lunedì 23 novembre 2009

TRASFERTA A MODENA: GIORNO 1

Tre giorni fa mi manda un messaggio Mauro "Sappi che ho appena prenotato una singola per te a Modena". Ora, per qualcuno che cade dalle nuvole un attimo ci pone mente e si domanda cosa diavolo deve andarci a fare a Modena se tanto l'aceto balsamico lo vendono pure alla coop, i tortellini te li fa la nonna e ti dice che buoni come i suoi non ne esistono e il gnocco fritto...beh...meglio che non lo mangi se non vuoi che il fegato si impossessi della tua anima mentre sei col cuore a 180. Ecco che facendo due più due ho compreso al volo che l'allettante proposta di mauro era un invito per la seconda tappa del giro d'italia cross. Di solito per convincermi insiste circa un'oretta. Ma la voglia di andare in bici, di stare in compagnia e vedere un pò di mondo è tanta e allora gli ho detto sì dopo un minuto.

Dopo aver inserito non so quanti migliaia di euro in biciclette dentro il furgone, mi ritrovo tra due fuochi...anzi, tra due mauri, seduta e in balia di un pilota, Vigna ed un navigatore, Cozzari, che insieme non fan per uno. E menomale che noi donne per le strade siamo negate. Fortuna che chiamo il mio gps umano, Permaz. Di solito non sbaglia mai, eppure per la prima volta ci indica la via errata. Uscita dell'autostrada leggermente anticipata. Ma i miei due uomini hanno una memoria visiva pazzesca e nonostante abbiano fatto questa gara per tre anni di seguito, riescono ad incartarsi in maniera strepitosa. Dopo aver domandato indicazioni pure ai non vedenti col cane guida, quasi per magia, ma più per questioni di probabilità, siamo finiti tra le strisce del parcheggio dell'hotel. Segue discreto pranzo nell'unico ristorante aperto in zona... diciamo che questi modenesi non sanno sfruttare le occasioni sportive e che i padroni de "Il veliero" ringraziano. SuperVigna si fa una fetta di gorgonzola superlativa e Cozzari, il satellite umano, una bella pizza. Io vado a verdure lesse poichè ricordo bene come se fosse ieri i rinfacci che il pranzo di pesce che feci a Lido degli Estensi lo scorso marzo, mi si riproponevano mentre MAuro faceva delle tirate assurde ai 33 km/h costanti. Ottima la mia idea dato che poi, durante la perlustrazione del tracciato, la pizza di maurino non sapeva se andare in su o in giù.

Il parco Enzo Ferrari è enorme, premetto però che il mio giudizio vale ben poco poichè la mia cultura in merito si restringe a quello dell'Ansa del Tevere di Castello. Però vi assicuro che il tracciato è indubbiamente ben studiato e se anche fosse il contrario non lo ammetterei visto che mi son fatta più di tre ore di macchina per arrivarci. E per prender una sonora legnata da cicliste di tutta italia. Che tra l'altro già iniziano a "pararmi" il giorno prima. Una vecchia conoscenza mi domanda subito quante gare ho fatto, come va là in umbria...cose così. Io sto sul vago e poi in umbria va tutto alla grande, è domani che ci sarà poco da ridere. Soprattuto perchè ancora, alle undici di sera, non ho capito se correrò con gli amatori alle 9.30 o alle 13.15 con le elite e compagnia cantante. Mentre proviamo il tracciato scorgiamo pure l'idolo delle folle in borghese, Riccò, col bambino in braccio che osserva la compagna Vania Rossi mentre curva dopo curva studia il modo migliore per doppiarmi il più velocemente possibile. Visto che è neo-mamma cercherò di non farla faticare troppo.


Ovviamente, finito il blando allenamento, la cosa più ardua è ritrovare l'albergo, che del resto è neanche a quattrocento metri dal parco. I miei cavalieri confermano le loro qualità orientative e un paio di traverse le sbagliano. Di nuovo la fortuna ci assiste e l'albergo appare là davanti, come un oasi nel deserto. Doccia e giro in centro. Si cammina circa un chilometro per giungere alla piazza principale, dove si staglia la torre Ghirlandina. L'unica cosa che mi sento di dirvi è che è altissima: 90 metri. PEr il resto posso dire ben poco visto che è completamente avvolta da un enorme preservativo dato che la stanno restaurando. Gira voce che il condom lo abbiano chiesto in prestito a Maurone che ci tiene a precisare "Restituitemelo in fretta che non li fanno più su misura". E per coloro che intendono gli sportivi come delle masse di muscoli senza cervello sappiate che siamo pure entrati all'interno del duomo e abbiamo fatto considerazioni e apprezzamenti sullo stile romanico della chiesa, ma che i due leoni che sovrastano l'ingresso principale fanno pensare ad una più tarda opera dei maestri Campionesi. Oddio, fino al romanico c'eravamo, il resto lo sto copiando dalla guida che ho trovato nella stanza d'albergo. Guida della città che spero mi torni utile domattina quale coadiuvante post-colazione per consegna pacchi. Il buon ciclista che ama la lettura avrà ben compreso cosa intendo, per i meno avvezzi sintetizzo riferendomi alla seduta mattutina sulla poltrona in porcellana.

Terminati gli excursus culturali, consumato l'aperitivo, torniamo a dar commercio al ristoratore più vispo di modena, che non a caso ha una parlata indiscutibilmente partenopea. E infine ognuno nella propria cameretta. Maurone tenta un approccio, ma il letto è troppo piccolo e si accontenta del bacino della buonanotte. Il suo vero incubo è rappresentato da Cozzari, che con un lapsus molto freudiano ha voluto dimenticasse il pigiama a casa. E parole sue "Io la notte soffro molto il freddo". Ora tenterò di chiudere gli occhi ma l'immagine di due mauri che si scaldano a vicenda col calore dei propri corpi non sarà di grande aiuto. Per addormentarmi meglio accenderò la tv e speriamo ci pensi la De Filippi che spedisce la posta il sabato sera. Ancor peggio: Mauro+Mauro+DeFilippi, un incubo con protagonista un'orgia di tre uomini. A domani se sopravvivo.

1 commento:

Permaz ha detto...

Da che mondo è mondo, prima di affrontare un viaggio si guarda la cartina, o meglio, la si porta con se! Comprendo benissimo questa mancanza da parte tua, non nuova a questo tipo di inconvenienti, ma non da parte di quei due giramondi! Tantopiù che il nostro Cozzari è alle prese con fior fiori di navigatori Toyota!