Per una Romina che una volta tanto può dimenticar tranquillamente lo smagliacatena sul bancone del fondo, arriva la compagna d’avventura designata, Paola, col cambio che “c’ha qualcosa” dice lei. Mmh. I migliori presupposti, e poi neppure la bici lavata. E’ peggio di me. Non ci perdiamo d’animo. Più che altro incrociamo le dita e appena vedo la Tedescona in assetto da guerra a braccetto con l’Ernestina che giusto nel nome può vantare un diminutivo perché quando pedala mi spettina…e sì che io li stucco a dovere i capelli!
Insomma, come quando a scuola devi arrivar presto per prendere il posto in fondo, loro arrivan presto ma per rubare il primo posto a me. Paolina passa il tempo a ricordarmi quanto questa stagione non si sia allenata. Io evito di dirle che questo inverno ho saltato solo i sabati prima delle gare.
Di Bikeland siamo tantissimi, le coppie più disparate. Non potrò parlare di tutti e spero non me ne vorranno, ma per entrare nelle nostre grazie bisogna andare a Gubbio e fare il giro della fontana determinate volte. Tornate quando avrete la patente da matti!
Il mio fratellone ha avuto il suo bel da fare per tenere a bada quel cavallo imbizzarrito di Ale: ormai i pastori del luogo lo chiamano per nome per quante volte ha solcato quel percorso e i cani non gli mordono più i polpacci. Ma che dire della meravigliosa forma del nostro Presidente? Ha corso assieme al Direttore e viene da pensare che tra alte cariche vadano proprio d’accordo visto che hanno tagliato il traguardo con un ottimo risultato, che non conosco, ma sono certa sia ottimo.
Sono molto addolorata per Matteo e Sauro. Non erano proprio in giornata…Mi hanno sorpassato a triplice velocità, senza contare che io ero partita molto, ma molto, ma moltissimo prima. Proprio non andavano. Proprio non andavano piano. Chi era nei dintorni poteva intuire il loro passaggio udendo le urla assurde, da pazzo scatenato, abbellite da aggettivazioni a sfondo religioso targate Postino. Quando fa il tifo il postino devi per forza andar forte, perché c’è lui che ti corre dietro come un matto e ti prende paura.
E in quanto a tifo non ci possiamo lamentare. C’erano tutti: lungo il percorso, ai lati, e senza differenza di club. C’era un incoraggiamento per tutti. Eppure, a metà gara, superato un tratto ombreggiato scorgo qualcosa di strano ma familiare. Qualcosa di peloso. Vedo il baffo, vedo lo stinco riccioluto, vedo la divisa, ma soprattutto sento gli incitamenti. Giorgino, che doveva andare al mare, non è potuto mancare. Ha detto alla moglie “Donna, tu vai. Va pure al mare, divertiti pure senza di me. Io ho delle responsabilità da ottemperare”. Forse non ha usato questi termini, ma mi ha fatto compagnia per un lungo tratto, dando pure una mano alla mia collega.
Michele era gasatissimo per questa occasione, il percorso, la discesa in primis, faceva per lui. E ha corso assieme a Mercati. Devono aver avuto diversi guai tecnici perché un attimo mi passavano…poi li vedevo a bordo strada…poi mi ripassavano…di nuovo fermi…fermi e irritati…fermi e incazzati…
Nell’ultimo tratto di discesa ho scorto il risultato della bruttissima caduta di Carlo. Speriamo si rimetta in fretta. Forse lo terranno in osservazione 24 ore in ospedale. Avendo riportato l’auto alla moglie, dopo la gara, e avendoci scambiato un paio di parole, gli consiglio vivamente di soggiornare il più a lungo possibile nella struttura sanitaria, poiché al ritorno, qualcuno gli ci farà “la giunta” come si dice in gergo. .
Ho detto tanto, ma della mia gara ben poco. Non sono stata una gran compagna di squadra: è che non riesco a regolarmi per me, figurati per accordarmi con qualcun altro. Stavo anche molto bene, la prima tappa, la più dura, non l’ho sofferta affatto. Un momentaccio l’ho passato a metà della seconda tappa: ho perso una lente a contatto e così diventa più difficile distinguere le traiettorie giuste visto che il senso della profondità viene meno. Fondamentalmente ho risolto strizzando un occhio e usando l’altro nelle pendenze peggiori. Secondo posto.
Finita la gara ci si gode il pranzo sotto gli stand, ci si gode pure un simpatico temporale, con pioggia e grandine a vento. Ma la premiazione è una chicca: non si risparmiano nulla. Fortuna vuole che vinco due gomme nuove e incartate, e se leggete il post precedente comprenderete il mio disappunto, visto che le avevo cambiate contro voglia due giorni prima.
Insomma, come quando a scuola devi arrivar presto per prendere il posto in fondo, loro arrivan presto ma per rubare il primo posto a me. Paolina passa il tempo a ricordarmi quanto questa stagione non si sia allenata. Io evito di dirle che questo inverno ho saltato solo i sabati prima delle gare.
Di Bikeland siamo tantissimi, le coppie più disparate. Non potrò parlare di tutti e spero non me ne vorranno, ma per entrare nelle nostre grazie bisogna andare a Gubbio e fare il giro della fontana determinate volte. Tornate quando avrete la patente da matti!
Il mio fratellone ha avuto il suo bel da fare per tenere a bada quel cavallo imbizzarrito di Ale: ormai i pastori del luogo lo chiamano per nome per quante volte ha solcato quel percorso e i cani non gli mordono più i polpacci. Ma che dire della meravigliosa forma del nostro Presidente? Ha corso assieme al Direttore e viene da pensare che tra alte cariche vadano proprio d’accordo visto che hanno tagliato il traguardo con un ottimo risultato, che non conosco, ma sono certa sia ottimo.
Sono molto addolorata per Matteo e Sauro. Non erano proprio in giornata…Mi hanno sorpassato a triplice velocità, senza contare che io ero partita molto, ma molto, ma moltissimo prima. Proprio non andavano. Proprio non andavano piano. Chi era nei dintorni poteva intuire il loro passaggio udendo le urla assurde, da pazzo scatenato, abbellite da aggettivazioni a sfondo religioso targate Postino. Quando fa il tifo il postino devi per forza andar forte, perché c’è lui che ti corre dietro come un matto e ti prende paura.
E in quanto a tifo non ci possiamo lamentare. C’erano tutti: lungo il percorso, ai lati, e senza differenza di club. C’era un incoraggiamento per tutti. Eppure, a metà gara, superato un tratto ombreggiato scorgo qualcosa di strano ma familiare. Qualcosa di peloso. Vedo il baffo, vedo lo stinco riccioluto, vedo la divisa, ma soprattutto sento gli incitamenti. Giorgino, che doveva andare al mare, non è potuto mancare. Ha detto alla moglie “Donna, tu vai. Va pure al mare, divertiti pure senza di me. Io ho delle responsabilità da ottemperare”. Forse non ha usato questi termini, ma mi ha fatto compagnia per un lungo tratto, dando pure una mano alla mia collega.
Michele era gasatissimo per questa occasione, il percorso, la discesa in primis, faceva per lui. E ha corso assieme a Mercati. Devono aver avuto diversi guai tecnici perché un attimo mi passavano…poi li vedevo a bordo strada…poi mi ripassavano…di nuovo fermi…fermi e irritati…fermi e incazzati…
Nell’ultimo tratto di discesa ho scorto il risultato della bruttissima caduta di Carlo. Speriamo si rimetta in fretta. Forse lo terranno in osservazione 24 ore in ospedale. Avendo riportato l’auto alla moglie, dopo la gara, e avendoci scambiato un paio di parole, gli consiglio vivamente di soggiornare il più a lungo possibile nella struttura sanitaria, poiché al ritorno, qualcuno gli ci farà “la giunta” come si dice in gergo. .
Ho detto tanto, ma della mia gara ben poco. Non sono stata una gran compagna di squadra: è che non riesco a regolarmi per me, figurati per accordarmi con qualcun altro. Stavo anche molto bene, la prima tappa, la più dura, non l’ho sofferta affatto. Un momentaccio l’ho passato a metà della seconda tappa: ho perso una lente a contatto e così diventa più difficile distinguere le traiettorie giuste visto che il senso della profondità viene meno. Fondamentalmente ho risolto strizzando un occhio e usando l’altro nelle pendenze peggiori. Secondo posto.
Finita la gara ci si gode il pranzo sotto gli stand, ci si gode pure un simpatico temporale, con pioggia e grandine a vento. Ma la premiazione è una chicca: non si risparmiano nulla. Fortuna vuole che vinco due gomme nuove e incartate, e se leggete il post precedente comprenderete il mio disappunto, visto che le avevo cambiate contro voglia due giorni prima.
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