Un pò di cultura ogni tanto ci vuole, per non dar adito alla solita credenza che gli sportivi siano tutti dei testoni. Questo favoloso dipinto, che ebbi modo di conobbere grazie ai libri di scuola quando ero molto giovane e la bici la usavo per andare a far quattro chiacchere al campetto da calcio e ridacchiare con le amiche, se lo si vede dal vero lascia senza fiato. Come in tutta l'arte futurista, l'impatto visivo è indiscutibile e difficilmente la si apprezza se non accostata al modo di vivere moderno, in continuo movimento. Alla galleria Peggy Guggenheim a Venezia vale il prezzo del biglietto. La tela viene comunemente denominata "Dinamismo di un ciclista", di Umberto Boccioni...
Con Mauro questa primavera quando l'abbiamo ammirato in galleria ci siamo adoperati in un'analisi della tela particolarmente professionale "madonna come va forte questo", perciò preferisco far seguire un'analisi non mia ovviamente:
Un uomo in sella ad una bicicletta è un soggetto congeniale a Boccioni, una combinazione ideale per rappresentare il dinamismo e la velocità tipici del Futurismo. È la dinamica della pedalata del ciclista, la fusione tra l'uomo-bicicletta e l'ambiente circostante ad interessarlo e a permettergli di creare un'opera dai colori brillanti, dai tagli diagonali e dalla compenetrazione di piani. Concludendo quindi possiamo notare come Boccioni abbia elaborato una complessa "filosofia" del movimento anche se alla sua visione è estraneo il culto della macchina; secondo lui, infatti, il simbolo del dinamismo "universale" è il cavallo in quanto è l'incarnazione di una perenne energia di natura.
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