mercoledì 14 ottobre 2009

DIARIO OSPEDALIERO SEMISERIO: E’ TEMPO DI FARE IL TAGLIANDO!!!

Non si tratta di una nuova rubrica carissimi lettori, è solo un modo alquanto eloquente per farvi comprendere la mia assenza in rete e ahimè pure dalla bici. PER POCO!!!
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Sono un paio di mesi che la tiravo in lunga, che alla fine qualcuno avrà pur pensato alle solite scuse da ciclista, ma quelle belle gambe che durante agosto avevano trovato il picco di forma, repentinamente si sono sgonfiate come i palloncini che regalano al mcdonald. Un vecchio amico che mi porto dietro da quando ho 16 anni e che si chiama morbo di crohn ha raso al suolo i miei globuli bianchi e fatto strage di quell’ematocrito che è già tutta grazia ricevuta se riesco a farlo arrivare a 35. Alla faccia di tutti gli EpoDipendenti. Le ultime gare fatte a gattoni erano più che un campanello d’allarme, erano il clacson del gelataio. Ce l’ho messa tutta per far finta di nulla, con Mauro che mi guardava con occhio bieco e mi ripeteva “curati”. Alla fine ho dovuto svestire la corazza in carbonio superleggero che pensavo mi salvasse dalla vista davvero poco gradita di camici bianchi qualsiasi. Ho aspettato un annetto e mezzo prima di tornare dal mio medico, che stranamente si ricordava ancora di me, e gli ho detto “Dottore, io faccio come quelli che fanno la spesa grossa il sabato. Accumulo un po’ di malanni e vengo col pacchetto completo per fare un discreto tagliando e magari trovare la droga buona che mi rimetta in pista.” E di rimando me l’ha subito tolta lui la sete col prosciutto, visto che noi ciclisti di norcineria siamo esperti. Lunedì mi ha promesso un bel ricovero e martedì pomeriggio ecco che il reparto di gastro di Arezzo mi invita gentilmente a recarmi presso il loro albergo: un letto ti aspetta. E io che avevo appena staccato dal lavoro e stavo facendo un pensierino su un debole tentativo di fare un giro in mtb. Prepara la borsa e via verso lidi peggiori, con un muso lungo in auto che mia madre poveretta ha provato a sfiorarmi la mano e ci mancava poco che la perdeva.
Giorno 1Arrivo tutta baldanzosa in reparto. Peccato sia solo al secondo piano, buttarsi di sotto sarebbe inutile. Mi presento al bastardo che mi ha rovinato il pomeriggio invitandomi al ricovero e lui mi offre un letto con veduta del parcheggio interno dell’ospedale. Altro che Ritz. Comodino girevole, bagno in camera con padella e pappagallo e niente carta igienica. Che mia madre mentre facevo la valigia mi fa “Tieni, prendi un rotolo che non si sa mai” e io “Mamma, ma vuoi che non ci passano la carta? Siamo in toscana, son ricchi!”. Comunque la carta la prendo e devo dire due cose: la mamma va sempre ascoltata e in più la carta la passano, solo che si dimenticano di rimetterla. Ma che vuoi aspettarti da una regione dove i giudici uisp non sanno manco contare i giri di un cross country? Nel frattempo, mentre indosso il mio pigiamino d’ordinanza, che qualche paperella e orsetto qua e là ce l’ha disegnato, mi piange il cuore pensando che a casa dormo con la maglia gialla del master cross. Qui non potrebbero capirmi, anche perché la media d’età è di 75 anni. In camera ci sono due simpatiche vecchiette e come è piccolo il mondo, una signora che abita a non pochi chilometri da casa mia. Ovviamente mia madre coglie subito l’occasione per raccontarle tutti i cazzi miei. Che di sicuro lei non riporterà a nessun altro. Viene l’infermiere per l’accettazione. Solite domande, pure la religione praticata. Risposta mia molto afficata “quella che funziona” e poi visto che il sanitario non è afficato quanto me chiudo con un semplice “atea”. Poi mi chiede del tipo di dieta e io rispondo “beh, correndo in bici ci sto molto attenta quindi…” e lui “ah, ciclista? Allora una vita di merda”. In effetti come dargli torto? Con l’insalata mista del pranzo nello stomaco ecco arrivare baldanzoso il carrello della cena. Sono le 18.15. Che è merenda? No, però conviene mangiare che va a capire qua quando ricapita. Non c’è rischio, peccati di gola non se ne fanno. Bramo i fagioli con le cotiche in pieno giugno che servono a Miranda. Per quanto uno mangi piano, passare quelle ore infinite che ti facciano arrivare al giorno non è roba da principianti. Bisogna palleggiarsi la Psp, il cellulare, gli mp3, le puntate dei Simpson che ho sul netbook e il libro che son tre mesi che avevo accantonato. Il libro me lo son giocato perché mi han fatto subito spegnere le luci. Sono andata alla grande col gioco di boxe della psp: menavo quei neroni pensando alle mie avversarie. Ora sono prima in classifica nei pesi Welter. Un ottimo passatempo me lo hanno offerto pure le mie giovanissime compagne di stanza: metti la coperta, togli la coperta, passami il bicchiere, trovami l’asciugamani, dammi la scatolina della dentiera… Poi tutte si sono addormentate. Io mi son trastullata fino alle una di notte con un documentario bellissimo “Pepsi Vs Cola”. Poi fino alle 2 ho sparecchiato tutto il letto girandomi dal nervoso. Poi alle 6 di mattina è arrivato dracula che mi ha portato via due litri di sangue. Altro che antidoping!!!


Se questa non è una faccia un pelino irritata provate voi a fare di meglio!


4 commenti:

marcocell ha detto...

Dai Romy! Tutto passa.. rimettiti!

Fra ha detto...

Oserei dire: "'n l'amazza manco 'l sasso de la verna"

Azazhel1984 ha detto...

qui gira tanto salbutamolo...il reparto è vicino a pneumologia...quasi quasi glielo scippo!

Fabiano Bonomini ha detto...

Spero che tu possa tornare a frullare prima possibile!!!