lunedì 7 settembre 2009

COME AMMAZZARE LA NOIA PARTE SECONDA

Chissà cosa penseranno quando vedono me e Mauro che mangiamo insieme?! Una col cappello in testa, vestita alla meglio e mezza cotta dal sole, lui con la classica traccia di ossido degli occhiali proprio sopra il naso e la maglietta dello staff. Il salto generazionale potrebbe rimandare a qualche conquista da night club. Ma non si capisce bene chi abbia pagato chi visto che a me in un night mi assumerebbero giusto per scrostare le gomme dal pavimento, e Mauro in un night beh... farebbe di certo conquiste. Fatto sta che la zuppa di cozze era favolosa e la grigliata pure. Meglio ancora è stato pianificare la cena che faremo al cva di san secondo...ancora nulla di certo... ad inizio ottobre.

E poi, finito il pranzo ognuno per la propria strada. Mauro va a rilassarsi in spiaggia. Io decido di tornare, sono molto stanca e la mattina mi sono alzata molto presto.

Per strada inizio a rendermi conto abbastanza presto che le facoltà mentali rasentano la lobotomizzazione. Però per colpa della mia testardaggine continuo a guidare convinta che ora passa. Mi rinfresco il viso. Ora passa. Mmmh. Tutti i finestrini aperti, ma non passa. Mi sento molto a rischio "colpo di sonno". Deciso, appena trovo un angolino accosto. Eccolo, lo vedo all'ultimo minuto. Colpa della stanchezza e della testa e dei riflessi rallentati accosto verso destra, ma lo spazio di frenata è irrisorio, l'auto non si ferma. O meglio, si ferma, ma solo quando ci pensa un lampione a stopparla. Purtroppo il lampione non ha minimamente ceduto alla mia invettiva. Il mio cofano invece si è lasciato andare senza vergogna, così pure gran parte di quella robaccia di plastica inutile che riveste la mia cessomobile. Da qui inizia la mia diagnosi tutta al femminile del problema. Esce del fumo per un breve attimo. Da sotto perde del liquido, ci metto una mano. Non è benzina, bene. Non è olio, bene. Ma non è neppure l'acqua del tergicristalli visto che è un mese che devo rimettercelo e vado avanti gettando bottigliate sul vetro la mattina. Sono indecisa se ripartire. Mi trovo a 4 km dal Piobbico. Ah, ovvio che il sonno è passato. Chi chiamereste per primo? Mi sento in dovere di chiedere aiuto alla persona più esperta in tal senso: mia madre. Vi riporto la conversazione: "Mamma, ho preso un palo in pieno. L'auto ci accende e funziona, perdeva del liquido, però ora ha smesso, che dici posso andare?". Non so perchè, ma il fatto che non perdesse più mi rassicurava, in realtà il filtro di raffreddamento era talmente spaccato in due che non teneva manco se uno pregava in aramaico antico. Mia madre mi consiglia vivamente di attendere Roberto che di lì a poco sarebbe ripartito verso casa. Avverto Roberto che mi soccorre reputando ottima l'idea di averlo atteso senza fondere il motore. Nella piazzola durante l'attesa ho potuto godere dello spettacolo di: un bambino con famiglia fermatosi a far pipì dietro un cespuglio, una donna che vuotava abusivamente i rifiuti non riciclati e altro bambino che vomitava a causa delle curve del valico. Al ritorno a casa non è che mi abbiano dato un premio, cosa a cui la domenica ormai sono avvezza, ma devo ammettere che sono stati superlativi nel non farmi sentire più merdina di quanto non mi sentissi già.

Oggi il carroattrezzi me l'ha riportata tutta intera (per modo di dire) e sono stata in pensiero non poco visto che ha trascorso la notte tutta sola. Fortuna ha voluto che mentre aspettavo, un bravo ciclista di nome Mauro stesse pedalando da quelle parti e si fosse trovato lì proprio mentre caricavano il mio arrosto. Così quell'mms di oggi mi ha ridato un pò di smalto. Con l'auto in mano Roberto ha continuato a fare quello che faceva stamattina: chiedere preventivi a destra e a manca. Ringrazio il movimento femminista che ancora non è riuscito del tutto nel suo intento, altrimenti sarei proprio del gatto a dover fare l'uomo in tale ambito. Entro domani sera forse un carroziere saprà darci una mezza idea di preventivo, per oggi sono stati molto bravi nell'arte di mettere nero su bianco il nulla assoluto. Tante chiacchiere, ma niente di tangibile. Consiglio della settimana: se vi prende una botta di sonno, la sera andate a letto prima!

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