venerdì 12 giugno 2009

DIGRESSIONE FILOSOFICA SULLA REALTA' VISTA AD ALTEZZA SELLA

Non vogliatemene, ma in questi giorni furibondi, durante i quali ho temuto di dover parcheggiare in garage la bici per un pò di tempo, c'ho pensato e ripensato a cosa vuol dire pedalare. Poi per fortuna, son riuscita a scendere a patti con la mia ciclopica visione della strada e con molta più cautela ho trovato il modo di pedalare comunque. Resta il fatto che solo quando un bene più che necessario ti viene negato inizi a pensare alla sua reale importanza. E' che in bicicletta le cose assumono un aspetto totalmente diverso. Spesso l'uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Mi dispiace per tutti quelli che non hanno idea di cosa si perdono, che non capiscono che tutto quello che vedono dal finestrino di un auto non è che una dose in più di televisione. Osservi passivamente il paesaggio che ti scorre accanto come dentro una cornice. In sella non esiste cornice, non c'è limite. Hai un contatto completo con ogni cosa. Sei dentro la scena e non più mero spettatore. E' favoloso sentire la terra, o l'asfalto che sibila a pochi centrimetri dai tuoi piedi e puoi toccarlo quando vuoi: un'esperienza che non si allontana mai dalla coscienza immediata. Quando si pedala si scopre un mondo oscuro ai più poichè si preferiscono strade secondarie, a volte sconosciute per evitare il caos, per il piacere della sorpresa. E la preoccupazione principale è di come passiamo il tempo e non di quanto ne impieghiamo per arrivare. La qualità dell'esperienza. Strade e sentieri dove non ti mandano a quel paese (a volte capita), ma dove i bambini ti fanno ciao con la mano, la gente guarda dalla veranda per vedere chi arriva e le signore anziane ti redarguiscono su quanta salita ancora ti toccherà pedalare. Qualche straniero ti ferma e ti chiede di quella o quell'altra sagra paesana e tu non ne sai niente perchè perfino tu sei straniero in un luogo di passaggio. Se poi sei tu stesso a fermarti per chiedere informazioni la risposta tende sempre ad essere più lunga del dovuto e tutti ti domandano da dove vieni. A volte qualcuno ti offre un bicchierino di vin santo, qualcuno ti riempie la borraccia con la gomma con cui sta innaffiando il proprio orto. In questi luoghi dove è ancora possibile rubare qualche ciliegia sono diversi i ritmi di vita e la personalità della gente, gente che non sta andando da nessuna parte e non è troppo indaffarata per essere cortese. Durante i fine settimana, in tv, vedremo file e file di auto, e dentro facce accigliatee bambini che piangono sui sedili posteriori. Sapessero cosa si perdono! Poi però, ogni tanto pure noi torniamo a farci prendere dalla fretta, ma giusto per un paio d'ore, ogni maledetta domenica, quando l'adrenalina della gara ci riporta alla mente la mera condizione umana: il folle desiderio di imporre la propria individualità rispetto alla massa.

1 commento:

Fabiano Bonomini ha detto...

il problema è quando un infortunio ti porta via tutto questo da un giorno all'altro..