Tanto per fare un esempio lampante del mio amore per le feste comandate, il giorno di santo stefano, dai suoceri, con una ventina di parenti non miei che si parlavano sopra vicendevolmente, con un'occhiata d'intesa, io e francesco ci siamo alzati, cappotto sulle spalle e via. Siamo andati a piedi, in mezzo al bosco fitto, tra querce e faggi, nei luoghi dove vado sempre in mtb. Ed era un silenzio rotto solo dalla neve dei giorni scorsi che si convogliava in piccoli rivoli che solcavano le pietre e le radici. Siamo tornati col buio, con gli abiti della domenica abbastanza provati e gli sguardi interrogativi del resto della truppa dedita alle carte. Credo che festeggerò la mezzanotte di capodanno alla stessa maniera. Facendo quello che mi piace. Perchè quest'anno me lo voglio scolpire sulla pelle viva! E per quanto è stato esaltante e ricco, mi pare quasi che sia scivolato via, che il calendario abbia sfogliato i suoi giorni come al passaggio di una folata di vento.
Si vorrebbe fermare il tempo e fissarlo per sempre proprio nel momento della gioia più grande ma solo un folle può pensare di far girare la ruota sulla quale egli gira. Così in questi ultimi giorni mi sto scrollando di dosso un velo di malinconia cercando di abbracciare il passato col ricordo e il futuro con l'attesa.
E' proprio iniziato con un abbraccio il mio 2010, il giorno prima mi scaldavo i piedi viola dal freddo col phon dentro una camera d'albergo e il giorno dopo il resto del mondo smetteva di esistere per un istante quando io e Mauro siamo esplosi in un impeto di gioia trascendentale. La sera precedente davanti a mezzo litro di vino rosso scadente mi diceva “Se proprio devi fare un sogno, fallo grande!”. La verità è che quel sogno non l'ho mai coltivato perchè se c'è una cosa certa nelle gare è che troverai prima o poi un traguardo e qualcuno ti fermerà, quindi l'epilogo è comunque sia forzato. E come m'ha detto un tipo di nome Giampiero che molti di voi conoscono, citando suo padre “Non mi arrabbierei mai perchè non hai vinto, semmai perchè non ti sei impegnato fino a strapparti i nervi ed i muscoli per farlo.”
Questo è lo spirito che in cinque anni sui pedali ho imparato a mettere in prima istanza e la vera fortuna è raccordarlo alla vita di tutti i giorni. Durante quest'anno ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata. Mi rode proprio il fegato lasciarmi sfuggire dalle dita quest'anno perchè mi ha fatto capire che non è una maglia con tre colori messi in fila a dare la misura del valore di chi la indossa, che non si è migliori o peggiori portandola o meno. Anche se non ho capito perchè da quel gennaio 2010 mia nonna è diventata un'appassionata di ciclismo. Ho scoperto anche il motivo per cui Mauro ogni volta che scorrevo la sua gallery nel cellulare mi consigliava di fermarmi ad un certo punto. Vorrei svelarvi l'arcano, ma potrebbe averne a male. Voi però pensate solo a quanto sia bello essere soli in mezzo al rumoroso silenzio del bosco, nudi e liberi. Sì, avete capito. Di più non so, per fortuna le foto sono andate perse col cellulare, distrutto dopo un bagno di vernice. Quasto 2010 sarà indimenticabile perchè sono diventata guida cicloturistica. Ma una guida che va di fretta non la vuole nessuno e quindi sarà un lavoro saltuario. Quest'anno ho scoperto le Dolomiti e ho pedalato in solitudine lungo la Costa Azzurra. Quest'anno ho mangiato per la prima volta i canederli, la carne di cavallo e il puzzone di Moena. E ho capito che i primi sono solo un modo raffinato per non buttare il pane, il secondo è bono da morì, e il terzo tiene lontani amici e conoscenti perchè puzza davvero! Quest'anno sono riuscita a condividere in parte questa mia passione a due ruote col mio uomo che di ruote concepisce solo quelle che cambia all'auto. Quest'anno ho spiegato il ciclocross in inglese ad un gruppo di turisti tedeschi, mentre salivamo al 25% verso Città della Pieve e ho odiato il non potermi spiegare a gesti quando il vocabolario non aiuta (dovevo tenere il manubrio). Quest'anno ho corso per la prima volta la Marathon del Trasimeno e m'è piaciuta un sacco! Quest'anno ho ritrovato la sincera amicizia di una leale avversaria dalla quale mi ero allontanata e spero che lei la pensi come me. Quest'anno ho perso un po' mio fratello ma sono felice perchè lui sta vedendo bene dove è diretto.
Quest'anno ho scoperto quanto è buono il riesling però dipende con chi lo bevi. Ho anche scoperto quanto rompe i coglioni strappare la catena durante una gara in uno dei tuoi giorni migliori. E poi romperla di nuovo in estrema solitudine in mezzo al bosco, farsi 17km a piedi correndo contro la notte perchè se chiamo a casa mi fanno giustamente “Mica te l'ha detto il dottore!”. Quest'anno ho capito perchè mi dispiace finisca, perchè m'è proprio piaciuto. Ma ho anche compreso che ogni anno che passa si scopre il motivo per cui corriamo verso qualcosa: la curiosità, il sapere ciò che si ha e non sapere ancora cosa ci perdiamo! Beata ignoranza!