lunedì 28 gennaio 2008

PARLANO TUTTI DI NOI

Uno dei grandi campioni del ciclocross mondiale
sottolinea la supremazia del team tifernate




sabato 26 gennaio 2008

MATERIALE D'ARCHIVIO

Questo post lo dedichiamo al nostro meccanico di fiducia, Matteo Cardellini!

Rovistando nel mio personalissimo archivio ho trovato un vecchio numero di MTB Magazine dove viene riportato un articolo sull'entusiasmante Rally Alpe Della Luna.
Ebbene, proprio in bella vista, nel sommario, appare un'immagine del nostro atleta in un momento di massimo sforzo...che spinge a piedi la bici. Non me ne vorrà Matteo, e spero non mi saboterà la bici in un prossimo futuro, ma mi sento in dovere di fare alcune puntualizzazioni visto un commento poco felice rivoltomi domenica scorsa dopo la faticaccia del Memorial Moscatelli.

Eravamo fuori dal ristorante, attendevamo la prima donna Vigna, e parlando del più e del meno si tiravano le fila su quella che era stata la gara della mattina.
Per conto mio, e chi mi ha visto lo scorso anno lo sa bene, in
questa stagione io e il ciclocross stiamo facendo amicizia, certo andando per gradi, ma il salto di qualità per quanto mi riguardo c'è stato. Basti solo pensare che risalivo in bici come le vecchiette che hanno la spesa al manubrio e correvo con una full.
Premesso ciò, ecco come se ne è uscito Matteo: "Beh, sì eri davanti tu, ma in effetti l'altra donna non andava un granchè, si vedeva che non era tanto capace!".
Matteo è tanto sincero e ha lo stesso tatto di Gigi Sgarbozza quando all'ultimo Tour De France ha lapidariamente bollato il vincitore quale drogato.
So benissimo che tra il decente e lo schifo sto più nei pressi di quest'ultimo, ma qualche bugia di incoraggiamento, almeno per il fatto che non faccio fregne se mi sporco un pò di fango, ci vorrebbe.
E con questa lunga introduzione riguardante il mio poco stile nel pedalare, integro il tutto con questa immagine che tutta l'Italia ha potuto vedere: Il nostro meccanico, uomo che in fatto di tecnica ciclistica è al top, che traina la bici su per le radure di Via Maggio. Forse mi sbaglierò, ma il bello del gioco è cercare di stare sopra la bicicletta... non accompagnarla! Matteo, vieni da me, che se vuoi ti dò qualche dritta su come tenere in salita!
SONO COSCIENTE DEI RISCHI CHE STO CORRENDO, ma scommetto che Matteo ci ride su. E casomai prenditela con CARLO ARCALENI, lui mi ha istigato a compiere questa azione incriminatoria, io non volevo, ma mi ha minacciato con la pistola alla tempia!

lunedì 21 gennaio 2008

FACCIO AMMENDA

DOMANDO UFFICIALMENTE SCUSA A TUTTI I MIEI SOSTENITORI E AL MIO FAN CLUB PER LA DELUSIONE CAUSATAVI IERI PROPRIO NEGLI ULTIMI ISTANTI DI GARA. E CON QUESTA IMMAGINE E' MIO INTERESSE RENDERE TESTIMONIANZA DEL FATTO CHE HO DATO TUTTO QUELLO CHE POTEVO.
Come si può ben intuire, la linea che per tutto
il grafico è posizionata nella parte superiore colorata di rosso rappresenta i momenti in cui mi trovavo in zona anaerobica, che in soldoni vuol dire che il cervello mi schizzava fuori dalle orecchie.

domenica 20 gennaio 2008

SECONDO MEMORIAL MARCO MOSCATELLI: PARLIAMONE SERIAMENTE

Un inizio di giornata dedicato al ciclocross per tutte le età quello di ieri a Città di Castello presso gli impianti PoliSport, che al nastro di partenza ha raccolto numerosi partecipanti.

Il secondo Memorial Marco Moscatelli, terza prova dell’Umbria Master Cross, organizzato dalla società Bikeland2003 si è rivelato un successo al pari dello scorso anno. Complice un percorso concepito all’interno della grande area sportiva cittadina, studiato fin nei minimi dettagli, tanto da offrire forti emozioni sia al pubblico che agli atleti.

Non privo di difficoltà visto che persino i corridori più esperti sono dovuti scendere a patti con un fondo che alternava prato, sabbia, ghiaia e fango: un terreno che la pioggia di questi ultimi giorni ha richiesto particolari doti tecniche nel portare la bicicletta ma soprattutto tanta forza di volontà.

Qualità che non è mancata ai nostri atleti di casa, già leader di classifica al termine della terza prova del circuito e che per l’ennesima volta si sono dimostrati all’altezza dell’impresa: le nostre maglie gialle sono Matteo Donati (BiklandTeam2003) e Andrea Ricciardi(BikelandTeam2003), rispettivamente per la categoria Master 1 e Master Sport. Se poi aggiungiamo che Andrea, grande esperto di cross country, si è da poco avvicinato a questa particolare disciplina, i suoi risultati lasciano presagire un futuro tutto in divenire.

La competizione, tra i partenti appartenenti alla prima fascia, ha assistito ad un serrato duello disputatosi tra le due uniche donne in gara, il cui esito si è deciso solo durante gli ultimi cento metri. A spuntarla è stata Romina Scarabottini (Team RuotaLibera), dieci secondi dopo a tagliare il traguardo è stata Romina Perugini (BikelandTeam2003), lasciatasi sfuggire la vittoria per un soffio a causa di una curva mancata, forse perché le forze erano ridotte al lumicino.

Come di consueto Giancarlo Rivaroli (Battistelli extreme), categoria Master6 ha confermato i risultati che ormai da tempo colleziona sia a livello nazionale che oltre frontiera. A succedergli il tifernate Mauro Vigna (BikelandTeam2003) che ha corso con brillantezza e intelligenza una bella gara, che lui stesso ha contribuito ad organizzare.

La seconda partenza, come sempre la più affollata, ha offerto un godibilissimo spettacolo: primo perché al via c’erano i migliori della specialità e secondo perché dovevano vedersela con un terreno già provato dai precedenti passaggi e per questo ancora più impegnativo.

Dominatore assoluto per un’ora e tre minuti e primo a tagliare il traguardo, anche se in questa specialità non esistono classifiche assolute, è stato Stefano Boggia (G.S. Daccordi); lo scorso anno in forze al team Flaminia, appartenete alla categoria Elite, fin dal primo giro non ha destato dubbi sull’epilogo della gara. Aveva promesso che sarebbe venuto e così ha fatto il pugliese Salvatore Battista (Gaeta Estreme), che nella categoria M3 ha preceduto un ottimo Mauro Cozzari (Punto Bici) e che sul gradino più alto del podio ha dedicato la propria vittoria al compianto Marco Moscatelli, col quale spesso, in tempi passati, si trovava a competere. Un successo a 360° quello di ieri che oltre agli atleti ha premiato il piacere per lo sport e l’organizzazione di una manifestazione che seppur considerata di nicchia ha raccolto il plauso di un pubblico caloroso e l’invito a ripetersi negli anni a seguire. Per le classifiche complete andate su http://www.umbriaciclismo.it/

sabato 19 gennaio 2008

CORRE VOCE CHE...

...NON SI FARANNO FAVORI DI SORTA!!!

CORRE VOCE CHE...

...QUALCUNO IMPLORI PER UN MIRACOLO!!!

CORRE VOCE CHE...




...in squadra ci siano c
asi di corruzione!

LAVORI IN CORSO

2° MEMORIAL MARCO MOSCATELLI
Il momento topico è imminente, fervono i preparativi.
Il campo di battaglia è stato fettucciato a dovere. Gli addetti alle pubbliche relazioni hanno reso testimonianza col loro inconfondibile carisma presso la Tv locale (TevereTv, in replica per tutto il giorno).
Stamattina ci ritroveremo per gli ultimi ritocchi, ma il più è fatto.
Ieri sera fino a notte tarda noi volonterosi abbiamo pensato a voi scansafatiche: abbiamo confezionato dei premi da far invidia a tutte le altre manifestazioni della stagione. Cesti in vimini colmi di premi in natura degni dei gourmet più raffinati: gote, salami, pecorino, miele, biscotti caserecci, vino… Di quello che c’è non manca nulla. Addirittura, per gentile concessione dell’azienda Aboca (che assieme alla Colussi ci ha generosamente rifornito), ogni partecipante del gentil sesso avrà in dono un trattamento anti-cellulite. Io ormai sono smaliziata e ci rido su, ma domani, consiglierei all’autorità che premierà di tenere alta la guardia: qualche ragazza iraconda potrebbe assestare un buon destro.
Ovvio che per compiere un duro lavoro come quello di ieri sera ci volevano mani capaci e menti brillanti. I quattro dell’ave maria erano la sottoscritta, il nostro tutto-fare Mauro (una specie di incrocio tra magiver e jerry lewis…nel senso che è un mare di inventiva e un irriducibile della battuta pronta). Ma il vero fiore all’occhiello era rappresentato da una coppia veramente singolare: il nostro capo supremo Antonello e Compagna, Francesca. Continuo a portare avanti la mia causa che identifica nel dna femminile una marca genetica infinitamente più avanti rispetto a quella metà del pianeta che si fa la barba la mattina. Ci vuole tanto amore e tanta pazienza per farsi 40 minuti in auto dopo una giornata di lavoro e trascorrere la serata in un garage a fare cose che hanno rilevanza zero per il tuo tornaconto. Ma Antonello è un fidanzatino modello e prima di metterci tutti al lavoro ha proposto una bella cenetta al ristorante. Vi svelo un segreto, il notro capo supremo odia i dolci, e dimostrandosi un amante del sado masochismo ha ordinato un meringato al cioccolato. Non ha fatto la scarpetta col ditino perché il locale era pieno, altrimenti… Per dirla tutta, non gli sarebbe dispiaciuta dare pure una bella spolverata alla porzione di Francesca, che ha gettato la spugna a metà dessert. Mauro ancora una volta non mi ha fatto avvicinare alla cassa…mi sento un po’ in colpa, però…fortunatamente ancora la parità dei sessi non ha raggiunto la massima evoluzione.
Preferisco sorvolare l’argomento “Antonello pirata della strada”, che sicuramente non me ne vorrebbe nel qual caso dovessi narrare delle sue inversioni a U con striscia continua accanto alla superstrada, o di improbabili manovre di parcheggio che lo hanno visto in un primo momento tentare di scippare il posto ad un altro e poi posteggiare in avanti quando anche io che sono una donna mi son resa conto che sarebbe stato inconcepibile.
Nel garage di Mauro però non si è dato spazio a scherzetti e risatine, c’era da lavorare. Noi ci teniamo a fare bella figura e le foto parlano chiaro: premi davvero ricchi. Infatti Antonello, intento come noi nel riempire cesti e buste, regolarmente si alzava in piedi, per osservare l’operato con l’occhio del falco e col fare imperioso di chi sta per emettere una sentenza inappellabile a mò di quesito poneva un dubbio amletico: “Non saranno un po’ troppo ricchi questi premi?!”-
Probabilmente avrà poi trascorso una notte insonne logorato da questi dilemmi, ma si sa, essere dei grandi condottieri comporta problemi di grave impatto emotivo. Anche se poi c’è chi ogni tanto non dimentica di rigirare in coltello nella piaga: Francesca, a conoscenza del nuovo approccio atletico di Antonello rispetto al ciclocross che lo vede spesso negarsi alle grandi competizioni a causa della pioggia più discreta non ha mancato di ricordargli – Ma l’hai visto il meteo? Domani loro corrono, ma tu no!”-
Non sono scaramantica e non mi tocco niente perché non saprei dove toccare, però questa gufata speriamo non si avveri, anche se dal canto mio, sono come Shumacher, vado meglio sul bagnato…sì, vado meglio “in terra”.!!!

domenica 13 gennaio 2008

DOVE PASSIAMO NOI NON CRESCE PIU' L'ERBA

TERNI, CICLOCROSS, 13 GENNAIO 2008

UMBRIA MASTER CROSS

Serrata come un pugno, la pattuglia Bikeland si carica sul rettilineo di partenza, sotto la pioggia battente, pronta ad affrontare acqua, fango e freddo. Il team che conta e che fa la differenza è uno solo, il nostro.

E non importa se c’è chi parte prima, e chi dopo. Non è rilevante sottolineare che Antonello si è riempito il pancino con la mortadella che non si è sudato. Ancor meno conta parlare della sfiga immane del nostro sospettato numero uno di uso di doping, Pieroni, che ha bucato e rimontato una ruota sgonfia. Pure Antonio ha dovuto scontrarsi con l’insostenibile fragilità della camera d’aria, oltre che con me che quasi gli perdevo le chiavi dell’auto!

Il giallo è sempre il nostro colore preferito, e Matteo non ha bisogno di nessun Tour De France, ha più maglie gialle di Armstrong. Anche Andrea sembra non stancarsi mai di quel colore.

Nero è invece il colore che ho visto io all’ultimo giro: ci ho sperato per mezz’ora, ma alla fine, la bionda mi ha sfilato ed è andata. Spero di averla fatta soffrire un po’: nelle scorse gare mi staccava nettamente al primo giro, mentre oggi, nonostante sentissi il cuore pomparmi dentro al cranio e il cervello schizzarmi dalle orecchie, so di averla fatta preoccupare. Ne sono certa perché nello spogliatoio mi ha offerto il suo phon, una specie di calumet della pace al femminile. Io ho declinato l’offerta, “no grazie, ho smesso” le ho risposto. Mi ha confermato che domenica prossima sarà a Città di Castello, ma non ho intenzione di sfigurare in terra natia: se dovesse vincere di nuovo questa volta sarà solo perché avrò finito le munizioni della rivoltella che infilerò nel portaborraccia.

Ciò che considero un vero peccato è correre contemporaneamente al nostro carismatico Mauro, mi piacerebbe poterlo incitare, come lui non manca mai di fare con me quando mi si affianca e mi supera per portare avanti la sua gara.

Per fortuna ad ogni passaggio c’è la squadra che è mille volte più calorosa del fan-club di holly e benji con bambina pon pon. Noi difettiamo di ragazze pon pon, ma abbiamo un agitatore di folle di prima categoria: vedere Antonello, e sentire Antonello sono due cose agli antipodi. Magro, posato, tranquillo… ma quando deve incitare qualcuno sembra Vasco Rossi in concerto: e ti dà una carica incredibile. E quando passa suo fratello, lo vedi strizzare in mano il quadrante dell’orologio e urlargli i tempi come se gli annunciasse la fine del mondo.

Il nuovo acquisto, Alessio, sta proprio bene coi nostri colori, anzi, Alessio Va Come un Treno vestito di bianco rosso e nero, in più mi ha anche lavato la bici, deliziosa gentilezza che per me, che odio avere le mani gelate è un atto di nobiltà estrema.

Tutto il resto era colorato di blu, con qualche schizzo di verde: il Co.bo. Pavoni ha primeggiato, era un po’ che mancava dalle nostre parti, ma non è cambiato da come ce lo ricordavamo: brillante e vincente. Davvero bello da vedere. Un po’ meno elegante, un po’ più Hulk, l’altrettanto volto noto Roviglioni, ma che in gara non si lascia intimidire da nessuno. Come quando si aggira tra gli atleti, prima e dopo la gara: non guarda davanti a se, non presta attenzione al ronzio attorno; con quelle spalle larghe e quel collo taurino sembra andare in una direzione che solo lui conosce.

Questa era Terni oggi, una tela viva, inizialmente ricca di qualsivoglia sfumatura cromatica, che una pioggia battente ha provveduto a colorare del colore che più si addice al ciclocross: il colore del fango. Terni domani dovrà venire a patti coi suoi prati e parchi, segnati dalle ruote di tutti, ma soprattutto dalle nostre: perché dove passiamo noi non cresce più l’erba!!! Attenzione, CASTELLO COMING SOON!!!

venerdì 11 gennaio 2008

TEAM CYCLING

Sabato 12 Gennaio, alle ore 11.00, ci sarà la presentazione del Team Cycling presso il negozio Bikeland. La celebrazione sarà seguita da un rinfresco e un giro in bici su strada.
PARTECIPATE NUMEROSI

giovedì 10 gennaio 2008

LA NOSTRA SETTA


Domanda: per creare una setta, bisogna essere in sette? Perché se è così ieri sera al ciclodromo eravamo ad un passo dal traguardo: ce ne mancava soltanto uno e almeno una seduta spiritica finito l’allenamento avremmo potuto organizzarla!

Nonostante il tono polemico riversato in queste poche righe, la menzione d’onore ce la auto celebriamo: noi ci siamo sempre e comunque, col fango o con la pioggia, col gelo e col vento. E grazie alla naturale propensione del nostro santo protettore della Vigna alla comunicazione interpersonale, un nuovo adepto si è unito al clan: l’unico che in discesa va più forte di me, Marsiglietti. Io nelle pendenze favorevoli vado giù bene, nel senso che assumo la posizione a sacco di patate e ruzzolo giù tra sassi, rovi e spini come una slavina quando Pippo non riesce a trattenere uno starnuto. Insomma, come una sfigata. Si dice in giro che il nostro discesista di fiducia preferisca iniziare e finire la faccenda coi pedali sotto i piedi e le mani sul manubrio.

Ebbene, quando l’ho visto parcheggiato ieri sera davanti al cancello della struttura chiuso con catena e lucchetto del tutto fittizi, ho pensato: “Beh, facendo due conti è la prima volta che si approccia alla materia, con una bici non sua… Forse non farò la solita figura da ruota di scorta della situazione!” Quel FORSE non l’ho solo scritto ora, l’ho pure pensato ieri al momento, perché ero certa di dover venire a patti con le mie supposizioni del tutto fuori strada. Mio fratello mi ha fatto notare che per fare downhill usando la bici e non le ginocchia come faccio io, bisogna saper guidare. Mio fratello dice un sacco di caxxate, ma una volta a settimana mediamente una cosa intelligente la rigurgita. Risultato: leggende metropolitane narrano di un compagno di squadra che stamattina, all’alba, si stava scaldando le mani e preparando il caffè di fronte al negozio di Matteo col fornellino da campeggio. E che un attimo dopo stava già compilando un difficilissimo test attitudinale che il duo di successo Donati-Cardellini spesso pone all'attenzione di molti di noi vogliosi ciclisti: il PREVENTIVO.

Altri giro altra corsa…e altro adepto: Alessio.

Giovane silenzioso presentatoci da Antonio, giovane che non disdegna il tradimento. Non ha esitato molto a lasciare la sua squadra per aggregarsi alla nostra. Forse lo ha fatto perché abbiamo le divise più belle…e ha fatto bene: io non riuscirei neppure a pedalare vedendo rosa e blu accostati insieme. E Vigna lo ha preso sotto la sua ala protettrice: sembrava in preda ad un sentimento di paternità riscoperta. Una singolare paternità dove il padre insegna al figlio come sganciare al volo i pedali e risalire in sella alla bersagliera. Ogni famiglia ha le sue abitudini. Anche se penso che in un lontanissimo futuro Mauro, pure coi suoi nipotini, davanti ad un camino accesso, parlerà di pedali e pignoni. In più, e non c’entra nulla col discorso, se Mauro fosse una donna, in questo momento sarebbe al settimo cielo: sono due settimane che tutti gli domandano delle sue scarpe nuove, e lui risponde con sufficienza e senza vantarsi. Si vede proprio che non ha nulla di femminile.

Queste new entry ci allargano il cuore, perché il mercoledì sera atomizzato attorno a me, Roberto e Vigna, più che un momento agonistico, iniziava a sembrare una liaison amorose a tre, pure abbastanza torbida se si vuole, e io ho un amico che fa il pompiere e passa spesso lì vicino e mi domanda: “Ma che fanno quei quattro gatti la sera con quella brina?”.

Ovviamente queste quattro gambe in più, prima di essere identificate specificatamente hanno fatto sorgere una domanda nella mente di un mio vicinissimo parente: “Sono in categoria con me?” Fortunatamente no. Roberto dorme sonni tranquilli. Io da questo punto di vista soffro emotivamente molto meno, per ora di donne in squadra neppure l’ombra ma il giorno che dovrò render conto del trauma, sarà un momento nefasto, durante il quale dovrò rivedere tutte le mie strategie: costruirmi una cerbottana, spargere chiodi per terra, mettere il motore alla bici…

Dopo tanto imperversare un altro fattariello da menzionare ci sarebbe, ma ho fatto una promessa ad un amico e voglio mantenerla, perché sono una persona eticamente retta e moralmente inattaccabile. Non farò dunque parola dei due atterraggi d’emergenza operati da Antonio. Non so come avesse intenzione di superare l’ostacolo, certo è che il significato di superare qualcosa è andare oltre, non rischiare di sbatterci il cranio o comunque sia restare saldamente ancorato alla bici ma in senso orizzontale mentre gli altri rischiano di tatuarti i copertoncini sul bianco dei denti.

Senza esitazioni ha immediatamente sentenziato che i colpevoli erano i pedali a non averne voluto sapere di sganciarsi. Non convinto della dinamica dei fatti ha optato per una perizia probatoria da ripetersi sul luogo dell’incidente: il risultato è stato il medesimo. Lapidario, conciso e inappellabile il suo giudizio è stato “Mmh, Cardellini mi ha manomesso la bici!”.

La mia spiegazione opzionale è che cadere accanto ad una donna in linea di massima più sdatta di te fa male dentro, senza nulla togliere al fatto che mani e ginocchia sono pur sempre corredate di terminazioni nervose!

APECCHIO E' FUORI STRADA


Un caro amico, Massimo Cardellini, tesserato con la squadra, ci comunica una interessantissima iniziativa.

Il 30 gennaio, alle ore 21.00 presso la Sala Palazzo Ubaldini di Apecchio, presenterà assieme ai propri collaboratori un progetto che farà molto piacere a quelli che come noi dedicano gran parte delle ore in sella alla mountain bike.

Durante l’assemblea saranno presentati una serie di percorsi mtb segnalati nel comune di Apecchio. Il progetto prevede la pubblicazione di una cartina, la segnalazione dei percorsi e una segnaletica completa.

Sarà una serata bellissima dove amici della Mtb potranno ritrovarsi, vantarsi delle proprie leggende e fare festa.

IMMAGINI DAL FRONTE

IL TEAM BIKELAND2003
AI CAMPIONATI ITALIANI DI CICLOCROSS


lunedì 7 gennaio 2008

GARA CICLOCROSS CITTA' DI CASTELLO

4^ PROVA UMBRIA MASTER CROSS
2° MEMORIAL MARCO MOSCATELLI
20 GENNAIO
2008


Tutte le informazioni a questo indirizzo



domenica 6 gennaio 2008

TEAM BIKELAND TORNA DALLA GUERRA

A Scorzè, in Veneto, ieri e oggi si sono svolti i campionati italiani di ciclocross. E solo i più coraggiosi sono andati. Sarebbe bello potervi raccontare le peripezie di questi uomini valorosi, soli e abbandonati, così lontani da casa. Ah, se le mura di quell’albergo dove hanno alloggiato potessero parlare… Forse ci declamerebbero l’ampia lista delle dimenticanze di Antonello Picchiatello. Oppure ci narrerebbero dell’entusiasmo e della grande voglia di fare dell’altissimo Pieroni, la cui bici è così grande che pare aver partorito la mia. E chissà se Antonio abbia pronunciato il sempiterno detto del ciclista “Questa settimana non ci sono andato mai”, che poi non si capisce chi sia quel suo sosia che gira attorno a Citerna. Di Matteo non ci avrebbero detto molto, perché le persone serie lavorano, pedalano, mangiano sano e vanno a letto presto: e portano a casa dei bei risultati e magari non fanno i somelier come secondo lavoro vero Mauro?! Chissà se il nostro santo protettore della vigna prima di crollare sul proprio lettino al posto di una camomilla non abbia brindato con una delicata Falanghina. Forse le coperte gliele ha rimboccate il suo caro Riccio, che a detta dello stesso Mauro, l’altra sera mentre mi stava telefonando doveva respingere al contempo le avances dell’irruente ciclista intento in atti molto familiari agli abitanti di Sodoma.

Ma tutto ciò non ci è dato saperlo, perché noi codardi non eravamo lì: per chi ha scelto l’ambigua strada della cultura si sa, gennaio e febbraio sono mesi d’inferno, in cui perfino durante una piccola pausa per farsi una sgambatella, col cuore a 170 si continua a ripassare dati, schemi e definizioni. E poi c’è chi si è accasato da poco, che oltre allo stress del cambiamento deve pure inventarsi al lavoro nuovi modi di fare e disfare asciugatrici e lavatrici.

La nostra coscienza resta comunque immacolata: in avanscoperta abbiamo mandato i migliori, pronti al dolore e al sacrificio.

Scommetto che stamattina, all’alba, il nostro capo supremo Antonello ha incitato i suoi con enfatiche parole “Compagni! Godetevi la vostra colazione, perché stasera ceneremo nell’Ade!!!” Parole cariche di tensione, ma non dettate dalla paura, bensì dall’irrequietudine, dall’eccessiva consapevolezza. La terra bagnata sotto le sue ruote, la gelida brezza, il vociare dei suoi, tutti legati dai medesimi colori, ai suoi ordini. Pronti a salire e scendere scale, a saltare ostacoli e masticare fango. E intanto la bestia si avvicina, paziente, fiduciosa, pregustando il sapore di una vittoria che tutti agognano. Ma questa bestia è fatta di centinaia e centinai di iscritti che con le loro bighe sentono forte il desiderio di fare ad ogni avversario il culetto a striscioline fine fine.

E direttamente dal campo, solo poche parole, ma significative, il nostro leader carismatico Mauro ci ha inviato fugacemente:

Hanno gettato nella lotta il cuore

ma solo fango hanno trovato

ed acqua il cielo piange da ore

per chi coraggio avea mostrato !

Non abbiamo ancora rivisto in volto il sommo poeta Vigna ma qualcosa mi dice che sia tornato cambiato da questa immensa esperienza. Per tutto il giorno ho cercato di beccare la differita della gara su RaiSportSatellite. E quelle uniche due ore che ho abbandonato la ricerca è andata in programmazione. Ho avuto modo solo di vedere la premiazione: gli atleti erano degli uomini melma, fango dalla punta dei piedi fino alla cima dei capelli, perfino tra i denti. Ma i nostri sono tornati tutti interi e domani ci racconteranno quello spettacolo al quale nostro malgrado non abbiamo potuto assistere.

mercoledì 2 gennaio 2008

martedì 1 gennaio 2008

L'ANNO PROSSIMO VADO A LETTO ALLE NOVE

Quando sei in bicicletta, anche se può sembrar strano, sai quando parti, sai dove andare e un’idea di quando arrivare te la devi pur fare, altrimenti stramazzi al suolo.

Quando è la sera di San Silvestro, cenone prenotato al messicano di Castello, con metà compagni di magnata mezzi imbucati, non solo non sai quando parti (tutti in ritardo), non solo non sai che cavolo di piega prenderà la serata, ma soprattutto non sai come diavolo finirà tutta la faccenda.

E così è stato, il giorno topico di tutto l’anno si è rivelato per quello che il mio presentimento di donna navigata mi faceva presagire: una cagata pazzesca.

Sono le 21.00, appuntamento davanti al locale…tutti puntuali? Ma non scherziamo! Dopo venti minuti riusciamo ad avvicinarci ai tavoli, due, perché essendo in 12 tutti insieme non ci si stava. Meglio. Tanto di guadagnato visto che i danni sono stati generati dall’altro tavolo…solo che il cognome alla prenotazione era il mio. E vabbè.
Il tavolo dove sedevo io era quello delle persone serie, tutte accoppiate e tranquille. L'altro era il classico luogo d’acchiappo, quattro belle fanciulle tra i 18 e i 20 anni che sobrie non sono male (tranne una che le caverei gli occhi), ma da ubriache le prenderesti per i capelli e cercheresti di riportare il loro nasino a pari livello col resto del muso.

Ovviamente hanno subito provveduto a rimpinguare le scorte etiliche: in 15 minuti hanno trangugiato due bottiglie di vino e tre boccali di sangria, a digiuno. Fegato compromesso a vita.

Alle 21.20 erano fuori che giravano in tondo come l’asino al frantoio, accompagnate da quei miei amici che ad inizio serata ci avevano fatto un pensierino, e che in quel momento si stavano rendendo conto che potevano pure metterci sopra una X. Non solo non sarebbero state adatte ad una pomiciatine, ma in quelle condizioni non le avresti usate neppure come scudo umano durante una sparatoria. Dall’alto del mio menefreghismo, in compagnia dei miei commensali ancora sani, cercavo di godermi la serata al caldo, ignorando l’idiozia post-adolescenziale che fuori stava continuando a compiersi.

Minuto dopo minuto iniziamo a perdere i pezzi: alcune ragazze gettano la spugna e implorano di essere riportate a casa. Quelle più tenaci restano. Ma il risultato fa capire che sarebbe stato meglio il contrario.

Infatti, alle 22.10, la serata raggiunge il culmine quando una di queste ragazzine geniali vomita sulla panca e dentro al bicchiere. Spettacolo non male, di rara raffinatezza e di appetitoso stimolo. E via…! Portano a casa pure questo catorcio umano.

Nel frattempo io e il mio ragazzo, i nomi di riferimento per il proprietario, stavamo scavando una buca che quelli in Cina ci facevano cucù settete. Tra gitarelle al bagno, brindisi pellegrini agli altri tavoli e fumate all’aperto, al mio tavolo eravamo rimasti io e lui come due coglioni. E come due coglioni alle 23.40 ci siamo guardati nelle palle degli occhi, ci siamo alzati, pagato il conto e consigliato al proprietario di non far portare più nulla al tavolo (tanto sarebbe andato sprecato).

Come ho passato mezzanotte? In macchina, nel tratto che va da Caravelle a Santa Lucia, grande brindisi così espresso: “Oh, wow, tanti auguri Frà!” e lui “Mmh, è un giorno come un altro!”

Direi di no, gli altri di solito sono molto più divertenti, sarebbero stati più divertenti pure se mi avessero scorticata viva.

Si è stabilito di comune accordo che il nostro capodanno lo festeggeremo il 15 gennaio, così, data presa a caso, in un ristorante anonimo dove nessuno sa chi siamo.

E abbiamo pure stabilito senza appello alcuno che il prossimo san silvestro lo trascorreremo all’anonima alcolisti. Forse lì non bevono…forse!

DIMENTICAVO

BUON 2008...cominciamo proprio bene!