E pure quest'anno ho riagguantato la maglia col colore più difficilmente abbinabile al mondo. La maglia arancio dell'umbria challenge, che oltre ai capilista di categoria in campionato, la usano le guide turistiche che accompagnano al vaticano per farsi riconoscere, al posto della bandierina. Anche quelli dell'anas in superstrada ne fanno un discreto uso. Non che mi serva una maglietta per farmi riconoscere. Il mio confettino a ruote coglie ancora l'attenzione di molti spettatori. Peccato però che una bici fascinosa non assicuri il primo gradino sul podio. Figuriamoci a San Pellegrino mieri, che non è per lamentarmi ma ho corso con la febbre...che mi ha attaccato Maurone. Devo smettere di frequentarlo così assiduamente. Oltre al malanno stagionale c'erano al via dei bei crostini in gonnella, ma trattasi di eufemismo dato che erano veramente agguerrite. Per fortuna ho fatto una delle mie partenze a razzo così son rimasta tra le prime per una buona metà gara, ero assieme all'intramontabile Laura Duchini, ex campionessa italiana MW nei primi anni del 2000. Le ho pure domandato se volevamo tentare di riprendere la prima, poi lei mi ha gelato "Guarda che è la Gabbanelli"...ho subito cambiato discorso. E poi ho smesso di sgallettare quando pure la mia compare ha fatto un forcing in pianura che io con le mie gambine e a quel vento maledetto non ho potuto resistere. Ed il mio terzo gradino del podio è sempre lì che mi aspetta. Questa volta non mi posso lamentare, niente Lonza, ma una lampada da comodino. E' utile che inizio a tacere sennò la prossima volta mi danno un panettone scaduto. Mi rincuora il fatto che la Gabbanelli mi abbia appioppato solo 10 minuti. Da segnalare il sinistro discorso che al traguardo la superba ciclista ha intavolato con un organizzatore del Centro Italia Bike Tuor. Si lamentava che qua in Umbria le gare per le donne son troppo corte. Che lei paga come gli altri e vuole gareggiare con le avversarie in distanze più importanti. Di tutte le volte che una se ne poteva uscire con una battuta del genere capiti oggi dopo 33 chilometro e novecento metri di dislivello? Mmh. Ma sotto le docce non le è mancato niente, io e le altre l'abbiamo messa a giro e le abbiamo chiarito chi comanda qua in umbria! Al di là degli scherzi lei parlava di altri tipi di gare, non di questa, ma di quelle tipo Schifanoia... io per dirla tutta non è che mi metto a piangere se invece di 30 son 25 i km.
Alla partenza per l'occasione c'era pure Marco Cellini, trionfatore assoluto l'anno scorso per tutto il Challenge, il quale quest'anno si vede costretto a fare un viaggio a Lourdes e chiedere quelche miracolo vista la sfortuna che lo perseguita. La concomitanza di diverse patologie lo hanno costretto ad uno stop prolungato e ieri alla granfondo, dopo due mesi di assenza dalle gare, è cascato su un manto erboso sintetico a causa della follia degli organizzatori. Se guardate le foto di Frex8 potrete godere di decine e decine di scatti con atleti stesi a quattro di spadi su quel bel pratino. Paradossalmente sono rimasta in piedi. Ho poi rimediato a fine gara, nella discesa imbrecciata, rigando pure il mio confettino.
Il nostro capitano, come pure Mauro non sono rimasti contenti della loro prestazione, mentre il nostro Nottolic è sempre brillante. A lui basta pedalare per esser felice, pure se torna da un matrimonio dove ha mangiato il suo e quello del vicino e ha dormito manco tre ore. Il nostro presidente a fine gara ne ha subito combinata una delle sue, un'Antonellata come si suol dire: con l'aiuto della first lady, ha smarrito una lente degli occhiali da vista. Giornata guadagnata.
Ma di tutto quanto è successo ieri, la cosa che non mi dimenticherò mai è stato un bacio, uno di quelli che non ti aspetti, che ti sorprendono e valgono molto più della fatica di una gara abbastanza massacrante come questa. Trovare al traguardo la bambina di Michele Andreani che ti accoglie col sorriso e la timidezza ad un tempo. E mi hanno raccontato che in un tratto del percorso stava ad attendere con ansia il mio passaggio. Sono convinta che fra qualche anno pedaleremo insieme, con un papà così, in casa le ruote son d'obbligo, e allora saran dolori a doverle dar la caccia.
2 commenti:
ciao Romina..
grazie per la citazione.. purtroppo ad oggi sono convinto che il viaggio a Luordes non basti.
Sai, domenica probabilmente ho lesionato, (se non peggio) il crociato.. attendo le risposte dei medici..
P.S l'arancio ti si addice.. vedi di non cambiare colore!
Marco Cellini
a proposito di colori, la Ridley la odio, ma complimentiper i colori della bici, veramente carina!
Posta un commento