Tre sono le cose certe della vita: la morte, le tasse e che il downhill non ha nulla a che vedere con il resto del mondo a due ruote. Il downhiller deve inanzitutto essere pazzo, deve possedere una soglia del dolore molto più elevata delle donne che si fanno la ceretta all’inguine, deve essere un appassionato di campeggio e vita nomade in generale, deve essere accompagnato da una dolce metà molto ma molto paziente. E avere pure tanti bei soldini per rimettere a posto tutti i danni arrecati al mezzo che ad ogni gara segna sul suo libro nero. E fanno la felicità dei negozianti.
Fontecchio, col suo tracciato spettacolare, ieri è stato il microcosmo perfetto per circa 130 esemplari di questo tipo. Il Nono trofeo Terme di Fontecchio si preannuncia ogni anno come un successo e ogni anno rimanda a casa atleti schizofrenici che fortunatamente si complimentano con l’organizzazione. Perché quello che è giusto è giusto e oltre allo scenario che ci mette molto del suo, il merito va diviso tra un gruppo affiatato di ciclisti che ognuno facendo la propria parte, rende questo appuntamento annuale una vera festa per praticanti, amanti e spettatori ignari di questa disciplina così particolarmente misteriosa e affascinante. Il gruppo affiatato ovviamente siamo noi volponi del Bikeland2003 che ormai abbiamo consolidato la nostra fama di gente che sa il fatto proprio in campo ciclistico, sia dal lato agonistico che burocratico. E di meriti, come sempre, c’è qualcuno che ne ha più di altri. Proprio come i famosi animali di Orwell, che sono tutti uguali ma che qualcuno è più uguale di altri. Per penetrare ancor più a fondo nella parabola orwelliana diremo che questi falsi democratici erano i maiali e che nel nostro caso il Vigna nazionale è il vero maiale per eccellenza. Mi perdonerà il doppio senso, lui che ne è maestro. Non volevo di certo cascare nella sua rete, anzi, ammetto che in questi due giorni di gara ha dovuto mettere gli ormoni a riposo tanto era l’impegno richiesto da tutto e tutti per far sì che tutto filasse liscio. E così scopriamo che Mauro può far tutto e sa far tutto: va forte in bici, svolge un lavoro di grande responsabilità, fa un’ottima crostata, cucina il pesce alla grande, ne capisce di vini, la sa lunga sia di psicologia che di filosofia, è bravo nei lavori di artigianato e col computer non ha rivali. Ieri ho avuto il piacere e l’onore di affiancarlo per buona parte del tempo, aiutandolo nel mio piccolo, a registrare i tempi delle manche, a operare vari controlli. Il grande problema di Mauro è proprio quello di saper fare tante cose: tutti chiedono a lui. Così, mentre deve stilare le classifiche arriva un tizio a destra che gli domanda dove sono Tizio e Caio, poi arriva un giudice che chiede un’altra cosa, poi arriva Michele che gli domanda come fare con quest’altra faccenda, poi ci sono io che non capisco niente quando comincia a ragionare di fitto con numeri dati e compagnia bella, poi arriva il padreterno e gli domanda se per la prossima settimana sia una buona idea far passare una corrente di bassa pressione sopra l’Africa sub-sahariana. Insomma, se non chiedi a Vigna sei un coglione, e ieri nessuno voleva passar per tale. Il miracolo è che non ha mai perso la pazienza. Le precise parole di Carmela, la donna giudice: “Ah Mauro, ieri mattina eri seduto a questo computer, è oggi pomeriggio sei ancora seduto qui. Fra un po’ metti le radici.” In più tutta la commissione della federazione si è complimentata, ogni volta che vengono a Castello sono tranquilli, perché sanno che sappiamo il fatto nostro. Per dire qualcosa in più sulla giuria dovremmo in primis porgere tanto di cappello: mi hanno detto quanto prendono al giorno per una gara, e vi assicuro che io al posto loro preferirei sbattere il mignolino del piede agli spigoli di un tavolino piuttosto che prendermi tutti quegli insulti dagli atleti che solitamente qualche ragione ce l’hanno pure. La Carmela, l’aitante signora che secondo me fa il filo a Vigna e neppure tanto velatamente, è davvero simpatica, e si preoccupa della polvere che le macchine sollevano e le sporcano i capelli fatti il giorno prima. La Salvina, con la sua chioma fluente e il suo colpo di sole rosso-maranello è il nostro cane da guardia. Ogni volta che la folla non ci dava retta noi sguinzagliavamo lei e tutti facevano i buoni. E’ stato mio il merito, le ho detto “Pensaci tu, fagli uno di quegli urli che sfoderi in griglia quando al ciclocross non ti diamo retta!”. Il giudice uomo stava un po’ sulle sue, secondo me era geloso perché Vigna con lui non ha tentato neppure un mezzo approccio.
Complimenti a quel matto di Nicolò Marsiglietti che se va forte in quella maniera tutte le rotelle al posto giusto non credo le abbia ma che oltre ad essere veramente in gamba è pure molto simpatico. Bravissimo anche a Daniele, chiedo venia, non ricordo il cognome, ma sono rimasta di stucco: non lo conoscevo ma d’ora in poi mi documenterò. E ultimo ma non certo per ordine di importanza, come non applaudire Michele, che ogni volta che scende fa battere a mille il cuore della Milva, che tutto fa tranne che preoccuparsi per l’incolumità del marito. Lei pensa solo a segnare i tempi, ed è pure capace di dargli una strigliata se non ha fatto bene. Brava, mettiamoli in riga questi uomini.
Vogliamo dire del resto dello staff? Diciamo qualcosa.
Antonello: il direttore mega-galattico è difficile tenerlo fermo su una sedia anche solo per mezzo minuto. Tanto che ha passato il tempo, come giusto, ad occuparsi di pubbliche relazioni.
Matteo: anche Matteo si è occupato di pubbliche relazioni, ma con una signorina, promoter di integratori sportivi. Aspettiamo ancora di sapere se la cosa sia andata in porto, sperando che non gli abbia parlato solo di cross country e gran fondo.
Giorgio: lui c’aveva da fare la salsicciata e da sfottere i Tassi.
Roberto: lui invece faceva le foto e sfotteva Pieroni.
Pieroni: oltre a sfottere Roberto guidava il camion che portava i biker alla partenza. Lo faceva con un certo stile: braccio di fuori e musica a palla, urlando ogni tanto qualche cavolata dal finestrino.
Milva: pensava che la cassa aprisse alle 8.30. La cassa invece apriva alle 8.00. Lei è arrivata alle 8.31. Mauro si era spazientito solo un pochino, ma poco. Milva scherzo, non te la prendere.
Piccola rimostranza: se becco chi si è preso la mia S della shirt dedicata allo staff gli sego le braccine. Ho dovuto trascorrere la giornata con addosso una taglia L tutta bisaciona e Giorgio mentre me l’appioppava m’ha pure detto “Vedrai che non c’avanza tanto, va bene”. Giorgino caro, ma tu lo sai che una donna che si sente dire che una taglia L è giusta per lei, potrebbe non solo toglierti gli occhi dalle orbite e usarle come palline per giocare a biliardino, ma potrebbe pure invertire l’ordine dei tuoi organi interni di modo che il tuo fegato prenda il posto della tua milza. Caution!!!
1 commento:
E le foto della gara?sn impaziente!!!!!ahaha ciao!!!
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