La mia vacanza premio al Cornetto continua fino a domenica e tanto per cambiare sfruttiamo ogni attimo possibile per fare una cosa che non faccio mai, andare in bici. Il Cozzarino stamattina ha detto "Se non ci vado quando sono in ferie in bici, figurati quando ci vado!". Come dargli torto, e poi guardandolo correre il ciclocross o più semplicemente pedalare tra noi scalcagnati si vede ad occhio nudo che lui è uno di quei tizi che tirano fuori il biciclo verso aprile giusti giusti per mettersi in forma in vista della prova costume.
Chi lo conosce intenderà bene che nel mio prologo è mal celata una sottile ironia. Fatto sta che deve essere rimasto alquanto impressionato da noi schietti atleti dopo la pedalata al Tezio, che non si è voluto perdere l'escursione mattutina che su facebook, per i più informatizzati era denominata "Alla ricerca dell'orso". E per stanarlo siamo partiti da casa alle 7.30.
Mi pare giusto, uno è in ferie e non deve sprecare neppure un attimo di vita per volersi bene. Cerchiamo di essere masochisti fin nel midollo e partiamo con la nebbia, le tracce del cuscino sulle guance e qualche drago ancora da espellere. Proprio il giorno prima mio fratello aveva avuto il buon cuore di partire alle 8.30. Ma l'orso non aspetta e per stanarlo ci ritroviamo tutti a Fontecchio. Questa cosa dell'orso non so bene da quale leggenda metropolitana sia scaturita, posso solo dirvi che è una faccenda simile a quella della pantera che girava per Morra qualche anno fa. Che poi diventarono due. Poi ci fu la storia dei lupi a Lerchi, poi quella dei Dinosauri a Lama, poi quella degli alieni a Trestina... insomma, se vediamo un orso di sicuro è Giorgino con la parrucca.
Il richiamo della foresta è stato forte, e tre dei partecipanti già li avete intuiti; i restanti sono lo speleologo Franco, il pierre Sauro, il biker saggio Flavio, e i due Armstrong dell'Alto Tevere: il Ceccovolante e Pandolfi. I due esperti appassionati delle ruotegrasse, dopo una folgorante carriera giovanile coronata di successi, rallentarono l'attività agonistica per dedicarsi alle rispettive famiglie, ma seguendo l'esempio dell'intramontabile Lance, eccoli tornare sul terreno di battaglia, con una grinta e caparbietà da insospettire perfino il dottor Fuentes. Il Texano per il suo ritorno ha la scusa della ricerca sul cancro. Il nostro duetto come scusa ha quella di poter iniziare molte frasi dicendo "Quando andavo in bici io..." "Ai miei tempi..." "Ma te la ricordi quella marca là?" "Non le fanno più le bici di una volta!".
La narratrice è conscia di rischiare molto con queste ultime righe, ma la mano in combutta con la tastiera ed un cervello poco razionale si sta divertendo troppo a scrivere. E nel contempo la suddetta narratrice è pure felice da morire quando può pedalare con tutti questi uomini poichè come una spugna cerca di assorbire ogni astuzia e consiglio possibile. E' un peccato poi che per metterli in pratica impiega discreto tempo.
Stamattina potevamo essere una bella setta ma più uno che fanno otto, la battuta va scemando e quindi la chiudiamo qui.
Percorso spettacolare, non a caso frutto della fulgida mente del Ceccovolante che assieme all'omonimo collega ciclista condivide oltre al nome una forte propensione nel beccare sempre i tracciati più belli. Da mangiarsi i gomiti vedere il Cozzarino salire col centrale o addirittura col padellone nei tratti in cui io chiamerei volentieri un elicottero. Poi però c'ha pensato la sfiga a stenderlo...anzi, il brecciolino fine fine ha diviso Mauro dalla sua Sintesi: lui per terra con una coscia che pareva una forma di parmigiano grattugiato, e la bici parcheggiata dentro il bosco a cavallo di un tronco. Tutto ok, erano solo 11 anni che non gli capitava più di cascare. Ora comprenderete il perchè tutti vogliono venire con noi: siamo pieni di sorprese, da noi è sempre Pasqua. Se mi domandate dove siamo stati vi dico che "Boh!", però posso assicurarvi che siamo sbucati al Sasso, abbiamo attraversato l'Antirata, poi ci siamo ritrovati alla Cima, poi alla Croce di Legno credo, poi il Longinello e poi a casa che son 10 giorni che smacchio! Domani in teoria dovremmo partire nel tardo pomeriggio... come minimo domattina avrò due occhi a palla già alle 6 del mattino!
Chi lo conosce intenderà bene che nel mio prologo è mal celata una sottile ironia. Fatto sta che deve essere rimasto alquanto impressionato da noi schietti atleti dopo la pedalata al Tezio, che non si è voluto perdere l'escursione mattutina che su facebook, per i più informatizzati era denominata "Alla ricerca dell'orso". E per stanarlo siamo partiti da casa alle 7.30.
Mi pare giusto, uno è in ferie e non deve sprecare neppure un attimo di vita per volersi bene. Cerchiamo di essere masochisti fin nel midollo e partiamo con la nebbia, le tracce del cuscino sulle guance e qualche drago ancora da espellere. Proprio il giorno prima mio fratello aveva avuto il buon cuore di partire alle 8.30. Ma l'orso non aspetta e per stanarlo ci ritroviamo tutti a Fontecchio. Questa cosa dell'orso non so bene da quale leggenda metropolitana sia scaturita, posso solo dirvi che è una faccenda simile a quella della pantera che girava per Morra qualche anno fa. Che poi diventarono due. Poi ci fu la storia dei lupi a Lerchi, poi quella dei Dinosauri a Lama, poi quella degli alieni a Trestina... insomma, se vediamo un orso di sicuro è Giorgino con la parrucca.
Il richiamo della foresta è stato forte, e tre dei partecipanti già li avete intuiti; i restanti sono lo speleologo Franco, il pierre Sauro, il biker saggio Flavio, e i due Armstrong dell'Alto Tevere: il Ceccovolante e Pandolfi. I due esperti appassionati delle ruotegrasse, dopo una folgorante carriera giovanile coronata di successi, rallentarono l'attività agonistica per dedicarsi alle rispettive famiglie, ma seguendo l'esempio dell'intramontabile Lance, eccoli tornare sul terreno di battaglia, con una grinta e caparbietà da insospettire perfino il dottor Fuentes. Il Texano per il suo ritorno ha la scusa della ricerca sul cancro. Il nostro duetto come scusa ha quella di poter iniziare molte frasi dicendo "Quando andavo in bici io..." "Ai miei tempi..." "Ma te la ricordi quella marca là?" "Non le fanno più le bici di una volta!".
La narratrice è conscia di rischiare molto con queste ultime righe, ma la mano in combutta con la tastiera ed un cervello poco razionale si sta divertendo troppo a scrivere. E nel contempo la suddetta narratrice è pure felice da morire quando può pedalare con tutti questi uomini poichè come una spugna cerca di assorbire ogni astuzia e consiglio possibile. E' un peccato poi che per metterli in pratica impiega discreto tempo.
Stamattina potevamo essere una bella setta ma più uno che fanno otto, la battuta va scemando e quindi la chiudiamo qui.
Percorso spettacolare, non a caso frutto della fulgida mente del Ceccovolante che assieme all'omonimo collega ciclista condivide oltre al nome una forte propensione nel beccare sempre i tracciati più belli. Da mangiarsi i gomiti vedere il Cozzarino salire col centrale o addirittura col padellone nei tratti in cui io chiamerei volentieri un elicottero. Poi però c'ha pensato la sfiga a stenderlo...anzi, il brecciolino fine fine ha diviso Mauro dalla sua Sintesi: lui per terra con una coscia che pareva una forma di parmigiano grattugiato, e la bici parcheggiata dentro il bosco a cavallo di un tronco. Tutto ok, erano solo 11 anni che non gli capitava più di cascare. Ora comprenderete il perchè tutti vogliono venire con noi: siamo pieni di sorprese, da noi è sempre Pasqua. Se mi domandate dove siamo stati vi dico che "Boh!", però posso assicurarvi che siamo sbucati al Sasso, abbiamo attraversato l'Antirata, poi ci siamo ritrovati alla Cima, poi alla Croce di Legno credo, poi il Longinello e poi a casa che son 10 giorni che smacchio! Domani in teoria dovremmo partire nel tardo pomeriggio... come minimo domattina avrò due occhi a palla già alle 6 del mattino!
3 commenti:
infatti sono le 5.30 e sono già sveglio!
"THE FLYCECCO" C'è NE è "ONE ONLY"
TUTTO IL RESTO è NOIA!!!
HAI MIEI TEMPI ANDAVO CON IL CENTRALE ANCHE IO, NON USAVO IL "PADELLONE" PERCHè ALCUNI ANNI DOPO MI SAREBBE SERVITO PER CUCINARE!!!!
allora sono in fibrillante attesa di nuovi racconti di vita: oltre alle imprese sportive voglio sentire quali imprese culinarie ti ha permesso il padellone, questo sconosciuto, che io uso solo sulla discesa di canoscio!
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