martedì 14 luglio 2009

QUESTO DREAM TEAM NON S'HA DA FARE!!!


Da queste parti, e intendo a Little Corner, che per i meno internazionali trattasi della ridente frazione dove abito e meglio conosciuta come Cornetto, da ridere c’è ben poco e di cornetti ce ne servirebbero, ma non di quelli Algida che ci vende la Dony al bar, ma di quelli antisfiga.

Come i miei più accaniti lettori sapranno, negli ultimi mesi abbiamo racimolato diverse gambe nuove di pacca pronte a pedalare per i sentieri impervi dell’altotevere, giovani del luogo che dopo estenuanti giornate lavorative si vogliono talmente male tanto da unirsi a noi greppaioli e aggiungere fatica alla fatica. C’è il patron del ristorante più in di Pierantonio, c’è il fiero costruttore edile con l’abbronzatura sempre al top, c’è poi il campione che lavora col ceccovolante e già questa è un’impresa e c’è il mercante che periodicamente litiga in piazza con le vecchiette che tirano giù il prezzo.

Nel nostro squadrone abbiamo elementi di ogni sorta e in effetti un bel team dovremmo formarlo. Si vocifera poi che vari passaparola diano per certa questa futura fondazionee il cui nome già designato sia Cornetto Dream Team. Non credete a tutto quello che vi dicono: i nostri nuovi acquisti sono ancora in fase di rodaggio e sperimentazione. Prima si sono preoccupati di procurarsi i mezzi adatti: ed è stato il boom degli acquisti, con relative bugie alle mogli rispetto ai prezzi delle bici. Poi è venuto il momento topico della prova sul campo. Se è vero che farsi spillare i soldi da un negoziante sia più semplice che cucinare un panino, è vero anche che pedalare insieme a campioni del nostro calibro è ardua impresa. Il Cornetto Dream Team richiede prestazioni degne dei suoi capi fondatori, al secolo Roberto e Ceccovolante, ragion per cui, ogni allenamento è un banco di prova per i nuovi adepti. Bisogna ammettere che spesso, molto spesso i nostri neo-bikers cadono, ma si rialzano con ferocia sempre maggiore.

Ecco una compita lista degli infortuni in cui sono incappati in soli due mesi: escoreazioni, abrasioni, lividi, tagli, spalle lussate, gomiti fratturati, bronchiti, punti di sutura e sbattimenti di capoccia su massi appuntiti. Comprenderete il perché del sopra citato cornetto antisfiga. I punti di sutura sono stati la new entry nella lista di infortuni che il mai nato Dream Team possa vantare: proprio sabato un nostro atleta di punta ha preso a musate uno scoglio sopra montone e questa volta lo scoglio ha vinto. E il biker minaccia vendetta, tremenda vendetta. Appena toglierà i punti. Tremendo posso assicurarvi che è stato il rendersi conto che non avevamo nulla per tamponare lo squarcio sotto il mento. Lui preoccupato cercava rassicurazione non potendosi vedere e noi mentendo spudoratamente accennavamo ad un tagliettino da mettere a posto con un paio di strip. In realtà il pertugio gentilmente aperto dal sasso ha richiesto un bel po’ di filo chirurgico, ma la cosa più difficile è stata non ridere quando gli abbiamo legato la bandana come fanno sui cartoni animati quando hanno il mal di denti. Dato che resistere alle risa era impossibile, noi non ci siamo inflitti violenze inutili e ci siamo burlati il giusto del povero collega. Ma ovviamente solo per stemperare il momento drammatico. A tal proposito, ci ha dato una mano il compare Flavioschi, che col fare della crocerossina premurosa ha prontamente dichiarato: “Eh…però così ci freddiamo tutti!”, lamentandosi del prolungato stop nell’attesa che i soccorsi sopraggiungessero.

Pare proprio che il fato parli chiaro, questo Cornetto Dream Team non s’ha da fare. Ma come diceva il vecchio Serafino Biagioni, ciclista d’altri tempi, “anche le querce fanno i limoni” e le imprese sono possibili, poiché i nostri biker cadono spesso, ma si rialzano sempre e sempre più forti di prima. La nostra fortuna è che quello che non cade mai, il miracolato, il salvatore, possiede un furgone, col quale prontamente può venirci incontro e raccogliere vittime e superstiti. Grazie Faina, e intonando un famoso ritornello da messa domenicale “resta con noi, non ci lasciar, per le vie della Pitocca e del Passo del Lepre.”

1 commento:

Anonimo ha detto...

la mia idea iniziale per tamponare la fuoriuscita di sangue a gratis sicuramente era la più bislacca, in poche parole come con i tubbless quando fori ci petti una camera d'aria. sicuramente era più elastica della bandana e molto più impermeabile al sangue, forse dico forse un pò meno igienica, ma in situazioni di emergenza quando c'è da salvare vite umane quello che conta è il risultato, non l'apparenza. Peccato non aver potuto documentare l'accaduto con un magnifico servizio fotografico, ma la drammaticità di quei momenti ha consigliato di soprassedere almeno per questa volta.

BY CECCOVOLANTE SUPER ENERGY BIKER