Il secondo diluvio universale, che perdura ormai da aprile, dimostra che qualcuno lassù deve avercela a morte con noi cicloamatori. Ma l’ira divina non ci ha impedito di uscire anche con le condizioni più estreme. Pochi giorni fa con Fabione, io e mio fratello ci siamo fatti un bagno lungo sessanta chilometri. Fortunatamente all’inizio erano solo goccioline. E io me ne stavo felice come un papa dietro all’enorme massa di carbonio pilotata dal nostro gigante portacolori. Neanche un filo di vento. Qualche sfiatata l’ho sofferta quando allungava durante certi strappetti e mi faceva fare un collo lungo lungo. Ha gambe e piedi talmente enormi che col tallone potrebbe toccare il mozzo della ruota. Però in salita l’abbiamo fatto divertire noi il piccolo Fabio. Quando ad inizio erta mi ha visto scalare i rapporti mi ha deriso. Lui ha ostinatamente tenuto il padellone. Voleva fare lo splendido. A montone ha abbassato la cresta. E tanto ci siamo, e visto che in questo blog non guardiamo in faccia a nessuno, cogliamo la rosa quand’è il momento e cogliamo dunque l’attimo per sputtanare Pieroni: ecco la sua ultima affermazione ai nostri microfoni: “ A Schifanoia voglio battere Gustinicchi”.
Io e mio fratello abbiamo optato per un saggio silenzio. E’ evidente come un prolungato uso di stupefacenti porti ad un graduale deterioramento delle connessioni neurali.
Domenica mattina il tempo è stato finalmente clemente. A poco è servito a quei quattro pazzi che non hanno mollato la competizione neppure questa settimana. Matteo, Mauro, Sauro e Edo sono andati a Bibbiena per la Casentino Bike. La gara era affollatissima, lunga e dura. Resa ardua da giorni e giorni di pioggia continua. E sappiamo benissimo che Matteo è proprio terrorizzato dal fango in discesa. Non se la cava un granchè dice lui. Sì, le spara grosse, anche perché con nomi che suonavano tipo i simpatici colombiani, Vega e Corsetti, il nostro capitano è arrivato 25° assoluto. Tra mille e più partenti, e tutti col pepe al culo direi che tutto questo fastidio il fango non deve averglielo dato. Uno che parla poco ma pedala parecchio è Sauro, non vorrei sbagliarmi ma è arrivato 12° assoluto: il signor Rinaldini è l’ingaggio dell’anno, è il nostro Ronaldo ai tempi d’oro…non quello di adesso che va a trans. Pure Edo non si smentisce, mi hanno raccontato che si è comportato davvero alla grande.
Il Maurone nazionale, reduce da balli, feste e bagordi, ma soprattutto dalla scorsa domenica durante la quale ha rosicato di brutto mentre noi sgambettavamo su per Cortona e lui niente, ha preso la Casentino Bike con la calma di un antico amanuense. Sente ancora di non essere al top e non vuole forzare troppo. Ha detto di essersi goduto il panorama. Attraversando il guado, in diversi momenti si è chinato per raccogliere un sasso piatto e fargli fare i salti sull’acqua. Poi lungo la strada battuta ha trovato delle bellissime ginestre e ha pensato che visto che non andava di fretta avrebbe potuto approfittarne per un gesto galante. Alcuni raccontano che mentre era chinato a comporre il mazzo, seguendo la moda lanciata da Giorgio, stesse cantando la famosa canzone del mazzolin di fiori che vada ben che non si bagna.
Tutto qua? No, per niente. Perché l’altra metà del team, quella che conta, quella che vi fa comprendere quanto vi mentano i vostri medici quando parlano dello sport definendolo il modo migliore di vivere sani, quella coppia degna della miglior disinformazione in rete, insomma quelli…beh non siamo stati a pettinar le bambole. Ovviamente la mega uscita su strada possiamo dire non abbia fatto gran furore: il numero dei partecipanti lo possiamo contare su nessun dito di nessuna mano. E all’ultimo minuto, ci siamo affidati al partner virtuale di Roberto, il suo Garmin. Mtb alla mano, o meglio alle chiappe e via per luoghi dimenticati da dio dell’uomo. Anche se stavolta andavamo sul sicuro: la traccia gps era un lascito di Michele che adesso se la spassa in Sardegna. Un lungo giro sopra Lerchi, non troppo tecnico, ma ricco di spunti interessanti che hanno fatto la felicità della mia nikon e di mio fratello (ci penserà lui a rendere l’idea). Una cosa è certa: sulla strada del ritorno la fame si faceva sentire: l’argomento principe sono state le olive all’ascolana. Prontamente acquistate. Alimento lontano anni luce dal sano pasta party di ogni fine gara. Per non parlare della sera: ho cenato al ristorante giapponese col mio fedele (speriamo) cavaliere, ed ero talmente stanca che facevo fatica a tenere in mano le bacchette. Ma talmente stanca che non mi consentivo e ho rovesciato il bicchiere sul tavolo. Ma talmente stanca che mi sono imbrattata la maglia di salsa di soia. Che già sento mia madre che brontolandomi dà l’estrema unzione alla shirt con chiazza orientale.
Io e mio fratello abbiamo optato per un saggio silenzio. E’ evidente come un prolungato uso di stupefacenti porti ad un graduale deterioramento delle connessioni neurali.
Domenica mattina il tempo è stato finalmente clemente. A poco è servito a quei quattro pazzi che non hanno mollato la competizione neppure questa settimana. Matteo, Mauro, Sauro e Edo sono andati a Bibbiena per la Casentino Bike. La gara era affollatissima, lunga e dura. Resa ardua da giorni e giorni di pioggia continua. E sappiamo benissimo che Matteo è proprio terrorizzato dal fango in discesa. Non se la cava un granchè dice lui. Sì, le spara grosse, anche perché con nomi che suonavano tipo i simpatici colombiani, Vega e Corsetti, il nostro capitano è arrivato 25° assoluto. Tra mille e più partenti, e tutti col pepe al culo direi che tutto questo fastidio il fango non deve averglielo dato. Uno che parla poco ma pedala parecchio è Sauro, non vorrei sbagliarmi ma è arrivato 12° assoluto: il signor Rinaldini è l’ingaggio dell’anno, è il nostro Ronaldo ai tempi d’oro…non quello di adesso che va a trans. Pure Edo non si smentisce, mi hanno raccontato che si è comportato davvero alla grande.
Il Maurone nazionale, reduce da balli, feste e bagordi, ma soprattutto dalla scorsa domenica durante la quale ha rosicato di brutto mentre noi sgambettavamo su per Cortona e lui niente, ha preso la Casentino Bike con la calma di un antico amanuense. Sente ancora di non essere al top e non vuole forzare troppo. Ha detto di essersi goduto il panorama. Attraversando il guado, in diversi momenti si è chinato per raccogliere un sasso piatto e fargli fare i salti sull’acqua. Poi lungo la strada battuta ha trovato delle bellissime ginestre e ha pensato che visto che non andava di fretta avrebbe potuto approfittarne per un gesto galante. Alcuni raccontano che mentre era chinato a comporre il mazzo, seguendo la moda lanciata da Giorgio, stesse cantando la famosa canzone del mazzolin di fiori che vada ben che non si bagna.
Tutto qua? No, per niente. Perché l’altra metà del team, quella che conta, quella che vi fa comprendere quanto vi mentano i vostri medici quando parlano dello sport definendolo il modo migliore di vivere sani, quella coppia degna della miglior disinformazione in rete, insomma quelli…beh non siamo stati a pettinar le bambole. Ovviamente la mega uscita su strada possiamo dire non abbia fatto gran furore: il numero dei partecipanti lo possiamo contare su nessun dito di nessuna mano. E all’ultimo minuto, ci siamo affidati al partner virtuale di Roberto, il suo Garmin. Mtb alla mano, o meglio alle chiappe e via per luoghi dimenticati da dio dell’uomo. Anche se stavolta andavamo sul sicuro: la traccia gps era un lascito di Michele che adesso se la spassa in Sardegna. Un lungo giro sopra Lerchi, non troppo tecnico, ma ricco di spunti interessanti che hanno fatto la felicità della mia nikon e di mio fratello (ci penserà lui a rendere l’idea). Una cosa è certa: sulla strada del ritorno la fame si faceva sentire: l’argomento principe sono state le olive all’ascolana. Prontamente acquistate. Alimento lontano anni luce dal sano pasta party di ogni fine gara. Per non parlare della sera: ho cenato al ristorante giapponese col mio fedele (speriamo) cavaliere, ed ero talmente stanca che facevo fatica a tenere in mano le bacchette. Ma talmente stanca che non mi consentivo e ho rovesciato il bicchiere sul tavolo. Ma talmente stanca che mi sono imbrattata la maglia di salsa di soia. Che già sento mia madre che brontolandomi dà l’estrema unzione alla shirt con chiazza orientale.
2 commenti:
Misà tanto che Giorgio leggendo il tuo post abbia colto il guanto di sfida lanciato da Fabio, infatti ha subito confermato per domani per venire a fare un'uscita alquanto tecnica! Ma perchè Matteo sull'arca non dice nulla? Probabilmente sta ancora ripensando al fango di Bibbiena, lì sì che c'era il diluvio!
matteo non dice niente perchè sulla foto non c'era più posto e poi avevo fatto l'una di notte e dormivo da ritta.
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