lunedì 27 ottobre 2008

MENO IMPEDITA DEL SOLITO: ciclocross a Spoleto



Un paio di parole riguardo alla gara di ciclocross di sabato, che tra le altre cose ha segnato il mio rientro ufficiale in quella che è la stagione agonistica che meno apprezzo visto che dimostra quanto poco sia capace nel pilotare il mezzo a due ruote: il ciclocross. Nonostante il quarto posto collezionato possa sembrare poco soddisfacente devo ammettere che sono rimasta felicemente stupita. Comincio finalmente a divertirmi davvero, mi sento molto più sciolta e riesco subito a prendere il ritmo. Poi però ti ritrovi al nastro di partenza due professioniste, la mia bionda omonima che è sempre più aguerrita e altre quattro colleghe e capisci che c'è da pedalare. Finalmente il gentil sesso si sta facendo avanti, peccato che tanto gentile non sia. Tanto gentili non erano neppure un gruppetto di giovanotti di una squadra posta geograficamente molto sotto l'umbria che non per esser razzisti, ma quando ti doppiavano usavano dei modi molto poco eleganti e simpatici, accompagnati da uno strano bofonchiare che le corde vocali umane non dovrebbero neppur essere in grado di concepire. Così alla fine, ad uno dei peggio mentre sgomitava gli ho detto "Eh...almeno impara a parlare italiano!". Chi mi conosce sa bene che sono per la pace nel mondo e l'uguaglianza universale, ma quando abbiamo il numero attaccato dietro ognuno per se e dio per tutti! La mia soddisfazione per la prestazione di sabato aumenta quando penso che finalmente Mauro non mi ha doppiato, dopo due anni di ciclocross è la prima volta e come giusto, terminata la gara son subito corsa da lui a farglielo presente. Forse avrei dovuto usare più tatto dato che l'ho visto giù di morale. Ulteriore motivo per cui mi auto celebro è l'esser riuscita a gareggiare con neanche tre ore di sonno trascorse. Infatti la sera prima ero alla cena del Challenge e il ritorno è stato per le 1.30, con un paio di bicchieri in circolo. In più, quella simpaticona di mia madre si è messa ad usare il phon alle 4.30 di mattina: attaccava presto al lavoro e lei non fa come me che metto il cappello se i capelli non sono a posto. Diciamo che ho regalato paralisi a destra e a manca. Per fortuna mi son fatta una cura rigenerante con i caffè della Donella De Sorca, che è il corrispettivo del dottor Fuentes per l'operacion puerto. Da noi il fascicolo prenderà il nome di "Operazione Bar De Valiano" (ove Valiano indica il soprannome della famiglia).
Finalmente rivedo Matteo all'opera, ed è sempre un bel vedere. Quando corre il ciclocross è veramente uno spettacolo, pare abbia il motore, e se fate bene attenzione lo sentirete ripetere una frase caratteristica durante la corsa "Vega non si incxxa!". Questo detto, da lui coniato, scaturisce dalle eccellenti prestazioni che il signor Burzi elargisce con grande generosità ad ogni gara, e che molto indispettisce gli avversari. Inizio a pensare anche io la stessa cosa riguardo a Romina. Ma per evitare ulteriore censura non ribadirò. Se Matteo è l'emblema dell'eleganza e della scioltezza, Andrea ha tutto un altro modo di intepretare la gara. Molto più impulsivo, di potenza, di rabbia. Pare se li voglia mangiare gli avversari ed è favoloso vederlo giocare al gatto col topo. Gli si francobolla addosso e non li lascia respirare. Loro buttano un occhio dietro e lui è lì a pressarli. E sabato ha fatto un capolavoro: ha letteralmente distrutto un tipetto di verde vestito che pareva un elfo dei boschi. Faceva lo splendido saltando al volo le tavole, ma è durato poco. Il nostro Andrea è di rosso vestito, si è procurato delle vesciche terrificanti alle mani non usando i guanti, ma ne è valsa la pena.
Il nostro attaccabrighe per antonomasia questa volta ha dovuto abbassare la cresta. Roberto ha ritrovato in gara un tipetto del Centro Bici e moto con cui aveva discusso un anno fa durante il Cahllenge. Pare che in gara sabato siano tornati a punzecchiarsi. Così, tra una spallata e l'altra quello che è finito per terra a masticar terriccio è stato il titolare della PermazProduction. Speriamo che la cosa gli sia di insegnamento: non so voi, ma io quando corro è di grazia se riesco a distinguere gli alberi e non inforcarli in pieno. Lui quando corre è capace di: fare le imitazioni di altri atleti (da antologia quella di panichi con labbro incarnito), mi urla di usare il flash, mi indica l'opzione da usare in base alla luce, litiga con gli avversari, prepara il composto per i ravioli, prepara il ragù...
La cosa migliore è stata che ha rotto il casco, e io, che in fatto di shopping la so lunga non mi è parso il vero di sfoggiare la mia cultura in merito: l'ho riempito di proposte, descrivendo design, marche e colorazioni.
Un plauso solo a metà al team di spoleto, che rispetto alla gara dello scorso anno (che era davvero favolosa), ha dovuto rimediare un percorso un pò monotono. Per fortuna sono stati molto bravi nel presidiare l'intero fettucciato, ovviando ad eventuali problemi con picchetti abbattuti o nastro rotto. Un'altra perplessità mi è sorta notando l'ultima tavola inserita nel percorso. Era talemente alta che a Pieroni gli sarebbe arrivata al ginocchio. E io che sono alta quanto un pigmeo seduto ho fatto una fatica immane per non sbatterci contro stinco rotula e coscia. E non mi è andata male!
A fine gara Romina (non me medesima) mi ha offerto delle pizzette fatte in casa, con le sue manine. Ho accettato, se lei mangia questo e va così forte forse dovrei domandare la ricetta. Ma domenica non ho avuto picchi di potenza astrusa, anzi, davanti ad Amici di Maria de Filippi, stravaccata sul divano ho dormito come un morto in una bara. E mia madre aveva i capelli a posto!

2 commenti:

Permaz ha detto...

Certo che Matteo di quegli abitini potrebbe farne un po' anche per noi, magari col logo della squadra. Saremmo proprio belli tutti schierati! Se ci vede la De Filippi ci assume subito, altro che Garrison!

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny