Per Partito Preso
Scritto da Romina Perugini, 20 Marzo 2006 | Commenti (0) sezione: Divertimento · categoria: Costume e società
Quando un film può cambiarti la vita... o complicartela!Per partito preso, il profondo quanto assurdo legametra una trilogia impeccabile e lo spettatore comune.
Analizzare una pellicola è più o meno quello che fa una donna la domenica quando guarda, o meglio "squadra" le sue simili nel falsissimo intento di una passeggiata rilassante: l'occhio bieco di chi la sa lunga, un filo di oggettività per non sentirsi troppo in colpa e un pelo di cattiveria che non guasta.
Ed è proprio per quest'ultimo motivo che oggi le critiche stanno a zero, perché di cattiveria con un cult come quello di Zemeckis non se ne può spendere a cuor leggero. E del resto far dietrologia su un classico ha lo stesso sapore delle repliche di studio aperto alle due di notte. Già visto, già sentito. Potremmo mettere qualche buona parola sulla performance degli attori... visto e sentito vero?!... Movimenti di macchina? Mmh, no. Regimi narrativi? Neppure!
Non so se è più per l'ovazione mondiale che la trilogia di Ritorno al futuro si tira dietro da più di venti anni, o per l'imbarazzo davanti ad un'impresa che mi pare così mastodontica, ma scansionare le gesta di Marty McFly da una posizione neutrale è l'ultima delle cose che intendo fare. C'è però una cosa di cui vorrei raccontarvi: del mio primo videoregistratore.
Brutto, è l'unico aggettivo veramente consono all'argomento, il mio primo vhs era brutto. Ce lo regalò mia zia quando avevo 6 anni, ma la marca era francese così al posto di una pulsantiera con scritto Play, Stop... c'era Lecture, Marche...
Provate poi a spiegare al resto del mondo per quale assurdo motivo in ambito audio-visivo ragionate con una semiotica a parte!
Dopo non pochi tumulti familiari, corredati dallo sventolio di un manuale utente anche lui in francese come giusto, ai piedi di questa macchina-aliena con le palle degli occhi in posizione semi-veneratoria, ecco la prima registrazione da canale Ritorno al futuro!
A volte provo a porre mente su cosa possa significare di riflesso quello che per me è successo a quel tempo, e sinceramente non so se le nuove leve si ricorderanno un giorno, del loro primo illegalissimo divx fatto girare nel lettore comperato in saldo alla Coop.
Io però ricordo che la mattina seguente quella storica registrazione domandai ad una mamma impacciata ma volenterosa "posso guardare il film sul divano? Mi metti la cassetta?". Vedendola oggi, incapace perfino di cambiare suoneria al telefonino, mi domando come sia riuscita ad infilare il supporto magnetico A nella fessura B... e premere "Lecture" (Play).
Capita a volte che l'amigdala, una ghiandola del nostro cervello primordiale prenda il sopravvento e ci renda capaci di azioni sovraumane, di cui in seguito perdiamo coscienza. Fatto sta che tutto cominciò con un genitore posseduto e un film davvero assurdo per la mente labile di chi ancora gioca col pongo e con le lego. Potrei spendere qualche parola per il secondo film entrato in famiglia, ma non credo sia questa la sede adatta per qualche pettegolezzo sulle mie scappatelle con un discreto Superfantozzi.
Non smisi di giocare col pongo, ma iniziai ad ammonire scherzosamente chi mi infastidiva indovinate con quale frase?! "....ehi tu porco toglimi le mani di dosso !" Per non parlare delle gite in auto, ottantotto miglia orarie a grande richiesta.
E se non riuscite a capire di cosa parlo significa semplicemente che non state pensando quadrimensionalmente e capisco bene che vi riesca difficile, ma che volete farci se poi vi regalano un gattino e lo chiamate Einstein, se la festa paesana dell'agnello arrosto diventa il ballo incanto sotto il mare, se quando vi danno del fifone ve la legate al dito. I leit motiv resistono nel tempo, anche se i gattini se ne vanno e dalle sagre di paese è bene salvaguardarsi. Quello che di certo non può resistere in eterno è un brutto vhs e un nastro tanto amato quanto usurato. Entrambi ci lasciarono un bel mattino d'inverno durante l'ennesima riproduzione. Un rumore sinistro preannunciò l'infausto evento, poi fu il buio sullo schermo, e si sa, il buio è il cancro del cinema. La mamma e la sua provvidenziale amigdala nulla poterono, forse un miracolo avrebbe potuto capovolgere le sorti della situazione, di certo non quel cacciavite killer infilato nella fessura dell'apparecchio. Cominciai a pensare che il discorso leva-fulcro venisse troppo spesso sopravvalutato. Lo dico semplicemente perché da quel giorno la pulsantiera assunse connotati prettamente mondiali, e altrettanto felice fu la scoperta di una nuova metodica nello stilare i manuali utente: multilingua. Riguardo alla videocassetta abbiamo optato per una manutenzione non troppo ortodossa ma, come si suol dire, funzionale alla bisogna: ricongiungere i due lembi del nastro strappato con un sottile pezzetto di scotch. Decisamente da sconsigliare ai meno esperti, il segreto è mandare avanti veloce quando si arriva a quel punto del film. È dura fare a meno di Marty che domanda una pepsi senza ("...se intendi senza pagare hai sbagliato porta"), ma capita che la vita ci riservi sorprese crudeli.
Un palinsesto amico e un nuovo supporto furono medicina santa. Il cacciavite fece ritorno nel proprio cassetto e la mamma intraprese un profondo viaggio interiore alla riscoperta delle sue effettive capacità nello spietato mondo del bricolage.
Ora non vorrei dire che senza flusso canalizzatore non si possa vivere, ma di certo io la mia ciliegina sulla torta la pretendo, e non riesco ad immaginare come sarebbe stato senza. Dire che i film ci fanno crescere suona legnoso e scontato, dire che ci cambiano la vita una buffonata. O forse no?! Magari ci rendono diversi, ci regalano un commento alternativo ad una realtà uniformata. Nessuno suonava per me Power of love mentre correvo a scuola, eppure mi capitava di sentirlo in sottofondo qualche volta. Se non avete mai visto una DeLorean e i suoi tempo circuiti, quello che sporadicamente capitava a me, a voi non accadrà mai.
Ero all'estero quando MICHAEL J. FOX annunciò di avere il parkinson, e ricordo vividamente il momento in cui lessi la notizia su una testata che titolava "Le Drame Du Michael"... in effetti cominciai a domandarmi perché diavolo i francesi ci mettessero sempre del loro sull'argomento "viaggi nel tempo" della mia vita. Non piansi per Lady Diana, ma McFly è sempre stato uno di casa. Ho solo una vagonata di ricordi concatenati quando penso a questo emblema degli anni ottanta, una marea di attimi che hanno corredato un vissuto infantile lontano anni luce dallo sporcarsi minimamente con cose da grandi come "il film è poco credibile, si basa su un paradosso...". E non voglio che mi si pari davanti un piccolo principe alla Saint-Exupéry e mi accusi di parlare come i grandi.
Ora ho i dvd, la cassetta giace in pace nel paradiso dei vhs, ma tranne la tecnologia, il risultato è sempre e comunque identico, il legame immutato. Una cosa è cambiata: la mamma si è volontariamente esclusa dal mondo dei supporti ottici dopo vari intoppi, basti dire che il terrore nei suoi occhi si palesa al solo apparire del menu lingue. Ed ecco riecheggiare in lontananza una vocina che ti intima "...mettimelo in modo che basta che premo "Play". A titolo informativo, è ovvio che lei di viaggi nel tempo non ne ha mai voluto sapere, chissà se quando corre al lavoro in sottofondo i suoi neuroni si sintonizzano sulle note di Love Story... che tristezza!
Analizzare una pellicola è più o meno quello che fa una donna la domenica quando guarda, o meglio "squadra" le sue simili nel falsissimo intento di una passeggiata rilassante: l'occhio bieco di chi la sa lunga, un filo di oggettività per non sentirsi troppo in colpa e un pelo di cattiveria che non guasta.
Ed è proprio per quest'ultimo motivo che oggi le critiche stanno a zero, perché di cattiveria con un cult come quello di Zemeckis non se ne può spendere a cuor leggero. E del resto far dietrologia su un classico ha lo stesso sapore delle repliche di studio aperto alle due di notte. Già visto, già sentito. Potremmo mettere qualche buona parola sulla performance degli attori... visto e sentito vero?!... Movimenti di macchina? Mmh, no. Regimi narrativi? Neppure!
Non so se è più per l'ovazione mondiale che la trilogia di Ritorno al futuro si tira dietro da più di venti anni, o per l'imbarazzo davanti ad un'impresa che mi pare così mastodontica, ma scansionare le gesta di Marty McFly da una posizione neutrale è l'ultima delle cose che intendo fare. C'è però una cosa di cui vorrei raccontarvi: del mio primo videoregistratore.
Brutto, è l'unico aggettivo veramente consono all'argomento, il mio primo vhs era brutto. Ce lo regalò mia zia quando avevo 6 anni, ma la marca era francese così al posto di una pulsantiera con scritto Play, Stop... c'era Lecture, Marche...
Provate poi a spiegare al resto del mondo per quale assurdo motivo in ambito audio-visivo ragionate con una semiotica a parte!
Dopo non pochi tumulti familiari, corredati dallo sventolio di un manuale utente anche lui in francese come giusto, ai piedi di questa macchina-aliena con le palle degli occhi in posizione semi-veneratoria, ecco la prima registrazione da canale Ritorno al futuro!
A volte provo a porre mente su cosa possa significare di riflesso quello che per me è successo a quel tempo, e sinceramente non so se le nuove leve si ricorderanno un giorno, del loro primo illegalissimo divx fatto girare nel lettore comperato in saldo alla Coop.
Io però ricordo che la mattina seguente quella storica registrazione domandai ad una mamma impacciata ma volenterosa "posso guardare il film sul divano? Mi metti la cassetta?". Vedendola oggi, incapace perfino di cambiare suoneria al telefonino, mi domando come sia riuscita ad infilare il supporto magnetico A nella fessura B... e premere "Lecture" (Play).
Capita a volte che l'amigdala, una ghiandola del nostro cervello primordiale prenda il sopravvento e ci renda capaci di azioni sovraumane, di cui in seguito perdiamo coscienza. Fatto sta che tutto cominciò con un genitore posseduto e un film davvero assurdo per la mente labile di chi ancora gioca col pongo e con le lego. Potrei spendere qualche parola per il secondo film entrato in famiglia, ma non credo sia questa la sede adatta per qualche pettegolezzo sulle mie scappatelle con un discreto Superfantozzi.
Non smisi di giocare col pongo, ma iniziai ad ammonire scherzosamente chi mi infastidiva indovinate con quale frase?! "....ehi tu porco toglimi le mani di dosso !" Per non parlare delle gite in auto, ottantotto miglia orarie a grande richiesta.
E se non riuscite a capire di cosa parlo significa semplicemente che non state pensando quadrimensionalmente e capisco bene che vi riesca difficile, ma che volete farci se poi vi regalano un gattino e lo chiamate Einstein, se la festa paesana dell'agnello arrosto diventa il ballo incanto sotto il mare, se quando vi danno del fifone ve la legate al dito. I leit motiv resistono nel tempo, anche se i gattini se ne vanno e dalle sagre di paese è bene salvaguardarsi. Quello che di certo non può resistere in eterno è un brutto vhs e un nastro tanto amato quanto usurato. Entrambi ci lasciarono un bel mattino d'inverno durante l'ennesima riproduzione. Un rumore sinistro preannunciò l'infausto evento, poi fu il buio sullo schermo, e si sa, il buio è il cancro del cinema. La mamma e la sua provvidenziale amigdala nulla poterono, forse un miracolo avrebbe potuto capovolgere le sorti della situazione, di certo non quel cacciavite killer infilato nella fessura dell'apparecchio. Cominciai a pensare che il discorso leva-fulcro venisse troppo spesso sopravvalutato. Lo dico semplicemente perché da quel giorno la pulsantiera assunse connotati prettamente mondiali, e altrettanto felice fu la scoperta di una nuova metodica nello stilare i manuali utente: multilingua. Riguardo alla videocassetta abbiamo optato per una manutenzione non troppo ortodossa ma, come si suol dire, funzionale alla bisogna: ricongiungere i due lembi del nastro strappato con un sottile pezzetto di scotch. Decisamente da sconsigliare ai meno esperti, il segreto è mandare avanti veloce quando si arriva a quel punto del film. È dura fare a meno di Marty che domanda una pepsi senza ("...se intendi senza pagare hai sbagliato porta"), ma capita che la vita ci riservi sorprese crudeli.
Un palinsesto amico e un nuovo supporto furono medicina santa. Il cacciavite fece ritorno nel proprio cassetto e la mamma intraprese un profondo viaggio interiore alla riscoperta delle sue effettive capacità nello spietato mondo del bricolage.
Ora non vorrei dire che senza flusso canalizzatore non si possa vivere, ma di certo io la mia ciliegina sulla torta la pretendo, e non riesco ad immaginare come sarebbe stato senza. Dire che i film ci fanno crescere suona legnoso e scontato, dire che ci cambiano la vita una buffonata. O forse no?! Magari ci rendono diversi, ci regalano un commento alternativo ad una realtà uniformata. Nessuno suonava per me Power of love mentre correvo a scuola, eppure mi capitava di sentirlo in sottofondo qualche volta. Se non avete mai visto una DeLorean e i suoi tempo circuiti, quello che sporadicamente capitava a me, a voi non accadrà mai.
Ero all'estero quando MICHAEL J. FOX annunciò di avere il parkinson, e ricordo vividamente il momento in cui lessi la notizia su una testata che titolava "Le Drame Du Michael"... in effetti cominciai a domandarmi perché diavolo i francesi ci mettessero sempre del loro sull'argomento "viaggi nel tempo" della mia vita. Non piansi per Lady Diana, ma McFly è sempre stato uno di casa. Ho solo una vagonata di ricordi concatenati quando penso a questo emblema degli anni ottanta, una marea di attimi che hanno corredato un vissuto infantile lontano anni luce dallo sporcarsi minimamente con cose da grandi come "il film è poco credibile, si basa su un paradosso...". E non voglio che mi si pari davanti un piccolo principe alla Saint-Exupéry e mi accusi di parlare come i grandi.
Ora ho i dvd, la cassetta giace in pace nel paradiso dei vhs, ma tranne la tecnologia, il risultato è sempre e comunque identico, il legame immutato. Una cosa è cambiata: la mamma si è volontariamente esclusa dal mondo dei supporti ottici dopo vari intoppi, basti dire che il terrore nei suoi occhi si palesa al solo apparire del menu lingue. Ed ecco riecheggiare in lontananza una vocina che ti intima "...mettimelo in modo che basta che premo "Play". A titolo informativo, è ovvio che lei di viaggi nel tempo non ne ha mai voluto sapere, chissà se quando corre al lavoro in sottofondo i suoi neuroni si sintonizzano sulle note di Love Story... che tristezza!
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