Non è divertente preparar la borsa appena dopo colazione quando il termometro segna meno 4! E a scanso di equivoci mi son caricata quasi tutto il guardaroba. Che già porto via un sacco di cose quando è tutto nella norma, figurarsi quando non si ha bene in mente come bisognerà rispondere agli attacchi delle prime gelate. Mai dimenticare che la donna è quell'essere pseudo-senziente che se va a fare una trasferta di due giorni porta sette paia di mutande, cinque paia di scarpe, quattro gonne, cinque camicette...
Per fortuna che mentre io e il Permaz Autista ci avvicinavamo a Gubbio, la temperatura scendeva ulteriormente. Ma quando si corre in terra di pazzi la questione meteoroliga rappresenta il male minore. Forte di una coppia di giudici che ebbi modo di conoscere in tempi passati, l'organizzazione ha deciso di dividere le iscrizioni in due fasce, in base alla partenza. Avevano timore di confondersi. Perfino le spille sono un bene di lusso: bisogna custodirle con cura dicono loro, portarle da case, averne di proprie. E dire che quando mia nonna per la comunione me ne regalò una d'oro col nome inciso le guardai pure storto: oggi mi sarebbe tornata comoda. Ulteriore segno di indiscutibile follia è la singolare metodologia scelta per segnalare il percorso: per un buon tratto con la classica fettuccia e di seguito con lo scotch da pacchi, così se prendevi una curva troppo larga ci mancava destinatario e francobollo e potevi pure farti spedire da qualche parte.
In un tratto con le tavole mancava addirittura il fettucciato: lo speaker si è appellato all'alto valore morale degli atleti. Lo speaker crede che nostro signore Gesù è morto con lo scooterone. E per finire in bellezza vi sia gradito sapere che quei scalcagnati ciclisti sedicenti atleti della seconda partenza, che spesso si fregiano di onoreficenze del tipo "Elite", "Under23", insomma, gli indiscussi campioni, hanno corso per meno tempo di noi donnicciole e vecchietti che si pedala di buon mattino. Invece che la solita ora che dovrebbero sorbirsi si son fatti solo 38 minuti, mentre noi 42. Questi eugubini fanno i conti come me quando devo rendere i soldi a roberto: male!
Terminato questo simpatico elogio alla follia che farebbe impallidire perfino Erasmo da Rotterdam, che non è uno che viene da un luogo dove a fine pasto si è liberi di esprimere soddisfazione, ma un tizio che ha scritto un libro prendendo come esempio Mauro quando sbarella di fitto, veniamo a noi.
Venire a noi significa dire quanto siamo bravi, forti e carismatici. Che non è da tutti. Matteo questa mattina aveva intenzione di dimostrare le doti sopra citate e diciamo che gli è uscita pure bene la faccenda. Sarà quella nuova Colnago, sarà il papà che lo allena dietro motore guidando una ferrari. Fatto sta che nel giro uniforme della pedalata, quei muscoli schioccano come elastici tesi e rilassati ad un tempo e il brillio dei raggi, nelle due ruote, entra per la sua parte a creare uno spettacolo di meccanica facilità e di umana vigoria che conquista. Insomma, per dirlo alla Pieroni "Oggi Matteo è gito forte è gito!".
Ah ma intendiamoci, mica solo lui ha stravinto. PErchè lui ha dato un bel distacco all'avversario, ma mai immenso quanto quello che ho rifilato io alle mie colleghe. Non metri, non minuti, ma ore e chilometri. Ebbene sì, quelli che distanziavano Gubbio dalle loro case, visto che sicuramente erano tutte a letto: ero l'unica donna al via. E non ci crederete ma l'impegno ce l'ho messo e sono soddisfatta. In questa giornata campale è tornato ad assoporare il dolce sapore della vittoria colui che tre anni fa mi avvicinò a questa simpatica disciplina: il mio fratellone. Ha corso sfruttando la dote in lui più sviluppata: la tigna. Ne ha preso d'occhio uno della sua categoria e lo ha bastonato per tutta la gara, fino all'ultima curva, quando il poveretto ha perso il controllo del mezzo e Roberto gli è letteralmente salito di sopra pedalandogli addosso e giungendo terzo al traguardo. E se vi viene in mente la classica domanda malvagia "Ma terzo di quanti?" sappiate che era terzo di sette! Il Clark Kent nazionale ha tenuto a bada quattro avversari, ai due davanti penseremo la prossima volta. Nuova esperienza gratificante per un nuovo arrivo: il geometra volante, o meglio BatAle alla sua prima gara è andato a premio ed è un buon incentivo per partecipare alle prossime. Unico problema è il momento di chiamarlo sul palco: lo speaker ha avuto diversi problemi nel posizionare l'accento tra le sillabe del suo cognome. Per un attimo è stato Nottòli, poi Nòttoli e pure Nottolì!
Su come hanno corso Mauro e Paolo posso dirvi poco visto che affrontiamo la faccenda in contemporanea, ma il raccoglitore di margherite è giunto terzo come anche il gigolò nostrano. In più il bad-boy della bikeland era ringarzullito neanche poco: nuove presenze femminili si stagliano all'orizzonte e l'ormone va in agitazione.
Non abbiamo detto nulla del percorso: sotto quell'anfiteatro romano era uno spettacolo. Ma promettiamo grandi cose anche noi: Mauro, il Topino, Roberto ed io stiamo facendo di tutto per rendere la vita difficile a chi correrà il sette dicembre a castello. In pratica ci stiamo infognando con le nostre mani!
Per fortuna che mentre io e il Permaz Autista ci avvicinavamo a Gubbio, la temperatura scendeva ulteriormente. Ma quando si corre in terra di pazzi la questione meteoroliga rappresenta il male minore. Forte di una coppia di giudici che ebbi modo di conoscere in tempi passati, l'organizzazione ha deciso di dividere le iscrizioni in due fasce, in base alla partenza. Avevano timore di confondersi. Perfino le spille sono un bene di lusso: bisogna custodirle con cura dicono loro, portarle da case, averne di proprie. E dire che quando mia nonna per la comunione me ne regalò una d'oro col nome inciso le guardai pure storto: oggi mi sarebbe tornata comoda. Ulteriore segno di indiscutibile follia è la singolare metodologia scelta per segnalare il percorso: per un buon tratto con la classica fettuccia e di seguito con lo scotch da pacchi, così se prendevi una curva troppo larga ci mancava destinatario e francobollo e potevi pure farti spedire da qualche parte.
In un tratto con le tavole mancava addirittura il fettucciato: lo speaker si è appellato all'alto valore morale degli atleti. Lo speaker crede che nostro signore Gesù è morto con lo scooterone. E per finire in bellezza vi sia gradito sapere che quei scalcagnati ciclisti sedicenti atleti della seconda partenza, che spesso si fregiano di onoreficenze del tipo "Elite", "Under23", insomma, gli indiscussi campioni, hanno corso per meno tempo di noi donnicciole e vecchietti che si pedala di buon mattino. Invece che la solita ora che dovrebbero sorbirsi si son fatti solo 38 minuti, mentre noi 42. Questi eugubini fanno i conti come me quando devo rendere i soldi a roberto: male!
Terminato questo simpatico elogio alla follia che farebbe impallidire perfino Erasmo da Rotterdam, che non è uno che viene da un luogo dove a fine pasto si è liberi di esprimere soddisfazione, ma un tizio che ha scritto un libro prendendo come esempio Mauro quando sbarella di fitto, veniamo a noi.
Venire a noi significa dire quanto siamo bravi, forti e carismatici. Che non è da tutti. Matteo questa mattina aveva intenzione di dimostrare le doti sopra citate e diciamo che gli è uscita pure bene la faccenda. Sarà quella nuova Colnago, sarà il papà che lo allena dietro motore guidando una ferrari. Fatto sta che nel giro uniforme della pedalata, quei muscoli schioccano come elastici tesi e rilassati ad un tempo e il brillio dei raggi, nelle due ruote, entra per la sua parte a creare uno spettacolo di meccanica facilità e di umana vigoria che conquista. Insomma, per dirlo alla Pieroni "Oggi Matteo è gito forte è gito!".
Ah ma intendiamoci, mica solo lui ha stravinto. PErchè lui ha dato un bel distacco all'avversario, ma mai immenso quanto quello che ho rifilato io alle mie colleghe. Non metri, non minuti, ma ore e chilometri. Ebbene sì, quelli che distanziavano Gubbio dalle loro case, visto che sicuramente erano tutte a letto: ero l'unica donna al via. E non ci crederete ma l'impegno ce l'ho messo e sono soddisfatta. In questa giornata campale è tornato ad assoporare il dolce sapore della vittoria colui che tre anni fa mi avvicinò a questa simpatica disciplina: il mio fratellone. Ha corso sfruttando la dote in lui più sviluppata: la tigna. Ne ha preso d'occhio uno della sua categoria e lo ha bastonato per tutta la gara, fino all'ultima curva, quando il poveretto ha perso il controllo del mezzo e Roberto gli è letteralmente salito di sopra pedalandogli addosso e giungendo terzo al traguardo. E se vi viene in mente la classica domanda malvagia "Ma terzo di quanti?" sappiate che era terzo di sette! Il Clark Kent nazionale ha tenuto a bada quattro avversari, ai due davanti penseremo la prossima volta. Nuova esperienza gratificante per un nuovo arrivo: il geometra volante, o meglio BatAle alla sua prima gara è andato a premio ed è un buon incentivo per partecipare alle prossime. Unico problema è il momento di chiamarlo sul palco: lo speaker ha avuto diversi problemi nel posizionare l'accento tra le sillabe del suo cognome. Per un attimo è stato Nottòli, poi Nòttoli e pure Nottolì!
Su come hanno corso Mauro e Paolo posso dirvi poco visto che affrontiamo la faccenda in contemporanea, ma il raccoglitore di margherite è giunto terzo come anche il gigolò nostrano. In più il bad-boy della bikeland era ringarzullito neanche poco: nuove presenze femminili si stagliano all'orizzonte e l'ormone va in agitazione.
Non abbiamo detto nulla del percorso: sotto quell'anfiteatro romano era uno spettacolo. Ma promettiamo grandi cose anche noi: Mauro, il Topino, Roberto ed io stiamo facendo di tutto per rendere la vita difficile a chi correrà il sette dicembre a castello. In pratica ci stiamo infognando con le nostre mani!
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