Tutte le mattine tocca portar via la spazzatura, anche le mattine che uno parte per milano e ovviamente si è ridotto all'ultimo minuto per caricare bici e bagagli in auto. Così per portare tutto in auto senza far quaranta viaggi devo inventarmi qualche arto superiore in più. E già esser riuscita a caricare due valige (siamo donne si sà), più il sacco dei rifiuti e fatto due piani di condominio senza ammazzarsi è segno che qualche magia possa accadere. Raggiungo i miei traghettatori infernali. Premetto che sta diluviando, condizione climatica che non ci abbandonerà mai per tutto il racconto. Nel furgone siamo io e Mauro, con Fabione alla guida. Caricare il mezzo con tutto quello che abbiamo portato è più difficile che risolvere il cubo di rubrik. Ovviamente il compito spetta a Mauro, lo scienziato di turno.
L'altra ammiraglia che ci scorta a Milano conta un paio di gambe che hanno vinto il top cross, ovvero Paolo, e un altro tipo abituato a scaricare l'adrenalina in tre minuti di gara, esperto in caminetti e ossessionato dalle docce, Michele. C'è poi il figlio di Paolo, che sicuramente deve farsi perdonare qualcosa, altrimenti non si spiega il perchè ci accompagni con tanta pazienza. Il furgone è pilotato da un pazzo per il quale la distanza di sicurezza è considerata in un intervallo di spazio che va dai 5 millimetri ai 10. Il tutto corredato da una guida con telefonino alla mano e piede molto appesantito sul pedale di destra. Probabilmente Fabione ha già la mente proiettata alla gara, di certo nella vita di tutti i giorni è un'autista diligente. Alla mia destra siede l'unico uomo al mondo capace di trovare un nesso tra l'organogenesi delle piante e il sesso in tutte le sue forme. Con questo non pensiate che Vigna sia uno fissato con l'altro lato del letto. Anche perchè per lui il letto è superfluo. Io sto nel mezzo e mi domando perchè mai ho portato via il phon che tanto qua piove che fra un pò si affoga! All'autogrill Mauro stappa una bottiglia di brunello e mentre rende il cavatappi alla barista le fa "Il tappo devo ridartelo? No perchè sai, faccio la collezione" e quella risponde seria "No, lo può tenere".
Arriviamo a Milano, prima di trovare il parco dell'Idroscalo facciamo diversi "biricchi", anche perchè come al solito ho impostato male il navigatore, con la complicità di MAuro questa volta. Parcheggiamo. Scendiamo dai nostri mezzi: è un freddo che pela, piovono gocce da due litri l'una e io penso "Merda, con tutte le robe inutili che ho portato, ho preso solo un paio di scarpine fine fine da ginnastica". Si monta il gazebo sotto l'acqua, mi preparo per girare vestendomi dentro i bagni pubblici. Piove. Proviamo il percorso, ovviamente Michele non ci prende ad esempio, lui prova a piedi. Il tracciato sembra spalmato di sapone. Non si sta ritti. Io mi faccio muta dal terrore per la gara che mi aspetta domenica, MAuro fa come me. Pieroni pare un invasato. Giustamente non ci laviamo, rimettiamo i vestiti di prima tutti zozzi e andiamo alla riunione tecnica dove giudici e organizzatori ci dicono tutto quello che non dobbiamo fare, come ad esempio piantargli il gazebo ad un metro dal percorso.
Via a smontarlo. Io sento freddo, ho i piedi bagnati come tutto il corpo, entro nel furgone e lascio fare gli uomini. Poi un caffè veloce in un bar di bulgari che parlano bulgaro e che gli chiedo un tè e mi voglion dare una camomilla e infine in albergo. Hotel spettacolare, col phon che è meglio del mio. Tv ultrapiatta hdmi e il non plus ultra di tutto: la carta igienica col primo lembo piegato come si fa con lo scotch, non bisogna faticare manco al bagno! A cena ordiniamo il prosciutto crudo e ce lo portano cotto, poi chiediamo il parmigiano e ci portano il brie. Allora gli ordiniamo una crema catalana e ci portano un piatto di pasta. Ecco, basta capire il meccanismo. Poi a nanna. Ah dimenticavo. Piove.
GIORNO 2 - BAGNO DI FANGO
I miei uomini oggi corrono, tutti; io correrò il giorno successivo, l'agonia continua. I miei uomini per di più corrono di buon mattino. E Paolo è abituato a far colazione presto. Arriviamo in hall all'ora prestabilita e lui è già lì che si è sbranato pure il fornaio che porta i cornetti. E in più ci strapazza "Siete in ritardo di due minuti!". Tra un caffè e l'altro ingoia pastiglie e intrugli vari. Sono tutti un pò nervosi, io non riesco a capirli bene, la mia mente è ancora lontana dalla competizione. Butta là che non piove...ancora! Il tempo di consegnare qualche pacco nella zona toilette e tutti al campo gara. In castelano dicesi "troscia", in italiano diremo "molto fango appiccicaticcio dove le ruote sprofondano e ti fanno incazzare come una biscia". Ma io non corro, io faccio le foto. Se sto bene io stan bene tutti.
Partono Mauro e Paolo. Dopo un pò, visto che erano a rifarsi il trucco e pure un pò sbadatelli, partono pure Colli e il collega, della Battistelli.
Poi verranno prontamente depennati dalla lista del traguardo. Qua i giudici non hanno nulla a che vedere con la materna Salvina. Paolo non riesce ad esprimere al massimo le sue potenzialità, secondo me ha fatto colazione talmente presto che gli è tornata fame. Mauro parte un pò così, pare che non ci crede. Poi quando in diretta lo vedo stampare un cristo in terra da antologia, penso proprio che dovrò consolarlo per tutto il giorno. E invece come l'araba fenice risorge dal fango di milano e fa una rimonta pazzesca. Quinto. Che macchina umana! Seconda fascia, parte il resto della truppa.
Antonio e Michele si difendono con stile, come pure Fabione. Alessio ci crede meno ma va fino in fondo senza rompere niente, lui che è spesso sfortunato. Al traguardo lanciamo al volo il borsone a Michele che scappa a far la doccia. C'ha questa fissa della doccia. che è un bene intendiamoci esser puliti, ma almeno un minuto per rifiatare. No, doccia. Campa cavallo, sono ad un chilometro e mezzo di distanza. Infatti quando torna è quasi ora che ne faccia un'altra. E poi? Poi spariscono tutti. I miei uomini tornano alle loro vite, ripartono verso casa. Michele deve andare a preparare il trasloco visto che ha perso una scommessa. Fabio deve schiacciare palloni e così via. Li imploro di portarmi via con loro, che mi mette pensiero farmi legnare l'indomani. Non hanno pietà. Mi lasciano nelle grinfie di MAuro. Che mi coccola come una regina per tutto il giorno. Pranziamo addirittura accanto ad Enrico Ruggeri: mauro dice che ha le macchie da vecchio sulla pelle. Chissà lui che avrà pensato di noi. Ancora non piove, ancora. Andiamo a riposare in camera. Io ho sempre i piedi bagnati e gelati, non ci crederete ma sto cinque minuti a scaldarli col phon. Poi a letto a guardar la De Filippi. Verso le 18 raggiungo Mauro in camera: lo sorprendo con un completino di latex, una palla di gomma in bocca e le mollette ai capezzoli...eh...bugia. E' semplicemente in mutande. Io sto con tre maglie e lui in mutande. Nel frattempo ho fatto i capelli, visto che non pioveva, almeno tolgo il solito cappello. Si decide per un giro in centro. Usciamo dall'hote e inizia a piovere. Bestemmia libera e via, rimetti il cappello. Ammiriamo velocemente il duomo e la galleria, proponendo dubbi sull'universale imbecillità di chi compra borse da cinquemila euro. Quelli che comprano le borse guardano noi con bici da cinquemila euro e pensano "Ah, non hanno manco il motore! Che tonti!". Si torna in hotel, non prima di aver atteso sotto l'acqua un bus che non arrivava mai a causa di un incidente. Adoro Milano, ci torno di sicuro! Ormai ho i piedi palmati, i capelli come un sorcio unto e il pensiero che il giorno dopo mi sarebbe toccato di peggio. Cena e poi a letto. Ancora piove. Notte travagliata. Il solito Marzullo alle una. Forse porta fortuna.
GIORNO 3 -MIRACOLO
Sveglia. Non piove. E' forse un segno? Accendo la tv per rilassarmi un pò, piazzo il canale su "Malattie misteriose", documentario su gente che non si capisce perchè non si sia impiccata da quante gliene toccano tutte insieme. Questa di oggi da un gomito indolenzito ì finita per restare sulla sedia a rotelle. Di solito il programma finisce che trovano il rimedio. Ma la tensione è forte, non la reggo e spendo prima. Giù a colazione. "Mauro, portami l'endurus. Infilarmi in bocca la pompetta con quella robbaccia rossa mi tira su di morale". Un caffè tristo peggio di quello che riesco a far io quando una volta l'anno tiro fuori la macchinetta americana, marmellata, cereali e via. Mentre preparo le mie cose mauro mi attacca i numeri.
Mi vede che pisticchio un pò, fa veloce e mi lascia. Vado in bagno. Poi infilo tutto. Matematicamente, infilato quel preservativo di bodi, mi tocca tornare in bagno, col rischio di far saltare tutte le spille. Non succede. Piccole fortune, piccoli segnali, come il filo di sole che spunta dal cielo. Campo gara. E' la medesima "troscia" del giorno prima. Non sono abituata a guidare in queste condizioni. Mah, vedremo, sono poco ottimista. In griglia. Master 1e2 ci fanno partire assieme. Ho due avversarie. Una mi ha sempre fregato, e di molto pure. L'altra a Magione forò, altrimenti pure lei mi dava molti secondi. Allontano i cattivi pensieri. Parto di merda. Ma appena inizia il fango rientro a pochi metri dalle mie colleghe. Al primo giro resto sempre a breve distanza. Ma a metà del secondo sono davanti. Inaspettatamente guido bene. Di colpo mi tornano in mente tutti i consigli che mauro e mauro (vigna e cozzari), mi hanno dato gara dopo gara. Addirittura un tecnico consiglia ad una juniores in gara "Tu segui le traiettorie sue!". Mai capitata una cosa simile, di solito dicono "Tu non fare come fa lei". Arrivo al traguardo, son tutti in mezzo pronti a scattare le foto, a far riprese. Ovviamente stanno là per le vip, per me un pò meno. E in effetti non ci capisco niente. Non son neppure convintissima della vittoria perchè c'è una col numero simile al mio. Le chiedo l'età. E' Master2. Quindi non con me. Ancora non son convinta. Con MAuro accanto aspettiamo il verdetto dello speaker, ci mette una vita. Alla fine lo dice. Ci mettiamo a zompare come due matti.
C'è Chieruzzi vicino. Io devo andare verso il podio. Ci pensa Sandro a consolare Mauro che qualche lacrima la versa. Mentre siamo dietro al podio una scena veramente paradossale. Arriva la ragazza della Pro-Bike piangendo. Le faccio "Che è successo?". "Accidenti, è tutta colpa mia, ti ho fatto passare". In pratica lei sostiene che io ho vinto per sua intercessione. Dato che è arrivata terza io prontamente le rispondo "Ma scusa, spiegami un pò, allora hai fatto passare pure la seconda visto che sei terza!". Le donne son proprio una specie che va studiata approfonditamente, e ci vogliono scienziati bravi parecchio per capirci! Sul podio con le miss, poi medaglia, fiori, trofeo e la cosa migliore: la maglia tricolore. E grazie a carlo roscini io lo so bene come devo fare, mi suonano in testa le sue parole "ALLACCIA BENE!". Poi l'inno con tutte le altre ragazze. Su internet si vede il video mentre cantiamo e io che faccio i versi a MAuro. Poi lo spumante. Difficile che io lo spreco così, però per l'occasione...
Puzzo di vino come uno scaricatore di porto, rimedio una mezza doccia dentro i bagni pubblici e poi via al furgone per rimettere tutto a posto. Intanto chiamano tutti. A me che il telefono mi squilla a capodanno o quando quelli della tim vogliono appiopparmi qualche contratto. Tutti a farmi i complimenti. Mauro che ogni tanto si ferma e mi fissa. Per strada il tempo vola. Ma razionalizzare la cosa è difficile. Raggiungere un obiettivo, soprattutto quando totalmente inaspettato, lascia come svuotati, come in balia del nulla. Ah dimenticavo. Non piove. Però i piedi son sempre gelati. Ma chissene frega.
L'altra ammiraglia che ci scorta a Milano conta un paio di gambe che hanno vinto il top cross, ovvero Paolo, e un altro tipo abituato a scaricare l'adrenalina in tre minuti di gara, esperto in caminetti e ossessionato dalle docce, Michele. C'è poi il figlio di Paolo, che sicuramente deve farsi perdonare qualcosa, altrimenti non si spiega il perchè ci accompagni con tanta pazienza. Il furgone è pilotato da un pazzo per il quale la distanza di sicurezza è considerata in un intervallo di spazio che va dai 5 millimetri ai 10. Il tutto corredato da una guida con telefonino alla mano e piede molto appesantito sul pedale di destra. Probabilmente Fabione ha già la mente proiettata alla gara, di certo nella vita di tutti i giorni è un'autista diligente. Alla mia destra siede l'unico uomo al mondo capace di trovare un nesso tra l'organogenesi delle piante e il sesso in tutte le sue forme. Con questo non pensiate che Vigna sia uno fissato con l'altro lato del letto. Anche perchè per lui il letto è superfluo. Io sto nel mezzo e mi domando perchè mai ho portato via il phon che tanto qua piove che fra un pò si affoga! All'autogrill Mauro stappa una bottiglia di brunello e mentre rende il cavatappi alla barista le fa "Il tappo devo ridartelo? No perchè sai, faccio la collezione" e quella risponde seria "No, lo può tenere".
Arriviamo a Milano, prima di trovare il parco dell'Idroscalo facciamo diversi "biricchi", anche perchè come al solito ho impostato male il navigatore, con la complicità di MAuro questa volta. Parcheggiamo. Scendiamo dai nostri mezzi: è un freddo che pela, piovono gocce da due litri l'una e io penso "Merda, con tutte le robe inutili che ho portato, ho preso solo un paio di scarpine fine fine da ginnastica". Si monta il gazebo sotto l'acqua, mi preparo per girare vestendomi dentro i bagni pubblici. Piove. Proviamo il percorso, ovviamente Michele non ci prende ad esempio, lui prova a piedi. Il tracciato sembra spalmato di sapone. Non si sta ritti. Io mi faccio muta dal terrore per la gara che mi aspetta domenica, MAuro fa come me. Pieroni pare un invasato. Giustamente non ci laviamo, rimettiamo i vestiti di prima tutti zozzi e andiamo alla riunione tecnica dove giudici e organizzatori ci dicono tutto quello che non dobbiamo fare, come ad esempio piantargli il gazebo ad un metro dal percorso.
Via a smontarlo. Io sento freddo, ho i piedi bagnati come tutto il corpo, entro nel furgone e lascio fare gli uomini. Poi un caffè veloce in un bar di bulgari che parlano bulgaro e che gli chiedo un tè e mi voglion dare una camomilla e infine in albergo. Hotel spettacolare, col phon che è meglio del mio. Tv ultrapiatta hdmi e il non plus ultra di tutto: la carta igienica col primo lembo piegato come si fa con lo scotch, non bisogna faticare manco al bagno! A cena ordiniamo il prosciutto crudo e ce lo portano cotto, poi chiediamo il parmigiano e ci portano il brie. Allora gli ordiniamo una crema catalana e ci portano un piatto di pasta. Ecco, basta capire il meccanismo. Poi a nanna. Ah dimenticavo. Piove.
GIORNO 2 - BAGNO DI FANGO
I miei uomini oggi corrono, tutti; io correrò il giorno successivo, l'agonia continua. I miei uomini per di più corrono di buon mattino. E Paolo è abituato a far colazione presto. Arriviamo in hall all'ora prestabilita e lui è già lì che si è sbranato pure il fornaio che porta i cornetti. E in più ci strapazza "Siete in ritardo di due minuti!". Tra un caffè e l'altro ingoia pastiglie e intrugli vari. Sono tutti un pò nervosi, io non riesco a capirli bene, la mia mente è ancora lontana dalla competizione. Butta là che non piove...ancora! Il tempo di consegnare qualche pacco nella zona toilette e tutti al campo gara. In castelano dicesi "troscia", in italiano diremo "molto fango appiccicaticcio dove le ruote sprofondano e ti fanno incazzare come una biscia". Ma io non corro, io faccio le foto. Se sto bene io stan bene tutti.
Partono Mauro e Paolo. Dopo un pò, visto che erano a rifarsi il trucco e pure un pò sbadatelli, partono pure Colli e il collega, della Battistelli.
Poi verranno prontamente depennati dalla lista del traguardo. Qua i giudici non hanno nulla a che vedere con la materna Salvina. Paolo non riesce ad esprimere al massimo le sue potenzialità, secondo me ha fatto colazione talmente presto che gli è tornata fame. Mauro parte un pò così, pare che non ci crede. Poi quando in diretta lo vedo stampare un cristo in terra da antologia, penso proprio che dovrò consolarlo per tutto il giorno. E invece come l'araba fenice risorge dal fango di milano e fa una rimonta pazzesca. Quinto. Che macchina umana! Seconda fascia, parte il resto della truppa.
Antonio e Michele si difendono con stile, come pure Fabione. Alessio ci crede meno ma va fino in fondo senza rompere niente, lui che è spesso sfortunato. Al traguardo lanciamo al volo il borsone a Michele che scappa a far la doccia. C'ha questa fissa della doccia. che è un bene intendiamoci esser puliti, ma almeno un minuto per rifiatare. No, doccia. Campa cavallo, sono ad un chilometro e mezzo di distanza. Infatti quando torna è quasi ora che ne faccia un'altra. E poi? Poi spariscono tutti. I miei uomini tornano alle loro vite, ripartono verso casa. Michele deve andare a preparare il trasloco visto che ha perso una scommessa. Fabio deve schiacciare palloni e così via. Li imploro di portarmi via con loro, che mi mette pensiero farmi legnare l'indomani. Non hanno pietà. Mi lasciano nelle grinfie di MAuro. Che mi coccola come una regina per tutto il giorno. Pranziamo addirittura accanto ad Enrico Ruggeri: mauro dice che ha le macchie da vecchio sulla pelle. Chissà lui che avrà pensato di noi. Ancora non piove, ancora. Andiamo a riposare in camera. Io ho sempre i piedi bagnati e gelati, non ci crederete ma sto cinque minuti a scaldarli col phon. Poi a letto a guardar la De Filippi. Verso le 18 raggiungo Mauro in camera: lo sorprendo con un completino di latex, una palla di gomma in bocca e le mollette ai capezzoli...eh...bugia. E' semplicemente in mutande. Io sto con tre maglie e lui in mutande. Nel frattempo ho fatto i capelli, visto che non pioveva, almeno tolgo il solito cappello. Si decide per un giro in centro. Usciamo dall'hote e inizia a piovere. Bestemmia libera e via, rimetti il cappello. Ammiriamo velocemente il duomo e la galleria, proponendo dubbi sull'universale imbecillità di chi compra borse da cinquemila euro. Quelli che comprano le borse guardano noi con bici da cinquemila euro e pensano "Ah, non hanno manco il motore! Che tonti!". Si torna in hotel, non prima di aver atteso sotto l'acqua un bus che non arrivava mai a causa di un incidente. Adoro Milano, ci torno di sicuro! Ormai ho i piedi palmati, i capelli come un sorcio unto e il pensiero che il giorno dopo mi sarebbe toccato di peggio. Cena e poi a letto. Ancora piove. Notte travagliata. Il solito Marzullo alle una. Forse porta fortuna.
GIORNO 3 -MIRACOLO
Sveglia. Non piove. E' forse un segno? Accendo la tv per rilassarmi un pò, piazzo il canale su "Malattie misteriose", documentario su gente che non si capisce perchè non si sia impiccata da quante gliene toccano tutte insieme. Questa di oggi da un gomito indolenzito ì finita per restare sulla sedia a rotelle. Di solito il programma finisce che trovano il rimedio. Ma la tensione è forte, non la reggo e spendo prima. Giù a colazione. "Mauro, portami l'endurus. Infilarmi in bocca la pompetta con quella robbaccia rossa mi tira su di morale". Un caffè tristo peggio di quello che riesco a far io quando una volta l'anno tiro fuori la macchinetta americana, marmellata, cereali e via. Mentre preparo le mie cose mauro mi attacca i numeri.
Mi vede che pisticchio un pò, fa veloce e mi lascia. Vado in bagno. Poi infilo tutto. Matematicamente, infilato quel preservativo di bodi, mi tocca tornare in bagno, col rischio di far saltare tutte le spille. Non succede. Piccole fortune, piccoli segnali, come il filo di sole che spunta dal cielo. Campo gara. E' la medesima "troscia" del giorno prima. Non sono abituata a guidare in queste condizioni. Mah, vedremo, sono poco ottimista. In griglia. Master 1e2 ci fanno partire assieme. Ho due avversarie. Una mi ha sempre fregato, e di molto pure. L'altra a Magione forò, altrimenti pure lei mi dava molti secondi. Allontano i cattivi pensieri. Parto di merda. Ma appena inizia il fango rientro a pochi metri dalle mie colleghe. Al primo giro resto sempre a breve distanza. Ma a metà del secondo sono davanti. Inaspettatamente guido bene. Di colpo mi tornano in mente tutti i consigli che mauro e mauro (vigna e cozzari), mi hanno dato gara dopo gara. Addirittura un tecnico consiglia ad una juniores in gara "Tu segui le traiettorie sue!". Mai capitata una cosa simile, di solito dicono "Tu non fare come fa lei". Arrivo al traguardo, son tutti in mezzo pronti a scattare le foto, a far riprese. Ovviamente stanno là per le vip, per me un pò meno. E in effetti non ci capisco niente. Non son neppure convintissima della vittoria perchè c'è una col numero simile al mio. Le chiedo l'età. E' Master2. Quindi non con me. Ancora non son convinta. Con MAuro accanto aspettiamo il verdetto dello speaker, ci mette una vita. Alla fine lo dice. Ci mettiamo a zompare come due matti.
C'è Chieruzzi vicino. Io devo andare verso il podio. Ci pensa Sandro a consolare Mauro che qualche lacrima la versa. Mentre siamo dietro al podio una scena veramente paradossale. Arriva la ragazza della Pro-Bike piangendo. Le faccio "Che è successo?". "Accidenti, è tutta colpa mia, ti ho fatto passare". In pratica lei sostiene che io ho vinto per sua intercessione. Dato che è arrivata terza io prontamente le rispondo "Ma scusa, spiegami un pò, allora hai fatto passare pure la seconda visto che sei terza!". Le donne son proprio una specie che va studiata approfonditamente, e ci vogliono scienziati bravi parecchio per capirci! Sul podio con le miss, poi medaglia, fiori, trofeo e la cosa migliore: la maglia tricolore. E grazie a carlo roscini io lo so bene come devo fare, mi suonano in testa le sue parole "ALLACCIA BENE!". Poi l'inno con tutte le altre ragazze. Su internet si vede il video mentre cantiamo e io che faccio i versi a MAuro. Poi lo spumante. Difficile che io lo spreco così, però per l'occasione...
Puzzo di vino come uno scaricatore di porto, rimedio una mezza doccia dentro i bagni pubblici e poi via al furgone per rimettere tutto a posto. Intanto chiamano tutti. A me che il telefono mi squilla a capodanno o quando quelli della tim vogliono appiopparmi qualche contratto. Tutti a farmi i complimenti. Mauro che ogni tanto si ferma e mi fissa. Per strada il tempo vola. Ma razionalizzare la cosa è difficile. Raggiungere un obiettivo, soprattutto quando totalmente inaspettato, lascia come svuotati, come in balia del nulla. Ah dimenticavo. Non piove. Però i piedi son sempre gelati. Ma chissene frega.
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