Finalmente, dopo diverse settimane di assenza, torniamo a noi. In questi ultimi mesi molto del mio tempo l’ho investito in un’esperienza che in un primo tempo poteva apparire con un qualche sbocco lavorativo. Poi, cammin facendo ho compreso che l’unico scopo sarà quello di pagarci le vacanze estive! Dopo aver vinto un bando di concorso dell’unione europea per esperti guide cicloturisitiche (eravamo in 150 al concorso), assieme ad altri 14 colleghi, mi son sorbita tre mesi di corso di formazione a 60km da casa, che andata e ritorno hanno fatto la felicità dei benzinai. Già il primo giorno, dando un veloce sguardo ai colleghi ho compreso che per un futuro impiego loro non avrebbero rappresentato grande concorrenza. Di 15 persone a possedere una bici eravamo in tre, e uno la stava vendendo. Gli altri ce l’hanno ma ci vanno a prendere il pane, altri ancora ne leggono sui libri o sulla gazzetta. In breve vi descrivo il bestiario umano: un tennista amante della vita notturna, un giocatore di basket, un disoccupato 57enne, quattro ragazze molto mature sposate con medici e avvocati, una laureata in scienze politiche, un’architetto e alla fin fine, il verio genio del corso, il figlio di Monarca, quello che vende le bici…infiltrato. Avrei dovuto comprendere che le selezioni sabbero state balorde già quando al colloqui l’esaminatore mi domandò cosa fosse il cross country…cominciamo bene.
Poi i docenti sono stati il massimo: potrei dilungarmi molto sulle lezioni d’inglese impartite da una simpatica signora anglo-calabrese, che una mattina si era pure dimenticata come si scrivesse Tennis (aveva dimenticato una n). Oppure di un cuoco che ci parlava di turismo. Per fortuna ogni tanto capitava Franco Testi (il mago della battua e del doppio senso): negli annali il suo esordio con la coordinatrice del corso “Salve signora, lei deve sapere che io del ciclo me ne intendo!”. Ancora più raffinato lo scambio di battute con un mio collega: Franco gli lancia un gonfietto e poi gli domanda “Che cosa ho fatto?” e lui “M’ha tirato una pompa”. In effetti il blog sta scendendo in basso…non per colpa mia. A volte capitava, anche se sporadicamente, di affrontare l’argomento portante, la bici, meglio ancora poi quando ce lo illustrava Gargaglia che ha sfoderato le sue doti di meccanico. Gli uomini lo guardavano montare la bici, mentre noi ragazze gli guardavamo le spalle se mi concedete qualche eufemismo. Ogni volta che io e altri due o tre del corso proponevamo un giro in bici ci veniva risposto che “No, è pericoloso, se poi succede qualcosa la regione si arrabbia”. Non sia mai.
Tra le altre materie, la più utile per me è stata “Orientamento e cartografia”, che chi mi conosce sà bene quanto io difetti in tale ambito. Tranquilli, nulla è cambiato, dopo 15 ore di cartografia, domenica scorsa con Roberto, sbagliavo per l’ennesima volta la svolta a destra che da tre anni porta in cima al recinto dei cavalli…come è sempre stato! Oggi finalmente è terminata l’agonia di tre mesi,di quei 20 minuti passati in mezzo al traffico di ponte san giovanni la mattina alle 8, e abbiamo festeggiato con un lauto pranzo in quel di Torgiano, dove fanno un “Arvolto (in perugino Arvoltlo)”, che è la fine del mondo…per chi non lo sapesse trattasi del semplice gnocco fritto (in vista di Sangemini cibo veramente indicato). Un gran bel lato positivo è stato quello di poter smerciare a destra e a manca il materiale tecnico racimolato in anni di domeniche passate sul campo gara: ho dato via maglie arancio, guanti e pompe a iosa, e ci ho guadagnato un po’!
Questo corso, che avrebbe dovuto insegnarmi il fascino del turismo lento, del gustarsi con calma il paesaggio, in realtà mi ha solo fatto comprendere che in vista di qualche turista da accompagnare le ipotesi potrebbero essere due: o io e il turista ci perdiamo perché lui dà retta a me che di strade per carità di dio, o io cerco di staccarlo in salita e alla fine mi ci manda pure a quel paese. E con cio concludo rassicurandovi: se avete bisogno di una guida esperta in cicloturismo, nei prossimi tre mesi mi troverete a lavorare presso l’agriturismo I DUE MONDI, a San Lorenzo. Non a caso ho scelto una location accanto al casolare di Mauro Vigna, il quale, se dovessi perdermi, potrebbe offrirmi il suo supporto fisico e morale!
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