mercoledì 20 febbraio 2008

CORSO DI MECCANICA AVANZATO

"Romi, fermati un attimo, hai la puleggia del cambio storta". Ecco la mia reazione alle parole di mio fratello. Ma non si può sempre contare sull'aiuto altrui, bisogna imparare a cavarsela da soli. Dunque, alcuni giorni dopo mi accingo al cambio puleggia, operazione che è iniziata con lo sfogliare il vocabolario e il pallosissimo lavaggio della bici (che per quanto impegno ci metto la bici da strada più la lavo e più zozzo esce fuori).
Finito di asciugare la bici, rotellina nuova alla mano, me la studio, sembra facile, anche perchè fin'ora ho solo dovuto toglierla dal sacchettino. Smonto quella vecchia: oltre al fatto che è lurida da schifare pure un meccanico la situazione sembra proseguire per il giusto verso. Monto e avvito quella nuova...giustamente il primo montaggio è solo per prova...anche perchè sbaglio a far passare la catena. Smonta, rimonta: ok. Funziona, gira, cambia e sta tutta diritta. Mi sento pronta per il premio nobel. Fatto questo metto mano alle ultime operazioni post-lavaggio: un pò di olio alla catena e di svitol qua e là. Giustamente mi guardo bene dal somministrare qualsiasi tipo di grasso o materiale unto alla mia nuova puleggia: è così pulita che non merita di passare subito al rango inferiore a cui ormai ogni meccanismo della bici è sceso. Oggi pomeriggio finalmente ho modo di mettere alla prova il mio raffinato lavoro da tecnico navigato. Io e Roberto usciamo. Primi metri, strani stridori. Mah, avrò dimenticato di ungere un pò le giunture delle pedivelle. Gli stridori seguono il ritmo dei giri di catena. Mmhh...qui gatta ci cova. Già inizia a balenarmi in testa qualche dubbio sul lavoro fatto. Mio fratello mi rivolge uno sguardo inquisitorio. Io rispondo che sono normali rumori di assestamento. Questi rumori, per essere chiari, sono gli stessi di un gesso che scontra una lavagna. Dopo 15 km di tutto ciò comprendo che forse l'idea dell'assestamento è una caxxata. Continuo imperterrita la mia pedalata, con accanto mio fratello che fra due opzioni non sa quale scegliere: staccarmi un femore e infilarlo tra i raggi della mia ruota o usarlo per fracassarsi il cranio dal nervoso. In effetti è stata un'uscita poco rilassante, colpa di questa sinistra colonna sonora. Ma l'arcano l'ho scoperto quando verso gli ultimi colpi di pedale Roberto mi ha domandato "Ma ce l'hai messo un pò di grasso quando l'hai montata?". E io "Ma che scherzi? No! Era così pulita rispetto a tutto il resto!".
Indovinate?! Come al solito, come con ogni mio lavoro di manovalanza, bisogna fare il bis: smontata la puleggia, ingrassata, rimontata! Non fischia più! Non si finisce mai di imparare. Anche se una cosa io la so benissimo e la sa benissimo pure mio fratelli: è inutile che mi metto a fare queste cose, tanto sappiamo che poi dovrà comunque rifarla lui. Io la vedo solo come uno spreco inutile di energie!

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