martedì 25 agosto 2009

VALEVA LA PENA!!!

Se foste amanti di Woody Allen ricordereste un momento di "manhattan", durante il quale il protagonista detta ad un registratore i dieci motivi per cui vale la pena vivere.
In realtà sono pensieri che non fisserei in nessun nastro o foglio di carta, poichè mutano di giorno in giorno e nella mia lista immaginaria da poco è entrato nella top ten "Vincere a Pianello". Che in un film di Allen proprio non ci starebbe bene, eppure per me è una di quelle cose che non hanno prezzo ed è un vero peccato che fra qualche tempo non ricorderò certi momenti e certe sensazioni.
Come quando nel parcheggio girando tra le auto prima della partenza con gran sorpresa scorgo i miei Flavi preferiti: il saggio e il meno saggio. Il primo, rinomato conoscitore di sentieri e percorsi vari, non a caso si vanta d'aver trovato una scorciatoia per pianello. E il secondo prende in giro il primo e pensa solo al pasta party finale.


Poi c'è Mauro che insieme a me fa a gara a chi consegna più pacchi in bagno: facciamo una gara a tappe di bisogni fisiologici la domenica io e lui. Poi arrivano i vip: Marsiglietti che si presenta subito con una bici poco adatta alla partenza. "Matteo mi ci dai un'occhiata?" e Matteo "Beh, tutto bene, mi pare ok". Dopo un chilometro e mezzo a bordo tracciato c'è Michele col cambio e il forcellino in mano. Non manca Antonello che zitto zitto è andato come un treno. Ci sono poi una sfilza di nuovi colleghi di Apecchio. Insomma c'è tutto il mondo, e non parlo solo di noi Bikeland, ma proprio di tutti i ciclisti del centro italia. Dalla Romagna, dalle Marche, dappertutto: c'è uno dell'ISD, c'è Alberati, Balducci. Tutti tipetti tranquilli. Poi c'è il grande ritorno di Marco Cellini, che dopo un anno che più nero non si può, è pronto al via con una grinta e uno spirito difficili da spiegare e raccontare, bisogna vederlo e sentirlo parlare per capire. Il suo tono pacato, sempre convinto di quello che dice, pronto a mettersi in gioco e consapevole delle proprie capacità e forte delle proprie motivazioni, sono la sintesi di quello che i pedali rappresentano per i veri appassionati: vince chi sa soffrire di più. Marco domenica è arrivato secondo assoluto, in più era il giorno del suo compleanno: il regalo se lo è fatto da solo, ma servirebbe a poco senza qualcuno al traguardo a rendergliene atto. Ed il calore di un pubblico attento lo hanno accolto mentre sembrava lasciar dietro di sè tanti brutti fantasmi appena varcata la linea dell'arrivo.


In gara probabilmente non ero spinta dalla forza propulsiva che alimentava Marco, ma in testa avevo solo la voglia di star davanti e nemmeno per un attimo ho pensato che avrei lasciato che le cose andassero diversamente. Perfino il cardio si è rifiutato di funzionare, per tutta la gara ha segnato "zero". E devo dire che il cuore neppure lo sentivo. Avevo solo un gran bocca felpata durante tutta la prima salita, come al primo esame all'università per capirci. Poi ho pensato chissenefrega, mica devo parlare, basta pedalare. A metà gara una bella carica me l'ha infusa il nostro fotografo preferito, novello papà di Francesco, che non manca mai di tifare per me.


Come lo scorso anno pure questa volta alla premiazione erano presenti due ragazze in abiti succinti. Unica ma rilevante differenza rispetto al 2008 era che questa volta alle signorine il bottone dei jeans si allacciava ed erano logicamente guardabili. E le hanno guardate in molti. Io invece, grazie al contributo di Mauro, ho guadagnato un nuovo grado in squadra, col quale l'altissimo presidente Roscini mi definisce davanti ad amici e colleghi. Eccolo quindi gridare ai quattro venti "La Romina è la escort del Bikeland". E di rincalzo un romanticissimo Giampiero Tasso aggiunge "Sì, sì...la Escort...la Ford Escort!". E dire che stavano tranquillamente mangiando un buon piatto di pasta e invece hanno posato la forchetta per mettere in fila queste carinerie. Sono adorabili (...nella tastiera manca il simbolo Denti Stretti).


A tenere alto il livello del pasta party, oltre alle signorine in mini, ma molto minigonna, c'è Mauro che viaggia con una scimmia legata al collo. E con questo ho detto tutto.

martedì 18 agosto 2009

AMICI SCALATORI


Questo è un omaggio agli amici che immancabilmente ci fanno compagnia ad ogni tappa dell'UMBRIA CHALLENGE, specialmente al fiero possessore di Giant Massimiliano Servo, che ogni anno corre più forte e lo fa sempre col sorriso sulle labbra. Cliccate sull'immagine per leggere l'articolo senza dovervi espiantare una cornea.

PUBBLICITA' INGANNEVOLE


Da qualche mese a questa parte, in molti mensili di ciclismo troviamo pubblicizzato uno dei prodotti più assurdi mai commercializzati e destinato ad avere meno seguito del Laserdisc che per poco non fece fallire la Philips (ho studiato marketin e me ne vanto). Si tratta di un repellente spray per cani. Ho sempre avuto seri dubbi riguardo allo spray al peperoncino contro i violentatori di signore e signorine. L'unico motivo per cui lo acquisterei è per fare uno scherzetto a mia madre, ma per ora mi accontento di spalmarle la maionese in faccia mentre dorme.
Quindi, spiegatemi voi, quando un pastore maremmano che da quanto è selvatico al posto del mantello tiene i rasta alla bob marley, vi si avventa e vi incalcia lungo la salita di preggio che arriva al 10% e già nelle gambe ne avete una quindicina di chilometri, se avete la forza di fermarvi, infilare la mano nella tasca dietro, afferare l'oggetto e spruzzarlo contro il caimano inferocito. Come minimo puntate il vaporizzatore verso il vostro di muso e allora sì che il cane avrà il pranzetto facile e assicurato con voi stesi a quattro di spadi! L'unico rimedio contro i cani che vanno forte in salita è trovare un modo per andar più forte di loro, poco sotto ho proposto una soluzione che comincia per A e finisce per NFETAMINA.

IL BUON GREGARIO

In questi pochi giorni di arsusa, che per un attimo fanno dimenticare le levatacce mattutine d'inverno quando ancora il sole è stravaccato sotto le tue coperte e tu ti incelophani i piedi e le mani per non morire assiderato, possiamo godere, oltre che della compagnia dei biker nostrani, di un'ulteriore presenza, un aiuto "doping free" che ci fa correre più forte.
Questo fedele gregario non ha vita lunga: è un collega solo per un mese all'anno, in agosto, perchè poi penso schiatti. E se lo merita. Non corre in bici, ma con l'evoluzione darwiniana a forza di dar la caccia ai ciclisti dopati, è diventato dopato pure lui e inizia a fare i 25 all'ora. I latini lo chiamerebbero Tabanus Bovinus, in tutta Italia viene comunemente detto Tafano, tra i ciclisti è meglio conosciuto come STRONZO. Questo delizioso insetto dittero proveninte dalla famiglia dei Tabanidi è simile ad una grossa mosca, ma molto più rompicoglioni, più tozzo e grande. Eh ti credo, a forza di succhiare il sangue di questi CERAIOLI. Questo emerito figlio di Tabanidi non emette ronzio, ma magari faccesse rumore, ci faremmo la firma. In realtà questo silenzioso volatile estivo è capace di pungere pure attraverso i vestiti, e potrebbe pungervi pure se vi infilate il maglione a trecce che ogni anno la nonna vi appioppa per natale e che si infeltrisce appena vede l'acqua in cartolina.
Pare che per pungervi si faccia prestare le siringhe dai caratteristici avventori dei giardini delle scale mobili a perugia. Il delizioso animaletto è attratto dal fortissimo puzzo di sudore: questo lo dico per esperienza dato che se pedaliamo io e Roberto, se lo becca tutto lui lo sciame di tafani, lui che puzza che non gli si sta vicino, in effetti quasi quasi si schifano pure i tafani, solo che anche loro di qualcosa devono campare. Altra perla di saggezza di cui voglio farvi partecipi è il fatto che il suddetto moscone ama molto un tipo di cera per capelli, marca biopoint, e poi, coglione lui che ci si va a ficcare in mezzo e ci rimane appiccicato. Ecco così che torno spesso a casa con la testa che pare una carta moschicida.
Indubbiamente i contro sono moltissimi quando si parla di questa bestiolina la cui utilità all'interno dell'ecosistema deve ancora esser spiegata dai migliori entomologi. L'unico pro che posso attribuirgli è quello di essere un ottimo capro espiatorio per una scarsa performance atletica. State pedalando che momenti vi sorpassano le lumache? Basta dare la colpa ai tafani che vi assillano. Non ce la fate più dai rinfacci del pranzo di ferragosto che ancora si ripropone? Basta incolpare il tafano che vi intralcia. State sputando catarro e anima per terra perchè avete il cuore a 195 e i polmoni grandi quanto una nocciolina? Semplice: "ho appena inghiottito un tafano!".
E alla fine della fiera l'ultimo consiglio, il più importante e fondato: non abboccate a quello che una sinistra casa farmaceutica vi fa credere il rimedio miracoloso a cotanto fastidio. In realtà il famosissimo AUTAN, altro non è se non un nettare miracoloso che permette ai Tafani di incrementare le proprie prestazioni. Non si capisce ancora per quale motivo nonostante sia palese che più se ne mette e più tafani ci inseguono e ci sbeffeggiano, noi continuiamo ad acquistarlo. Forse il motivo per cui ce lo spruziamo addosso è perchè puzza così tanto che speriamo che gli altri ciclisti ci lascino sfilare avanti per colpa dell'olezzo!

mercoledì 12 agosto 2009

ALLA RICERCA DELL'ORSO E COMPAGNIA CANTANTE


La mia vacanza premio al Cornetto continua fino a domenica e tanto per cambiare sfruttiamo ogni attimo possibile per fare una cosa che non faccio mai, andare in bici. Il Cozzarino stamattina ha detto "Se non ci vado quando sono in ferie in bici, figurati quando ci vado!". Come dargli torto, e poi guardandolo correre il ciclocross o più semplicemente pedalare tra noi scalcagnati si vede ad occhio nudo che lui è uno di quei tizi che tirano fuori il biciclo verso aprile giusti giusti per mettersi in forma in vista della prova costume.
Chi lo conosce intenderà bene che nel mio prologo è mal celata una sottile ironia. Fatto sta che deve essere rimasto alquanto impressionato da noi schietti atleti dopo la pedalata al Tezio, che non si è voluto perdere l'escursione mattutina che su facebook, per i più informatizzati era denominata "Alla ricerca dell'orso". E per stanarlo siamo partiti da casa alle 7.30.
Mi pare giusto, uno è in ferie e non deve sprecare neppure un attimo di vita per volersi bene. Cerchiamo di essere masochisti fin nel midollo e partiamo con la nebbia, le tracce del cuscino sulle guance e qualche drago ancora da espellere. Proprio il giorno prima mio fratello aveva avuto il buon cuore di partire alle 8.30. Ma l'orso non aspetta e per stanarlo ci ritroviamo tutti a Fontecchio. Questa cosa dell'orso non so bene da quale leggenda metropolitana sia scaturita, posso solo dirvi che è una faccenda simile a quella della pantera che girava per Morra qualche anno fa. Che poi diventarono due. Poi ci fu la storia dei lupi a Lerchi, poi quella dei Dinosauri a Lama, poi quella degli alieni a Trestina... insomma, se vediamo un orso di sicuro è Giorgino con la parrucca.
Il richiamo della foresta è stato forte, e tre dei partecipanti già li avete intuiti; i restanti sono lo speleologo Franco, il pierre Sauro, il biker saggio Flavio, e i due Armstrong dell'Alto Tevere: il Ceccovolante e Pandolfi. I due esperti appassionati delle ruotegrasse, dopo una folgorante carriera giovanile coronata di successi, rallentarono l'attività agonistica per dedicarsi alle rispettive famiglie, ma seguendo l'esempio dell'intramontabile Lance, eccoli tornare sul terreno di battaglia, con una grinta e caparbietà da insospettire perfino il dottor Fuentes. Il Texano per il suo ritorno ha la scusa della ricerca sul cancro. Il nostro duetto come scusa ha quella di poter iniziare molte frasi dicendo "Quando andavo in bici io..." "Ai miei tempi..." "Ma te la ricordi quella marca là?" "Non le fanno più le bici di una volta!".


La narratrice è conscia di rischiare molto con queste ultime righe, ma la mano in combutta con la tastiera ed un cervello poco razionale si sta divertendo troppo a scrivere. E nel contempo la suddetta narratrice è pure felice da morire quando può pedalare con tutti questi uomini poichè come una spugna cerca di assorbire ogni astuzia e consiglio possibile. E' un peccato poi che per metterli in pratica impiega discreto tempo.
Stamattina potevamo essere una bella setta ma più uno che fanno otto, la battuta va scemando e quindi la chiudiamo qui.
Percorso spettacolare, non a caso frutto della fulgida mente del Ceccovolante che assieme all'omonimo collega ciclista condivide oltre al nome una forte propensione nel beccare sempre i tracciati più belli. Da mangiarsi i gomiti vedere il Cozzarino salire col centrale o addirittura col padellone nei tratti in cui io chiamerei volentieri un elicottero. Poi però c'ha pensato la sfiga a stenderlo...anzi, il brecciolino fine fine ha diviso Mauro dalla sua Sintesi: lui per terra con una coscia che pareva una forma di parmigiano grattugiato, e la bici parcheggiata dentro il bosco a cavallo di un tronco. Tutto ok, erano solo 11 anni che non gli capitava più di cascare. Ora comprenderete il perchè tutti vogliono venire con noi: siamo pieni di sorprese, da noi è sempre Pasqua. Se mi domandate dove siamo stati vi dico che "Boh!", però posso assicurarvi che siamo sbucati al Sasso, abbiamo attraversato l'Antirata, poi ci siamo ritrovati alla Cima, poi alla Croce di Legno credo, poi il Longinello e poi a casa che son 10 giorni che smacchio! Domani in teoria dovremmo partire nel tardo pomeriggio... come minimo domattina avrò due occhi a palla già alle 6 del mattino!

lunedì 10 agosto 2009

FERIE TO CORNETTO VILLAGE RESORT

Dato che il post è lungo e pochi lo leggeranno per intero, in grassetto troverete i nomi dei ciclisti citati, anche se mi farebbe molto più piacere che gli diate una letta globale, non è "Repubblica", ma manco tanto peggio di "Libero".
Finalmente in ferie e quando tutti i soldi messi via, anzi, quando uno momenti ha speso pure quelli che non ha mai posseduto, per far la bici nuova, di vacanze troppo particolareggiate se ne fanno ben poche. Quando mi domandano: allora romi dove vai in vacanza? Io rispondo "Vacanza al Cornetto mista a bici". Questo è tutto quello che possiedo: una casa vacanza al cornetto, con tanto di balcone e giardino trascurato dove tutti i condomini gettano le pubblicità del cross e una fiammante mountain bike acquistata con gli ipotetici soldi previsti per una ancor più ipotetica vacanza. Le mie ferie le trascorro quindi tra una rilassante colazione al Donella De Sorca Drink Bar e in sella al mio confettino a due ruote. A farmi compagnia per la colazione ci pensa mia madre con la quale tutte le mattine discuto immancabilmente riguardo all'argomento croissant da dividere: io lo prenderei con la marmellata, lei lo vuole con la crema. Per diritto di anzianità gliela dò vinta, poi però la vedo mettere mezzo cucchiaino nel caffè e allora mi fa proprio ridere. Se poi aggiungiamo che pretende di vincere all'enalotto con un numero solo c'è proprio da sbellicarsi: stamattina in ricevitoria si è fatta passare la tesserina dicendo "Credo di aver vinto qualcosina". E' proprio una ghiottona in tutti i sensi. Poi per pranzo ci coccoliamo con un buon vino di tanto in tanto che acquisto io dato che per lei se costa più di due euro è eticamente scorretto comprare. Così quando torno con un Muller da sei euro lei mi fa "Non è possibile con i tempi che corrono spendere dieci mila lire per un vino". Penso che dirlo alla vecchia maniera usando il vecchio conio le procuri maggior soddisfazione, se poi teniamo conto della cura con la quale stappo la preziosa bottiglia, ha ragione a prendermi a legnate (vedi foto sopra).
Fin qui si parla di pura vacanza godereccia. Ma l'altra metà del divertimento è dato dalla fedele biga, che gode non poco della compagnia di un altro bel trampolone biammortizzato, cavalcato da mio fratello, senza il quale sarei costretta a fare a vita al massimo quattro stradine tutte uguali. Con lui ogni giorno è come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa ti capita e non sai mai quanto scarpinare ti tocca e che bei sentieri scoprire. Poi capita di aggregarsi agli amici di San Secondo che per fortuna ci strappano dalla nostra collina preferita per portarci a visitare il mondo al di là del Gioiello e del Monte Santa Maria. Era un bel pò che non si tornava a fare una lunga pedalata tutti insieme e così ritrovo il Tassino che zitto zitto ha rimesso a nuovo l'antico triciclo con forca e ruote di tutto rispetto (vedi foto sopra). C'è Flavio che da quando ha cambiato i paraoli alla sua Reba sembra tutto un altro biker: lui e la sua Scarpin...come la chiama Canfarone, vanno che pare abbiano il motore. Con noi l'altro giorno c'era pure un fantasma: si chiama Battocchi, son tre giorni che è tornato da una vacanza distruttiva a Mikonos, è più nero di Contador, ma ha due occhi gonfi che pare gli abbiano trapiantato le cornee di un gorilla di montagna, e in tre ore di bicicletta non ha mai parlato. A Mikonos ha visto cose che noi umani non potremmo immaginare... Un gran piacere pedalare accanto all'amante della natura per antonomasia, colui che in Italia abbraccia lecci e in Vermont sequoie: Luke domenica non si è scontrato contro nessun vegetale, però ha fatto sbagliar strada a me e a Nicola. Certo far sbagliare me è più facile che dare del mafioso a Riina, ma metterci in mezzo pure Nicola... E poi la deve smettere di parlarmi inglese quando andiamo in salita, il sangue non ce la fa ad affluire pure ai neuroni, altrimenti poi gli rispondo come lui ogni tanto schiera il suo italiano maccheronico. Un esempio a caso: alla vista di un'erta rampa costituita da cemento armato ecco il suo commento "Cement for maggior adesion"... inizio a pensare che forse io non lo capisco perchè anche il suo english è di Biscardiana memoria. Resta un mistero il perchè abbia soprannominato mio fratello "Robberto l'animalo!".
Dopo il corno domenicale torniamo all'ovile e immancabilmente il Cornetto Dream Team si ricostituisce: il CeccoVolante fresco di mare e di abbuffate di pesce che deve rimettersi in forma, l'Avvocato che sferra attacchi a raffica contro il suddetto atleta e poi Canfa e Faina, che da quando hanno montato i tubeless non li teniamo più. Il primo per poco non si porta via una mano mentre gli esplodeva in faccia il copertone e il secondo ha fatto fuori le pasticche grazie alla manutenzione di altri cinque colleghi buontemponi che in quanto a meccanica ne capiscono meno di me. Oggi, poco dopo aver beccato un discreto temporale che ha rovinato il nostro super-mega-allenamento-che-spaventa-gli-avversari, il Canfa ci ha elencato la natura delle sue cicatrici. Ne ha molte, gran parte delle quali in faccia e tante di queste causate da cadute in bici, fin dall'età di tre anni. Prontamente il Faina gli ha ribattuto "Ma allora Canfa la verità è che in bicicletta tu proprio non ci sei mai saputo andare!?". E per ora qui chiudiamo le nostre trasmissioni. Le ferie proseguono fino a domenica. E sfrutteremo ogni secondo per metterci in paro con chi se la spassa al mare o in montagna: la mia vacanza l'ho investita su due ruote, quindi mi tocca pedalare anche per forza.

domenica 2 agosto 2009

POSTY CONTINUA COSI'

Dopo la meravigliosa performance regalataci al Cross Country di Lama, seguita dalla prestazione ancor più impressionante del Rally Alpe della Luna, è giusto omaggiare uno dei capi saldi della squadra: IL POSTY. E per l'occasione Mauro si è appellato alla sua spiccata vena artistica. Ne è scaturito un componimento in versi da far invidia a Foscolo e Manzoni.


Con la faccia da canaglia

il suo fisico si staglia

sullo sfondo nuda roccia

di sudore non v'è goccia

come un segno del destino

corre indomito il postino!

IL DREAM TEAM IN CIMA AL MONDO!

IL NOSTRO ORGANIZZATORE INSIEME ALLA GUEST STAR DEL GIORNO, MAURO COZZARI

Il monte Tezio o tizio come lo chiama mia madre, è ormai un caro vecchio amico, al quale ogni anno bisogna recarsi a far visita: come si dice dalle nostre parti "andare a veglia". Anche se arrivarci è molto meno rilassante che andar a rompere le scatole a qualche vicino di casa la sera quando non sai che fare e vuoi scroccare qualche salatino. In cima al monte tezio ovviamente i salatini non ci sono, non c'è neppure troppa acqua, diciamo che l'unica acqua che si vede è quella del trasimeno che potete scorgere dall'estremita del monte Scapeciato, detto così poichè nell'erta più aspra fino alla croce di erbetta fresca ne cresce poca. Andarci una mattina di primavera con 20 gradi sarebbe la miglior soluzione. Andarci ad agosto con 37 è la peggiore delle opzioni che si possono azzeccare. Farsi accompagnare da Cozzari è una garanzia. La garanzia che se tra due percorsi, uno discreto e l'altro estremo, ovviamente il nostro Maurino sceglierà quello più simpaticamente adatto alle sue gambe, con le quali la moglie manda tutto l'impianto elettrico di casa per risparmiare di bolletta. Maurino è sceso dalla bici giusto per bere e regolare gli scarpini. Noi siamo rimasti in sella giusto il tempo di riposarci un attimo, poi abbiamo ripreso a camminare. Come al solito il nostro addetto alle pubbliche relazioni Permaz ha raccolto a sè per l'occasione la creme de la creme del panorama ciclistico. Andiamo ad elencare i partecipanti:
Permaz: il leader, trascinatore di folle che quando si tratta di scalare le erte più insidiose pare spider man. Ieri il nostro uomo ragno per un attimo ha rischiato di ruzzolare dentro alla boscaglia. Occhio però poichè ruzzolare dal monte tezio significa ritrovarsi praticamente seduti dentro una sala del warner village di corciano. E il Faina non è che può ogni volta domandare a suo fratello di farsi prestare il furgone per i soccorsi.


Giorgino: il baffetticus come vi dicevo sta tornando sulla buona strada, quella delle ruote grasse, e ieri era alquanto pimpante. Non soffriva neanche le ristrettezze causate da una guarnitura doppia, categoria di persone queste che a me sinceramente fa tanta pena. Non comprendo perchè mai la gente si voglia così male. Se proprio vuoi soffrire pinzati i capezzoli con le mollette di metallo, ma una doppia no, mai! Era in forma poichè avrebbe salutato la sua cara vecchia Lupa. Animale stipato nel parco del monte che è lì tutto solo da 11 anni e al quale ogni sportivo che passa appioppa una barretta, un gel energetico, un pò di epo... insomma, fra qualche tempo quella sbrana il recinto e ci magna a tutti! Memorabile lo scambio d'opinioni su cosa sia più soddisfacente bere d'estate dopo un allenamento. Maurino paventava le qualità disintossicanti della birra, che a suo dire elimina le tossine. Se è così allora conosco una decina di persone lì al bar della donella che si spurgano tutto il giorno, pensa quanto sono pulite. Giorgio, dai gusti molto più raffinati, ha elogiato le caratteritiche organolettiche della Cola Lemon che acquista all'euro spin. Mentre li ascoltavo pensavo che in quel momento avrei bevuto pure quello schifo di orzata che quando ero piccola mia nonna voleva sempre ingozzarmi.


Canfarone alias Luca: ci sfugge l'origine di questo soprannome. Attraverso un'accurata ricerca su google ho scoperto trattarsi di un tipo di uva bianca coltivata a Francavilla. Prometto che ve ne farò sapere di più. Per quanto riguarda il felicissimo possessore di Canyon acquistata on line, bisogna ammettere che i progressi atletici si fanno sentire di settimana in settimana. I vari infortuni non hanno impaurito il portatore sano di nuvola Fantoziana e ieri si è fatto beffa di noi che come coglioni lo abbiamo preso in giro per un'ora poichè si era messo nello zainetto una cassa di acqua Viva. Quando poi non riuscivamo neppure a permetterci il fiatone tanto la bocca era felpata e la borraccia vuota, lui grazie al copioso rifornimento idrico non solo riusciva a parlare, ma pure a lamentarsi.
Faina: il sempre in piedi Dino, amante delle discese più ostiche, ieri è stato brillante in tutto e per tutto. Ha affrontato la salita con caparbietà, domandando ogni tre minuti quanto mancasse alla fine, ma non ha mai mollato la ruota posteriore dell'amico-nemico Luca. Probabilmente un pò di rammarico gli resterà per aver goduto di un'ora e tre quarti di salita e quindici minuti di discesa. Ma i monti sono fatti così.
Carletto l'avvocato: ogni volta che spendo due parole di più su di lui rischio la querela. Dico solo che dopo il grande ritorno alle competizioni del CeccoVolante, il ritorno di Carlo è quello più atteso. Il vero problema di noi ciclisti altotiberini è però che abbiamo le mamme che cucinano bene!
Mauro: ieri ci ha fatto da guida. In realtà abbiamo dovuto aspettarlo per tutto il tempo. Ovviamente non tiene i ritmi del Cornetto Dream Team, ma c'è da capirlo. E' un atleta prettamente invernale, che si diverte a saltare scalini e impostare curve assurde. Il ciclocross ha poco a che vedere con il fuoristrada come lo intendiamo noi. Infatti lui riusciva a risalire al volo perfino con pendenze al 25%. Io se scendo dalla bici con una pendenza così, posso pure pregare in aramaico, che tanto non risalgo manco se mi faccio tener su col carro ponte. E' l'unico a non aver sudato nonostante i 37 gradi ed è l'unico al mondo che considera le distanze in linea d'aria e non per quelle effettive da percorrere. "Mauro quanto manca?" e lui "Ah, in linea d'aria un paio di km! Poi però la strada fa dei tornanti e si allunga la distanza!". Qualcuno avverta Cozzarino che noi non abbiamo l'elicottero e che magari potessimo arrampicarci dritto per dritto. E' stato un piacere pedalare in sua compagnia.
Come al solito c'ero pure io, ma di me parleranno gli altri, per quanto mi riguarda posso solo dir cose bouone e belle. Alla prossima scampagnata gente!!!