la crema riscaldante, le castagne arrosto in tasca, lo scaldino del prete, la somma di lana, il copriletto in piuma d'oca...insomma di quel che c'era non mancava niente.
Ma ditemi la verità, voi ci avreste mai pensato che poco dopo Teverina avreste trovato la neve ai lati della strada e lungo parte della montagna?! Io sinceramente non ci avevo posto mente. All'inizio non ce n'era tanta intorno, poi sempre più, sempre più...poi in discesa c'era pure l'asfalto gelato. Eh sì che tanto guido bene. Però ne è valsa la pena...mmh... beh, non so perchè lo dico visto che ho stentato come non mai, ma già il fatto che sto qua al caldo a scriverlo serve per somatizzare e tanto lo sappiamo benissimo come siamo fatti noi masochisti delle due ruote. Domani rifaremo la stessa cosa. Tutto in attesa di tempi migliori, ovvero giugno, luglio e agosto: dai 23 gradi in su, meno no. Queste sono atmosfere che adoro. Non quattro o cinque gradi. Se in un trapasso futuro dovessi malauguratamente meritarmi il paradiso vorrei poter fare a cambio con qualcuno che se la gode al caldo giù all'inferno.Qui la neve è ancora pochina, ma era rimasto uno degli ultimi momenti in cui le dita riuscivano a premere i bottoni del cellulare. Dopo di che le mani sono divenute appendici insensibili del mio organismo.

lunedì 24 novembre 2008

COMPERATE IL CORRIERE, CI SONO IO

Guardate che primo piano c'è stamane sul corriere dell'umbria! Mauro mi ha domandato chi ho pagato per cotanto onore. Sappiate che il direttore del corriere, nonchè mio docente di giornalismo all'università mi diede un bel trenta all'esame. Si vede che gli son rimasta simpatica!
Cliccate sopra la foto così potrete vedermi meglio e in un secondo momento leggere pure l'articolo!

SONO PAZZI QUESTI EUGUBINI!!!

Non è divertente preparar la borsa appena dopo colazione quando il termometro segna meno 4! E a scanso di equivoci mi son caricata quasi tutto il guardaroba. Che già porto via un sacco di cose quando è tutto nella norma, figurarsi quando non si ha bene in mente come bisognerà rispondere agli attacchi delle prime gelate. Mai dimenticare che la donna è quell'essere pseudo-senziente che se va a fare una trasferta di due giorni porta sette paia di mutande, cinque paia di scarpe, quattro gonne, cinque camicette...
Per fortuna che mentre io e il Permaz Autista ci avvicinavamo a Gubbio, la temperatura scendeva ulteriormente. Ma quando si corre in terra di pazzi la questione meteoroliga rappresenta il male minore. Forte di una coppia di giudici che ebbi modo di conoscere in tempi passati, l'organizzazione ha deciso di dividere le iscrizioni in due fasce, in base alla partenza. Avevano timore di confondersi. Perfino le spille sono un bene di lusso: bisogna custodirle con cura dicono loro, portarle da case, averne di proprie. E dire che quando mia nonna per la comunione me ne regalò una d'oro col nome inciso le guardai pure storto: oggi mi sarebbe tornata comoda. Ulteriore segno di indiscutibile follia è la singolare metodologia scelta per segnalare il percorso: per un buon tratto con la classica fettuccia e di seguito con lo scotch da pacchi, così se prendevi una curva troppo larga ci mancava destinatario e francobollo e potevi pure farti spedire da qualche parte.
In un tratto con le tavole mancava addirittura il fettucciato: lo speaker si è appellato all'alto valore morale degli atleti. Lo speaker crede che nostro signore Gesù è morto con lo scooterone. E per finire in bellezza vi sia gradito sapere che quei scalcagnati ciclisti sedicenti atleti della seconda partenza, che spesso si fregiano di onoreficenze del tipo "Elite", "Under23", insomma, gli indiscussi campioni, hanno corso per meno tempo di noi donnicciole e vecchietti che si pedala di buon mattino. Invece che la solita ora che dovrebbero sorbirsi si son fatti solo 38 minuti, mentre noi 42. Questi eugubini fanno i conti come me quando devo rendere i soldi a roberto: male!
Terminato questo simpatico elogio alla follia che farebbe impallidire perfino Erasmo da Rotterdam, che non è uno che viene da un luogo dove a fine pasto si è liberi di esprimere soddisfazione, ma un tizio che ha scritto un libro prendendo come esempio Mauro quando sbarella di fitto, veniamo a noi.
Venire a noi significa dire quanto siamo bravi, forti e carismatici. Che non è da tutti. Matteo questa mattina aveva intenzione di dimostrare le doti sopra citate e diciamo che gli è uscita pure bene la faccenda. Sarà quella nuova Colnago, sarà il papà che lo allena dietro motore guidando una ferrari. Fatto sta che nel giro uniforme della pedalata, quei muscoli schioccano come elastici tesi e rilassati ad un tempo e il brillio dei raggi, nelle due ruote, entra per la sua parte a creare uno spettacolo di meccanica facilità e di umana vigoria che conquista. Insomma, per dirlo alla Pieroni "Oggi Matteo è gito forte è gito!".
Ah ma intendiamoci, mica solo lui ha stravinto. PErchè lui ha dato un bel distacco all'avversario, ma mai immenso quanto quello che ho rifilato io alle mie colleghe. Non metri, non minuti, ma ore e chilometri. Ebbene sì, quelli che distanziavano Gubbio dalle loro case, visto che sicuramente erano tutte a letto: ero l'unica donna al via. E non ci crederete ma l'impegno ce l'ho messo e sono soddisfatta. In questa giornata campale è tornato ad assoporare il dolce sapore della vittoria colui che tre anni fa mi avvicinò a questa simpatica disciplina: il mio fratellone. Ha corso sfruttando la dote in lui più sviluppata: la tigna. Ne ha preso d'occhio uno della sua categoria e lo ha bastonato per tutta la gara, fino all'ultima curva, quando il poveretto ha perso il controllo del mezzo e Roberto gli è letteralmente salito di sopra pedalandogli addosso e giungendo terzo al traguardo. E se vi viene in mente la classica domanda malvagia "Ma terzo di quanti?" sappiate che era terzo di sette! Il Clark Kent nazionale ha tenuto a bada quattro avversari, ai due davanti penseremo la prossima volta. Nuova esperienza gratificante per un nuovo arrivo: il geometra volante, o meglio BatAle alla sua prima gara è andato a premio ed è un buon incentivo per partecipare alle prossime. Unico problema è il momento di chiamarlo sul palco: lo speaker ha avuto diversi problemi nel posizionare l'accento tra le sillabe del suo cognome. Per un attimo è stato Nottòli, poi Nòttoli e pure Nottolì!
Su come hanno corso Mauro e Paolo posso dirvi poco visto che affrontiamo la faccenda in contemporanea, ma il raccoglitore di margherite è giunto terzo come anche il gigolò nostrano. In più il bad-boy della bikeland era ringarzullito neanche poco: nuove presenze femminili si stagliano all'orizzonte e l'ormone va in agitazione.
Non abbiamo detto nulla del percorso: sotto quell'anfiteatro romano era uno spettacolo. Ma promettiamo grandi cose anche noi: Mauro, il Topino, Roberto ed io stiamo facendo di tutto per rendere la vita difficile a chi correrà il sette dicembre a castello. In pratica ci stiamo infognando con le nostre mani!

lunedì 17 novembre 2008

NON DIRE GATTO SE TI SEI PERSO PURE IL SACCO

A Casteltodino succedono i miracoli, e smettete ogni anno di aderire alla gita parrocchiale per andare da Padre Pio, che tra pulman e autogrill e pranzo e cena al sacco e ricordini vi vanno via i verdoni. Andate a Casteltodino, inginocchiatevi lungo la santa vigna e dite il rosario, poi un bel pater nostro in mezzo agli ulivi e di sicuro raggiungerete l'illuminazione che liberò il Buddha dalla Samsara, l'eterna reincarnazione, che non è l'unghia dell'alluce che si sta facendo strada attraverso la carne fin verso la tibia, ma una cosa tutta orientale che il delirio delle cinque di mattina mi sta facendo deviare il disocorso per lidi che poco hanno a che vedere col ciclocross.
Pero ribadisco che una certa illuminazione devo averla avvicinata ieri. Quel tipo di soddisfazione che si prova quando qualcuno ti sfotte e te le tira dietro e tu reagisci di cattiveria e gli rendi pan per focaccia. Il tutto per dire quanto sia a rischio di infognatura quella povera donna che corre per il ruota libera ogni volta che un suo parente mette bocca su qualcosa. L'ultima volta che suo cognato parlò in vece sua mi preannunciò un futuro in cui la mia bionda rivale mi avrebbe rubato subito la maglia arancio: fatto sta che la maglia l'ho sempre tenuta io. Ieri di nuovo invischiata suo malgrado per colpa del marito che mi fa: "Oggi tu romina devi arrivare seconda e mia moglie prima!". Hanno un bel dire questi ternani e sicuramente in tal sede mi sto rovinando con le mie mani perchè sò che spesso leggono queste simpatiche righe. Beh, la cosa non mi frena la mano sulla tastiera dal dire a chiare lettere, che prima di parlare bisognerebbe pensare almeno dieci secondi a quello che si sta per dire. Se poi uno ha tempo meglio che ci pensi pure due o tre minuti visti gli arrosti che spesso gli vengono fuori. Ebbene, partita la gara, al secondo giro riesco a sorpassare la bionda e a portarmi in seconda posizione. Per un altro giro la vedo diversi metri indietro, poi non la vedo più. Mi dicono si sia ritirata perchè il cambio sgranava. Ammesso e non concesso che tale notizia corrisponda a verità asserisco che tra erba fango e sassi il cambio sgrana a tutti. Poi ognuno faccia come crede anche se il ritiro ammetto di averlo visto con un pò di sospetto. E a questo punto carissimi lettori del Ruota Libera siate indulgenti con le manie di protagonismo di chi ha passato una stagione a far tira e molla con un'avversaria che non ha mai fatto sconti.
Il bello per la sottoscritta è venuto verso metà gara, quando ho capito che forse potevo fare un pensierino libidinoso perfino sulla prima piazza: la giovane professionista della Loco Bikers, che nel cross country mi dà in media 7 minuti e nel ciclocross mezzo giro, ieri mi aveva al fondoschiena per tutto l'ultimo giro. E se vogliamo dirla con la dialettica dello Schiantatope, ero il suo gatto attaccato ai cojoni! A ottocento metri dall'arrivo riesco a sorpassarla. E' talmente tanta la felicità che non ho cuore di lasciarla sfilare poco prima della volata per poterle succhiare la ruota e poi lanciarmi. Così rimango fregata io: in volata mi dà una spettinata che non me la scordo. La spettinata me la danno pure Battistelli e Sebastiani: dovevi star dietro mi dicono. Ohhhhhhhhhh! Son due anni che sto dietro a stò ciclocross, per una volta che riesco a beccare i posti davanti...!!!
Terminato il mio delirio di onnipotenza è il momento raccontarvi un fatto assolutamente raro ed unico nel suo genere: Matteo Donati che al termine di una gara è raggiante di felicità. Direte voi: ma certo che è contento, ha vinto, anzi ha stravinto. Sono d'accordo, ma vi giuro che capita spesso che gli domandiate "Matteo come è andata?" e lui "Mhh, non tanto bene.". Poi scoprite che ha fatto primo di categoria. Beh, ieri il nostro capitano diciamo che si è finalmente accontentato della prima piazza. Ma capisco il suo stato d'animo. E' stato l'unico atleta a non farsi doppiare dal superFolcarelli, che tra un giro e l'altro parlava con gli alteti che superava, salutava la giuria, televotava per l'isola dei famosi, prenotava un materasso eminflex...insomma, questo qui vince pure se gli danno un monocliclo del circo per correre. Il comune di Casteltodino ringrazia sentitamente il giovane ed irrequieto Andrea Ricciardi per non aver concimato la vigna con quei strani rinfacci al sapore di tannino che dallo stomaco si affacciavano all'esofago. Dieta pre-gara del Riccio: serata al pub con birra, vino e fritto misto. Però mi ha assicurato che è andato a letto presto. Insomma: la sua comitiva è costretta ad iniziare l'ubriacatura alle 6 del pomeriggio per potergli permettere la gara mattutina. La preparazione di Mauro è stata simile a quella di Andrea, però nel post gara il nostro vicedirettore non si è risparmiato la Schiantatope Dance. Consiste nell'importunare ogni essere di genere opposto al suo: e ieri la giuria contava un parterre di femmine che al Vigninus Acchiappones, unico mammifero il cui ormone non va mai in letargo, facevano tremar le vene ai polsi.
Il mio fratellone è tornato al passatempo di sempre: duellare col capotreno di Citerna. E la cosa lo galvanizza non poco. E' riuscito a staccare Antonio durante l'ultimo giro. Ma Tony è uno che certe cose se le segna e di certo la saga continua. Da segnalare come simpaticamente lo speaker annuncia il passagio di Roberto ad ogni giro: "Ed ecco transitare sotto lo striscione d'arrivo il fratello di Romina Perugini, Roberto Perugini!". E bravo speaker. Urliamolo al mondo che è un onore portare il mio stesso sangue, e se non quello, almeno star dalla mia parte...perchè poi capita che vi sbatto in prima pagina! E come potete ben notare sembra che non capisco niente, ma in realtà i neuroni del mio cervello sono sempre all'opera. E io li schiavizzo finchè posso!

sabato 15 novembre 2008

FUORI TEMA

Mi perdonerete miei fedeli lettori, se ultimamente in questo spazio non si è parlato molto di biciclette. Due sono fondamentalemente i motivi alla base di ciò: il diluvio universale che mi costringe a strazianti sedute sui rulli e il recente impegno preso nei confronti dello Stato: portare a termine 12 mesi di servizio civile retribuito.
Per quanto concerne il discorso rulli posso dire semplicemente che io e questo dispositivo siamo compatibili quanto mia madre è il menu del lettore dvd. Insomma, proprio non ci prendiamo. Mi vesto, preparo il lettore mp3, cerco di infilarci i file audio più interessanti di questo mondo, monto la bici sul rullo, non tralasciando di infilare zeppe a destra e a manca visto che il pavimento non spiana. Poi salgo e faccio lo stesso errore di quando vado su strada: parto a tutta, manco fossi Bolt nei 100 piani. Solo che su strada non ci si annoia, fissando la porta del garage ci si strangolerebbe con la corda del cambio. Ogni secondo sembra durare un minuto, e i minuti non passano mai. Il mio record è stato 50 minuti e questo solo perchè avevo caricato l'audiolibro di Giovanni Verga. E voi direte che quello sì che sarebbe un ottimo espediente per smettere. Al contrario sono una grande fan del Verga nazionale, che non ha nulla a che fare col Vigna nazionale, anche se nell'arte di filosofeggiare se la cavano entrambi.
Sorvolando il problema pioggia che mi constringe all'allenamento indoor, non mi dispiace spendere belle parole per questa avventura iniziata da due settimane, il servizio civile che sto svlgendo alla Rondine di C. di Castello. Spesso mi troverò fianco a fianco con l'altissimo, fortissimo, grandissimo, gentilissimo, supermegapresidente galattico gran mascalzon Antonello. Che sul lavoro è tutto il contrario di come lo conoscete in squadra...e questo è un bene per il mondo tutto... un pò meno per chi ogni tanto deve prestrgli il casco, chi il tesserino, chi le scarpe, chi un braccio, chi il cervello... e vabbè!
Fin'ora ho seguito la formazione a Perugia, odiatissima città per chi frequenta l'università e fa su e giù con l'auto. L'uso estenuante della frizione porta ad un aumento della massa muscolare della gamba sinistra e una forte diminuzione della pazienza che si risolve in mattinate durante le quali diverse ore sono riservate esclusivamente allo smaltimento del nervoso! In compagnia di altri 30 coetanei provenienti da ogni parte dell'umbria, e perfino di giovani di Caserta e Brescia, ogni giorno ci toccavano circa 7 ore di chiacchiere convulse. A volte interessanti, a volte interessantissime e altre volte da voler prendere una corda e farla finita. Ovviamente la faccenda era estenuante per noi quanto per i relatori il cui fiaccamento era facilmente intuibile in quei momenti durante i quali ci costringevano a pratiche che fin dalla tenera età prescolare non ho mai comportato: fare cartelloni, fare disegni, colorare... All'inizio la situazione mi ha messo a dura prova, poi mi son detta, come faccio sempre nei momenti complessi, "Ah Romì, ti sei fatta San Gemini con neve e pioggia...si fa pure questa!". A voi vi parrà niente, per me era sì e no la terza gara in mtb e ci misi quattro giorni per togliere tutto il fango che si era insinuato in ogni interstizio possibile.
Queste lunghe giornate, tra una lettura della costituzione e una presentazione formale, tra un bel dibattito e uno sfogliare il giornale di nascosto, sono state veramente formanti. Perchè è tanto che non mi capita di conoscere così tanta gente di colpo, e il bello è che devi conoscerla davvero poichè sei costretto ad interagire per tutta la giornata. Discuti col bigotto, ti confronti con chi viene dal nord, con chi è del sud, ci pranzi insieme, pare quasi di aver di nuovo diciotto anni. E in tutto questo l'occhio analitico di chi il mondo finisce per vederlo sulle due ruote si fa sempre sentire. Inizialmente quando sentivo dire: "Io vengo da Amelia"..."Io vengo da Narni"... "Io faccio il progetto del Carsulae"...Pensavo ogni cosa in termini ciclistici: mi saltavano in testa gare, boschi, paesaggi, chi ha vinto e chi ha perso questa o quella gara. Poi c'era una ragazza che era stata sul tezio a fare treking da poco e con lei andavo a nozze. Ho pensato: "Se ti sente Andreani che vai sul tezio e non lo avverti te lo dà lui il 3%!".
Di seguito alcuni scatti di questi giorni intensi dove una volta tanto i protagonisti non sono i soliti ciclisti.
Marco viene da un paesino della Campania. E' uno di quei tipi che manderebbero avanti il mondo a pannelli solari e magari ce ne fossero di persone così! Adora spostarsi in bici, ha una mtb tutta scassata, e di certo non sfoglia ogni dieci minuti il catalogo della Rock Shox. Tutti i giorni si portava il pranzo in un barattolo: il giorno della scarola saltata non è stato per niente male! Tra due fette di pane non è dispiaciuto a nessuno.

Camilla è una castelana doc. Giorno per giorno abbiamo scoperto di avere molte amicizie in comune. Lei è un'amante convinta della pratica del cartellone e pennarelli. Ogni volta che c'era da usare un pò di colla pareva andare in trance. E io mandavo avanti lei con molta naturalezza.

Gli sguardi sono eloquenti. Il dopo-pranzo è molto difficile da affrontare se al posto di una bella puntata dei simpson bisogna leggere la costituzione un articolo dopo l'altro. Anche se in alcuni momenti, grazie a degli scontri ideologici non troppo pacifici, il tempo è volato.

Marco, nel gruppo denominato Brad Pitt, ha fatto strage di cuori. Ma lui non se ne è curato più di tanto visto che spesso adagiava la testa al muro e si addormentava di sasso.

giovedì 13 novembre 2008

I VERSI DI MAURO

Come è risaputo, alle gare di ciclocross fare una doccia e cambiarsi in santa pace è vera e propria utopia. Così domenica scorsa mi sono rimessa in abiti civili a bordo strada, in compagnia dei miei colleghi, di un asiugamano un pò troppo piccolo e Mauro che era felice del fatto che non avessi avuto al seguito un accappatoio che tanto avrebbe nascosto al pubblico. Ma quando racconta le cose il nostro Schiantatope non bisogna attendersi un semplice fraseggio italianeggiante. Lui si esprime in versi, nel senso che i versi li fà...da matto, e i versi li compone, come un vero poeta. Di seguito il parto della sua mente iper-attiva:

domenica 9 novembre 2008

TROFEO PIAN DELLA TROSCIA...si chiama così!


Chi non resiste al fascino della competizione oggi ha gareggiato ad Acquaviva, vicino Cagli. Mentre molti di voi erano probabilmente alla Bringolata, intenti a far falsi complimenti a mio fratello tutto pieno di sè grazie ad una Ktm che tanto brutta non è. Per quanto ci riguarda, in quel di Acvquaviva eravamo Paolo, Io, Mauro e Andrea. Il nostro fioraio e autista l'ha finalmente sfangata: è riuscito a passare Colli, avversario di sempre, per lui quarto di categoria. Io di nuovo seconda. Mauro nono e il Riccio, nonostante due brutte cadute è arrivato secondo. Ecco alcuni scatti.

CURIOSITA'

sabato 8 novembre 2008

PORNO BLOG - LA SAGA CONTINUA -

Finalmente anche la sottoscritta diviene diretta protagonista di una delle rubriche che all'interno del blog riscuotono più successo. Simone ha insistito per mesi, settimane e giorni. Alla fine, durante lo scorso allenamento mi son dovuta arrendere alle sue mani sapienti. Non vogliatemene per lo strano abbigliamento indossato: avevo dimenticato la borsa con la divisa a casa, così ho dovuto elemosinare un pò tutto!

FOTOROMANZO A DUE RUOTE

Visto che in questi giorni siamo in clima di revival, ed un mio stretto parente e collega ciclista è fresco fresco di Ktm, ritengo sia doveroso dedicargli uno spazio tutto suo. Ripercorriamo insieme le sue tappe ciclistiche partendo dagli albori.

In principio il giovane Roberto, ebbe la brillante idea di dedicarsi ad uno sport molto diverso dalla mountain bike. Non ci è dato sapere il perchè ma è certo che in poco tempo abbandonò tale passione. Per fortuna aggiungerei, visto che se cambiasse yacht due volte l'anno come fa con le bici dovrebbe fare lo spacciatore e non il programmatore.



Terminata la fugace passione balneare è venuto il momento del primo mezzo a due ruote, degno di assurgere al nome di bicicletta. Dal tipo di telaio in foto già possiamo immaginare che il ragazzo in un prossimo futuro non si accontenterà di bici qualsiasi. I gusti raffinati lo contraddistinguono, notiamo in proposito la scarpa tecnica indossata dal soggetto.



Col sopraggiungere dell'adolescenza gli animi si invervorano e il giovane Robertino da un lato non perde la passione per il fuori strada, ma dall'altro preferisce mettere il motore alle due ruote. Vi prego di soffermare lo sguardo alla felpa indossata dal nostro collega. Quando al ciclodromo assistiamo a Simone il massaggiatore che invece che chiamar Roberto per nome lo chiama Batman, vien da pensare che i due si conoscessero già da tempi non sospetti. La chioma folta è un retaggio fine anni '80.



Finalmente i tempi sono maturi. L'atleta inizia ad ever le idee più chiare è in questa emblematica foto troviamo rappresentata la sua vera prima mountain bike. Sul colore potremmo aver qualcosa da obiettare. Ma già l'assetto è veramente racing, soprattutto quelle gabbiette atte a dare delle grugnate per terra molto crudeli. Sono i primi anni '90. Forse '93.


Poco tempo dopo l'atleta in erba pensa bene di sviluppare le proprie doti a 360°. Ecco la sua Benotto da strada. Interessante notare che l'abitudine di fotografare le bicilcette appoggiate a questo muro mio fratello la cova da vent'anni! Addirittura quando non ha l'orologio al polso le usa al posto della meridiana!


L'acquisto di questo mezzo, ai tempi veramente all'avanguardia, rappresentò l'entrata a piedi pari del giovane Roberto nel mondo dell'agonismo. Seguirono altri acquisti, e tra l'uno e l'altro intercorreva sempre meno tempo. Passò ad altri marchi, poi in tempi recenti si affezionò a mamma Trek. E poi la cornificò con questo mezzo che la foto sotto riporta fedelmente. Il muro d'appoggio è sempre lo stesso, il ciclista è sempre lo stesso, ma la bici dobbiamo ammettere che batte tutte le sue antenate. Proprio una bella bambina.

COME ERAVAMO

Frugando nei miei archivi polverosi ho scovato del materiale interessante.
Come potete notare dalle immagini, quando voi andavate in bici, io già guidavo un'automobile di mia proprietà, e non una qualsiasi, ma quella di paperino!

Poi, una certa passione per le due ruote ha iniziato ad insinuarsi dentro di me. Ma ancora eravamo lontani da quell'amore per la fatica stremante che caratterizza ogni ciclista, così ho preferito le due ruote a motore (sempre giochini molto femminili insomma). E notare come già mi allenavo in ostacoli e gincane per una futura applicazione al ciclocross.


Ma ovviamente io non mi smentisco mai, e cadere per terra è il vero ed unico sport che ho sempre praticato e che mi ha sempre dato grandi soddisfazioni!

giovedì 6 novembre 2008

PORNO BLOG

Continua la rassegna dei nostri ciclisti osè!
Questa volta è il turno di Andrea, che dopo tante lusinghe ha ceduto alle insistenti avances di Simone. Una bella botta pure per lui!

martedì 4 novembre 2008

RISTORANTE BIKELAND... PROSSIMA APERTURA


Ho fatto un errore di sbaglio, e quando mi sbaglio sul confondermi io lo ammetto! La cena di domenica miei fedelissimi lettori è stata un successone. Il motivo di tanto imperdonabile ritardo nel riferirvi un resoconto? Semplice: mi sono appena rimessa. Non tanto per l'impegno profuso nell'aiutare Alessio, Mauro e Francesca nell'intrattenervi, piuttosto il problema è sorto quando voi tutti avete lasciato il locale col panzone pieno e noi, praticamente a stomaco vuoto facevamo un brindisi all'ottimo lavoro ad ogni colpo di scopa. Questo rito autocelebrativo è stato veramente devastante. Solitamente mi ritrovo con amici molto pidocchiosi a feste dove il vino assomiglia più all'aceto che mia nonna rabbocca ormai da 30 anni. Mauro per nostra sfortuna di seconda professione fa il somelier. Dovete sapere che in quel di Morra, ridente frazione non troppo distante da noi, popolata di esseri mezzi uomini e mezzo dialetto incomprensibile, usano codesta raffinatissima e poetica frase quando si rivolgono al cameriere "Sommeliè porta da bè!". A Mauro non dovevamo chiedere nulla, pareva avesse una cartuccera di bicchieri pronti! Duccio deve sapere che il suo limoncello era tristo, ma talmente tristo che lo abbiamo dovuto far fuori... ma svuotarlo sul lavandino non ci pareva il caso. Il fegato ringrazia. Lo Zedda Piras al rosmarino lo lascio ai palati sopraffini: al primo sorso mi è parso di bermi una patata al forno. Non ci crederete, però la sala in un modo o nell'altro l'abbiamo rimessa a nuovo. E ringraziamo la Milva che ha rimediato al disastro di Alessio che in un impeto di frenesia culinaria ha sferrato un manatone a quel vino che ha presentato i conti per tutta la notte. Perchè fin sotto casa ancora le cose sembravano andar bene. Poi, gettate le vesti un pò ovunque e infilatami nel letto ho iniziato ad avere l'impressione di trovarmi su un calcinculo. Funghi, arista, vino, bruschetta, limoncello, dolce, frutta, caffè e pure il pranzo della settimana prima, urlavano dal profondo degli inferi a domandar vendetta. Brutta nottata. Ancor più brutta se pensate che la mattina seguente avrei dovuto presenziare al mio primo giorno di lavoro ufficiale con contratto legale e stipendio fisso: servizio civile. Con tre ore dormite alla buona, una gara sulle gambe e molto altro in circolo nel corpo, avevo le occhiaie che con due capezzoli potevano sembrare le tette della Anderson. Ma con un pò di caffè e tanto trucco ho preso il via. Sulla salita che porta a ponte Rio ho iniziato ad avere le allucinazioni: mi sembrava che nonostante avessi freno a mano tirato e il piede che schiacciava il pedale di mezzo, la macchina andasse comunque indietro. Però le auto dietro non mi suonavano, quindi tutto ok. E ovviamente in quel momento è scaturita la classica promessa: mai più esagerare col vino di mauro. Promesse da marinaio. In giornata poi mi arrivano i messaggi di Mauro che narrano di situazioni post-party molto simili alla mia. Anzi, lui ancora oggi confessa di essere convalescente.
Tutto questo però è venuto dopo una cena favolosa, ideata e diretta da due chef che a confronto Gualtiero Marchesi gli fa una pippa. E anche grazie a Sauro, che si vede di rado, ma quando si vede lascia il segno. Quando viene alle gare vince, quando viene alle cene porta dei porcini che pare abbiano preso steroidi anabolizzanti! In cucina si sono mossi con estrema disinvoltura i due chef appena citati. Io e Francesca abbiamo lasciato a questo popò di uomini la direzione dei giochi, noi come i gerarchi nazisti eseguivamo solo gli ordini. Per fortuna che ad aiutare c'erano Matteo ed Edoardo. Matteo è stato favoloso: ha messo un gambino ad un tavolo di plastica con una destrezza incredibile. Edoardo invece ha detto che la mattina era andato in bici. Poi ha...ribadito d'esser andato in bici. Insomma, per lui i gambini da montare erano finiti. Così hanno deciso di andare a far l'aperitivo altrove. Unica gaffe della serata bisogna imputarla al factotum mauro: bravo con le parole, meno coi numeri. Piccola defaiance con le porzioni di pasta. Ha rimediato la compagna del Postino, che insieme alla Milva, ci dà quel tocco di sicurezza in più, quello che serve per non mandare a puttane una serata bella come questa. E poi vedere tutti i posti prenotati riempiti dà una certa soddisfazione. A maggior ragione se vedi al tuo tavolo sedersi pure i nemici se così vogliamo intenderli. Michele Andreani, con moglie e figlia (che per tutta la sera mi ha preso in giro per i capelli dritti), ha mangiato i funghi avvelenati che abbiamo cucinato apposta per lui. E speriamo abbiano gradito, perchè a noi fa sempre piacere quando si uniscono al team, dato che il nostro motto è sempre lo stesso "Più semo, più parremo!".

lunedì 3 novembre 2008

ORO INCENSO E SMIRRA

Per quanto ne potete sapere voi, ieri io e Paolo a Smirra abbiamo vinto la gara di ciclocross. Per quanto ne so io voi ieri a Smirra non siete venuti brutti pelandroni e vi siete persi una bella gara. Non capita spesso di trovare un'organizzazione così puntuale e una giornata autunnale tanto gratificante. Dico solo che prima di andare c'avevo un pò la puzza sotto il naso: questi dell'Udace, o AUDACE come li chiama un ciclista lungo lungo che non è pieroni, non mi rimpievano l'occhio. E invece hanno dei giudici davvero svegli, che sfornano le classifiche con la stessa maestria con cui Mauro sforna crostate. Questi non studiano al Cepu come i nostri umbri evidentemente. Inoltre hanno premiato pure i sassi.
L'ubicazione della gara mi ha procurato non pochi crucci. In internet veniva indicata ad Acqualagna. Malfidata come sono li ho chiamati qualche giorno fa. E ho fatto bene, la gara si sarebbe tenuta a Smirra. Io e Paolo arriviamo a Smirra, in un bar ci dicono che la gara è indicata si a Smirra, ma in realtà è solo questione di burocrazia, il circuito si trova nella zona industriale di Cagli. Questi marchigiani sono un pò confusi e diciamo che se fossi venuta sola in auto, con tutto questo casino di palleggiamenti tra frazioni limitrofe finivo a visitar le grotte di Frasassi dal nervoso e al diavolo la gara.
Il percorso era veramente duro, condizionato dalla pioggia di una settimana intera. Così ho potuto sfoggiare la tecnica di guida acquisita in questi ultimi tempi. Sinceramente qualche miglioramento inizio a notarlo, ma non grido certo al miracolo. Il tracciato era lungo più di tre chilometri con un ostacolo in salita e una rampa ricavata sul fango. E una marea di curve e controcurve che se non prendevi strette finivi a bocconi giù per la greppata. Cosa che puntualmente è accaduta sia a me che a Paolo almeno una volta, e anche a tanti altri. In più io ho centrato un paletto con lo stinco e assieme alla bici abbiamo fatto un'ammucchiata selvaggia. L'unica cosa concepita è stato il bozzo sulla tibia. Paolo era incazzato come Roberto quando i giudici non gli danno le spillette: era nero perchè c'era la peggio feccia della sua categoria: Colli e Cozzari. Non deve lamentarsi tanto: ha fatto sesto assoluto. Noi simpatiche donnette eravamo in tre, e nel tentare la via delle pubbliche relazioni ci scambiamo un pò le scusanti per giustificare il futuro risultato. Mi impensierisce la signora che dice di esser venuta alla gara direttamente in bici (sta a 30km di distanza): o è una scusa o questa è trista. Poi l'annuncia lo speaker: Beatrice Tacchi. E io penso che anche oggi ce li abbiamo dati gli attributi sferici maschili. Se foste donna la conoscereste e non vorreste doverle dar la caccia. La rincorsa dura poco, finito il primo giro mi stacca di netto. Cerco di contenere i danni. Questi Audaci giudici dell'Udace ci hanno fatto girare per 55 minuti invece che 40. Diciamo che hanno fatto una media un pò a occhio. In effetti all'ultimo giro sentivo di aver dimenticato i polmoni da qualche parte. Di seguito qualche scatto della giornata.



Paolo mostra qualche perplessità sul tipo di preparazione sportiva svolta da Giorgio in estate.

Ricciardi dovrebbe seguire i consigli di questo signore!

Nelle Marche il classico pasta party viene sostituito dal gioco d'azzardo. Il torneo di tressette a gironi mette in palio un agnello!
Carlo Roscini disperato. Qua nessuno gli dà la mano!