venerdì 26 febbraio 2010

L'AGONIA STA PER FINIRE


STA TORNANDO A CASA, e anche se potremmo dire che abbia perso un pò di femminilità, quello che non si può negare è che non manca nulla neppure a questo! Il saggio Mauro poi dice "Del resto rosa già ce l'hai avuto!".

martedì 23 febbraio 2010

AD OGNI CICLISTA LA SUA ZEPPA!!!

Lunedì scorso sono stata con Mauro dal biomeccanico. Prima esperienza per quanto mi riguarda mentre per Mauro ormai si trattava di un rapporto consolidato. Il bello è che questo medico si trova a Pisa e io ero sveglia dalla mattina alle 6.30, dopo aver passato cinque ore a studiare organizzazione aziendale a Perugia, andata e ritorno diritta verso casa di Mauro per andare a Pisa, appuntamento alle 5 dal doc. Mentre ero a Pierantonio già avvisavo MAuro: "Ruba dal tuo cesto di frutta una mela che altrimenti ti sbrano un braccio". Poi dal meccanico che già avevo un gran bel sonno. Prima visita il Maurone, poi tocca a me. Mi spoglia e mi tasta tutta, mi fa miliardi di domande che alla fine da quanto non ci capivo più niente ho paura di avergli pure risporto fischi per fiaschi. Avete presente quando qualcuno vi parla e voi iniziate ad andare talmente in bambola che vedete l'interlocutore come se non fosse realmente lì, ma si stesse gradualmente allontanando verso un'altra dimensione. Insomma, mi si chiudevano gli occhi. Poi fa la plicometria e mi controlla gli arti. E ovviamente vien fuori che sto tutta storta. Sappiate che tutti quelli che vanno dal biomeccanico poi tornano a casa con una zeppa agli scarpini, questa è prassi. E anche a me è toccata la mia zeppa.

Continua a parlare e parlare fitto e ad un certo punto gli faccio "Dottore, io la capisco, lei è proprio un libro stampato, ma io ho smesso di seguirla dieci minuti fa. Parli con calma e una parola alla volta". Poi mi prende le misure sulla bici. E non vi dico quanto mi sfotte quando vede le argute regolazioni operate alla mia bianchi da strada. Continua a domandare "Ma chi è il killer che ti ha messo su questa bici?" e io ribadisco che come l'ho acquistata è sempre rimasta. Sposta tutto, le leve, il manubrio, alza la sella di ben 2 cm, e io già piango immaginando i dolori che mi toccherà sopportare per le prossime uscite in bici. Poi si torna verso casa dopo una bella cenetta in quel di Pisa. Mauro mi fa mentre guida, "Dormi pure se ne hai voglia" e io "no, voglio farti compagnia". Poi ricordo solo che mi son ritrovata a Lerchi, dopo due ore. Sono di parola io.
Il giorno dopo son salita in bici con la mia zeppa e la mia sella bella alta, con un'ansia terribile. E invece il nostro biomeccanico ci aveva preso, e uscita dopo uscita, in questi giorni, le sensazioni continuano ad esser positive e di dolori neppure l'ombra. Anzi!!! Però mi manca la mia mountain bike, il belgio è così lontano e di lei ancora nessuna notizia!!! A due settimane dall'inizio del cross country, allenarsi solo su asfalto è veramente atroce!

martedì 16 febbraio 2010

PARADOSSI FAMILIARI

Mia madre è un mito, solo lei è capace di lasciare questi post-it!


E a voi capita mai che vi ringrazino quando gli fate fuori un verdone? MMHH!!!

domenica 14 febbraio 2010

MEMORIE SPORTIVE



Ultimamente, con questa storia degli italiani mi capita spesso che mi domandino da quanto tempo pedalo. E quando rispondo "circa quattro anni", rimangono stupefatti. In effetti sono stati quattro anni intensi, un amore di quelli folgoranti, scoperto un sabato mattina, quando mio fratello mi propose un tranquillo giretto in mtb per la campagna circostante. Quella mattina ci andò abbastanza delicato, niente salite astruse o difficoltà particolari. Due giorni dopo andai io da lui "lo rifacciamo?". E Roberto mi portò alla Pitocca. Se alla vostra uscita in mtb andate alla Pitocca e tornate vivi e siete pure felici, allora avete trovato il vostro sport. Per questo quando ho un giorno no, pedalo fino alla fantomatica casa rossa, salita test e luogo di meditazione di ogni biker che il mattino beve un caffè dalla Donella de Sorca. Ma tutto questo non accade per caso. Forse è il destino o forse il caso, ma prima di arrivare con le chiappe sopra una sella ne è passato di tempo e in 25 anni di vita, di sport ne ho provati diversi. Molte voglie passeggere, tanti flirt, tante passioni momentanee.
Quando avevo cinque o sei anni per Natale mio padre mi regalò una moto (vedi foto).

Non è che avessi mai manifestato gran desiderio per i motori, ma in famiglia è sempre stata una tradizione e così hanno provato pure con me. Il primo minuto che mi ci sedetti sopra, accelerando sbattei subito contro un muro. Poi qualcuno ebbe premura di spiegarmi che esistono i freni. E' stato deleterio, da allora ne abuso fin troppo, soprattutto in discesa. Come potete notare in foto, a casa avevano pure il tempo di organizzare le gimkane e mio fratello era proprio un funambolo (vedi foto).

Tanto funambolo che una mattina rimase bloccato in fondo ad una scarpata: mia madre andò a recuperarlo con la panda ed una corda da traino. Smessa la moto passarono anni e anni e con essi passavo per tentativi da un'attività all'altra: i rollerblade durarono tre mesi, oltre al fatto che erano di sottomarca e provocavano i crampi alla pianta del piede, altro deficit era il fondo stradale di una frazione come la mia, dove ogni buca all'asfalto ha un nome proprio. Durante le scuole medie venne il momento del classico gioco di squadra: la pallavolo. E voi tutti sapete che sono alta, come si suol dire, "un cazzo e un barattolo", eppure non ero male, se come metro di paragone prendiamo le altre compagne di squadra. Potete immaginare di che levatura fosse la formazione. Quando giocavamo si metteva a ridere pure l'arbitro e alla fine di ogni allenamento il coach ci regalava un kinder cereali. E all'epoca io ero circa 20kili più di ora. Durante tutto il campionato si vagava tra Perugia, Pierantonio, San Sisto, e mio fratello ci accompagnava sempre. Solo ora ho compreso che faceva questo sforzo solo per una questione ormonale: a 20 anni portarsi in auto delle 14enni dovrebbe essere interessante. Ah dimenticavo: io ero il capitano di questa stupenda squadra. Con le superiori decisi di darci un taglio con la carriera da pallavolista per dedicarmi alla mia cultura: mi dedicai al pianoforte. Tre anni di pianoforte non mi hanno portato alla filarmonica del santa cecilia, ma solo a buttar via 50 euro al mese. All'inizio studiavo abbastanza, poi col motorino e le amiche con la patente mi riducevo a studiare la lezione un'ora prima che arrivasse il maestro. Era una pena assurda. A 16 anni, non facevo proprio niente se non andare in giro o iscrivermi in palestra ogni tanto per andarci giusto due volte e poi smettere. Intanto ero 30 kili più di adesso. E poi con l'avvento dell'ormai sbandierato Morbo di Crohn iniziai mano a mano a dimagrire e a ritrovar la voglia di mettermi in moto. Dovendo ingurgitare dosi sproporzionate di cortisone in qualche modo bisognava tenersi attivi altrimenti si rischiava lo sclero totale. Andavo a correre a piedi, ma era una noia. Allora col mio fidanzato inizia a fare Kickboxing (vedi foto).

Come terapia di coppia non c'è storia. Non c'era bisogno di litigare, ci prendevamo a pugni direttamente lì. Però le zampate al colon non erano divertenti. Bisognava trovare qualcosa di alternativo. Il mio medico di allora mi disse che "dovevo rassegnarmi alla malattia". Non la presi bene quella frase. Prima di tutto lui non mi vide più. Ed ecco la proposta di Roberto. Vieni in bici. E da allora non son più scesa. E da allora è tutta un'altra storia. Alla faccia di tutti quelli che vi dicono che "dovete rassegnarvi". Forse dentro una bara potrò pure rassegnarmi, per ora si guarda avanti e si punta un obiettivo. Qualsiasi esso sia.

sabato 13 febbraio 2010

MOMENTO RIFLESSIVO


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.



Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra qu
este piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi

giovedì 11 febbraio 2010

RARITA'


Rovistando nell'archivio fotografico casalingo, quello alimentato a pellicola, ho scovato uno scatto davvero prezioso, risalente al lontano 1996, precisamente l'ultima domenica di agosto. Fu la prima ed unica gara di Cross Country organizzata nella mia piccola frazione, Cornetto, meglio conosciuto come sede fisica e legale del bar della Donella de Sorca. Qui in gara potete notare due atleti oggi in forza al team bikeland. Col numero 38 c'è Flavio Cecchetti, o meglio Flavioschi. Alla sua ruota l'Angelo di Lama, che tutti conosciamo come Caramella!!!
Questa foto devo averla scattata proprio io che per l'occasione, assieme a mia madre, sostenevamo mio fratello, pure lui in gara. Inoltre passavamo le borracce con una incapacità tale che ad ogni giro erano bestemmie: mai consegnare le borracce a schiaffo, meglio accompagnare il gesto! Ma allora di bici ne capivo ben poco...come adesso del resto!

venerdì 5 febbraio 2010

DOMENICA IN MTB

IL NOSTRO FLAVIOSKI DOMENICA CI FARA' DA GUIDA
Partenza ore 9.00 dal Bar FUEGO di TRESTINA per una bella pedalata in MTB

martedì 2 febbraio 2010

SEMPRE IN VETTA!

MAURO INARRESTABILE


Ancora una volta la gamba di Vigna non perdona. Molto bene Paolo e Carlo

Con la gara a Rieti si chiude questa lunga ed avvincente stagione di ciclocross Laziale che ha visto nel XIII Roma Master Cross l'evento di punta. La manifestazione di questa domenica doveva essere valida come prova unica di Campionato Nazionale US Acli di Ciclocross ma improvvisamente l'US Acli Nazionale ha dato inspiegabilmente in diniego al campionato vanificando il duro lavoro fatto dal comitato provinciale US Acli di Rieti nel metter su una manifestazione meritevole di tale ruolo. Così, per protesta, una ventina di corridori accorsi nonostante il maltempo della mattina ed il freddo pungente ha deciso di non partire limitando così il numero dei partenti a 77 unità.

Nella prima mattina a Rieti c'è stato un accenno di neve, ma poco prima della partenza il sole ha preso il sopravvento portando un po' di tepore sugli atleti. Primi a partire oggi erano i ciclisti fino a 39 anni assieme alle Donne. Presente il campione Italiano FCI Massimo Folcarelli (Pro Bike Riding Team) che sempre onora con la sua presenza le gare che l'hanno lanciato a livello nazione, c'è stato poco spazio per gli altri atleti che non hanno potuto far altro che battersi per il secondo posto.

Gara due più numerosa con 53 atleti over 40 al via. Un altro gradito ritorno nelle gare US Acli è quello di Paolo Tempestini (MTB Santa Marinella) che non ha nessun timore reverenziale e si piazza subito in testa facendo il vuoto. Alla fine saranno 3 i minuti di distacco sul secondo classificato. Ed anche quì la lotta per il secondo posto è stata avvincente fino agli ultimi metri tra Giuseppe Zamparini (Centro Italia Bike Cicli Montanini) e Paolo Appodia (Ciclistica L'Aquila). Continui cambi in testa, sorpassi al cambio bici ed alla fine Zamparini si impone per una decina di secondi su Appodia. Gianni Panzarini (Pro Bike) fatica più del solito e ottiene comunque un lusinghiero quarto posto a circa un minuto dal duo che lo procede. Domenico Garofalo (Tivoli Cycling Team) è quinto mentre alle sue spalle arrivano alla spicciolata, nell'ordine, Claudio Albanese (MTB Santa Marinella), Ivano Libriani (idem), Lorenzo Borgi (team B-Mad), Gianluca Marinucci (Free bikers Team) ed il duo della Bikeland Team Carlo Arcaleni e Paolo Sebastiani. Buone prove anche quelle di Scozzafava, Rubeis, Valcelli e Possenti. Mauro Vigna (Bikeland Team) vince la terza fascia con, anche quì, un duo a contendersi il secondo posto: Pio Tullio (Ciclistica L'Aquila) ha la meglio per pochi secondi su Diego Cedroni (Center Bike).