In questo spazio ludico-sportivo-ricreativo semiserio che spesso assume toni grotteschi è il caso oggi di scomodare persino i morti. Non è colpa mia se riesumiamo dalla tomba il povero La Palice, ma quando ci vuole ci vuole e giudicate voi se la frase che sto per riportare non è lapalissiana: - AI RADUNI CI SE ARDUNA - . L'autore di un motto così alto, il fenomenale pensatore avanguardistico dalla parlantina spedita è ciclista di rara grandezza. Pedalava quando voi ancora la facevate nel vasino, solcava strade e segnava sentieri di bosco quando voi ancora tentavate di strappar via le boccole del lego usando i denti...che poi le ciancicavate tutte e finivano nella scompezza. Questo luminare della letteratura italiana che conosce più strade del vostro Garmin è Flavio Cecchetti. E parola sua "AI RADUNI CI SE ARDUNA". E fin qui non ci piove e non ci bufa. Questa perla è solo un veloce flash di quanto è accaduto qualche sera fa nella casa del signore. Per meglio dire nella casa dentro la casa del signore visto che eravamo a veglia dal prete. Don Fabio, il protettore delle anime di Promano, ha dovuto aprir la porta ad un quintetto di ospiti davvero caratteristici. Io per prima avevo qualche riserva nel partecipare a questa surreale riunione decisa in vista della Strapitocca di febbraio. A pasqua dell'anno scorso incontrai il prete che voleva darmi la benedizione dentro ad un supermercato, risposta mia "No grazie, ho smesso!". Sintetiziamo dicendo che la fede non è il mio forte. Neppure di Roberto visto che le sue ultime frequentazioni cattoliche risalgono agli anni dell'adolescenza, quando cantava nel coro della chiesa (muoveva la bocca), solo per guardare culi e tette delle coriste. Flavio non mi è parso proprio un chierichetto, ma su di lui non vorrei sbilanciarmi. L'unico meritevole della misericordia divina l'altra sera era XXXXX, assiduo frequentatore dei luoghi di culto. E lo credo bene, visto che ormai la famiglia si allarga e con l'economia che va a rotoli è bene farsi amicizie altolocate. A chiudere il BikelandFive in visita dal Donfi come lo chiamano da queste parti, c'era la copia carbone del lupo di San Francesco. Direi che la metafora ci capita a fagiuolo visto che proprio di lupo trattasi. Il Donfi ha accolto Giorgino con la stessa lungimiranza con cui il buon pastore scalpita nel cercare la sua pecorella smarrita. Un figliol prodigo di ritorno va festeggiato alla grande. Sul tavolo c'erano pistacchi, cioccolatini, limoncello, wiskhy. Di tutto. E non a caso il prete si è dimostrato per tutta la sera un gran politicante oltre che uomo di culto. Così ha preso Giorgino per la gola e non è una novità che il Baffetticus lo si tiri con un fil di lana. Ma neanche Roberto si è mostrato troppo vergognoso. Gli hanno spolverato mezzo chilo di pistacchi. Qualche buon bicchiere di cochina perchè dopo un pò tutto quel sale allappa e non hanno storto il naso quando il Donfi ha calato l'asso: vassoio di paste fresche di pasticceria. Nonostante tutto questo magna magna il Giorgino non si è fatto comprare. Lui conosce bene i subdoli raggiri della chiesa e non ha mancato di rammentare all'oste di turno quanti mali la chiesa abbia perpetrato contro la società. Poi giù con un altro pò di pistacchi e giù a ricordargli che lui tanto religioso non è. Ma il Donfi non si arrende. Sferra attacchi da ogni lato. Nelle fasce laterali trova me e non mi molla, mi appioppa una decina di cioccolatini e il vin santo. Dall'altro lato sfionda giù un'altra pasta a Flavio. Ma il suo obiettivo è uno soltanto, riprendersi la sua pecorella smarrita. Da una tasca magica, simile a quella di Doraemon, tira fuori un artefatto di colore verde, un cartoncino magico, ne distribuisce uno a ciascuno. Posso giurare che quando lo ha posato nella mano di Giorgio piccole scintille di fuoco hanno accompagnato l'attrito dei polpastrelli con la carta. Il Donfi ci fa dono della PREGHIERA DEL CICLISTA. E' un colpo basso. L'uomo che "datemi una doppia e non solo vi solleverò il mondo, ma ci scalerò il Monte Acuto", l'uomo che se gli scappa la pipì durante una gara se la fa addosso senza pensarci un attimo, l'uomo che chiude ogni girata con un bel prosecchino...beh, il Giorgino nazionale finisce al tappeto sotto i duri colpi infertigli dal Donfi. E chiude il duro scontro ammettendo "Questa preghierina bisogna che l'attacco sopra il manubrio, così quando vado in salita me la leggo e mi drogo con quella".
Vi domanderete se oltre a mangiare abbiamo parlato della Strapitocca. Penserete che vi dica una balla, ma qualche appunto lo abbiamo preso. La cosa più importante è che se venite in tanti l'anno prossimo il Donfi ci organizza la gara e poi dovete esserci per forza altrimenti per voi niente preghierina del ciclista.
ANALIZZIAMO ALCUNI PASSI DELLA "PREGHIERA DEL CICLISTA"
"Signore fai che io sappia condividere le vittorie e le sconfitte con i miei compagni di squadra" - Che vuol dire "basta cercar le scuse quando perdete e a non condividere i prosciutti che vincete" -
"Insegnami a non gareggiare solo per me stesso" - Non è che gareggio per quelli che mentre me scappono gli occhi de fori stanno al bar a bè -
"Aiutami a vincere le sfide che sarò chiamato ad affrontare" - qui io aggiungerei "e passami anche un pò di quella robbina bona che non è giusto che la dai solo ad alcuni come pieroni e a me niente -
3 commenti:
Ma messa così sembra che la nostra sia un'organizzazione approssimativa! Io e Giorgio siamo apparsi come dei gozzoni, cosa che non siamo. La definizione giusta è "coloro che sanno approfittare di tutto quello che offre il Signore"...
BASTA ANCHE SOLO UN GRAZIE!!! Talvolta nella vita basta dire solo grazie e andare avanti per la propria strada, c'è chi crede realmente in ciò che fà e chi invece si accontenta di giudicare, la differenza è il buon gusto di dire solo, GRAZIE LA MIA STRADA E' UN'ALTRA!Chi crede lo fà per scelta e non per un tornaconto economico!!!!!
ma de che? ma de cosa? io non l'ho capita. ho solo capito che c'è un pò di polemica. fai un pò come vuoi! chiamami che il numero ce l'hai così ne parliamo
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