“Come è andata la cena romi?” Questa la domanda di mia madre quando venerdì scorso verso mezzanotte e qualcosa sono rientrata in casa. Per fortuna che lei aveva tanto sonno e non si ricorda nulla, perché neppure io ricordo cosa le ho risposto. Il problema di fondo è che al tavolo, in compagnia, il gomito mi si alzava con troppa facilità. Se poi aggiungiamo che tornavo da un faticoso giro in mtb e mi stavo saziando con una nutrientissima insalata…
Lo scoop della serata è stato Matteo, la nostra maglia arancio, il nostro potente e valoroso capitano col bicchiere in mano, una novità. E aveva due angeli custodi a sostenerlo: Fabione teneva il bicchiere e Mauro lo riempiva. I tre si stavano preparando per la gara di Porchiano che si è disputata ieri. Fortuna o sfortuna vuole, dipende dai punti di vista, che proprio accanto al nostro tavolo da 25 ce ne fosse un altro, tutto al femminile con una media di età di 16 anni. Galeotta la primavera, che mette a dura prova gli ormoni di questi uomini, non vi dico che colli lunghi che si sono ritrovati a fine pasto. Il nostro capitano ha tentato diversi approcci, consigliato dal compare Vigna, ma ne deve ancora scorrere d’acqua sotto i ponti prima che l’allievo superi il maestro.
Oltre a queste timide avance amorose, la serata è stata caratterizzata dall’astrusa piega che ha preso la mia personalissima e malsana idea di farmi una disgraziata t-shirt col nome mio e della squadra. L’idea era scaturita principalmente dal fatto di non avere uno straccettino da indossare durante le premiazioni e che pubblicizzasse la squadra. Quello che ne è venuto fuori è che alla fin fine, nelle varie richieste presentatemi, a nessuno fregava più del logo della squadra e si facevano largo le proposte più varie. Mea culpa il momento in cui Mauro ha sbirciato il fac-simile di quella di Antonello: l’effige di Will Coyote con scritto Genius at Work. Diciamo che ha dimostra elevato dissenso per il significato della dicitura e di quanto poco avesse a che fare col nostro presidente. Ma io, al metodo nazista ho risposto che il mio compito è quello di eseguire gli ordini. Proseguendo la kermesse del festival dell’assurdo, non me ne vorrà Cristian, se svelo che nella sua maglietta desiderava stampato l’artiglio di Wolverine. Temo che entro domani mi giungerà qualche nuova richiesta del tipo “Dalla, non è un cantante è un consiglio”.
Mentre il generale (la cameriera di ferro) portava le pizze al tavolo, il clima continuava a riscaldarsi, per fortuna avevamo l’aria condizionata, ovvero un Cristian euforico che faceva la spola da una parte all’altra della sala: perché lui conosce tutto e tutti. Giurerei di averlo visto confabulare qualcosa persino con una sedia di vimini. A onor del vero va detto che quando si esce in bici con lui, pare di pedalare col presidente Bush: che tu vada verso la toscana, o in culo all’universo, lui qualcuno conosce. Allora tu pensi “Mmh, secondo me fa finta, lo fa per darsi un tono!”… E invece no, perché si ferma, ci parla quei cinque minuti buoni per farti incartare le ginocchia e poi si riparte alla ricerca di qualche altra conoscenza. Ora ho capito perché non viene in mtb troppo volentieri: perché con daini e cinghiali non si intende un granchè.
Oltre a Matteo, la cena era un bell’espediente per festeggiare un altro di noi, Alessio. L’atteggiamento era molto più pacato di quello del capitano, complice il fatto che accanto gli sedesse la ragazza, alla quale vanno tutti i miei complimenti per la pazienza che dimostra nel sopportare tutti noi. Ora dovrà trovare una buona ricetta per la crostata, visto che al fidanzato, non so per quale motivo soprannominato Marmellata, sono stati regalati, così per scherzo, una decina di barattoli di confetture varie. Ora che ripenso alla serata, forse so perché Alessio è così denominato. Mentre parlavo con Mauro di non so cosa, questi lo chiama forte e gli fa “Alessio, mi devi pagare”. Il Marmellata viene giù, portafoglio alla mano e inizia a sfogliare le banconote “Dimmi Mauro, quanto ti devo?”. Quest’uomo, inspiegabilmente beffato da Vigna, stava versando una quota alla cieca di una prestazione non ben precisata. Tutto è finito con Mauro che continuava a ridere per la sua ingenuità. Roberto, terminata la sua pannacotta, servitagli anch’essa dal generale, ha lasciato tutti noi, preferendo al mondo del ciclismo, un allenamento in-door sotto le coperte. Mauro direbbe che ognuno ha l’ammazza-caffè che preferisce. E il suo non fa neppure male al fegato!
Restando senza ruote per tornare a casa ho elemosinato un passaggio. Prima ho chiesto ad Antonello e Francesca, i più sani e sicuri della serata, poi ho pensato che era meglio non romper loro le scatole visto che già di tempo per stare assieme ne hanno poco. Così mi sono rivolta a Mauro e Matteo. Quando ho visto Mauro che stava andando verso una macchina che non era la sua, sono tornata da Antonello. Meglio essere di troppo che non essere mai più!
Ma da fonti certe so che dalla serata sono tutti usciti indenni.
1 commento:
Per quanto riguarda le maglie non ti preoccupare, stamattina mi ha già contattato Michele che ti cercava per un'altra maglia!!! Mauro invece, stava facendo finta di sbagliare macchina dato che con la sua ci parla (supercar) e quindi l'aveva già chiamata!
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