Miei avvinazzati lettori, chissà se i festeggiamenti della notte di san silvestro abbiano mantenuto intatte le vostre capacità ciclistiche. Ma di sicuro,da bravi sportivi avrete cenato con un cotechino ai germogli di soia e brindato con lo spumante analcolico della Walt Disney. Nonostante la mia semi-infermità oculare non ho rinunciato al classico cenone di fine anno. Tra l'altro una grande occasione per scoprire le doti culinarie dell'uomo che per qualche oscuro motivo si dice contento nel sopportarmi ormai da cinque anni. Il cuoco di giornata ha saziato quindici commensali, dai palati difficili. Uno di loro, il Tonio, è rinomato per tutta l'alta valle del tevere, quale raffinato mangiatore di pongo, nonchè macellaio sexy affermato. Scopro così che le figure maschili più importanti che caratterizzano i miei giorni sono uomini che con le mani se la cavano alla grande. Il doppio senso è volutamente creato per sollazzare la mente zampillante di qualche personalità di nostra conoscenza. E così c'è Mauro, il fabbrica-crostate e sommelier, Roberto il fratello amante degli esperimenti più stravaganti e poi Francesco, il flagello di tutti i cinghiali. Non perchè va a caccia, ma semplicemente perchè ruba in casa quelli che riportano il padre ed il fratello dalla battuta e poi lo cucina a noi. Che pappardelle che ha impiattato per il cenone. Per non dire del rollè al forno con le carotine.
Nel frattempo, se vi interessa conoscere lo stato di forma del mio occhio birbo, sappiate che i pirati non abitano più qui. Ho appeso la benda al chiodo come avrete notato nel post precedente. Ho ancora molti problemi con la messa a fuoco, diciamo che ci vedo come si vedrebbe attraverso un calice di vino alla fine di un pranzo di matrimonio, che ripetutamente è stato sollevato con mani unte di grasso di costolette, pastasciutta e torta. Eh sì che di bicchieri zozzi la sò lunga dopo aver passato una miriade di feste a pranzo dalla nonna maniscalco, che quando ti serve gli spaghetti la metà te li inzuppa dentro il bicchiere e il sugo ti schizza addosso già quando ancora stai salendo le scale per salutarla.
Ritornando al mio occhio sappiate che gli ho già fatto il rodaggio ciclistico. Tutto bene, nonostante qualche problema nel calcolare le profondità, così in discesa faccio un pò pena, ma la differenza si nota poco visto che in quel frangente non sono stata mai una lince. Ovviamente per rassicurare mia madre prima di tornare in sella ho dovuto comperare gli occhiali in fretta e furia. Ho fatto un bel pressing al Cardella, tutto solo a negozio, orfano di un Matteo incredibilmente vacanziero.
Saltanto qua e là a dimostrazione che forse qualche neurone l'ho abbandonato al trascorso 2008, torno a raccontarvi di san silvestro. Cena tranquilla tutto sommato, che inizia a movimentarsi con l'arrivo dei profitteroles in tavola. Le battute si sprecano, come anche i bicchierini di tequila. Poi tutti fuori per festeggiare con lo spumante e i fuochi. Non comprendo per quale assurdo motivo ma i miei amici iniziano a sparare i fuochi già alle 23.50. Alle 23.55 li hanno finiti tutti. Passano due minuti. Tutti si guardano. Poi uno prende lo spumante, inizia ad urlare e lo stappa festeggiando il 2009. Però sono ancora le 23.58 e per tutta la valle del tevere c'è silenzio se non fosse per noi 15 psicopatici. Abbiamo fatto un pò come su Fantozzi, quando la band ingaggiata da filini manda avanti l'orologio.
Per fortuna che il giorno dopo piove che non ne può più, così salta la mia speranza di prender la bici. Lo faccio il giorno dopo, con Roberto. E quello seguente ancora, che sarebbe oggi. Con Flavio, Marco, Roberto ed un Mauro in splendida forma. Appena reperirò del materiale fotografico ve ne farò parte.
Nel frattempo, se vi interessa conoscere lo stato di forma del mio occhio birbo, sappiate che i pirati non abitano più qui. Ho appeso la benda al chiodo come avrete notato nel post precedente. Ho ancora molti problemi con la messa a fuoco, diciamo che ci vedo come si vedrebbe attraverso un calice di vino alla fine di un pranzo di matrimonio, che ripetutamente è stato sollevato con mani unte di grasso di costolette, pastasciutta e torta. Eh sì che di bicchieri zozzi la sò lunga dopo aver passato una miriade di feste a pranzo dalla nonna maniscalco, che quando ti serve gli spaghetti la metà te li inzuppa dentro il bicchiere e il sugo ti schizza addosso già quando ancora stai salendo le scale per salutarla.
Ritornando al mio occhio sappiate che gli ho già fatto il rodaggio ciclistico. Tutto bene, nonostante qualche problema nel calcolare le profondità, così in discesa faccio un pò pena, ma la differenza si nota poco visto che in quel frangente non sono stata mai una lince. Ovviamente per rassicurare mia madre prima di tornare in sella ho dovuto comperare gli occhiali in fretta e furia. Ho fatto un bel pressing al Cardella, tutto solo a negozio, orfano di un Matteo incredibilmente vacanziero.
Saltanto qua e là a dimostrazione che forse qualche neurone l'ho abbandonato al trascorso 2008, torno a raccontarvi di san silvestro. Cena tranquilla tutto sommato, che inizia a movimentarsi con l'arrivo dei profitteroles in tavola. Le battute si sprecano, come anche i bicchierini di tequila. Poi tutti fuori per festeggiare con lo spumante e i fuochi. Non comprendo per quale assurdo motivo ma i miei amici iniziano a sparare i fuochi già alle 23.50. Alle 23.55 li hanno finiti tutti. Passano due minuti. Tutti si guardano. Poi uno prende lo spumante, inizia ad urlare e lo stappa festeggiando il 2009. Però sono ancora le 23.58 e per tutta la valle del tevere c'è silenzio se non fosse per noi 15 psicopatici. Abbiamo fatto un pò come su Fantozzi, quando la band ingaggiata da filini manda avanti l'orologio.
Per fortuna che il giorno dopo piove che non ne può più, così salta la mia speranza di prender la bici. Lo faccio il giorno dopo, con Roberto. E quello seguente ancora, che sarebbe oggi. Con Flavio, Marco, Roberto ed un Mauro in splendida forma. Appena reperirò del materiale fotografico ve ne farò parte.
1 commento:
Ma chi è quello con la cravatta che fa segno di vittoria? Mi sembra un po' fuori luogo per diversi motivi: la cravatta mi sembra un po' troppo per l'ambiente che hai descritto. Pure il segno di vittoria mi sembra piuttosto anacronistico, sempre per l'ambiente che hai descritto!
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