venerdì 29 ottobre 2010

ME LA SONO MERITATA

Ieri ho partorito un altro dei miei pezzi d'antologia. Bisogna ammettere che mi viene abbastanza naturale di combinar maialate e l'occasione non è andata sprecata. Il meteo parlava chiaro, sole. E il sole d'autunno, immersi nel bosco è qualcosa di fantastico. Alle due e mezza inforco la mtb e parto. Col rischio di incontrare le squadre di cinghialai, ma con una giornata così affrontare il bitume non era pensabile. Senza un pensiero prendo e vado. Oddio, un pensierino c'è. Da due settimane ho qualche problema con un certo rapporto che non posso assolutamente tenere altrimenti la catena mi salta dalla sede. Ma noi donne si sa, quando si tratta di meccanica speriamo sempre che i problemi svaniscano per magia, come fosse una malattia, o un brufolo, che con pazienza guarisce da solo. La catena non guarisce, a meno che non la metti a posto. Come pure quel mega cretto sul parabrezza dell'auto che son tre mesi che spero scompaia e invece non ne vuol sapere. Io però faccio la mia parte, ci ho messo un segnetto, per vedere se il cretto continua a camminare, per ora è fermo. Col tergicristalli ho avuto diversi problemi due settimane fa. Chi era a Parco Ranieri può avermi notato mentre viaggiavo col braccio fuori dal finestrino pulendo manualmente il vetro. Solo che la cosa era un tantino scomoda e son dovuta per forza ricorrere al meccanico.
Tornando a noi e alla mia perizia nel tener le fila della manutenzione del mezzo, posso ben dire di aver ignorato la problematica. E con le cuffie alle orecchie il gracchiare si sente ancor meno. Ieri poi non ho neppure discusso coi cacciatori. Facevano la battuta, ma mi hanno fatto passare avvertendo i colleghi, senza infuriarsi. Io con educazione ho chiesto permesso e loro di rimando son stati magnanimi. In effetti le cose stavano procedendo troppo bene. Alchè, proprio in cima alla castagneta, da dove si vede la vallata del niccone, una sinistra pedalata a vuoto diviene testimonianza della mia inettitudine. Catena andata.

Ormai è la terza in un anno. Un cacciatore mi si avvicina e oltre a constatare il problema non può far altro. Ne sa meno di me.



Ripenso alle lezioni di manutenzione che mi diede Franco TEsti, inutili senza uno smagliacatena. Riporla nelle tasche posteriori era impensabile, dopo la maglia diventa merce da cassonetto. Allora la ricongiungo, ma quando cerchi un filo di ferro non lo trovi mai. Mi smembro la manica della maglia di licra, ricongiungo la catena e via. Da dove mi trovo a casa son 17km. I primi due diciamo che son discesa mista a saliscendi e in qualche modo vado giù per inerzia o a spinta. Il resto è una corsetta con bici a fianco e scarpette sidi con suola in carbonio. Non vi dico le ossa dei piedi oggi come son ridotte. Un bell'allenamento per il cross di domenica. Mi son rifiutata di chiamare a casa, il mio orgoglio mi ha imposto di accettare l'evento quale lezione di vita. Riuscirò a mettermi giù di buon grado ed essere meno "sciaborda" nel trattare il mezzo che puttosto che essere accompagnato a piedi sarebe molto meglio usare salendo in sella? Al di là di questo resto esterrefatta nel constatare che una persona evidentemente appiedata con bici al seguito corre per più di 15km lunga una strada provinciale e nessuno, dico nessuno, si ferma per chiedere se abbia bisogno d'aiuto. Ci sforziamo di definirci società civile, ma dovremmo rivedere il significato nel dizionario.

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