Mauro come al solito che fa la lista dei suoi malanni settimanali e poi corre come un drago: l'esser diventato nonno è stato uno shock molto grande, dobbiamo avere pazienza con lui. PEr non dire poi che il Don Chiscotte Umbro, al secolo Tasso, gli ha piazzato la telecamera in soggettiva sul manubrio. A fine gara mauro mi fa "Spero di aver fatto delle belle riprese, con ottime inquadrature!". E io "Ma che voi fa Kubric in bicicletta? Ah, poi lo sai che registra anche l'audio vero?!". E lui "Come? Accidenti, allora sentirà tutte le cavolate che ho detto alle giudici!". Penso che quest'anno gli extra nei dvd non mancheranno se come operatore mettono mauro. Il nostro capitano, zitto zitto, ha fatto una bellissima gara, il suo secondo posto ce la dice lunga: ora lo mettiamo a fare il nonno di professione con mauro se non la smette di prenderci in giro!
E io? Mmh, nota dolente, non per la prestazione, ma per il risultato. Partivo con un interrogativo, tanto tempo che non faccio una gara lunga e tosta. E la gamba risponde subito come dovrebbe. In salita zompetto come uno di quei caprioli che mio suocero abbatte la domenica per farcire gli agnolotti. E come un capriolo abbattuto, proprio mentre sto davanti, ma davanti sul serio, in uno di quei giorni che dici "Oggi sto da dio!", mi si affianca un tizio della Matè, parecchio al gancio e mi monta di sopra. Casco di lato e dò un ginocchiata tremenda. Mentre tento di inventare nuovi modi per imprecare con soddisfazione, tento di risalire in sella, ma la gamba lancia, e la caviglia peggio che mai. Resto lì demoralizzata come una cogliona, non trovo la forza di ripartire. Passano tre minuti di caos mentale. Le mie colleghe mi sorpassano e vorrei tanto essere al posto loro. Poi succede una cosa stupenda, che non dimenticherò mai. Arriva noemi. Sudata, affaticata, grintosa. Insomma, sempre lei. E mi urla di risalire, senza se e senza ma. "Risali, dai, vieni con me, continua per me, forza!". Cavolo, ha ragione, non mi sono mai ritirata e non sarebbe un buon inizio. Riparto e a testa bassa e di cattiveria risalgo gran parte del plotone che mi ha superato. Al traguardo prevale la soddisfazione su tutto, e quando arriva noemi, neppure il tempo di farla respirare: il bisogno di dirle grazie e più forte di tutto.
Dispiace poi che durante le classifiche mi capita di prendere quella che si dice "una bella cantonata". Essendo rimasta per diversi chilometri a ruota della seconda mi convinco della terza piazza. Fino a ieri sera, dopo essermi chiarita con la reale medaglia di bronzo.
Quindi è una medaglia di legno la mia, da condividere col genio che neppure s'è scusato per avermi abbattuta. Un suo compagno di squadra si è scusato al posto suo dicendo che era la prima gara e ancora non è tanto capace. Manco io son capace, per quello cerco sempre di stare sul mio e non disturbare, tranne a miranda l'11 aprile, dove come ogni anno finirò sul maledetto canalone centrale del primo single track: il mio peggior incubo!