I pedali da bicicletta sono provvisti di gancio per le scarpe, cosicché il ciclista non possa fuggire alla sofferenza a cui è stato condannato.
martedì 30 dicembre 2008
BIKELAND HOSPITAL in OCCHIO BIRBO
Quest'anno le gite al pronto soccorso non sono mancate. In casa abbiamo aperto una pratica che teniamo accanto a quella dove archiviamo le bollette pagate, e appena arriviamo a dieci ticket ci regalano un borsone da viaggio e uno spremi-agrumi.
Questa volta la faccenda si è resa nota la notte che ha seguito il traumatico rientro da Roseto. Mi sveglio e mi rendo conto che l'occhio destro non si comporta come dovrebbe, nel senso che pare mi ci stiano friggendo dentro una frittata con porri e pancetta e tutto attorno qualcuno si stia suonando una danza maori come fosse un tamburo.
La mattina con un occhio ancora funzionante e l'altro semi-chiuso vado a fare un giro in mtb con roberto e marco. Cado solo due volte, complice la neve e la difficoltà nello scegliere le traiettorie con un occhio solo. A casa mi accorgo di avere pure la febbre: inizio a fare due più due, collegando febbre e occhio pesto. Mi presento in pronto soccorso che direttamente e con una velocità da invidiare alla nemesi di will coyote mi spediscono in oculistica. Mi accoglie un medico che mi domanda se sono lì per problemi agli occhi. Nonostante la spossatezza ed il dolore due risate me le faccio di gusto. Chi mai si presenterebbe da un oculista per un problema oculare? Non sia mai, in effetti mi doleva pure il ginocchio che avevo battuto la mattina, comunque...
L'ultima volta al pronto soccorso mi salutarono con una diagnosi da antologia "Potrebbe essere di tutto". Ieri hanno ristretto il campo a due possibilità, che in realtà si intersecano e fanno sì che la faccenda sia davvero deliziosa e permetta di chiudere l'anno in bellezza: uveite moderatamente grave con lesione corneale. La lesione già l'avevo e ogni tanto si riapre, l'uveite è una inaspettata novità che accolgo con grande entusiasmo visto che son due mesi che non mi capitava niente e qualche malanno ogni tanto ci vuole. In pratica ora faccio il pirata e tra un assalto alle navi nemiche e l'altro riempo l'occhio con cinque colliri diversi, uno dei quali mi fa bestemmiare in aramaico antico. Finito il rito propiziatorio della guarigione rimetto la mia benda e ritorno all'imprecazione perpetua visto che domani i nostri eroi scaleranno il monte ventola e io nel frattempo tornerò dall'occhiologo a farmi dare un'altra sonora tastatina al bulbo.
Sia ben chiaro, domani salto, ma per capodanno io in bicicletta ci torno, sia con un occhio, che con due, non fosse che con tre. Magari tre! Sai che guida bionica!
domenica 28 dicembre 2008
ROSETO ANDATA E RITORNO...grazie al cielo!
FATE I BRAVI SE POTETE: la lunghezza del pezzo non vi induca a saltare le righe o guardare solo le fotografie. Altrimenti non solo potreste perdere il senso del racconto, ma intristire pure me che cerco di allietarvi mentre il letto qui accanto mi sta facendo una corte sfrenata.
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Potrei liquidare la trasferta sportiva presso Roseto degli Abruzzi, in occasione del Giro d'Italia ciclocross, elencandovi i vari piazzamenti che abbiamo collezionato. Ma sarebbe come cucinare una crostata senza le strisce di pasta frolla sopra. D'altro canto non è neppure così semplice fare una sintesi di uno spaccato di 24 ore trascorse in compagnia di Mauro, Matteo, Alessio, Francesca e Antonello. Una trasferta in loro compagnia assomiglia molto ai viaggi psichedelici narrati dal famoso giornalista Hunter Thompson, l'inventore del Gonzo Journalism, dove a prevalere sulla realtà è il delirio e l'ecceso all'ennesima potenza. E viaggiando verso la meta, il tranquillo albergo di Roseto, io e Alessio ci sentivamo immersi proprio in quell'atmosfera che il buon Thompson raccontò nel 1970, solo che al posto della decappottabile rossa eravamo a bordo della VignaMobile. L'oscuro Bmw si presta alle situazioni e alle disquisizioni più oltraggiose: dove l'unico intermezzo concesso all'argomento sesso, sessualità ed erotismo era un timido accenno al teatro d'impegno civile e ai nostri cantautori preferiti. Bastava poi una battuta qualsiasi per rituffarsi in quel limbo di follia, una battuta del tipo "Ma che cos'ha questo deragliatore? Senti come fa: ii-oo, ii-oo" [da leggersi come il ragliare dell'asino se non aveste capito]. Perfino la padrona dell'albergo in stato interessante non frena Mauro dalle battute più astruse, al chè, in un lampo di lucidità mi sono sentita in dovere di frenarlo un pò: "Mauro, almeno lascia stare la signora che è incinta!" e lui "Oh, guarda che non sono mica stato io!". Per fortuna un sonno ristoratore resetta ogni elucubrazione mentale e al mattino, al tavolo della colazione Mauro per un attimo si presenta nelle vesti del vero e proprio ciclista che prima della gara lamenta i dolori del caso "Ho mal di schiena". Alessio non si lamenta di niente, anzi, testa bassa sul piatto e si spazzola panino, formaggio, biscotti, tè e yogurt. Anche MAtteo fa una super colazione: caffè espresso senza zucchero. E' proprio ingordo. Da un lato della sala invece, zitti zitti, se ne stanno i fidanzatini del bikeland: Antonello e Francesca, che con una mano si fanno le carezzine e i versini e con l'altra mangiano biscotti e marmellata. Finiti gli approcci amorosi, sia del presidente e consorte, che di Mauro con la Maitresse, e pure di Matteo che rimira la sua Colnago, si parte per il campo gara.
Ora, non è per vantarsi, ma ormai di garette sia in umbria che fuori ne ho viste, e se anche non sono un pozzo di scienza, lasciatemi dire a cuor leggero e con tanto di autocompiacimento che noi, col nostro Memorial, con la Downhill e il cross di Lama, siamo i meglio fighi del bigonzo. Come le organizziamo noi, giusto il tour de France ci eguaglia. Di certo questi intelligentoni di Roseto devono aver pensato che il ciclocross vada disegnato come il tabellone del gioco dell'oca. Quale mente malata può pensare di costruire l'intera gara attorno alla zona adibita a parcheggio, docce e iscrizioni? Praticamente ogni volta che un veicolo doveva andar via, bisognava aspettare il passaggio degli atleti e abbassare le fettucce per far passare caravan e furgoni. Per non dire della pericolosità del percorso: continui attraversamenti dall'erba e dal fango verso l'asfalto, per dritto e per traverso, curve disegnate con bidoni di ferro, tombini non segnalati, e paletti assassini. Per fortuna che il tutto è stato reso ancor più piacevole e divertente dalla continua pioggia: il massimo è stato poi lavarsi gambe e scarpe ai piedi direttamente con l'idropulitrice.
Il ritorno in albergo per la doccia, e il conseguente pranzo è stato caratterizzato da un'aria pesante e triste: complice il dispiacere di Matteo, che per colpa della mancanza in tribuna dell'amico del cuore Scotti, ha corso senza la veemenza che lo contraddistingue. Pure io ero un pò giù, questa volta ho preso una bella spolverata da un'avversaria imprendibile. Grazie al cielo lo Chardonnay stappato da Mauro ha ridato un pò di colore alla giornata grigia che è poi proseguita con la spettacolare gara corsa da Fontana, vincitore indiscusso tra gli elite. Un tifo acceso lo abbiamo riservato pure al nostro Chieruzzi, il piccolo di famiglia, davvero in forma oggi. Anche i CoBo Pavoni hanno udito i nostri incitamenti, ma non tutti, perchè ce n'è uno, dice matteo "che non glielo faccio il tifo, che mi stà qui..." Qui dove direte voi? Usate un pò di fantasia.
La via del ritorno è stata una interesssantissima Odissea dove al posto di Ulisse che narra le proprie sventure c'è Mauro che racconta le tappe che hanno scandito la propria infanzia fino all'età matura, in chiave prettamente sessuale. Non pensiate però che la trama del racconto sia un succedersi di volgarità e immagini oscene. Il costrutto mentale che Mauro offre del sesso è triplice: ludico, pratico e sociale. Nel senso che giocare è bellissimo, praticare rende sempre più esperti e socializzare è insito nell'indole umana fin dalla notte dei tempi. Poi le cose per un attimo degenerano quando ti spara qualche flash qua e là: come quando gli prendono i crampi mentre ha un orgasmo, o deve fermarsi perchè gli suonano al campanello. Ora miei cari lettori potrete comprendere il perchè spesso mauro vi apra la porta di casa tutto trafelato: non credetegli quando vi racconta che è appena sceso dai rulli. E al contrario credetegli quando vi racconta di assurde esperienze di sesso acrobatico. Quando poi il Delirium Tremens raggiunge punte inconcepibili ci pensa il ghiaccio e la neve di Apecchio a darci una lavata di capo. Che smaltita: la bmw ha iniziato a danzare a destra e sinistra come Barisnikov. Mauro Alonzo l'ha ripresa alla grande, poi il pit stop è stato doveroso. Primo perchè temevo di averla fatta nelle mutande e secondo per le catene. Per fortuna che c'ero io a dare una mano, sennò questi uomini chissà che avrebbero combinato. Infatti le donne in questo caso hanno una marcia in più: lo dimostrano le condizioni in cui l'ex consorte di mauro gliele ha riposte sulla scatola in bauliera. Erano aggrovigliate come le lucine dell'albero di natale. I bollenti spiriti, con la neve per strada si sono sopiti e il ritorno alle proprie case è stato un graduale recupero delle capacità mentali di base, il minimo indispensabile per non dare a vedere alle rispettive famiglie quanto queste trasferte sportive possano essere più deleterie di tre notti di fila al REDZONE.
Potrei liquidare la trasferta sportiva presso Roseto degli Abruzzi, in occasione del Giro d'Italia ciclocross, elencandovi i vari piazzamenti che abbiamo collezionato. Ma sarebbe come cucinare una crostata senza le strisce di pasta frolla sopra. D'altro canto non è neppure così semplice fare una sintesi di uno spaccato di 24 ore trascorse in compagnia di Mauro, Matteo, Alessio, Francesca e Antonello. Una trasferta in loro compagnia assomiglia molto ai viaggi psichedelici narrati dal famoso giornalista Hunter Thompson, l'inventore del Gonzo Journalism, dove a prevalere sulla realtà è il delirio e l'ecceso all'ennesima potenza. E viaggiando verso la meta, il tranquillo albergo di Roseto, io e Alessio ci sentivamo immersi proprio in quell'atmosfera che il buon Thompson raccontò nel 1970, solo che al posto della decappottabile rossa eravamo a bordo della VignaMobile. L'oscuro Bmw si presta alle situazioni e alle disquisizioni più oltraggiose: dove l'unico intermezzo concesso all'argomento sesso, sessualità ed erotismo era un timido accenno al teatro d'impegno civile e ai nostri cantautori preferiti. Bastava poi una battuta qualsiasi per rituffarsi in quel limbo di follia, una battuta del tipo "Ma che cos'ha questo deragliatore? Senti come fa: ii-oo, ii-oo" [da leggersi come il ragliare dell'asino se non aveste capito]. Perfino la padrona dell'albergo in stato interessante non frena Mauro dalle battute più astruse, al chè, in un lampo di lucidità mi sono sentita in dovere di frenarlo un pò: "Mauro, almeno lascia stare la signora che è incinta!" e lui "Oh, guarda che non sono mica stato io!". Per fortuna un sonno ristoratore resetta ogni elucubrazione mentale e al mattino, al tavolo della colazione Mauro per un attimo si presenta nelle vesti del vero e proprio ciclista che prima della gara lamenta i dolori del caso "Ho mal di schiena". Alessio non si lamenta di niente, anzi, testa bassa sul piatto e si spazzola panino, formaggio, biscotti, tè e yogurt. Anche MAtteo fa una super colazione: caffè espresso senza zucchero. E' proprio ingordo. Da un lato della sala invece, zitti zitti, se ne stanno i fidanzatini del bikeland: Antonello e Francesca, che con una mano si fanno le carezzine e i versini e con l'altra mangiano biscotti e marmellata. Finiti gli approcci amorosi, sia del presidente e consorte, che di Mauro con la Maitresse, e pure di Matteo che rimira la sua Colnago, si parte per il campo gara.
Ora, non è per vantarsi, ma ormai di garette sia in umbria che fuori ne ho viste, e se anche non sono un pozzo di scienza, lasciatemi dire a cuor leggero e con tanto di autocompiacimento che noi, col nostro Memorial, con la Downhill e il cross di Lama, siamo i meglio fighi del bigonzo. Come le organizziamo noi, giusto il tour de France ci eguaglia. Di certo questi intelligentoni di Roseto devono aver pensato che il ciclocross vada disegnato come il tabellone del gioco dell'oca. Quale mente malata può pensare di costruire l'intera gara attorno alla zona adibita a parcheggio, docce e iscrizioni? Praticamente ogni volta che un veicolo doveva andar via, bisognava aspettare il passaggio degli atleti e abbassare le fettucce per far passare caravan e furgoni. Per non dire della pericolosità del percorso: continui attraversamenti dall'erba e dal fango verso l'asfalto, per dritto e per traverso, curve disegnate con bidoni di ferro, tombini non segnalati, e paletti assassini. Per fortuna che il tutto è stato reso ancor più piacevole e divertente dalla continua pioggia: il massimo è stato poi lavarsi gambe e scarpe ai piedi direttamente con l'idropulitrice.
Il ritorno in albergo per la doccia, e il conseguente pranzo è stato caratterizzato da un'aria pesante e triste: complice il dispiacere di Matteo, che per colpa della mancanza in tribuna dell'amico del cuore Scotti, ha corso senza la veemenza che lo contraddistingue. Pure io ero un pò giù, questa volta ho preso una bella spolverata da un'avversaria imprendibile. Grazie al cielo lo Chardonnay stappato da Mauro ha ridato un pò di colore alla giornata grigia che è poi proseguita con la spettacolare gara corsa da Fontana, vincitore indiscusso tra gli elite. Un tifo acceso lo abbiamo riservato pure al nostro Chieruzzi, il piccolo di famiglia, davvero in forma oggi. Anche i CoBo Pavoni hanno udito i nostri incitamenti, ma non tutti, perchè ce n'è uno, dice matteo "che non glielo faccio il tifo, che mi stà qui..." Qui dove direte voi? Usate un pò di fantasia.
La via del ritorno è stata una interesssantissima Odissea dove al posto di Ulisse che narra le proprie sventure c'è Mauro che racconta le tappe che hanno scandito la propria infanzia fino all'età matura, in chiave prettamente sessuale. Non pensiate però che la trama del racconto sia un succedersi di volgarità e immagini oscene. Il costrutto mentale che Mauro offre del sesso è triplice: ludico, pratico e sociale. Nel senso che giocare è bellissimo, praticare rende sempre più esperti e socializzare è insito nell'indole umana fin dalla notte dei tempi. Poi le cose per un attimo degenerano quando ti spara qualche flash qua e là: come quando gli prendono i crampi mentre ha un orgasmo, o deve fermarsi perchè gli suonano al campanello. Ora miei cari lettori potrete comprendere il perchè spesso mauro vi apra la porta di casa tutto trafelato: non credetegli quando vi racconta che è appena sceso dai rulli. E al contrario credetegli quando vi racconta di assurde esperienze di sesso acrobatico. Quando poi il Delirium Tremens raggiunge punte inconcepibili ci pensa il ghiaccio e la neve di Apecchio a darci una lavata di capo. Che smaltita: la bmw ha iniziato a danzare a destra e sinistra come Barisnikov. Mauro Alonzo l'ha ripresa alla grande, poi il pit stop è stato doveroso. Primo perchè temevo di averla fatta nelle mutande e secondo per le catene. Per fortuna che c'ero io a dare una mano, sennò questi uomini chissà che avrebbero combinato. Infatti le donne in questo caso hanno una marcia in più: lo dimostrano le condizioni in cui l'ex consorte di mauro gliele ha riposte sulla scatola in bauliera. Erano aggrovigliate come le lucine dell'albero di natale. I bollenti spiriti, con la neve per strada si sono sopiti e il ritorno alle proprie case è stato un graduale recupero delle capacità mentali di base, il minimo indispensabile per non dare a vedere alle rispettive famiglie quanto queste trasferte sportive possano essere più deleterie di tre notti di fila al REDZONE.
sabato 27 dicembre 2008
REGALO FRATERNO
Tra i vari doni di Natale dimenticavo di menzionare uno dei più graditi e originali: il Biker-Calendario. Un pensiero da parte di Roberto, che con l'indiscutibile classe targata Permaz Production, ha raccolto dodici dei migliori scatti rubati tra gare e escursioni per incorniciare ogni mese dell'anno. In copertina ci siamo noi due, in cima al monte tezio, monte che tutti conosceranno benissimo quale proprietà privata dell'amico Michele Andreani, che ogni tanto ci lascia le chiavi e ci fa fare un giro. E all'interno è un susseguirsi di bei momenti, che se non fosse per l'amore di mio fratello nei confronti della fotografia, resterebbero sì fissati in mente ma forse in maniera molto meno nitida. Uno spot della kodak recitava infatti "Una foto non scattata è un ricordo che non c'è"... e noi per fortuna non ci dimentichiamo di nulla, il nostro archivio conta giga su giga di attimi indimenticabili, come Pieroni che salta gli ostacoli cadendo bocconi, o Matteo che compra un panino con la porchetta, o Mauro che importuna qualche signorina, o le partenze fulminanti di Paolo...
Un unico pensiero negativo osservando il calendario mi attanaglia la mente: il mese di novembre, quello con lo scatto che rende le mie notti più tranquille, è tanto lontano rispetto ad oggi.
Un unico pensiero negativo osservando il calendario mi attanaglia la mente: il mese di novembre, quello con lo scatto che rende le mie notti più tranquille, è tanto lontano rispetto ad oggi.
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LE FESTE A MODO NOSTRO
Finalmente ci prendiamo un pò di tempo per noi visto che è molto tempo che non ci raccontiamo qualcosa. Ma potrete capirmi miei atletici lettori che a differenza di Philip Dick sognate pecore in carbonio piuttosto che elettriche. I giorni di festa, appena trascorsi andavano dedicati ad una sola attività, che non è quella di restare in famiglia e scambiarsi doni e affetto. Quando ci sono ore libere c'è una sola cosa da fare: andare in bici. Poi verrà il momento del bilancio: se avete fatto i bravi babbo natale vi porterà una Sid Race nuova di zecca. Anzi, a dirla tutta, non solo babbo natale non ci ha messo uno spicciolo, ma neppure le renne ha scomodato per portarmela visto che me la sono comperata da me. Poi Roberto ha investito in una quota azionaria del mio nuovo nokia, visto che il vecchio iniziava a soffrire di una strana malattia comunemente detta "Breccole di dentro", nel senso che mi ci è entrata la terra mentre andavo in mtb. Un altro autoregalo davvero utile è stato il check-up alla bici da ciclocross, mezzo che vi sconsiglio di acquistare, poichè finisce per costarvi tra manutenzione e tutto, più di quelle aitanti polacche che danzano nei night club. Tutti questi fatti alla fin fine non riguardano il natale visto che risalgono agli inizi di dicembre, infatti ho il bel vizio di anticipare il natale come fanno nei supermercati, che espongono il panettone a partire da Ferragosto. L'unico regalo che ha dato un senso al 25 segnato di rosso sul calendario è una bellissima collezione di De Andrè donatami da un illustre ciclista ignoto.
Il vero spirito natalizio si è iniziato a sentire domenica scorsa con la PAnettonata, con Mauro che ha fatto il fenomeno percorrendo tutti i trenta chilometri con la ridley da ciclocross mentre altri 79 esseri umani erano in mtb. Con un freddo atroce e la mia ruota libera che fa più rumore delle slitte di babbo natale che tamponano i pulmini di castello che vanno a metano. Il natale è iniziato ad entrarmi nelle ossa la mattina della vigilia, durante un'uscita da antologia, come lo sono tutte del resto, in compagnia di undici ciclisti fusi di testa, capitanati da Roberto il Vetraio. Il judoka ciclista si è vantato per trenta minuti delle sue nuove gomme Gato, dell'estrema tenuta che hanno col bagnato. Poi è caduto per terrra come una noce di cocco. Alzatosi ha passato altri trenta minuti a raccontarci di quanto sia poco intelligente fidarsi delle prime impressioni e che solamente gli stolti non cambiano mai idea. Presto in vendita un paio di Gato. Il vero Vip di giornata è stato Flavio: promotore dell'uscita e grande intenditore di percorsi fuori strada, ci ha allietato con una dolce sorpresa. A metà percorso ha tirato fuori due bottigliette di spumante e fette di pandoro per tutti. In testa alla carovana, per tutto il tempo, c'è stato Carletto l'avvocato, definitivamente tornato competitivo dopo un'estate trascorsa in ritiro ad allenarsi in Texas assieme ad Armstrong. A spalleggiarlo la nuova punta di diamante del team (come direbbe Giorgio), al secolo Francesco, o meglio "Er Cipolla". Zitto zitto il Cipo la prossima stagione, se si decide a darsi alle competizioni farà piangere diversi giovanotti.
Il clou di giornata si è registrato però alle 16 in punto dello stesso giorno. Vigilia di Natale, ritrovo davanti al negozio. Tutti vestiti da Babbo Natale, con bici al seguito e pronti via. In giro per il centro cittadino a distribuir caramelle e a far casino. Ecco lo spirito della Babbo Natalata, il cui nome vi fa comprendere come ogni cosa noi ciclisti la decliniamo alla stessa maniera: Panettonata, Bringolata, Salsicciata, Sgambata...e Babbo Natalata. E' stato un festival dell'idiozia pura, con pantaloni bracaloni che si incastravano tra la guarnitura, con Mauro che offriva lecca lecca a signore e signorine quando in realtà avevamo solo caramelle alla frutta. Con gente che ci farmava per fotografarci. Con altra gente ancora che voleva farci l'elemosina...e così abbiamo scoperto come ovviare ai deficit della squadra. Poi c'era Michele che aveva una gran fretta di tornare a casa perchè, parola del Posty, doveva tirare i laccietti che fuoriuscivano dal maglioncino della Milva. Aveva una gran paura che non glieli facesse tirare più, ma il buon posty consolava e rassicurava michele continuamente. Roberto ha rischiato la vita diverse volte: il cavallo abbastanza abbondante dei pantaloni gli si incastrava alla sella. Ci mancava pure la banda in piazza a suonare trombe e tamburi. Via a girar loro intorno con le bici per infastidirli, addirittura Mauro si è messo a far la gimkana tra il corno francese, l'oboe e il basso tuba. Fabione non ha risparmiato neppure moglie e figlia: prima ha svegliato la bambina che dormiva sonni beati, solo per fare una foto con noi schizofrenici. Poi ci ha permesso di fare irruzione nel bar per brindare non sappiamo bene a cosa, ma intanto noi il brindisi lo abbiamo fatto, poi si vedrà! Dopo di che ogni ciclista a casa propria, sperando che gesù bambino faccia la sua parte. E se non la fa lui, ci pensiamo da soli: fabio si è regalato una colnago da supermercato...nel senso che se vai a fare il paragone vale quanto tutto il supermercato. Roberto si è fatto la ktm un mese fa quindi anche se spende i miliardi deve farlo in incognita altrimenti la dolce consorte potrebbe inveire. Carlo, l'uomo che riesce a trasformare un paio di occhiali in lenti a contatto, ha fatto un pò come roberto: la trek vincente di Matteo presa un paio di mesi fa. Poi ha pensato intelligentemente di regalare alla moglie un pacchetto di sedute domenicali alle terme per tutta l'estate, della stessa durata del calendario mtb. Il figlio di Giorgio, Francesco, ha ordinato un cubo di cemento da Barbetti, così quando esce con noi se lo lega al collo e possiamo uscire tutti insieme senza temere che quando arriviamo ci sia già lui che con tavola imbandita ci accoglie con un pasta party.
Matteo in quanto a regali non deve neanche aprire bocca dopo quella colnago da ciclocross che tiene tra le chiappe tutte le domeniche. Al massimo, se volete regalargli qualcosa fategli un gonfietto (e non dico pompa perchè sennò si scatenato i Vigna repressi), che in Piemonte abbiamo dovuto chiederlo ai vicini di parcheggio. A presto con nuove e più esaltanti idiozie. I giorni di festa preannunciano grandi performance da parte di tutti, molto più freschi e pronti a dare il meglio di sè!
Il vero spirito natalizio si è iniziato a sentire domenica scorsa con la PAnettonata, con Mauro che ha fatto il fenomeno percorrendo tutti i trenta chilometri con la ridley da ciclocross mentre altri 79 esseri umani erano in mtb. Con un freddo atroce e la mia ruota libera che fa più rumore delle slitte di babbo natale che tamponano i pulmini di castello che vanno a metano. Il natale è iniziato ad entrarmi nelle ossa la mattina della vigilia, durante un'uscita da antologia, come lo sono tutte del resto, in compagnia di undici ciclisti fusi di testa, capitanati da Roberto il Vetraio. Il judoka ciclista si è vantato per trenta minuti delle sue nuove gomme Gato, dell'estrema tenuta che hanno col bagnato. Poi è caduto per terrra come una noce di cocco. Alzatosi ha passato altri trenta minuti a raccontarci di quanto sia poco intelligente fidarsi delle prime impressioni e che solamente gli stolti non cambiano mai idea. Presto in vendita un paio di Gato. Il vero Vip di giornata è stato Flavio: promotore dell'uscita e grande intenditore di percorsi fuori strada, ci ha allietato con una dolce sorpresa. A metà percorso ha tirato fuori due bottigliette di spumante e fette di pandoro per tutti. In testa alla carovana, per tutto il tempo, c'è stato Carletto l'avvocato, definitivamente tornato competitivo dopo un'estate trascorsa in ritiro ad allenarsi in Texas assieme ad Armstrong. A spalleggiarlo la nuova punta di diamante del team (come direbbe Giorgio), al secolo Francesco, o meglio "Er Cipolla". Zitto zitto il Cipo la prossima stagione, se si decide a darsi alle competizioni farà piangere diversi giovanotti.
Il clou di giornata si è registrato però alle 16 in punto dello stesso giorno. Vigilia di Natale, ritrovo davanti al negozio. Tutti vestiti da Babbo Natale, con bici al seguito e pronti via. In giro per il centro cittadino a distribuir caramelle e a far casino. Ecco lo spirito della Babbo Natalata, il cui nome vi fa comprendere come ogni cosa noi ciclisti la decliniamo alla stessa maniera: Panettonata, Bringolata, Salsicciata, Sgambata...e Babbo Natalata. E' stato un festival dell'idiozia pura, con pantaloni bracaloni che si incastravano tra la guarnitura, con Mauro che offriva lecca lecca a signore e signorine quando in realtà avevamo solo caramelle alla frutta. Con gente che ci farmava per fotografarci. Con altra gente ancora che voleva farci l'elemosina...e così abbiamo scoperto come ovviare ai deficit della squadra. Poi c'era Michele che aveva una gran fretta di tornare a casa perchè, parola del Posty, doveva tirare i laccietti che fuoriuscivano dal maglioncino della Milva. Aveva una gran paura che non glieli facesse tirare più, ma il buon posty consolava e rassicurava michele continuamente. Roberto ha rischiato la vita diverse volte: il cavallo abbastanza abbondante dei pantaloni gli si incastrava alla sella. Ci mancava pure la banda in piazza a suonare trombe e tamburi. Via a girar loro intorno con le bici per infastidirli, addirittura Mauro si è messo a far la gimkana tra il corno francese, l'oboe e il basso tuba. Fabione non ha risparmiato neppure moglie e figlia: prima ha svegliato la bambina che dormiva sonni beati, solo per fare una foto con noi schizofrenici. Poi ci ha permesso di fare irruzione nel bar per brindare non sappiamo bene a cosa, ma intanto noi il brindisi lo abbiamo fatto, poi si vedrà! Dopo di che ogni ciclista a casa propria, sperando che gesù bambino faccia la sua parte. E se non la fa lui, ci pensiamo da soli: fabio si è regalato una colnago da supermercato...nel senso che se vai a fare il paragone vale quanto tutto il supermercato. Roberto si è fatto la ktm un mese fa quindi anche se spende i miliardi deve farlo in incognita altrimenti la dolce consorte potrebbe inveire. Carlo, l'uomo che riesce a trasformare un paio di occhiali in lenti a contatto, ha fatto un pò come roberto: la trek vincente di Matteo presa un paio di mesi fa. Poi ha pensato intelligentemente di regalare alla moglie un pacchetto di sedute domenicali alle terme per tutta l'estate, della stessa durata del calendario mtb. Il figlio di Giorgio, Francesco, ha ordinato un cubo di cemento da Barbetti, così quando esce con noi se lo lega al collo e possiamo uscire tutti insieme senza temere che quando arriviamo ci sia già lui che con tavola imbandita ci accoglie con un pasta party.
Matteo in quanto a regali non deve neanche aprire bocca dopo quella colnago da ciclocross che tiene tra le chiappe tutte le domeniche. Al massimo, se volete regalargli qualcosa fategli un gonfietto (e non dico pompa perchè sennò si scatenato i Vigna repressi), che in Piemonte abbiamo dovuto chiederlo ai vicini di parcheggio. A presto con nuove e più esaltanti idiozie. I giorni di festa preannunciano grandi performance da parte di tutti, molto più freschi e pronti a dare il meglio di sè!
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oltre la bici
venerdì 19 dicembre 2008
SHIMANO ELECTRIC GUITAR
Ecco il nuovo cambio Shimano. Assomiglia molto alla chitarra di Jimi Hendrix dopo il concerto di Woodstock.
Ad un certo punto non riuscivo a capire perchè la catena si rifiutasse di scendere sugli ultimi tre pignoni. Poi ho dato un'occhiata e ho capito tutto. Ho capito che andare in giro con una corda del cambio spessa pochi micron fosse un pò troppo azzardato anche per me, che più di una volta quando esco in mtb porto via la camera d'aria della bici da corsa.
Ad un certo punto non riuscivo a capire perchè la catena si rifiutasse di scendere sugli ultimi tre pignoni. Poi ho dato un'occhiata e ho capito tutto. Ho capito che andare in giro con una corda del cambio spessa pochi micron fosse un pò troppo azzardato anche per me, che più di una volta quando esco in mtb porto via la camera d'aria della bici da corsa.
mercoledì 17 dicembre 2008
IL CICLISTA DEPRESSO SI RICOVERA IN PALESTRA
Le giornate corte e le perturbazioni atmosferiche devono avercela a morte con noi ciclisti. E oltre a questo devono aver stipulato qualche contratto con le palestre di ogni dove. Credo che il divino lassù prenda una percentuale sul prezzo che i poveri amanti delle due ruote ogni anno sborsano alla palestra per sentirsi il meno depressi possibile nell'impotenza davanti alla natura matrigna. Buio presto e tempo brutto fanno sì che molti di noi si diano appuntamento in palestra. Luogo non troppo felice per chi ama gli spazi aperti. Fortunatamente c'è chi riesce a trovare in questa virata temporanea certi benefici. Il lato dell'umanità che vanta barba e peli può ammirare le forme femminili imprigionate in tutine di lycra che poco lasciano all'immaginazione. Io per quanto mi riguarda, arrivo in palestra il pomeriggio con un mal di testa tale e una voglia di pedalare all'aria aperta che se qualcuno mi parla lo magno vivo. Così, anche l'essere umano uomo più disgraziato di questo mondo non mi si avvicina manco a pagarlo. E meno male, visto che in questo periodo di soldi ne restano pochi. Soprattutto quando si spacca un cambio a settimana correndo le gare di ciclocross con troppa noncuranza. Bisogna dire che quando non vincevo mai non rompevo mai nulla. Ora che ogni tanto vinco, rompo sempre qualcosa, ma Matteo i prosciutti che mi regalano alle gare non li accetta al posto delle banconote.
Dopo questo breve excursus (madonna...si scrive così?boh) torniamo a dissertare sul luogo di perdizione del ciclista affetto da depressione invernale. Codesto ciclista è costretto ad un potenziamento con macchine e aggeggi tecnologicamente complessi che nulla hanno a che vedere con la bicicletta. Il ciclista è abituato a regolare la bici, salire e pedalare: il suo unico compito è partire da un punto A e giungere ad un punto B. In palestra invece gli si dà un foglio in mano, pieno di tabelle, numeri, con esercizi vari da eseguire i cui nomi sono scritti in un inglese che secondo me neppure gli istruttori comprendono fino in fondo, ma che si usa perchè va di moda. E allora vai di Lat Machine, di Crunch, di Cable, di Abductor. Ma il ciclista depresso lo si riconosce benissimo in mezzo agli altri palestrati. Se proprio non indossa il pantalone col fondello, del resto senza motivo visto che la bici è chiusa in garage, porta sempre addosso un segno di riconoscimento della propria squadra e o sport: un calzino, una maglietta, il cardio, i guanti, due corone, un paio di pasticche... Egli necessita di sentire legittimata la propria presenza fra tanti estranei. L'unica medicina che può curare, anche se solo in minima parte, la depressione del ciclista messo alle corde da una natura malvagia è un'attività di recente nascita. Lo spinning: l'unica cosa che questa discplina ha in comune con il ciclismo è il fatto che si pedala e che si suda come d'agosto a Cantalupo con le squillo del night a farti il tifo. In palestra le squillo non ci sono. Però c'è Mauro che è una presenza folkloristica non indifferente, che nulla ha da invidiare alle squillo. Anzi, sono le squillo che ce lo invidiano. Mauro nella sala spinning è stato inserito quale elemento di disturbo nei confronti di Gabriele, l'istruttore e collega di squadra. Temo per Gabriele che i suoi datori di lavoro stiano perpetrando atti di mobbing nei suoi confronti mettendolo a dura prova in quanto a livelli di sopportazione. Mentre egli lavora e dirige le sedute di spinning manco fosse Riccardo Muti, con al posto della bacchetta il telecomando dello stereo, c'è il Vigna nazionale che opera collegamenti pseudo-erotici ad ogni indicazione data dall'istruttore. E se non si tratta di questo, opta per un tipo di disturbo collaborativo, al quale prendo volentieri parte, ragionando con lui delle nostre cose, mentre Gabriele tenta di fare lezione. Così, per ovviare all'incazzatura causata da noi rompicoglioni, il nostro istruttore ci muove violenza, regolandoci la durezza della pedalata come un assassino. In pratica fa proprio come Crischia quando si pedala fianco a fianco: ti cambia marcia lui. Il bello viene quando la seduta di spinning termina e Mauro infila la sua tenuta da palestra. Trattasi di un panatalone nero attillatissimo a vita alta tipo calzamaglia dentro il quale incastra una maglietta sempre attillata e sempre nera. E il tocco di classe è dato dalla scarpa da ballerino di danza classica e completamente liscia sulla tomaia. Non so se ce l'avete presente, ma assomiglia molto al famoso mimo, Marcel Marceau. E d'ora in avanti sarà Mauro Marceau.
martedì 16 dicembre 2008
giovedì 11 dicembre 2008
COMMERCIANTI MALEFICI
Quest'uomo, i cui genitori hanno dato il nome di Michele, ma che tra noi ciclisti viene scherzosamente chiamato Riccò, ha preso stipendio e tredicesima ieri. Quest'uomo stasera, alle 18.30 in via Ferrer, non aveva più stipendio nè tredicesima in tasca, ed è stato perfino così galante da offrire l'aperitivo non tanto a me, quanto ai fautori della sua disfatta: i Commercianti Malefici. Il Riccò de noattri sì è regalato una bici che pesa meno del cervello di roberto senza ritenzione idrica. Insomma, un peso piuma. Poi non contento ci ha schiaffato sopra il Garmin Edge.
I Commercianti Malefici nel frattempo se la ridevano sotto i baffi, assaporando già le delizie del natale che si sta avvicinando. Per loro questo è un periodo particolarmente caldo, è stagione di accoppiamento. Nel senso che fanno accoppiare i soldi dei clienti con gli scomparti della cassa. E il movimento fluido e veloce di Matteo che preme il magico tasto che fa aprire il cassetto mentre viene stampato lo scontrino, pare lo stesso che allena scendendo dalla bici e risalendo al volo nel ciclocross. Una danza studiata al millimetro, precisa e inattaccabile. Per la golosa occasione il nostro meccanico ha assunto un nuovo look. Ora indossa un paio di occhiali molto intellettuali: tenta di nascondere il guizzo dato dal delirio di piacere con una semplice montatura. Ma in fin dei conti questi sono i soldi spesi meglio. Per lo meno tra noi la pensiamo così. Poi andate a dirlo a mia madre che si incavola che non compro più scarpe e vestiti per comperar cuscinetti e forcelle!
mercoledì 10 dicembre 2008
COLUI CHE E' IN OGNI LUOGO
Ed essi dissero:"Chi sei tu?"
Ed egli rispose: "Io sono colui che è in ogni luogo! Io sono il Vigna tuo, il Vigna di Abramo e di Isacco, di Matteo Donati e di tutto il Bikeland. Io sono colui che è in cielo e in terra. Più che altro in terra visto che stà spalle me s'è armessa a dolé!
Io sono uno e trino. Nel senso che sò sempre da solo a fà le faccende ma faccio per tre. E che a dilla tutta sarebbe meglio almeno esse in quattro o cinque pe non fatigà come una bestia! Io sono Mauro Vigna, l'onniscente, l'onnipresente e anche l'onnivoro!"
Riportiamo questo famosissimo passo tratto dall'ultimo libro dell'Antico Testamento Del Ciclista in relazione ad un messaggio arrivatomi questa sera.
Stefano Boggia, grande crossista che diede spettacolo in occasione del secondo Memorial Moscatelli e che quest'anno sta girando per tutto il nord Italia e l'Europa che confina, sfidando i migliori corridori sul mercato, mi ha scritto:
"ero lì che mangiavo una pizza a Faè di Oderzo e chi ti vedo passare?
Il Vigna..."
Il Vigna..."
SANTA CLAUS TEAM BIKELAND2003
STIAMO DANDO VITA AD UNA NUOVA SQUADRA. UNA FORMAZIONE TEMPORANEA CHE CONTA TRA LE SUE FILA I CICLISTI PSICOLOGICAMENTE PIU' COMPROMESSI DEL TEAM BIKELAND.
La mattina del 24 dicembre il team bikeland e i suoi membri mentalmente più instabili ritengono sia giusto rendere onore ai festeggiamenti natalizi in maniera non troppo ortodossa.Proprio per questo motivo già in molti si sono adoperati nell'acquistare un semplice abito da Babbo Natale, che indosseranno per l'evento. Così vestiti, a cavallo delle loro mountain bike, sempre meglio di slitta e renne, gireranno per il centro cittadino. L'intento sarà quello di rendere noto a tutto il comprensorio tifernate che tanto normali non sono e con un pizzico di fortuna potranno farsi internare e nel frattempo far incastrare la braca dei pantaloni in mezzo alle corone. Il vestito lo potete trovare al modico prezzo di 6.90 euro al Briko di C. di Castello. Già in molti hanno aderito all'iniziativa: io, Roberto, Posty, Mauro, Duccio, Michele, Fabione... E come adoro ribadirvi ad ogni occasione PIU' SEMO E PIU' PARREMO.
lunedì 8 dicembre 2008
CONSIDERAZIONI SCONNESSE SUL MEMORIAL
Quest'anno la deviazione per la bisteccheria non c'è stata. Per fortuna non c'era la bisteccheria visto che il memorial si teneva al ciclodromo. Lo scorso anno quel bell'arrosto che ho combinato a trecento metri dal traguardo mi ha provocato un'ulcera che ancora si fa sentire. Ma come si suol dire "Alla terza canta il gallo!" e son già due volte che mi faccio fregare in casa per il memorial. Questa volta proprio non l'avrei digerita. Perdere non sarebbe stata una mossa azzeccata visto che il prosciutto già lo avevo promesso a mia nonna e quando preparavamo i premi giovedì scorso scrivendo le etichette per le varie categorie, sopra quella bella coscia di maiale volevo appiccicarci un bel "1° Class. Romina Perugini". Sabato poi a TevereTv il presentatore mi ha domandato "Per domenica? Che propositi ci sono? Quelli di far bene?". No, dopo serate consecutive trascorse al freddo cercando di mettersi in testa il percorso, dopo averlo tracciato col freddo nelle mani e nei piedi, dopo aver venduto la pelle dell'orso a destra e a manca...beh, ovvio che no, non è poi così importante vincere, è fondamentale partecipare. Ma per non saper nè leggere nè scrivere meglio star davanti.
E continuando sulla lunghezza d'onda dell'autocompiacimento parliamo di una gara che è stata organizzata in maniera maniacale da Mauro Vigna, che da buon direttore dei lavori si è sobbarcato quasi tutti i compiti, dandoci qualche direttiva di tanto in tanto. Insieme a lui mi prendo il merito di aver reso vivibili i "cessi". Mi permetterete questo gergo tanto colorito visto che chiamare bagni, il triste spettacolo che ci si è parato davanti sarebbe dar della vergine a cicciolina. I cessi del ciclodromo prima che io e mauro con kit disinfestazione alla mano ci mettessimo all'opera erano meno invitanti della zuppa inglese che fa mia nonna. E vi assicuro che se aveste mai mangiato quel dolce cucinato dalla mia nonnina comprendereste il senso di questa metafora. Dovete sapere che la zuppa inglese di mia nonna è talmente poco invitante che la rifiuterebbero perfino i bambini affamati del biafra. Tornando ai nostri bagni voglio rassicurarvi: non vi descriverò cosa ci abbiamo trovato dentro, e non vi parlerò neppure dei conati di vomito che ci attanagliavano mentre mettevamo mano alla questione. Vi dirò allora della favolosa scalinata costruita da Mauro e dal Topino. Mentre i laziali della probike provavano il percorso, e a turno tornavano al ciclodromo li sentivo dire "Bello, hanno fatto la scalinata come nella coppa del mondo". E se con un orecchio ascoltavo i bei commenti, con gli occhi osservavo la nostra bacheca. Nulla a che vedere con le solite bacheche piene di noiosi avvisi. In mezzo campeggiava il motto di giornata e leggendolo intuirete chi nè è l'autore "Si parte. SQUILLINO LE TROMBE E SI TROMBINO LE SQUILLO!". Tutto attorno erano appese immagini prese a caso dai nostri blog. E in molti ridevano delle nostre tare mentali.
Poi durante la gara, tra un giro e un altro lo speaker, corrotto da me personalmente, incitava Mauro Vigna annunciandolo al pubblico presente col suo nome di battaglia, lo Schiantatope. E quando lo shiantatope arrivava alla scalinata di coppa del mondo c'era il Posti che gli urlava cose astruse, frasi prive di senso ma che deve aver studiato nel "Libro segreto del fan psicopatico". Si sentiva il Posty dire "Dai Mauro che sei un drago!" "Forza Mauro, metti in moto quel turbine ormonale che non dà scampo a nessuna donna sulla faccia della terra!"... insomma, cose così. Poi a bordo strada scorgevi due spettatori anomali, l'avvocato carletto e il compare Massimo, un tempo detto il Matematico. Sicuramente si saranno scambiati valutazioni di carattere numerico sulle frequenze dei corridori e le medie dei giri. Fortunatamente, giocando in casa, potevo contare su di un tifo serrato. C'erano i compagni di squadra e gli amici che non si sono risparmiati. Un pensiero affettuoso lo dedico al Caramella, un signore che dietro a quei baffi nasconde un sorriso capace di scansare per un attimo la fatica. Evento eccezionale era la presenza di mia madre che in teoria dovrebbe essere la mia più grande fan. In pratica il giorno prima mi ha chiesto "Ma a che ora finisce la tua gara? Così vedo l'arrivo!". Oh, ma che bel pensiero. Poi in realtà è arrivata addirittura prima della partenza, ma doveva essersi nasconsta dietro a qualche albero perchè io durante la gara non l'ho mai vista. Oggi mi ha confidato di aver capito chi fossi mentre gareggiavamo solo al terzo giro. Quindi per due giri deve aver tifato non so chi. Ha detto che non riconosceva la divisa. In effetti non ce la metto mai in lavatrice, e non la stendo mai dietro casa... solo tutti i giorni.
PER STASERA BASTA CHE HO COMPRATO IL CELLULARE NUOVO E VOGLIO GIOCARCI UN PO' ma di cose da dire ce ne sono tante altre, forse continuo domani!
ALCUNI MOMENTI DEL TERZO MEMORIAL MOSCATELLI
Nell'attesa di partorie qualche interessante elucubrazione mentale di carattere letterario vi lascio in compagnia di alcuni momenti rubati prima, durante e dopo la gara!
mercoledì 3 dicembre 2008
COME ERAVAMO...ARCHIVIO SEGRETO
Carissimi discepoli, ecco alcune perle fotografiche del Team Bikeland tanto tempo fa. E non domandate al giornalista di svelare le proprie fonti!
LA VIDEO GUIDA DEL MEMORIAL MOSCATELLI...PER STOMACI ROBUSTI
Ecco la video-guida del tracciato del Terzo memorial Marco Moscatelli.
Prima di visionarlo vi consiglio di metter mano al vostro pacchetto di TravelGum altrimenti rischiate di rigettare il pasto.
Le cose son due: o Mauro, senza avercelo mai confessato, è affetto dal morbo di PArkinson, oppure quando ha girato il video con la cam attaccata al casco era ubriaco perso.
Prima di visionarlo vi consiglio di metter mano al vostro pacchetto di TravelGum altrimenti rischiate di rigettare il pasto.
Le cose son due: o Mauro, senza avercelo mai confessato, è affetto dal morbo di PArkinson, oppure quando ha girato il video con la cam attaccata al casco era ubriaco perso.
domenica 30 novembre 2008
CICLOCROSS AD AMELIA - ALCUNI MOMENTI -
In partenza accanto al miglior gregario del mondo!
Il Riccio a fine corsa. Forse sta pensando se sia il caso di farsi una doccia!
Il Peru in azione. Secondo me sta dando la caccia ad Antonio, oggi veramente in forma!
Sto sperimentando nuovi metodi di aviatura del prosciutto. Il mio prosciutto!!!
Giorgio Colli lava la bici e se stesso a fine gara. E' risaputo ormai da tutti, è grande amante di fiumi e torrenti. E adora tornare nel suo habitat naturale appena può.
Matteo indossa il nuovo body ricamato sulla coscia! Chissà se questa nuova moda sfonderà!?
LA CENA DEL CICLISTA SALUTISTA
Ad un cenone organizzato da ciclisti, dove l'80% degli invitati sono ciclisti, secondo voi, cosa prevederà il menù? Vi dò solo un piccolo indizio: nè pasta in bianco e neppure mele e banane come dolce.
Il menù del cenone al quale un ex bikeland naturalizzato saccarelli, meglio conosciuto come "Il Matematico", l'odontotecnico gran fondista Massimo, ha invitato me e Roberto, aveva poco a che vedere con la deliziosa garettina che avremmo dovuto correre il giorno successivo, che ci avrebbe costretti ad una levataccia col sole ancora a nanna, nella lontanissima Amelia, col fango che momenti pareva di stare alle terme. Ma non a farci spalmare i fanghi, ma a farci direttamente immergere dentro i bidoni di melma tipo tozzetto di pane dentro fonduta. Torniamo al menù che ci si è disvelato mentre sedevamo al cva di S. Lucia.
Antipasto alquanto leggero se parliamo col senno di poi: affettati e crostini. Primo piatto: penne al cognac panna e ragù. Qui già l'organismo avverte i villi intestinali che ci sarà da sfacchinare. La pietanza seguente è difficilmente collocabile: essa presenta un misto di carboidrati, proteine e grassi. Il piatto perfetto direte voi. Nulla da obiettare: le cotiche con le salsicce e i fagioli sono l'ultimo pasto ideale per ogni condannato a morte. Alla morte ci ho pensato un secondo soltanto, quando in mente mi è balenata l'immagine di me che avrei trascorso la notte insonne. Ma i buoni propositi trasmigrano da me come le anime dai morti e di quel che avevo sul piatto ho scartato solo le cotiche. E in tutta sincerità la prossima volta me magno non solo quelle ma anche il piatto. Mio fratello ha seguito il mio esempio. Pochi posti più in là il capitano Donati saltava il giro: chi è votato alla vittoria non mangia cotiche e fagioli e infatti ieri sera matteo non ha mangiato per niente. Per fortuna il secondo ha rappresentato l'emblema della dieta tipo di ogni sportivo: porchetta arrosto. Poi hanno voluto strafare con contorno di verdure e insalata. Riguardo al dolce so dirvi ben poco poichè io e famiglia ci siamo ritirati anzitempo: la sveglia alle 5.30 di mattina scomoda un pò a tutti e ancor di più a chi si è riempito lo stomaco con una cena non troppo ortodossa. In effetti la notte ho pisticchiato alquanto, beccandomi un pò di Marzullo e qualche lezione universitaria a distanza.
La cena, oltre alla bella abbuffata, è stata una bellissima occasione per scoprire che i nostri fan, grazie ad un capillare passaparola, aumentano di giorno in giorno. Ieri è stata la volta di Michele Pannacci, il cui nome l'ho scoperto solo stamattina domandando in giro. Ebbene questo stradista mi ha regalato una stretta di mano colma di riconoscenza. E pur ammettendo che intrattenervi con le mie e le vostre peripezie è un piacere del quale godo io in prima persona, fa piacere sentir valorizzato il proprio impegno. Ho poi scoperto, potenza della rete, che Michele è il titolare della Carrozzeria La Nuova Modenese. Da qui in poi avrà luogo una dissertazione puramente pubblicitaria. Ho avuto il piacere di far aggiustare una bella botta subita dalla RominaMobile lo scorso anno proprio da questo team di carrozzieri. Da me non prendevano neppure un soldo visto che pagava la signora che mi aveva dato una bella sorba negandomi la precedenza. Beh, non solo sono stati veramente cortesi, non solo mi hanno fatto i complimenti per come vado in bici, ma mi hanno pure lavato la macchina. Non solo fuori che può sembrar normale, ma anche dentro. E pulire la mia macchina internamente è un'impresa neanche minimamente paragonabile all'impresa di Achille che tenta di abbattere le Porte Scee di Troia. Fine della pubblicità occulta!
Il menù del cenone al quale un ex bikeland naturalizzato saccarelli, meglio conosciuto come "Il Matematico", l'odontotecnico gran fondista Massimo, ha invitato me e Roberto, aveva poco a che vedere con la deliziosa garettina che avremmo dovuto correre il giorno successivo, che ci avrebbe costretti ad una levataccia col sole ancora a nanna, nella lontanissima Amelia, col fango che momenti pareva di stare alle terme. Ma non a farci spalmare i fanghi, ma a farci direttamente immergere dentro i bidoni di melma tipo tozzetto di pane dentro fonduta. Torniamo al menù che ci si è disvelato mentre sedevamo al cva di S. Lucia.
Antipasto alquanto leggero se parliamo col senno di poi: affettati e crostini. Primo piatto: penne al cognac panna e ragù. Qui già l'organismo avverte i villi intestinali che ci sarà da sfacchinare. La pietanza seguente è difficilmente collocabile: essa presenta un misto di carboidrati, proteine e grassi. Il piatto perfetto direte voi. Nulla da obiettare: le cotiche con le salsicce e i fagioli sono l'ultimo pasto ideale per ogni condannato a morte. Alla morte ci ho pensato un secondo soltanto, quando in mente mi è balenata l'immagine di me che avrei trascorso la notte insonne. Ma i buoni propositi trasmigrano da me come le anime dai morti e di quel che avevo sul piatto ho scartato solo le cotiche. E in tutta sincerità la prossima volta me magno non solo quelle ma anche il piatto. Mio fratello ha seguito il mio esempio. Pochi posti più in là il capitano Donati saltava il giro: chi è votato alla vittoria non mangia cotiche e fagioli e infatti ieri sera matteo non ha mangiato per niente. Per fortuna il secondo ha rappresentato l'emblema della dieta tipo di ogni sportivo: porchetta arrosto. Poi hanno voluto strafare con contorno di verdure e insalata. Riguardo al dolce so dirvi ben poco poichè io e famiglia ci siamo ritirati anzitempo: la sveglia alle 5.30 di mattina scomoda un pò a tutti e ancor di più a chi si è riempito lo stomaco con una cena non troppo ortodossa. In effetti la notte ho pisticchiato alquanto, beccandomi un pò di Marzullo e qualche lezione universitaria a distanza.
La cena, oltre alla bella abbuffata, è stata una bellissima occasione per scoprire che i nostri fan, grazie ad un capillare passaparola, aumentano di giorno in giorno. Ieri è stata la volta di Michele Pannacci, il cui nome l'ho scoperto solo stamattina domandando in giro. Ebbene questo stradista mi ha regalato una stretta di mano colma di riconoscenza. E pur ammettendo che intrattenervi con le mie e le vostre peripezie è un piacere del quale godo io in prima persona, fa piacere sentir valorizzato il proprio impegno. Ho poi scoperto, potenza della rete, che Michele è il titolare della Carrozzeria La Nuova Modenese. Da qui in poi avrà luogo una dissertazione puramente pubblicitaria. Ho avuto il piacere di far aggiustare una bella botta subita dalla RominaMobile lo scorso anno proprio da questo team di carrozzieri. Da me non prendevano neppure un soldo visto che pagava la signora che mi aveva dato una bella sorba negandomi la precedenza. Beh, non solo sono stati veramente cortesi, non solo mi hanno fatto i complimenti per come vado in bici, ma mi hanno pure lavato la macchina. Non solo fuori che può sembrar normale, ma anche dentro. E pulire la mia macchina internamente è un'impresa neanche minimamente paragonabile all'impresa di Achille che tenta di abbattere le Porte Scee di Troia. Fine della pubblicità occulta!
mercoledì 26 novembre 2008
CICLISTI SI NASCE, AVVOCATI SI DIVENTA! OGNI RIFERIMENTO E' CASUALE
Lo avevamo lasciato sei mesi fa che con brillantezza aveva superato l'esame scritto per entrare a far parte di quella casta intoccabile e malvoluta da tutti comunemente definita col nome di AVVOCATI.
Ad oggi, dopo aver sostenuto l'orale ormai da più di un mese, sono felice di sbandierare ai quattro venti che l'AVVOCATO è veramente AVVOCATO! E se avete intenzione di commettere qualche illegalità lui si tiene pronto per infognarvi ancora di più. Non diremo il nome di questo illustre uomo di legge che da tempo milita nel mondo delle due ruote. Non faremo nomi in primo luogo perchè potrebbe subito portarci in tribunale per diffamazione e in secondo luogo poichè sapete benissimo di chi sto parlando e poi le immagini sono provviste del caratteristico e ormai amato da tutti "BOLLINO FACCINO". Come potete ben notare il "Bollino Faccino" nasconde un avvocato, vestito da avvocato intento a togliersi il calzino ascellare da avvocato per infilarsi la tenuta da ciclista avvocato. A differenza del comune avvocato, il ciclista avvocato è un ex-campione che in gioventù se la vedeva con atleti della caratura del fortissimo Stenico di cui parlammo tempo addietro. Il ciclista avvocato è un malvagio giovanotto di 27 anni che l'estate scorsa faceva presagire sintomi molto buoni di una preparazione solo agli inizi, ma che col tempo avrebbe maturato i suoi frutti. Infatti, d'un tratto, trascorso luglio, il ciclista avvocato non si è più visto nè sentito.
Lo risente la sottoscritta due settimane fa per fare un'uscita tranquilla in compagnia. Scoperto l'arcano: nei mesi di silenzio il nostro eroe si è chiuso in casa sottoponendo il proprio fisico a lunghe sedute di rulli e a somministrazioni di steroidi anabolizzanti in dosi da cavallo. La primavera scorsa gli facevo fare una bella lingua lunga, adesso la fa fare lui a me. Con una sola differenza: io sono una persona tendenzialmente silenziosa o per lo meno non rinfaccio troppo le cose. Il ciclista avvocato è un'entità parlante per sua stessa natura, e come tale dobbiamo subire le conseguenze di questo salto di qualità che trovo abbia dell'incredibile...molto simile all'incipit di ogni fiaba che si conosca, però senza apostrofo...insomma CERA. E se non è cera sarà olio di gomito visto che l'avvocato dal calzino sopraffino si sta allenando davvero con costanza e passione. Bravo Carlo, e quest'estate che verrà, salendo verso Preggio, sarò io che dovrò fermarmi per una cochina. Ops...abbiamo sgamato il nome, ma tanto son tranquilla...come si suol dire "Io tengo l'amico avvocato!".
Ad oggi, dopo aver sostenuto l'orale ormai da più di un mese, sono felice di sbandierare ai quattro venti che l'AVVOCATO è veramente AVVOCATO! E se avete intenzione di commettere qualche illegalità lui si tiene pronto per infognarvi ancora di più. Non diremo il nome di questo illustre uomo di legge che da tempo milita nel mondo delle due ruote. Non faremo nomi in primo luogo perchè potrebbe subito portarci in tribunale per diffamazione e in secondo luogo poichè sapete benissimo di chi sto parlando e poi le immagini sono provviste del caratteristico e ormai amato da tutti "BOLLINO FACCINO". Come potete ben notare il "Bollino Faccino" nasconde un avvocato, vestito da avvocato intento a togliersi il calzino ascellare da avvocato per infilarsi la tenuta da ciclista avvocato. A differenza del comune avvocato, il ciclista avvocato è un ex-campione che in gioventù se la vedeva con atleti della caratura del fortissimo Stenico di cui parlammo tempo addietro. Il ciclista avvocato è un malvagio giovanotto di 27 anni che l'estate scorsa faceva presagire sintomi molto buoni di una preparazione solo agli inizi, ma che col tempo avrebbe maturato i suoi frutti. Infatti, d'un tratto, trascorso luglio, il ciclista avvocato non si è più visto nè sentito.
Lo risente la sottoscritta due settimane fa per fare un'uscita tranquilla in compagnia. Scoperto l'arcano: nei mesi di silenzio il nostro eroe si è chiuso in casa sottoponendo il proprio fisico a lunghe sedute di rulli e a somministrazioni di steroidi anabolizzanti in dosi da cavallo. La primavera scorsa gli facevo fare una bella lingua lunga, adesso la fa fare lui a me. Con una sola differenza: io sono una persona tendenzialmente silenziosa o per lo meno non rinfaccio troppo le cose. Il ciclista avvocato è un'entità parlante per sua stessa natura, e come tale dobbiamo subire le conseguenze di questo salto di qualità che trovo abbia dell'incredibile...molto simile all'incipit di ogni fiaba che si conosca, però senza apostrofo...insomma CERA. E se non è cera sarà olio di gomito visto che l'avvocato dal calzino sopraffino si sta allenando davvero con costanza e passione. Bravo Carlo, e quest'estate che verrà, salendo verso Preggio, sarò io che dovrò fermarmi per una cochina. Ops...abbiamo sgamato il nome, ma tanto son tranquilla...come si suol dire "Io tengo l'amico avvocato!".
OGGI POMERIGGIO FACEVA FRESCHETTO!!!
Per una volta che riesco a beccare un pò di tempo libero prima che faccia notte decido di cavalcare il mio cancelletto da strada, salire fino al Passo della Cerventosa, arrivare a Portole e tornare per Morra. Poco prima di uscire noto dalla finestra di casa che il platano si flette per ogni verso...porto via il giacchetto antivento. Poi metto il doppio calzetto, i copriscarpe, i guanti da polo nord, il passamontagna, la crema riscaldante, le castagne arrosto in tasca, lo scaldino del prete, la somma di lana, il copriletto in piuma d'oca...insomma di quel che c'era non mancava niente.
Ma ditemi la verità, voi ci avreste mai pensato che poco dopo Teverina avreste trovato la neve ai lati della strada e lungo parte della montagna?! Io sinceramente non ci avevo posto mente. All'inizio non ce n'era tanta intorno, poi sempre più, sempre più...poi in discesa c'era pure l'asfalto gelato. Eh sì che tanto guido bene. Però ne è valsa la pena...mmh... beh, non so perchè lo dico visto che ho stentato come non mai, ma già il fatto che sto qua al caldo a scriverlo serve per somatizzare e tanto lo sappiamo benissimo come siamo fatti noi masochisti delle due ruote. Domani rifaremo la stessa cosa. Tutto in attesa di tempi migliori, ovvero giugno, luglio e agosto: dai 23 gradi in su, meno no. Queste sono atmosfere che adoro. Non quattro o cinque gradi. Se in un trapasso futuro dovessi malauguratamente meritarmi il paradiso vorrei poter fare a cambio con qualcuno che se la gode al caldo giù all'inferno.Qui la neve è ancora pochina, ma era rimasto uno degli ultimi momenti in cui le dita riuscivano a premere i bottoni del cellulare. Dopo di che le mani sono divenute appendici insensibili del mio organismo.
Ma ditemi la verità, voi ci avreste mai pensato che poco dopo Teverina avreste trovato la neve ai lati della strada e lungo parte della montagna?! Io sinceramente non ci avevo posto mente. All'inizio non ce n'era tanta intorno, poi sempre più, sempre più...poi in discesa c'era pure l'asfalto gelato. Eh sì che tanto guido bene. Però ne è valsa la pena...mmh... beh, non so perchè lo dico visto che ho stentato come non mai, ma già il fatto che sto qua al caldo a scriverlo serve per somatizzare e tanto lo sappiamo benissimo come siamo fatti noi masochisti delle due ruote. Domani rifaremo la stessa cosa. Tutto in attesa di tempi migliori, ovvero giugno, luglio e agosto: dai 23 gradi in su, meno no. Queste sono atmosfere che adoro. Non quattro o cinque gradi. Se in un trapasso futuro dovessi malauguratamente meritarmi il paradiso vorrei poter fare a cambio con qualcuno che se la gode al caldo giù all'inferno.Qui la neve è ancora pochina, ma era rimasto uno degli ultimi momenti in cui le dita riuscivano a premere i bottoni del cellulare. Dopo di che le mani sono divenute appendici insensibili del mio organismo.
lunedì 24 novembre 2008
COMPERATE IL CORRIERE, CI SONO IO
Guardate che primo piano c'è stamane sul corriere dell'umbria! Mauro mi ha domandato chi ho pagato per cotanto onore. Sappiate che il direttore del corriere, nonchè mio docente di giornalismo all'università mi diede un bel trenta all'esame. Si vede che gli son rimasta simpatica!
Cliccate sopra la foto così potrete vedermi meglio e in un secondo momento leggere pure l'articolo!
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SONO PAZZI QUESTI EUGUBINI!!!
Non è divertente preparar la borsa appena dopo colazione quando il termometro segna meno 4! E a scanso di equivoci mi son caricata quasi tutto il guardaroba. Che già porto via un sacco di cose quando è tutto nella norma, figurarsi quando non si ha bene in mente come bisognerà rispondere agli attacchi delle prime gelate. Mai dimenticare che la donna è quell'essere pseudo-senziente che se va a fare una trasferta di due giorni porta sette paia di mutande, cinque paia di scarpe, quattro gonne, cinque camicette...
Per fortuna che mentre io e il Permaz Autista ci avvicinavamo a Gubbio, la temperatura scendeva ulteriormente. Ma quando si corre in terra di pazzi la questione meteoroliga rappresenta il male minore. Forte di una coppia di giudici che ebbi modo di conoscere in tempi passati, l'organizzazione ha deciso di dividere le iscrizioni in due fasce, in base alla partenza. Avevano timore di confondersi. Perfino le spille sono un bene di lusso: bisogna custodirle con cura dicono loro, portarle da case, averne di proprie. E dire che quando mia nonna per la comunione me ne regalò una d'oro col nome inciso le guardai pure storto: oggi mi sarebbe tornata comoda. Ulteriore segno di indiscutibile follia è la singolare metodologia scelta per segnalare il percorso: per un buon tratto con la classica fettuccia e di seguito con lo scotch da pacchi, così se prendevi una curva troppo larga ci mancava destinatario e francobollo e potevi pure farti spedire da qualche parte.
In un tratto con le tavole mancava addirittura il fettucciato: lo speaker si è appellato all'alto valore morale degli atleti. Lo speaker crede che nostro signore Gesù è morto con lo scooterone. E per finire in bellezza vi sia gradito sapere che quei scalcagnati ciclisti sedicenti atleti della seconda partenza, che spesso si fregiano di onoreficenze del tipo "Elite", "Under23", insomma, gli indiscussi campioni, hanno corso per meno tempo di noi donnicciole e vecchietti che si pedala di buon mattino. Invece che la solita ora che dovrebbero sorbirsi si son fatti solo 38 minuti, mentre noi 42. Questi eugubini fanno i conti come me quando devo rendere i soldi a roberto: male!
Terminato questo simpatico elogio alla follia che farebbe impallidire perfino Erasmo da Rotterdam, che non è uno che viene da un luogo dove a fine pasto si è liberi di esprimere soddisfazione, ma un tizio che ha scritto un libro prendendo come esempio Mauro quando sbarella di fitto, veniamo a noi.
Venire a noi significa dire quanto siamo bravi, forti e carismatici. Che non è da tutti. Matteo questa mattina aveva intenzione di dimostrare le doti sopra citate e diciamo che gli è uscita pure bene la faccenda. Sarà quella nuova Colnago, sarà il papà che lo allena dietro motore guidando una ferrari. Fatto sta che nel giro uniforme della pedalata, quei muscoli schioccano come elastici tesi e rilassati ad un tempo e il brillio dei raggi, nelle due ruote, entra per la sua parte a creare uno spettacolo di meccanica facilità e di umana vigoria che conquista. Insomma, per dirlo alla Pieroni "Oggi Matteo è gito forte è gito!".
Ah ma intendiamoci, mica solo lui ha stravinto. PErchè lui ha dato un bel distacco all'avversario, ma mai immenso quanto quello che ho rifilato io alle mie colleghe. Non metri, non minuti, ma ore e chilometri. Ebbene sì, quelli che distanziavano Gubbio dalle loro case, visto che sicuramente erano tutte a letto: ero l'unica donna al via. E non ci crederete ma l'impegno ce l'ho messo e sono soddisfatta. In questa giornata campale è tornato ad assoporare il dolce sapore della vittoria colui che tre anni fa mi avvicinò a questa simpatica disciplina: il mio fratellone. Ha corso sfruttando la dote in lui più sviluppata: la tigna. Ne ha preso d'occhio uno della sua categoria e lo ha bastonato per tutta la gara, fino all'ultima curva, quando il poveretto ha perso il controllo del mezzo e Roberto gli è letteralmente salito di sopra pedalandogli addosso e giungendo terzo al traguardo. E se vi viene in mente la classica domanda malvagia "Ma terzo di quanti?" sappiate che era terzo di sette! Il Clark Kent nazionale ha tenuto a bada quattro avversari, ai due davanti penseremo la prossima volta. Nuova esperienza gratificante per un nuovo arrivo: il geometra volante, o meglio BatAle alla sua prima gara è andato a premio ed è un buon incentivo per partecipare alle prossime. Unico problema è il momento di chiamarlo sul palco: lo speaker ha avuto diversi problemi nel posizionare l'accento tra le sillabe del suo cognome. Per un attimo è stato Nottòli, poi Nòttoli e pure Nottolì!
Su come hanno corso Mauro e Paolo posso dirvi poco visto che affrontiamo la faccenda in contemporanea, ma il raccoglitore di margherite è giunto terzo come anche il gigolò nostrano. In più il bad-boy della bikeland era ringarzullito neanche poco: nuove presenze femminili si stagliano all'orizzonte e l'ormone va in agitazione.
Non abbiamo detto nulla del percorso: sotto quell'anfiteatro romano era uno spettacolo. Ma promettiamo grandi cose anche noi: Mauro, il Topino, Roberto ed io stiamo facendo di tutto per rendere la vita difficile a chi correrà il sette dicembre a castello. In pratica ci stiamo infognando con le nostre mani!
Per fortuna che mentre io e il Permaz Autista ci avvicinavamo a Gubbio, la temperatura scendeva ulteriormente. Ma quando si corre in terra di pazzi la questione meteoroliga rappresenta il male minore. Forte di una coppia di giudici che ebbi modo di conoscere in tempi passati, l'organizzazione ha deciso di dividere le iscrizioni in due fasce, in base alla partenza. Avevano timore di confondersi. Perfino le spille sono un bene di lusso: bisogna custodirle con cura dicono loro, portarle da case, averne di proprie. E dire che quando mia nonna per la comunione me ne regalò una d'oro col nome inciso le guardai pure storto: oggi mi sarebbe tornata comoda. Ulteriore segno di indiscutibile follia è la singolare metodologia scelta per segnalare il percorso: per un buon tratto con la classica fettuccia e di seguito con lo scotch da pacchi, così se prendevi una curva troppo larga ci mancava destinatario e francobollo e potevi pure farti spedire da qualche parte.
In un tratto con le tavole mancava addirittura il fettucciato: lo speaker si è appellato all'alto valore morale degli atleti. Lo speaker crede che nostro signore Gesù è morto con lo scooterone. E per finire in bellezza vi sia gradito sapere che quei scalcagnati ciclisti sedicenti atleti della seconda partenza, che spesso si fregiano di onoreficenze del tipo "Elite", "Under23", insomma, gli indiscussi campioni, hanno corso per meno tempo di noi donnicciole e vecchietti che si pedala di buon mattino. Invece che la solita ora che dovrebbero sorbirsi si son fatti solo 38 minuti, mentre noi 42. Questi eugubini fanno i conti come me quando devo rendere i soldi a roberto: male!
Terminato questo simpatico elogio alla follia che farebbe impallidire perfino Erasmo da Rotterdam, che non è uno che viene da un luogo dove a fine pasto si è liberi di esprimere soddisfazione, ma un tizio che ha scritto un libro prendendo come esempio Mauro quando sbarella di fitto, veniamo a noi.
Venire a noi significa dire quanto siamo bravi, forti e carismatici. Che non è da tutti. Matteo questa mattina aveva intenzione di dimostrare le doti sopra citate e diciamo che gli è uscita pure bene la faccenda. Sarà quella nuova Colnago, sarà il papà che lo allena dietro motore guidando una ferrari. Fatto sta che nel giro uniforme della pedalata, quei muscoli schioccano come elastici tesi e rilassati ad un tempo e il brillio dei raggi, nelle due ruote, entra per la sua parte a creare uno spettacolo di meccanica facilità e di umana vigoria che conquista. Insomma, per dirlo alla Pieroni "Oggi Matteo è gito forte è gito!".
Ah ma intendiamoci, mica solo lui ha stravinto. PErchè lui ha dato un bel distacco all'avversario, ma mai immenso quanto quello che ho rifilato io alle mie colleghe. Non metri, non minuti, ma ore e chilometri. Ebbene sì, quelli che distanziavano Gubbio dalle loro case, visto che sicuramente erano tutte a letto: ero l'unica donna al via. E non ci crederete ma l'impegno ce l'ho messo e sono soddisfatta. In questa giornata campale è tornato ad assoporare il dolce sapore della vittoria colui che tre anni fa mi avvicinò a questa simpatica disciplina: il mio fratellone. Ha corso sfruttando la dote in lui più sviluppata: la tigna. Ne ha preso d'occhio uno della sua categoria e lo ha bastonato per tutta la gara, fino all'ultima curva, quando il poveretto ha perso il controllo del mezzo e Roberto gli è letteralmente salito di sopra pedalandogli addosso e giungendo terzo al traguardo. E se vi viene in mente la classica domanda malvagia "Ma terzo di quanti?" sappiate che era terzo di sette! Il Clark Kent nazionale ha tenuto a bada quattro avversari, ai due davanti penseremo la prossima volta. Nuova esperienza gratificante per un nuovo arrivo: il geometra volante, o meglio BatAle alla sua prima gara è andato a premio ed è un buon incentivo per partecipare alle prossime. Unico problema è il momento di chiamarlo sul palco: lo speaker ha avuto diversi problemi nel posizionare l'accento tra le sillabe del suo cognome. Per un attimo è stato Nottòli, poi Nòttoli e pure Nottolì!
Su come hanno corso Mauro e Paolo posso dirvi poco visto che affrontiamo la faccenda in contemporanea, ma il raccoglitore di margherite è giunto terzo come anche il gigolò nostrano. In più il bad-boy della bikeland era ringarzullito neanche poco: nuove presenze femminili si stagliano all'orizzonte e l'ormone va in agitazione.
Non abbiamo detto nulla del percorso: sotto quell'anfiteatro romano era uno spettacolo. Ma promettiamo grandi cose anche noi: Mauro, il Topino, Roberto ed io stiamo facendo di tutto per rendere la vita difficile a chi correrà il sette dicembre a castello. In pratica ci stiamo infognando con le nostre mani!
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