sabato 8 gennaio 2011

ANCHE QUESTA E' FATTA...

Donati in pre-gara rivolge una preghiera a San Mauro, protettore del Bikeland!


E alla fine ci siam tolti il dente, un pò come una visita per la prostata. Tipo di screening a me oscuro, ma con un pizzico di empatia posso comprendere l'ansia che attanaglia ogni maschio interessato. Non essendo prostata-munita posso solo parlarvi dell'incombente evento di questi giorni, i campionati italiani di cross che lo scorso anno grazie ad una commistione di fattori mi regalarono una stupenda felicità. E ormai, a distanza di un giorno posso dire di non ritenermi soddisfatta del risultato, ma che non ho risparmiato nulla, che giovedì io ho sputato l'anima, ma che ha vinto chi lo meritava più di me.
La sensazione era un pò questa!


Avrei tanto desiderato avere due quadricipiti alla Giorgia Bronzini, però so anche quanta soddisfazione mi danno in estate questi miei stinchi secchi mentre si sale sotto i 35° di luglio. Per fortuna al di là del colore, la medaglia l'ho riportata, perchè non avrei potuto fare a meno di un prezioso ricordo di rara raffinatezza. In casa, sopra il camino, penzola un ferro di cavallo tricolore con in mezzo una medaglia. Più kitsch di così si muore e mia madre ha sentenziato "Più va in giù e più son pacchiani!". Quando gli italiani saranno a napoli ci appenderanno al collo un corno rosso antisfiga.
Ma veniamo a noi e raccontiamo in soldoni come sono andate le cose, in maniera sintetica e concisa. Il team coi suoi undici crossisti manda in avanscoperta un quartetto cetra non male: i soliti vigna e romina con furgone zeppo di carbonio e al seguito i paolo e carlo, che con affetto ci piace ridefinire Cip e Ciop. Per fortuna loro hanno senso dell'umorismo e non se la prendono, ne sono certa perchè ho visto la reazione avuta dopo 60km di superstrada quando han dovuto deviare per un'autoofficina, far riparare il mercedes, restare ad attendere fino alle 17, lasciare 300carte al meccanico e raggiungerci in albergo. Pensavo di trovarli incazzati neri. Per niente, anzi, siamo andati a fare un bell'aperitivo. Scoprendo che le bariste a roma lungo la via appia non sono come quelle del Syrah, che praticamente spendi tre euro e ci ceni. Come si suol dire "nnè sputa pe nn beve"...e nei pressi di capannelle son molto parsimoniosi riguardo alle noccioline a ai salatini, nel senso che non te ne danno neppure uno.


Pazienza, si cena in albergo dove ci hanno sistemato piazzando me su uno stabile e gli altri tre in un altro. Il realtà la prenotazione l'ho fatta io specificando di mantenere Mauro ad una distanza di sicurezza dalla sottoscritta di minimo 100mt, dato che è in piena tempesta ormonale. A cena, essendo in convenzione ci han proprio trattato da ciclisti: polpetttone e patate semi-fritte: la cena dei campioni. Piccolo focus riguardante la gara, o meglio, la fantomatica tassa d'iscrizione di 20euro, che fino a 12 ore prima doveva essere gratis. Alla riunione tecnica ci viene spiegato che hanno dovuto inserirla, con rammarico però hanno dovuto. MA tranquilli, tengono loro a rincuorarci, andrà in beneficenza per comperare bici ai bambini dell'africa. Azz...penso io: tanto son grassi..facciamoli pure andare in bici, facciamoli sudare che tanto di acqua gliene avanza...perchè non gli regaliamo pure un bel solarium!? Poi Ubaldini ha chiarito meglio la cosa.

Ambiguità riguardo alla tassa di iscrizione



Nottata tranquilla, nulla di meglio per prender sonno alla svelta che piazzare un canale con documentario sulla guerra mondiale. La mattina, dritti al campo gara, si passa il tempo a salutare gli ultimi arrivati, a regalare consigli a destra e a manca, e a rendersi conto di ritrovarsi come un gatto dentro una balla, ovvero d'esser messi proprio male.



I due rettilinei iniziali saranno un momento di vera solitudine, durante i quali potrei mimare l'idea di Giorgio, che ha gareggiato con le cuffie alle orecchie, dopo aver trascorso la sera svuotando un'intera bottiglia di sangiovese. Si prepara sempre in maniera maniacale a questi appuntamenti. Per il resto è gara dalle 10 alle 15.30 per poi riprender la strada di casa, con Michele che in superstrada si è dedicato all'auto-scatto.
Nel senso che si è fatto scattare molte foto all'auto, anzi, al furgone della squadra. Matteo lo ringrazierà per questo. E neppure il tempo di rimetter le chiappe in casa che MAuro vorrebbe tornare a correre domani a Orte. Tanto valeva restar laggiù. No, adesso bisogna che torno a far qualche carezza al mio primo ed unico amore, la Munitnbaik.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Munitnbaik????????????? che roba è???? una specie di bicicletta o uno sciogligliglililililingua?????

Anonimo ha detto...

è una modo alquanto maccheronico per parlare di mtb ovviamente