Finalmente. Non vedevo l’ora di tornare sui sentieri del Rally Alpe della Luna. Lo scorso anno era un’incognita per me come per tutti. Ma io, che per grazia divina e per caratteristiche morfologiche godo dello sconto chilometri, beh, alla gara del leonardi mi tocca pagare prezzo pieno. Quanta strada fanno gli uomini e tanta ne devono fare pure le donne. E mi divertii tantissimo con Roberto al fianco che mi spronava a pedalare forte. Per questa seconda edizione abbiamo deciso di evitare la coppia mista. Io ho la mia donna e lui ha il suo uomo.
Paola, lo scorso anno mi fece sudare sette camice per evitare troppa umiliazione ad ogni gara. Famosa è quella volta a Lama, quando incontrandola ferma lungo il percorso di gara, sola e demotivata, la incitai a continuare, a non mollare: mi prese in parola. Non solo terminò la gara, ma mi battè in volata. Ma imbecillità docet e da allora ho smarrito ogni brandello di sportività: sono passata a fatture e scongiuri contro le avversarie. Quest’anno Paolina corre in coppia con me il Rally. Quindi niente battaglie intestine, dovrò cambiar disco e abbandonare per una domenica l’assetto da guerra. L’inverno trascorso non proprio ad oziare, e primavera pure, mi hanno dato ragione: ora le mie paure le rivolgo altrove. Paola veste di rosa e blu, ma io la notte ho incubi color rosso e bianco, che indossa qualcuno che, destino beffardo, porta il mio stesso nome. E proprio alla marathon di Massa martana, colei che mi rubò la maglietta che mia madre mi restrinse con tanto affetto, ha deciso di arrivare ultima: quando ci sono io non buca mai!
Roberto corre con Alessandro il nottambulo. Alessandro er Pastasciuttaro. Alessandro, il masochista a sentir parlare Vigna. Alessandro, l’amico di tutti quelli che piantano il tabacco e non hanno voglia la sera di attaccare il tornado. Dovete sapere che questo giovane ciclista ha poteri paranormali: riesce a far piovere. In verità vi dico che tutta l’acqua di questo inverno e primavera a seguire è piovuta per causa sua. Infatti, lavorando in discoteca tutte le sere, non poteva allenarsi: diciamo che quella notturna non è vita da biker. Sfido io a trovare il nostro capitano al red zone. Beh, Alessandro, lavorando sul campo, roso dall’invidia, tra un servizio al tavolo e l’altro ballava la danza della pioggia. Inizialmente non ci credevo, poi ho capito tutto: facendo due più due, dopo svariate uscite in sua compagnia, immancabilmente finiamo bagnati fradici in mezzo ai boschi. Nel frattempo deve aver sviluppato tratti genetici particolari: trattasi di biker super evoluto, dotato di branchie e pinne caudali, che anche oggi ha danzato per noi.
Chi si immaginava che dopo due settimane coi 35 gradi fissi tutto il giorno, proprio oggi, che avevamo organizzato la ricognizione del percorso, doveva diluviare (con grandine annessa)??? Lui sapeva! Proprio oggi, che per una volta riesco a trascinare con me una donna, che mi tocca sempre stare in mezzo a uomini che parlano di quanto è bona quella o quell’altra, che mi dicono di tapparmi le orecchie (…anche se Giorgio dice che ormai sono diventata grande e posso sentire ogni sconcezza). Proprio oggi, che in fretta e furia ho lavato la bici perché sennò avrei dovuto buttar via l’auto dove la caricavo. Proprio oggi che avevo pure lo smagliacatena con me (non che sappia usarlo, per me è al pari di un porta-fortuna). Conclusione: è iniziato a piovere solo dopo trenta secondi che abbiamo iniziato a pedalare e non ha smesso più. Al chè, finita la prima manche del percorso, tratto che guarda caso è denominato “Acquitrina”, abbiamo gettato la spugna e siamo tornati infreddoliti alle auto. Grazie Ale. Lui invece ha nuotato fino a casa, ormai è il suo habitat.
Altra cosa: sappiate che con Ale la pioggia è il male minore che può capitarvi. La prima volta che sono uscita con lui mi sono guadagnata la mia irresistibile cicatrice di 7 centimetri sullo stinco destro, ricamino niente male che quando vado a comperare minigonne mi fa venir voglia di abbinarci gli stivali da pescatore. Altro giro, altra corsa: tuffo con doppio salto mortale e mezzo indietro carpiato, con gran finale a bocca avanti, denti infilati nello stradellino sterrato e conseguente occhio nero il giorno dopo.
Ecco in sintesi cosa dovete portare con voi quando uscite con Ale: corno anti-sfiga grande quanto un obelisco egiziano, treccia d’aglio che non si sa mai possa funzionare pure quella. In più: kit per immersione, comprensivo di arpione da caccia fraudolenta da infilargli tra le costole se lo vedete gongolare. Per i più attenti al grammo optare per maschera e boccaglio, ma l’arpione ci vuole comunque. Altro elemento indispensabile, almeno per me, è la cassetta del pronto soccorso (fedele amica del poggini), e un casco di riserva a casa. Mia madre, con tutta la roba che c’è dentro il fondo, inizia a sospettare che si gestisca una squadra pro-tour di nascosto.