Dopo un bel pò di tempo lontana dalle care vecchie domeniche tutte consacrate alla competizione e al contrario dedicate a rigeneranti giri in compagni di un fratello sempre più proiettato verso la famiglia e al mondo dell'edilizia e per forza di cose meno ai numeri attaccati alla schiena, ritornare sul terreno di gara con la pioggia battente non è proprio il massimo. Stamattina siamo partiti per Cagli. Questi signori dell'Udace ci piacciono sempre di più, anche perchè le Marche sono tutte da scoprire e là il ciclocross lo sanno organizzare, percorsi che divertono senza pretendere troppo, ricchi premi, giudici davvero in gamba e organizzatori col sorriso sulle labbra.
Basta davvero poco per creare piacevoli situazioni dove il ludico si unisce all'agonistico.
Giornata campale se così vogliamo dire, visto che schieriamo una macchina organizzativa di tutto rispetto, della quale io mi esimo totalmente dall'addossarmi il merito. Idropulitrice a scoppio con taniche al seguito, gazebo che ci ripara dal diluvio e ci fa sentire un pò più squadra, supporter d'eccezione come Michele di Massa addetto al cambio e lavaggio bici. Insomma, gli altri ci guardano con invidia. All'arrivo sul posto ci accoglie il Cozzarino tutto avvolto nel suo preservativo ma senza vaselina, una di quelle tutine che a Trestina vedi circolare la sera alle 9 quando queste simpatiche quarantenni cercano di smaltire la cena sudando. Penso però che Maurino la usi per non infangarsi fino ai denti visto che oggi non mancava la melma. E oggi che partire per prima avrebbe fatto comodo ovviamente mi è toccata la seconda partenza. Chiariamo subito il punto della situazione: avrei anche potuto pedalare decentemente se non fosse che al primo giro ho fatto un bel bordello azzeccando tutte le traiettorie peggiori. Di conseguenza ho caricato sull'anteriore circa due ettari di campo arato che l'anno prossimo siamo già pronti per piantarci il tabacco. Così ogni mezzo giro dovevo fermarmi e infilare le dita in mezzo ai pattini e neanche vi dico poi quale artista sia io nella manutenzione del mezzo, tanto lo sapete bene da soli. Così per forza di cose oggi ci accontentiamo di un terzo posto da imputare alla pura arte femminile di non imbroccare mai la strada migliore e meno complicata per arrivare in un punto nel meno tempo possibile. E si sà benissimo, se le donne possono farla complicata è proprio allora che ci si mettono d'impegno. Fortunatamente il resto della squadra è composto da uomini di chiara levatura. Matteo ormai viene segnalato dalla stradale appena passa il confine con le Marche: lo odiano a morte. Trafugatore di primo posti. Un certo Pieri per l'incazzatura ha sbattuto un telaio per terra. Io ho visto solo il cadavere, il resto me lo hanno raccontato. Ma dalla leggerezza del gesto comprendo che il telaio non era suo!
C'è chi può permettersi certi gesti. Io e mio fratello abbiamo un cancello a metà e ci va di lusso se riesce a fare il suo servizio almeno un paio di domeniche al mese. Ciclisti viziati. Il Cozzarino è partito come un razzo e pareva avesse mangiato, come dicono dalle mie parti, "il pan col bruttomale". Sfortuna ha voluto che il primo posto assoluto gli sia sfuggito a causa di una brutta caduta, grazie alla quale ha frantumato un paio di fettucce. Io ringrazio visto che mi ha risparmiato uno zig zag in più. L'altro Mauro, quello che ormai è nonno anche se vuol esser chiamato zio, ha fatto un bel miracolo. Nonostante una foratura è giunto terzo, operando un recupero che non ho mai visto fare a nessun nonno di mia conoscenza. E' proprio vero che i tempi stanno cambiando e che l'aspettativa di vita sta aumentando vistosamente. Cresta altissima in partenza e gasato al massimo il nostro Carlo Arcaleni, neocrossista veramente allettato dalla condizione climatica proibitiva e dal percorso altamente tecnico. A fine gara l'effetto testosterone è esaurito, la cresta si è abbassata e si è molto ridimensionato rispetto all'eccitamento iniziale chiosando "Madonna che stenta!". Ha aggiunto uno strano aggettivo del tipo "divertente", ma temo sia stato dettato da un certo annebbiamento cerebrale dato dalla stanchezza. Una stenta della madonna ha ammesso di averla sofferta pure Antonio, lui però è stato molto più realistico, evitando di allargarsi parlando di divertimento. E poi c'è lui, il nostro fiore all'occhiello, del resto fa il fioraio come secondo lavoro. Paolo con la sua eleganza ha tagliato il traguardo quarto assoluto, una gara magistrale la sua se non fosse stato poi per una maledetta foratura a metà competizione. E' bello poi notare con quale tranquillità affrontino tali inconvenienti.
Io quando parto in bici, su strada, alla quale non riesco mai a togliere il copertone che è troppo duro, avverto sempre mia madre o il mio fidanzato che devono rendersi reperibili, poichè da un momento all'altro potrei chiamarli per chiedere soccorso. Sono proprio simpatica. L'unico a non aver avuto problemi meccanici oggi è stato Antonello. Il suo ritorno alle gare in quel di Cagli è stato memorabile. Si vede che vivere con una donna accanto lo ha plasmato nel profondo: non si è fatto neppure una goccia di fango sui pantaloni. Certo è stato molto più semplice riuscire nell'intento se consideriamo che si è dedicato più all'incitamento che al gareggiare di per se. Di bici al seguito non ne aveva...ma ormai per lui è un'abitudine se alcuni di voi ricordano le vicissitudini di Cantalupo. Alla prossima puntata miei carissimi lettori e un saluto speciale a Permaz...che tutti lo cercano e a forza di sentirmi rispondere che stai a metter su casa penseranno che stai edificando una cornucopia del castello di Windsor!
Basta davvero poco per creare piacevoli situazioni dove il ludico si unisce all'agonistico.
Giornata campale se così vogliamo dire, visto che schieriamo una macchina organizzativa di tutto rispetto, della quale io mi esimo totalmente dall'addossarmi il merito. Idropulitrice a scoppio con taniche al seguito, gazebo che ci ripara dal diluvio e ci fa sentire un pò più squadra, supporter d'eccezione come Michele di Massa addetto al cambio e lavaggio bici. Insomma, gli altri ci guardano con invidia. All'arrivo sul posto ci accoglie il Cozzarino tutto avvolto nel suo preservativo ma senza vaselina, una di quelle tutine che a Trestina vedi circolare la sera alle 9 quando queste simpatiche quarantenni cercano di smaltire la cena sudando. Penso però che Maurino la usi per non infangarsi fino ai denti visto che oggi non mancava la melma. E oggi che partire per prima avrebbe fatto comodo ovviamente mi è toccata la seconda partenza. Chiariamo subito il punto della situazione: avrei anche potuto pedalare decentemente se non fosse che al primo giro ho fatto un bel bordello azzeccando tutte le traiettorie peggiori. Di conseguenza ho caricato sull'anteriore circa due ettari di campo arato che l'anno prossimo siamo già pronti per piantarci il tabacco. Così ogni mezzo giro dovevo fermarmi e infilare le dita in mezzo ai pattini e neanche vi dico poi quale artista sia io nella manutenzione del mezzo, tanto lo sapete bene da soli. Così per forza di cose oggi ci accontentiamo di un terzo posto da imputare alla pura arte femminile di non imbroccare mai la strada migliore e meno complicata per arrivare in un punto nel meno tempo possibile. E si sà benissimo, se le donne possono farla complicata è proprio allora che ci si mettono d'impegno. Fortunatamente il resto della squadra è composto da uomini di chiara levatura. Matteo ormai viene segnalato dalla stradale appena passa il confine con le Marche: lo odiano a morte. Trafugatore di primo posti. Un certo Pieri per l'incazzatura ha sbattuto un telaio per terra. Io ho visto solo il cadavere, il resto me lo hanno raccontato. Ma dalla leggerezza del gesto comprendo che il telaio non era suo!
C'è chi può permettersi certi gesti. Io e mio fratello abbiamo un cancello a metà e ci va di lusso se riesce a fare il suo servizio almeno un paio di domeniche al mese. Ciclisti viziati. Il Cozzarino è partito come un razzo e pareva avesse mangiato, come dicono dalle mie parti, "il pan col bruttomale". Sfortuna ha voluto che il primo posto assoluto gli sia sfuggito a causa di una brutta caduta, grazie alla quale ha frantumato un paio di fettucce. Io ringrazio visto che mi ha risparmiato uno zig zag in più. L'altro Mauro, quello che ormai è nonno anche se vuol esser chiamato zio, ha fatto un bel miracolo. Nonostante una foratura è giunto terzo, operando un recupero che non ho mai visto fare a nessun nonno di mia conoscenza. E' proprio vero che i tempi stanno cambiando e che l'aspettativa di vita sta aumentando vistosamente. Cresta altissima in partenza e gasato al massimo il nostro Carlo Arcaleni, neocrossista veramente allettato dalla condizione climatica proibitiva e dal percorso altamente tecnico. A fine gara l'effetto testosterone è esaurito, la cresta si è abbassata e si è molto ridimensionato rispetto all'eccitamento iniziale chiosando "Madonna che stenta!". Ha aggiunto uno strano aggettivo del tipo "divertente", ma temo sia stato dettato da un certo annebbiamento cerebrale dato dalla stanchezza. Una stenta della madonna ha ammesso di averla sofferta pure Antonio, lui però è stato molto più realistico, evitando di allargarsi parlando di divertimento. E poi c'è lui, il nostro fiore all'occhiello, del resto fa il fioraio come secondo lavoro. Paolo con la sua eleganza ha tagliato il traguardo quarto assoluto, una gara magistrale la sua se non fosse stato poi per una maledetta foratura a metà competizione. E' bello poi notare con quale tranquillità affrontino tali inconvenienti.
Io quando parto in bici, su strada, alla quale non riesco mai a togliere il copertone che è troppo duro, avverto sempre mia madre o il mio fidanzato che devono rendersi reperibili, poichè da un momento all'altro potrei chiamarli per chiedere soccorso. Sono proprio simpatica. L'unico a non aver avuto problemi meccanici oggi è stato Antonello. Il suo ritorno alle gare in quel di Cagli è stato memorabile. Si vede che vivere con una donna accanto lo ha plasmato nel profondo: non si è fatto neppure una goccia di fango sui pantaloni. Certo è stato molto più semplice riuscire nell'intento se consideriamo che si è dedicato più all'incitamento che al gareggiare di per se. Di bici al seguito non ne aveva...ma ormai per lui è un'abitudine se alcuni di voi ricordano le vicissitudini di Cantalupo. Alla prossima puntata miei carissimi lettori e un saluto speciale a Permaz...che tutti lo cercano e a forza di sentirmi rispondere che stai a metter su casa penseranno che stai edificando una cornucopia del castello di Windsor!
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