Il nostro Cristian è così, per un periodo lo senti tutti i giorni, poi passa un mese non lo senti più, e poi ritorna tra noi. Una fenice in tutto e per tutto. Di questi tempi però la giustificazione gliela diamo buona: stava mettendo su casa. E conoscendo le sue capacità nel mondo del bricolage, possiamo star sicuri che per lui deve essere stato estenuante passare le giornate chiamando falegnami, muratori, imbianchini… Se non ho capito male, tempo fa a cena mi raccontò di aver interpellato l’elettricista per cambiare un faretto di casa. Io sento di sapere il fatto mio visto che per cambiare il rotolo della cartaigenica non chiamo mai nessuno. Insomma, ripresosi da tutti i flagelli psicofisici causati dal trasloco, il mio telefono ricomincia a squillare. Peccato che durante la scorsa settimana ho dovuto sempre declinare i suoi inviti: tra il lavoro e l’influenza non c’era verso.
Poi però sabato ho ceduto alle sue lusinghe nonostante parlassi ancora con un filo di voce ed espellessi robaccia verde da naso e bocca, tanto che i guanti erano blu e ora sono…diciamo che pare abbiano il carapace. Si prendono accordi, nonostante io abbia già i piedi in altre staffe. Avevo già appuntamento col discesista pazzo per il pomeriggio.
Ma sono troppo affezionata al trekkista per eccellenza e così si decide: girata mattutina, ognuno parte da casa alle 9.45. Io sono puntuale come sempre, lui come sempre è in ritardo. Io sono già alla Casella, lui è ancora intento a vestirsi. Con srotolamento di tappeto rosso e mia grande emozione accolgo il suo arrivo e ci dilettiamo, con un vento contro che ti portava le sopracciglia a livello della nuca, a scalare Valdipetrina, per poi passare per Trestina e tornare a Castello. Giro calmo calmo. Del resto bisogna rimettersi in paro con le chiacchiere. Io mi vanto solo un pochino degli ultimi risultati in mtb, e lui mi racconta delle sue corsette a piedi da pensionato. Io gli parlo del mio pseudo-lavoro da cameriera e lui mi dice della nuova casetta. Percorrendo la strada del ritorno, ormai sola, mi accingo a disdire l’uscita pomeridiana in mtb. Il vento e l’influenza ancora in circolo mi hanno tolto ogni buona intenzione. Un po’ mi scoccia: mi diverto da morire con quei matti di san giustino, e poi là i paesaggi sono una favola. Spero in settimana di potermi rifare.
1 commento:
Ma ti fai mettere soggezione dalle tue colleghe? Cmq ieri il rientro delle vecchie conoscenze è stato davvero spassoso! Non tanto a livello ciclistico quanto a livello ballistico...
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