giovedì 19 giugno 2008

GEORGE AT CORNER

Ieri pomeriggio un vip ha fatto la sua comparsa nella terra natia dei leader della disinformazione. George at Corner...o meglio Giorgio al Cornetto. L’appuntamento era per una bella sfacchinata in mtb alle 16.30. Lui gironzolava per il paese già dalle 15.30. Avrà pensato di approfittarne per perlustrare i magnifici luoghi d’arte che abbelliscono la mia residenza giornaliera.

In un ipotetico tour guidato io sarei partita dalla maggiore attrazione di questo buco nero posto tra Promano e Trestina. Il luogo sacro che tutti coloro che passano al Cornetto debbono visitare è il santo tabernacolo del Bar della “Donella de Sorca” (non è colpa mia se questo è il soprannome). All’interno di questa costruzione, eretta ispirandosi allo stile Liberty (nel senso che i muratori hanno messo su i matoni come gnè parso), si sorseggia principalmente una particolare bevanda, a partire dalle 6 di mattina, fino all’orario di chiusura. Si beve Il campari: col vino, col pompelmo, con l’aranciata…con tutto quello che te pare. Che tanto una sbobba più trista non la potevano inventare e a voglia a metterci dentro altre cose per modificare quell’amarognolo che non te va via manco se bevi una boccia di Listerin. In sintesi, se andando in pellegrinaggio al bar del cornetto non ne consumerai la bevanda tipica, sarai un emarginato a vita e non potrai aggregarti agli altri fedeli, che trascorrono le giornate bestemmiando e giocando a briscola.

Possiamo dire con certezza quasi assoluta che Giorgio si sia astenuto dal rituale del Campari, in primo luogo perché doveva sgambettare con noi e quindi era fondamentale essere lucidi e in secondo luogo perché a lui…e a noi, piace bere solo quando c'è la possibilità di scroccare a Mister Tassi!

Seconda tappa fondamentale che lo straniero al Cornetto non deve lasciarsi sfuggire è una visita ai cantieri del luogo. Dove ci sono scavatori e gru in movimento, troverete una folla immane ad assistere ai lavori in corso, in preda ad un’estasi delirante. La media di età che questa folla vanta è di circa 72 anni, tantissimi uomini muniti di ApeCross, denti bionici e alito perennemente aromatizzato al frizzantino. La cosiddetta “Platea da Cantiere” è fondamentale per la biosfera del paese. La saggezza della platea elargisce consigli infiniti ai poveri muratori che si sentono più osservati di quanto solitamente capita ad una bella puledra davanti al Vigna in bicicletta. Giorgio deve aver saltato anche questo luogo di culto perché altrimenti lo avremmo visto invecchiato di cinquant’anni… e vi assicuro che per come andava sia in salita che in discesa, sia per lungo che per traverso, per dritto e per rovescio, pareva avesse 18 anni e il motore alla bicicletta.

Ultima tappa che il Touring Club consiglia ai turisti che sbarcano al Cornetto è una messa in piega dalla nostra famosa parrucchiera. Chi viene al Cornetto deve farsi fare i capelli dall’Annamaria, donna che vanta nel suo curriculum diverse partecipazioni come coiffeur a Miss Italia e Buona Domenica. C’è un requisito fondamentale che questa tappa richiede all’avventuriero di turno: avere i capelli. E comprenderete che non è il caso di aggiungere altro. Ora possiamo definitivamente affermare che Giorgio non è venuto al Cornetto per un classico tour guidato, ma per un’esplorazione estrema.

E Garmin alla mano Roberto ha sfoggiato uno dei suoi cavalli di battaglia, uno di quei percorsi segnati negli ultimi giorni che vedono casa nostra solo come luogo di partenza, il resto sono “Toppi”, come si dice da noi. Ho subito redarguito Giorgio: “Oggi ci saranno pendenze solo a due cifre!”. In realtà l’ammonimento lo facevo a me stessa. La vicina di casa mi aveva augurato di fare una buona passeggiata solo 15 minuti prima, ma io, che non sono una cojona, sapevo che non era giornata dedicata ad ammirare il panorama. Potrei raccontarvi dove siamo stati, ma se poi doveste prendere per buone le mie indicazioni, un attimo dopo mi maledireste. Zero spaccato ad orientamento. Giorgio e la sua guarnitura da uomini duri (una doppia) non hanno avuto problemi di sorta. Roberto restava sempre un po’ indietro rispetto al nostro usignolo, forse perché da dietro l’acustica era migliore, o forse perché non voleva essere scortese con gli ospiti. Io ringrazio quella sosta al bar di Promano e quel tè ghiacciato offerto dall’apripista di giornata.

Come al solito ho dovuto autografare l’uscita dando il meglio di me: strappata la catena. Come fa quel famoso detto??…”Ah, se avessi un euro per ogni maglia strappata adesso sarei miliardaria”. Il mio meccanico di fiducia era con me, il mio prode scudiero ha estratto la sua arma preferita, lo smagliacatena, e ha risolto. Giorgio mi ha fatto una domanda assurda che ancora devo comprendere. Mi ha domandato per quale motivo non porto via con me uno smagliacatena. Boh, chissà cosa intendesse dire. Innanzi tutto bisogna saperlo usare, seconda cosa io sono una donna e anche se opto per la parità dei sessi non voglio sporcarmi le unghie col grasso, e terzo io la catena la rompo solo quando sono con Roberto, questo è un fatto comprovato.

E alla fine, ognuno per la sua strada. Giorgio a casa sua e io e Roberto a casa nostra. Ma nessun campari dalla Donella de Sorca.

Le immagini dell’uscita si limitano al felice momento di manutenzione della catena. E fortuna che ho fatto il danno io, sennò neppure quelle, perché per fermare Giorgio ci vogliono le cariche di C4 con comando a distanza.

1 commento:

Permaz ha detto...

Mi hanno raccontato che Giorgio dopo due giorni è tornato a fare lo stesso giro,evidentemente gli è piaciuto! Scommetto che se ci tornava con me e la Romina, lei per farlo sentire ancora di più a casa, avrebbe di sicuro rotto la catena un'altra volta!