sabato 30 agosto 2008

Addio Luca

NOI PREFERIAMO RICORDARLO COSI'


Mi sono rotta la coda!


Farsi il C.
Rompersi il C.
Oppure, dare via il ...no vabbè, questo no. Insomma, mi sono ferita con le mie stesse mani, o meglio, con la mia stessa sella...proprio là dove non batte il sole, dove dio scrisse "zona da trattare con prudenza". E al pronto soccorso mi hanno chiesto "Signorina come ha fatto" e io "Come una cojona". Poi ho spiegato la dinamica: lieve discesa, in fuori sella, la bici parte in avanti e la punta della sella (in plastica, super aerodinamica), mi si spalma sul coccige. E la dottoressa che mi fa "Signorina io non sono molto esperta di ciclismo, me lo può rispiegare?", in effetti neppure io sono molto esperta, altrimenti questa idiozia non mi sarebbe capitata. Le latre parlano chiaro, frattura del coccige, quell'ossicino inutile, retaggio di quando eravamo scimmie.
La cosa peggiore è che domani c'è la gara e io una mezza idea di farla ce l'ho, ma mia madre con i suoi poteri telepatici ha già compreso le mie intenzioni e mi guarda torvo anche solo quando penso di andare a cantalupo domani. Dovrò diluirle qualche sonnifero nel caffè stasera, altrimenti domattina mi tocca accopparla! Cmq ancora devo capire come riuscirò a star sopra quel trabiccolo un'ora e mezza perchè sinceramente la situazione qua dietro non è troppo divertente. Mmh, vi confido che sono alquanto perplessa!

martedì 26 agosto 2008

E Dio Creò Giorgio...e vide che andava forte!


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In principio Dio creò la salita e la discesa. Alla pianura ci pensò dopo essersi fatto Portole a tutta con Pazzi e aver compreso che da qualche parte fiato bisogna riprenderlo. Salvo poi capire che con Massimo giochi sempre all'impiccato.
Dio disse "Sia la luce!". E la luce fu...ma solo quei tre mesi estivi, perchè poi devi rischiare il licenziamento per riuscire a fare un giretto di due ore senza perdere la vita sotto qualche tir. E allora giù soldi e espedienti vari per farsi vedere di notte manco fossimo delle mignotte (io parlo per me). Insomma, Dio vide che la luce era cosa buona ma non si sa perchè la dosò con parsimonia. E fu sera e fu mattina, che darebbe tanto gusto non fa niente dalla sera alla mattina e dalla mattina alla sera e ancora a me non me va male.
Dio fece il firmamento e separò le acque, quelle sotto il firmamento che alla fin fine sono pure le pescolle che con quelle scarpine specialized bianche le becco tutte... e le acque sopra, che tanto danno fastidio quando parti che è una settimana che vorresti andà a fa un giro però diluvia de continuo. Allora ti fissi ogni due ore a guardare il meteo, che non ci piglia mai, e quando pare che dice giusto è alora che dice più cavolate de Carlo in salita. Insomma, de sopra è quando piove.
Poi Dio fece le due luci grandi, che non sono gli abbaglianti. La luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Principalmente le fece per Bartoccioni che proprio non gli riesce di capire quando è ora di tornare a casa dalla discoteca. Ma a nulla è servito perchè ogni tanto capita a fare qualche gara con le occhiaie ad altezza ginocchi e i ginocchi che spesso finiscono contro qualche sasso. E fu sera e fu mattina, ma non per Stefano che non li distingue...
Dio creò i grandi mostri marini (tipo quello di LochNess)...o roberto che fa la verticale...boh! e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, di modo che Mauro li possa comperare al mercato e vantarsi di come cucina il pesce lui. Creò tutti gli uccelli alati secondo la loro specie, molti direbbero che ve ne sono anche senza ali, e qui non mi dilungherei in ulteriori distinzioni vista l'enorme varietà dei suddetti. E soprattutto meglio evitare accurate distinzioni poichè ogni specie pretende la supremazia sull'altra e noi non vogliamo scontentare nessuno. Dire poi che dio vide che era cosa buona è un pò troppo, diciamo che aveva la crostata in forno che si stava bruciando e allora tirò via col lavoro. E fu sera e fu mattina...e decise di inventare il prosecco con le patatine d'accompagno che non è male per niente.
E Dio disse "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, e domini su tutti i ciclisti fanfaroni, che gli dicono che tanto lui con la mountain bike non è capace a tenere il ritmo degli stradisti". E col suo alito divino fece Giorgio. E Giorgio subito disse "Ah, hai già bevuto e manco offri?". Il Signore vide che Giorgio batteva i denti, ma non capì che era perchè stava canticchiando Macho man, e allora lo ricoprì di una folta pelliccia naturale. Giorgio toccandosi la testa propose a Dio di finire il lavoro. E Dio disse "No, la testa no, altrimenti ti scapecci quando metti il casco e poi occuperesti troppo il bagno alla Marilena che il sabato si prepara per andare a ballare!". E Giorgio fu accondiscendente con nostro Signore, però domandò un ultimo favore e Dio glielo concesse: quello di farci il culo quadrato e svergognarci tutti, con lui a far cento chilometri in mountain bike e noi belli pimpanti con la bici da strada! Pimpanti in antico aramaico sta a significare "Maronna ma questo che ha magnato?". Alla faccia di Carlo che all'inizio ha detto "Ma lui viene via con quella? Sarà il caso?"... La prossima volta gli diamo il cavallino a dondolo della chicco...e scommetto che manco quello gioverà più di tanto!

lunedì 25 agosto 2008

GRAZIE SILVIA

I funerali di Silvia Zanchi si terranno Mercoledì 27 alle ore 15 presso la cattedrale si Sansepolcro


Ciao Silvia dire che ci mancherai sarebbe un eufemismo stupido. Però è la verità. Ormai eravamo affezionati al tuo tifo discreto ed incalzante ad un tempo, che ad ogni gara dispensavi senza riserva e soprattutto indifferente ai colori delle squadre. Perdonaci se abbiamo scovato solo questa piccola immagine di te, ma eri tu quella che ci gridava di andare avanti e noi non potevamo far altro che ubbidirti. E in questo istantanea della tua vita siamo certi di averti colto mentre facevi quello che gran parte del mondo trova insensato: alzarsi presto la domenica mattina, soffrire il freddo e il fango e sostenere la propria squadra e tutto quello strano microcosmo che è il ciclismo. Si sa che sopra la bicicletta si è da soli, ma se ci è concesso dirlo, d'ora in poi saremo ancora più soli del solito, e un pò tristi per quel posto vuoto che troveremo lungo il percorso.

BATTAGLIABIKE ANNULLATA

LA GARA DI ANGHIARI, CHE SI SAREBBE DOVUTA TENERE VENERDI' 29 AGOSTO E' CANCELLATA. PASSATE PAROLA!

domenica 24 agosto 2008

COPPA COBRAM BIKELAND

Le cose non sono andate proprio così, ma per esigenze filmiche dovrete accontentarvi. E mi scuso in anticipo per lo stacchetto musicale, che se inizialmente risulterà carino, dopo la milionesima volta che viene ripetuto avrete voglia di strapparvi le orecchie, o magari strapparle a me!

DONATIS BROTHERS e la nostra VALLE DEL TEVERE

Probabilmente rosi dall'invidia delle ultime imprese su due ruote affrontate da noi comuni mortali, la coppia di corridori più temuta dell'alto tevere umbro, Matteo e Antonello, ci hanno voluto ribadire che anche loro non sono da meno. Indovinate un pò dove sono stati ieri? A Monte Favalto. E diciamo che ormai, quello che c'era da spianare qui dalle nostre parti, il team bikeland l'ha bel che reso terreno pressochè olandese. Ed ecco qui di seguito qual è la realtà geomorfologica dove in fin dei conti sudiamo tutti i giorni per poi strapparci gli occhi a vicenda la domenica.

Un'immagine di grande spettacolarità si presenta allo sguardo quando, irrompendo da Nord-Est come fanno in inverno i freddi venti di tramontana, si discende dal valico di Bocca Trabaria. Improvvisamente si spalanca alla vista una verde vallata, liscia come un biliardo, cinta da una dentellata corona di montagne digradanti verso il piano in morbide colline boscate.
Gli elevati contrafforti del valico preludono ai vicini rilievi di Nord-Ovest dell'Alpe della Luna, culminanti nel Monte dei Frati, tetto dell'Alto Tevere, mentre in lontananza, dove la valle sembra scomparire tra le quinte delle colline, la conica geometria del Monte Acuto chiude a mezzogiorno queste terre che introducono alla nostra abbastanza declamata "Umbria Verde".
Chi ama queste montagne saprà anche riconoscere l'estremità occidentale dell'Alto Tevere Umbro, posta sul vertice del Monte Favalto, la più elevata cima della destra idrografica del Tevere coi suoi oltre mille metri di quota. Tutti i rilievi presentano comunque linee dolci e continue, con morfologie mai aspre e moderata acclività. Giungendo dal lontano Appennino Ligure, con logica continuità di elevato e panoramico crinale, lo spartiacque Tirreno-Adriatico attraversa il valico di Bocca Trabaria e, sul filo di un altalenante succedersi di compluvi e displuvi talvolta biancheggianti nei riarsi calanchi, più spesso nascosti nei densi ed ombrosi boschi, si abbassa, sempre netto ed inequivocabile, verso la più modesta quota del valico di Bocca Serriola. Più a Sud la omogeneità appenninica vacilla e, mentre lo spartiacque raggiunge, senza ulteriori significativi sbalzi altimetrici il valico di Monte Castellaccio, vicino a Pietralunga, per dirigersi poi verso i monti eugubini, una più aspra ed elevata dorsale costituita di duro calcare prende inizio più a levante dalla superba mole del Monte Nerone e prosegue con l'imponente "gibbo del Catria", di dantesca memoria. Non a caso sul valico di Bocca Serriola, su cui sembrano incernierarsi le nuove morfologie e di nuovi substrati orografici, è stato convenzionalmente posto il confine tra l'Appennino Settentrionale e quello Centrale. L'Alto Tevere Umbro comprende poco più di 2 chilometri quadrati di territorio esteso tra il fondovalle del torrente Candigliano e la cima del Monte Vicino non lontano da Apecchio, in pieno ambito marchigiano. Si tratta di Monte Ruperto, annesso al comune di Città di Castello. Siamo quindi entrati in Alto Tevere Umbro dalla porta più settentrionale ed elevata. Parallelamente al torrente Vertola che incide una boscosa e appartata valle spumeggiando tra spettacolari cascate, scendiamo ora gli stretti tornanti che piombano sulla dinamica San Giustino, cittadina in piena espansione economica e demografica grazie anche alle grosse e produttive frazioni di Selci e Lama. Nella parte toscana l'ampia vallata presenta un restringimento a occidente di Sansepolcro e a Nord di Anghiari, presso Montedoglio. A quest'altezza un faraonico sbarramento in terra, già completato, sconvolgerà l'assetto idrogeologico e climatico della valle creando a monte un invaso di 150 milioni di metri cubi d'acqua che per buona parte saranno convogliati verso il bacino idrografico della Val di Chiana attraverso una lunga galleria sotterranea che riaffiora vicino a La Chiassa, nell'aretino. Dove la valle si presenta più ampia, all'estremità occidentale della piatta distesa di campi coltivati, si erge la graziosa collinetta di Citerna. Molto suggestivo e visibile da quasi tutta la valle risulta Monte Santa Maria Tiberina, inconfondibile con la sua alta torre dominante l'antico castello e il pittoresco centro abitato abbarbicato alla somrnità di un aguzzo colle. Il fondovalle è percorso longitudinalmente dalle principali vie di comunicazione. Molto evidente anche come elemento morfologico del paesaggio appare la superstrada E45, che per lo più sovrasta con un alto rilevato in terra il piano di campagna e talora taglia con profonde trincee i bordi collinari. La colossale arteria, dopo aver risalito con ardite soluzioni ingegneristiche il Tevere sin quasi alle sue sorgenti del Monte Fumaiolo, valica l'Appennino e si porta in Romagna, e con essa nella geografia del Nord-Italia e in proiezione europea. Ortogonali a queste principali vie di comunicazione, le strade che valicano per Bocca Trabaria e Bocca Serriola collegano l'Alto Tevere con i contesti adriatici marchigianì e, nella direzione opposta, la strada che risale la valle del Cerfone conduce in Toscana, ad Arezzo e all'Autostrada del Sole. Percorrendo verso Sud i lunghi rettilinei della superstrada o della 3-Bis si vede emergere il gruppo di torri e campanili del nucleo storico di Città di Castello e la mole dei suoi palazzi rinascimentali più importanti. Dalla maestosità del suo prezioso parco, autentico paradiso per botanici, la villa della Montesca si affaccia sulla parte più antica della città, che da questa visuale assume un aspetto molto suggestivo. Meno panoramiche, ma di riconosciuto valore terapeutico e note sin dall'antichità, le Terme di Fontecchio serrano la valle del torrente Scatorbia, un paio di chilometri ad Est del capoluogo. Risalendo per un lungo tratto il torrente Soara, una comoda strada che serpeggia tra il verde della grande Foresta Demaniale e valica il Monte Frontano, conduce a Pietralunga. Il comune, graziosamente adagiato su un piccolo rilievo solatio, vanta un accogliente centro turistico immerso nel verde di una grande pineta nella vicina località di Candeleto. Il Carpinella, fresco torrente che bagna Pietralunga, si riunisce al suo gemello Carpina sotto la collina di Montone per costituire, con quest'ultima denominazione, il più importante affluente di sinistra del Tevere in questa sua parte di bacino. Arrampicato sull'ultimo rilievo che sovrasta il Carpina prima che questo sfoci nella pianura, Montone, paese del leggendario condottiero Braccio Fortebraccio, conserva fascinoso sapore medioevale nelle massicce mura e nelle strette viuzze e si affaccia sopra il secondo polo urbano dell'Alto Tevere. Umbertide, impreziosita dall'elegante rocca trecentesca appena restaurata ed estesa attorno alla ottagonale chiesa cinquecentesca di S. Maria della Reggia, serra la valle in uno dei suoi punti più stretti, guardata da ben conservati castelli e dalla geometrica mole del Monte Acuto. La quasi millenaria abbazia di Montecorona e l'omonimo eremo che la sovrasta dall'alto di una conica collina boscata rappresentano le eminenze storico-culturali più meridionali del comprensorio, assieme all'antico paese di Preggio, che domina un colle più a occidente, oltre Monte Murlo, mentre la grossa frazione di Pierantonio occupa il punto meno elevato del comprensorio, dove il Tevere riceve il torrente Nese. In relazione all'Alta Valle del Tevere Umbertide occupa il "Piano di sotto", storicamente legato maggiormente a Perugia, mentre il "Piano di sopra" ha sempre ruotato attorno ai destini di Città di Castello. A mezza strada tra Città di Castello e Umbertide lo stretto fondovalle allarga il suo orizzonte all'altezza del grande centro abitato di Trestina, alla confluenza della valle del Nestore, significativo affluente di destra rimpinguato dai torrenti Minima e Seano. Un po' più a Sud, la parallela valle del torrente Niccone conduce invece al più piccolo dei comuni dell'Alto Tevere Umbro. Addossato alle colline che nascondono il vicino Lago Trasimeno, Lisciano Niccone si lascia ricordare per l'amena posizione adagiata ai piedi di verdi pendii boscati e per i vicini castelli di Reschio, Pierle e Sorbello. Gli ultimi due si trovano appena oltre il confine con la Toscana, nel cortonese. Tutto il centro Italia culla di quanto di più importante la civiltà umana abbia mai prodotto, si trova a portata di mano. Roma è bagnata dalle stesse acque del nostro fiume, "sacro ai suoi destini", e Firenze è dietro l'angolo. Anche parlando degli aspetti geografici del territorio ci si può lasciare prendere la mano dal fascino di radici storiche cosi solide e profonde, ma che finiscono per farci amare ancora più profondamente l'ambiente naturale che ne è stato fertile substrato.

mercoledì 20 agosto 2008

Come dice Michele "Ed ora CORDE E CHIODI, si sale"

Per chi non si è unito a noi regaliamo uno stralcio dell'uscita di questa mattina, che ha visto protagonisti 10 membri eccellenti del team Bikeland accompagnati da una star d'eccezione, Michele Andreani, in forza alla Testi Cicli.
Dopo la scarpinata affrontata a Monte Acuto, la scalata del Monte Tezio è stata molto più soddisfacente. Meno suole finite, più tempo in sella. Flora e fauna meravigliosa, con tanto di vacche al pascolo e lupi nella riserva. E in vetta al monte si può ammirare il lago trasimeno per intero, il monte amiata, il gesù cristo a braccia aperte di rio de janeiro, il colosseo, la tour effeil e tutti quelli che non son venuti che si stanno mangiando le mani!


lunedì 18 agosto 2008

SABATO DA LEONI... domenica da cojoni!

Ci sono ciclisti che il sabato, in vista di una gara, seguono un regime alimentare e uno stile di vita in generale, di carattere monastico. Ci sono poi quei ciclisti che delle gare non si interessano e vanno al McDonald (vedi crischia). Ci sono quelli come me che ogni tanto si concedono un irish coffee, ma che non fanno tempo a mandarlo giù che passa Crischia e li sfotte...che per intenderci ha ancora le briciole del bic mac sulla camicia. (Pensavi che t'avrei graziato??!!)

Ci sono poi gli atleti, quelli veri, le nostre migliori leve, nomi altisonanti come quello di Matteo, o Antonello, per non dire Vigna...e che cosa fanno il sabato pre-gara? Vanno al mare a mangiare il pesce guasto. Ma dico io -C'è bisogno di arrivare a pesaro per beccarsi la diarrea notturna? Basta pasteggiare il giorno prima al cinese, o al messicano.- Locali che troviamo benissimo a Castello e che in quanto a mal di pancia non hanno nulla da invidiare a nessun altro ristorante d'Italia.
Ma i nostri tre compagni fanno i "disinfettati" e loro le cose "o per bene o per niente".
Il preambolo era solo per sottolineare che lo stato di forma con cui si sono presentati a Pianello ieri era simile a quello che contraddistingue lo straccio con cui pulisco la catena...diciamo che ormai non è più il panno che pulisce la catena, ma la catena che mi lucida il pezzo di stoffa. Se siete riusciti ad affrontare cotanta metafora potrete anche comprendere la fantascientifica frase di Matteo, che nonostante tutto è arrivato secondo di categoria: ebbene, parole sue "Ho un calo di forma"... beh certo, non è che sia il massimo mangiarsi le cozze della settimana scorsa, però non è andata così male. Diciamo che il nostro capitano era un pò adombrato anche da un'altra situazione. Avete presente la solita notizia estiva in coda al telegiornale delle famiglie che gentilmente parcheggiano i cani in autostrada?! Ieri Matteo si è sentito molto Labrador abbandonato.
Finito di fare la doccia si sono volatilizzati tutti e lo hanno lasciato da solo a doversi dedicare alle pubbliche relazioni: ma lui dovrebbe averci fatto il callo a ritirare premi e maglie. Ovviamente io sono rimasta e mio fratello pure. Io ero incentivata dal ritiro dell'enesima maglia arancio e roberto dal senso di colpa che lo avrebbe sfiorato...forse...se mi avesse abbandonato come il MatteoLabrador. E visto che siamo in tema di podio, un cenno è doveroso alla brillantissima idea di premiare gli atleti col bacio delle squillo! E occhio...non è il plurale di una cantante degli anni 90 in disarmo, bensì il termine più carino per definire le ragazze in foto. Questo popò di progesterone in libertà rappresenta il personale di uno strip club ubicato nelle vicinanze! Intuisco che la clientela sia quanto di più lontano si possa immaginare da un ciclista che il sabato va a letto alle dieci. Eppure hanno fatto il loro porco dovere...anche se sarebbe meglio invertire i termini per chiosare con una frase di maggior effetto, ma non lo farò, non riuscirete a farmi dire che hanno fatto il dovere delle porche! Ops. E' la verità. Perfino durante la gara, appostate in un punto del percorso, si dilettavano non a spingere i ciclisti, ma a constatare la consistenza del gluteo sulla sella.
Se il fine gara è stato un simpatico teatrino trash alla lino banfi, in gara c'era poco da ridere. Raccontare la mia non è difficile: è stata percorsa da particolari stati d'animo facilmente sintetizzabili:
Felicità: partita forte in salita, seconda, vedo roberto, sono con lui, bene
Suicidio: comprendo di aver esagerato, gambe dure, la terza mi sorpassa, cerco un coltello per uccidere lei o me ma non lo trovo, per fortuna roberto resta con me e mi incita.
Felicità: riesco a riprendere la seconda in discesa (incredibile...sono negata di solito), robi è ancora con me, mi gaso, ci credo.
Morte: durante alcuni falsipiani mi riprende, roberto mi incita, ma le gambe sembrano far repubblica per conto loro. Poi Robi, dopo l'enorme aiuto datomi, va per la sua strada.
Pseudo-resurrezione: la seconda si complimenta per quanto l'ho fatta penare, io le sorrido...è che il coltello non l'ho ancora trovato. Distacco di 50 secondi. Ci siamo quasi, pazentiamo.
Non ho menzionato la prima poichè ci ha dato sette minuti, quindi non la considero in gara con noi, nel senso che va troppo forte...lo dico per lei, così non se la gode, dovrebbe rallentare ogni tatno, aspettarci, poi provare a rimontare. Sì, Sabrina aspettaci, io lo faccio sempre con le altre!
Un quarto d'ora dopo il mio arrivo, tagliava il traguardo il simpatico Marco Cellini... dall'espressione doveva esser tornato proprio in quel momento da un delizioso pic nic nel bosco o da una rilassante passeggiata ecologica. Dicono invece che sia lui il vincitore della gara, ma sono solo voci di corridoio. Antonello si è piazzato nel mezzo di una classifica di categoria veramente folta, nonostante il pesce guasto. Mauro non ha detto neppure una cavolata, ieri era proprio nero. Scommetto poi che deve essersi mangiato mani e piedi quando ha saputo di essersi perso le brasiliane stripparelle. Robi ieri ha preso la maglia arancio, che volete che aggiunga? Che non era la sua ma di Alessio? Mah...per quel che ne so io lui la maglia l'ha presa... e pure il premio...per il resto sono come i mafiosi...non vedo non sento e non parlo. Però quando si tratta di farsi i cavoli degli altri non ci sono deroge!
Un'ultimo appunto: c'è chi ha apprezzato le mie doti di manovale e mi ha offerto un impiego temporaneo da imbianchino. Si vede che il nostro Andreani è un vero amante del bello e dell'arte in sè, visto che io sono il massimo nello stile dell'imbiancatura pezzata...tipo dalmata! Se poi fissate gli aloni scuri e quelli chiari delle mie pitture, per qualche minuto, riuscirete a cogliere un messaggio subliminale che forse scontato "Meglio in bici che col pennello".

I NOSTRI SUPER EROI

CONTINUA LA RASSEGNA DEI NOSTRI CAMPIONI (e non),
IN STILE
MARVEL!!!


martedì 12 agosto 2008

GIORNI DI TUONO

Scusate cari lettori per la lunga assenza, ma questi ultimi giorni sono stati decisamente impegnativi. Devo contenere una madre in ferie che trova ogni scusa buona per mettermi sotto. Allora nel tentativo di evitarla non posso farmi vedere troppo con le mani in mano.
Fortunatamente la bici è un'ottima ancora di salvezza. Per non dimenticare un fratello tornato dal mare che è ogni giorno alla caccia di nuovi percorsi off-road. Ma talmente off-road che è dai tempi della scalata di monte acuto che non riesco a far rimarginare le ferite procuratemi ai talloni. Se potessi semplicemente pedalare sarebbe una pacchia. Ma fianiamo sempre per scarpinare dentro qualche macchia. Scommetto che se facessimo domanda alla guardia forestale ci assumerebbero subito. Tempo fa prendevamo in giro Crischia quando domandava di suole di ricambio per le scarpe da mtb. Io ho poco da ridere visto che la scarpa destra l'ho ridotta in modo pietoso: fra qualche chilometro arrivo alla "ciccia viva".
E mentre noi stiamo qua a chiacchiera e a raccontare cavolate, c'è qualcuno che in sella alla sua bianchi d'epoca si sta rimettendo in forma nel tentativo di ridicolizzarci alla prima occasione. Un nome un perchè: Carletto l'avvocato. Si è scelto un trainer davvero eccellente, reduce dalla stagione su strada, Pazzi. I miei complimenti all'allenatore, deve conoscere le tecniche più all'avanguardia. L'ultima uscita con Carlo, dopo i convenevoli iniziali, è stata una bella sfacchinata. E dire che si è aperta così:
Carlo -Però mica me farete morì anch'oggi?!
Io -No no, infatti so stanca pure io che enno du settimane che non me fermo! Dai che c'arcontamo un pò de cose. Chiaccieramo.
Dopo i primi 15 km in pianura, tirando a turno e tenendo un bel ritmo, senza aver mai proferito sillaba, se ne esce Carlo:
"Accidenti, m'avete arcontato proprio un sacco de cose! Mò se che sò informato!"
Risate generali, inizia la salita che porta a Preggio. Carlo davanti. Pedala forte, ma è solito partire a razzo per poi lasciarci le penne. Questa volta non ci lascia proprio nulla. Neppure il fiato per raccontare qualcosa. Ogni tanto roberto gli si accosta e tiene mezza ruota avanti. E Carlo accelera. Mezza ruota...e accelera. Io non ne posso più. Alla fine sbotto "Robi, vien qua, sta dietro, sinnò più gni stè vicino e più me fa morì!".
Quindi ancora una volta applausi per Carletto, uno che se dice di voler fare una cosa poi la fa di sicuro.
Oltre ad andare in bici ho dedicato alcuni giorni allora sport che meno mi si addice: il nuoto. Ma per sopperire alle mancanze natatorie ho preferito passare più tempo a prendere il sole e meno a nuotare. Diciamo che non affogo, ma che poco ci manca. Nuoto a cagnolino, classico stile di chi proprio non è capace.
Il giorno di san lorenzo ho appeso la bici al chiodo, riposo assoluto. Siamo andati con la compagnia alla festa a Pietralunga. Praticamente era meglio se ci andavo in bici visto che per strada gli ho fatto una testa tanta. Da quelle parti ci passo spesso e così: "Se prendi quello stradellino arrivi là...se giri all'incrocio risbuchi...eh lì al perrobbio c'è una salita...qua c'è la nostra fontana..." Insomma: deformazione professionale. Cmq quando siamo arrivati la festa era già finita: si trattava di una rievocazione storica con gente in costume e cavalli. Abbiamo trovato gente in costume ubriaca e cacca di cavallo. Allora siamo andati a vedere le stelle cadenti, ogni volta che ne cadeva una io guardavo da un'altra parte.
Oggi è arrivata la nota dolente: mia madre ha deciso che vuole imbiancare casa. E' da un pò che gira questa maledetta voce, e alla fine ho pensato fosse giusto assecondarla. Abbiamo deciso di farlo noi due da sole, un pò per vanto femminista e un pò per pidocchieria. Vi riassumo come sono andate le cose.
Ieri: in mattinata acquisto presso ferramenta di tutto il necessario. Fin qui tutto facile. Pomeriggio passato in piscina, riposo doveroso prima di sgobbare.
Oggi: lei voleva iniziare subito di buon'ora. Ma io l'ho trascinata a far colazione al bar e poi a negozio per fare un saluto a matteo. Incontriamo Mauro che dall'alto del suo filosofeggiare dice "Imbiancare è una brutta faccenda". Ma noi non ci fermiamo davanti a nulla e torniamo a casa baldanzose.
Primo scoglio: scartavetrare alcune parti di muro dove io anni fa attaccavo con scotch marrone da pacchi i poster. Ovviamente ci resta il segno. Risolviamo facilmente.
Secondo scoglio: diluire la tempera. Boh. qui ci lasciamo portare dalla nostra intuizione femminile. Roberto ci ha consigliato 50 e 50. Mia madre dice che è meglio che copra per bene. Allora facciamo 50 e 45...boh, non so che idee abbia di percentuali e proporzioni. La lascio fare, è nervosa.
Terzo scoglio: non avere nessunissima idea di cosa voglia dire imbiancare.
Inizia la padrona di casa: secchio, rullo intinto dentro come fosse un taralluccio nel latte e via sulla parete. Per poi comprendere che è utile iniziare dal soffitto, altrimenti poi dove ci si appoggia? Allora sale sullo scalandrino. Problema: soffre di vertigini. Ci prova, ha i giramenti. Ci provo io: ho i giramenti...di palle. Non è che la faccenda stia prendendo una bella piega. Decidiamo repentinamente che il soffitto non ha poi così bisogno, facciamo solo le pareti. Dopo tre metri quadrati di pennellate decidiamo che non tutte le pareti hanno bisogno, ma solo alcuni punti ridotti male. Qualche botta qua e là. La tempera poi non compre neppure tanto bene. Decidiamo di smetttere. Rimettiamo a posto. Sappiate che l'avventura è durata in tutto neanche due ore.
E l'anno prossimo chiamiamo qualcuno e gli diamo 200 euro. Poche ore dopo chiama Robi "Come va col lavoro?" E io "Ah sapessi, abbiamo deciso di non far nulla, non siamo capaci" E lui "Allora salgo, vi do una mano" E io "Non muoverti, non venire su, resta dove sei o ti taglio le gambine".
SONO SALVA...la padrona ha capito che le ferie son ferie!

giovedì 7 agosto 2008

MI STO FACENDO UN NOME

Poco fa, facendo un giro su internet per controllare la rassegna stampa ho trovato l'articolo riguardante la gara di domenica scorsa. Ecco il link .
Avete letto l'ultima parte, dove parlano del mio risultato? Non è molto lunga quindi ve la riporto passo passo "Tra le donne vince la simpatica Perugini Romina del team Bikeland."
Non è che sia un mostro di simpatia e non è che regali sorrisi come i portachiavi dentro le uova di pasqua, però nella mia categoria ci son certi musi lunghi che in confronto Armstrong è un simpaticone. E allora "Grazie del complimento".

mercoledì 6 agosto 2008

MONTE ACUTO IN SOLITARIA: miracolosamente a casa

E' da un pò di tempo che con Roberto, passandogli accanto sia in bici da corsa o in auto, volgendo in alto lo sguardo, si butta un pensiero a Monte Acuto. Quando si va verso Umbertide, perfino da Pierantonio o dal Pantano lo si può vedere, è molto alto (950 m.s.l.) e in cima sembra abbia due antenne. Ma solo una lo è, l'altra è qualcosa di diverso.
Oggi, un pò per sfida e anche per dispetto nei confronti di tutti quelli che sono in vacanza, ho caricato armi e bagagli, con l'intenzione di immortalare il panorama da lassù. Non possedendo grandi qualità in fatto di orientamento, ho dato un occhio qua e là sulle mappe che ho trovato, la cosa pareva fattibile. Sono partita da Umbertide. Si sale verso Preggio, dopo circa tre chilometri di salita si svolta a sinistra. La strada si alterna a tratti dentro una boscaglia non troppo fitta e carrareccia esposta a quanto più sole si possa immaginare.
Ovviamente continua a salire. Si arriva in un sito dove ci sono i resti di un monastero (foto sotto)
ed è da qui che inizia l'agonia. Volgendo in alto gli occhi non sembra troppo lontano la cima, ma che pendenza! Sono ancora di buon umore quando un masso di dimensioni decisamente non lillipuziane mi salta da sotto la ruota contro la tibia. Ahio!!! Come vedete dall'immagine possiamo dire che la faccenda si è leggermente gonfiata. E mi pareva fosse sceso il cuore alle caviglie da come pulsava. Però ormai ero in ballo e non volevo voltarmi indietro. La salita è davvero sfiancante, costantemente al 25 %, all'inizio si riesce a pedalare poichè il fondo è abbastanza compatto, poi però si risolve in una pietraia secca, con massi fitti che tendono a rotolare verso il basso. Forse Matteo non sarebbe sceso, ma Giorgio scenderebbe. Io non mi sono neppure posta il problema. Il vero problema è che ancora c'è tanto da camminare e la bici non mi è mai sembrata tanto pesante. Vegetazione ridotta a zero, salvo spini e roveti, e se volete fare la marmellata lassù le more sono giù mature. Come potete vedere dallo scatto artistico, ho ancora la forza per fare qualche verso idiota. Ma continuando per il sentiero, salendo per chilometri (ne avrò fatti 2,5 a piedi), inizio a sentire un dolore poco simpatico ai talloni. Voglio confidarvi un segreto: se dovete andare in bici, intendo dire Sulla Bici, queste scarpe sono perfette, le sette meraviglie direi. Ma se dovete fare una lunga passeggiata vi consiglio un paio di nike. L'idea era quella di tirare avanti, tanto non avrei potuto far molto per risolvere la situazione, non è che avevo un paio di scarpette di riserva quindi... Continuando però, e avendo la sensazione che più camminassi e più la cima si spostasse più in alto, dedico un attimo ai miei talloni. Sgancio i cricchetti e scopro che la pelle sul tallone non c'è più, come si dice dalle mie parti "a ciccia viva". Mmh, mica male. Da antologia l'ultimo mezzo chilometro con me che salgo tutta scalcagnata, come questi vecchi con le spadrillas. Per fortuna che son più trista di quei sterpi che c'erano lassù. E vi assicuro che il panorama alla fine era da mozzare il fiato. E potevo star certa che nessuno mi avrebbe disturbato. In cima ci sono tracce di alcuni resti di età etrusca, ma pochi sassi. C'è poi un'antenna e una Croce Celtica. Con sopra questa iscrizione. Il resto è una sensazione che riempe cuore e gambe stanche, paragonabile a poche altre, quasi da far dimenticare questi due maledetti talloni che bruciano come le fiamme dell'inferno.









Non so dire fin dove si possa vedere, anche perchè in geografia non sono una lince, e allora me la cavo citando la poesia che in questo caso si addice di più a tutto questo "...sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E mi sovvien l'eterno..."
Però non son mica tanto sicura che se vi viene in mente di farci un salto io possa tornarci con voi!!! Devo ancora somatizzare spini, botte e scarpe assassine!

lunedì 4 agosto 2008

BUROCRAZIA CICLISTICA

Alessio non aveva potuto fargli le lastre dopo la brutta caduta a Narni, però dovete sapere che il nostro Edo ha un paio di costole fratturate. L'ho saputo per voci traverse. Voci di una mia fan e vicina di casa. Che salutandolo gli ha domandato se corresse in squadra con me e elogiando i miei risultati. Lui ha asserito, però ci ha tenuto a fare una puntualizzazione immancabile che ogni maschietto non dimentica mai di tirare in ballo e che ora andremo a sfatare. Per l'appunto sfatiamo il mito del fatto che dato che siamo poche a correre tutto sia più facile. E' vero siamo poche, anche se ultimamente arriviamo ad una media di sette presenze, non tanto differente da altre categorie prettamente maschili con un ammontare di iscritti simile. Altra annotazione che tengo molto a cuore: voi maschietti siete divisi in miliardi e miliardi di categorie e sottocategorie, a momenti fanno la distinzione tra chi porta i baffi e chi no. Noi donne siamo divise in categoria in quanto donne. Fine! Che abbiamo 20 o quaranta anni nulla cambia. Bianche o nere, con le tette o piatte come l'olanda niente. Donne e basta. Ma sopra ogni cosa: le elite corrono in quale categoria? Donne! Tutte nello stesso calderone. E allora tornate a farci i conti in tasca quando dividerete il prosciutto con i professionisti. Scuse, tutte scuse!

PILLOLE VACANZIERE


Il nostro presidente mega galattico è in vacanza. La scorsa settimana gli ho domandato dove sarebbe andato. In montagna. Ottima scelta. Mentre mi rispondeva aveva accanto la fidanzata, con la quale avrebbe condiviso il piacevole soggiorno. E subito ho ribattuto domandando se avrebbe portato via le due ruote. Lui tutto convinto "No no, niente bici questa settimana." Beh mi pare giusto dedicare un pò di tempo a chi è così paziente col nostro portacolori. Niente bici. Però mi ha subito confidato che già stava organizzando un'uscita in mtb con la guida del luogo per l'ultimo giorno di vacanza. Poi ieri mi arriva un sms dove tutto contento scrive "5 ore a scalare monti!!! siamo arrivati a 2900 metri".
Oggi, ancora più gasato di ieri "ciao Romi, oggi 3 ore in mtb insieme a francesca". Per fortuna che Antonello ha lasciato la bici a casa. Chissà se domani faranno parapendio o free climb. Forse faranno pure kick boxing, o meglio, francesca si eserciterà e Antonello farà da sacco. Io dormirei con un occhio chiuso e l'altro aperto. Con una fidanzata che sa il fatto suo come quella del nostro presidente, e un residence in montagna, non posso evitare di pensare a Jack Nicholson con l'ascia in mano. E ovviamente non è Antonello il protagonista in questione.

domenica 3 agosto 2008

CHE IL GUFO TORNI NELLA PROPRIA TANA


Domanda: cosa faserte se, dopo che la tifoseria avversaria, con la stessa simpatia che può ispirare una sanguisuga attaccata ad un orecchio, vi ha ammonito con un pronostico nefasto, vi capitasse di ribaltare tale verdetto?
Risposta: TIE'. E attenzione, l'etimologia della parola non vi lasci pensare al TIE-break del tennis, nè tantomeno all'acronimo che indica i trasporti intermondiali europei. No. Queste tre lettere,che terminano con un accento sulla e, ma che più propriamente meriterebbero un apostrofo quale segno di elisione, poichè TIE', vuol dire TIEni, nel senso Prendilo. Mi fermo qui miei fedeli lettori dato che so per certo che non siete nati ieri e mi avete compreso fin nel profondo.

Stamattina a Massa Martana non siete venuti. Tanto meglio per me così mi diletto nell'arte dell'autocompiacimento e non vi cito per niente. Non parlerò di Mauro che è al mare a dar fastidio alle puledre balneari. Nè di Roberto che si starà prendendo un'insolazione assieme alla fidanzata che per cinque giorni è riuscita a strapparlo dalla dipendenza da bicicletta. Non dirò nulla di Fabione che pareva sarebbe venuto, ma che poi ha disdetto. Figurarsi poi quello scansafatiche del nostro presidente, che è in montagna con la fidanzata. Anche lui senza bici. Le ha promesso che per questi sette giorni tra loro due non ci saranno trek di mezzo. Gira voce che abbia già organizzato una piccola escursione con le guide del luogo prevista per l'ultimo giorno. Promesse da marinaio!
Insomma: dirò solo di me, Matteo e Sergio.
Forse il papà di Matteo deve aver fatto infuriare molto la signora Donati per essersi guadagnato lo sfratto mattutino che gli è costato più di 200km di viaggio, quattro ore di manifestazione sportiva dove l'unico posto all'ombra era situato in zona cessi (eau de toilette) e un figlio infuriato, giustamente, per svariati motivi. Motivo numero uno: 54 km di gara senza ristoro, giusto la borraccia propria. La jeep che doveva portarsi sul luogo designato ha sbagliato località. E ha aspettato l'arrivo degli atleti. Per lungo tempo. Senza farsi sfiorare dal dubbio di essere in errore. Non vi dico al traguardo che lavoro: sembravano tutti dei caimani a dieta da quanto erano incazzosi. C'erano anche 40 gradi.
Altro motivo che ha leggermente irritato il nostro capitano è la segnalazione del percorso lasciata un pò al caso. Ci voleva intuizione. Ad un certo punto bisognava svoltare dove c'era una panda. Così han detto. Ma da quando la Fiat panda funge da segnaletica? Boh. Intendiamoci, in quel punto hanno sbagliato in molti e anche io ovviamente! Si trattava di beccarsi un buon mezzo chilometro in più di salita, quando gli altri tagliavano in mezzo al bosco.
E io? Beh, prima di tutto ringrazio il nostro meccanico. Senza di lui non credo che avrei portato a termine la gara. Qualche giorno fa ho comperato la nuova serie sterzo, volevo montarla da sola. Poi mio fratello mi ha detto che bisogna aiutarsi col martello. Ho azzardato: sono andata in officina sabato e matteo è stato davvero paziente. Ora che ve l'ho detto però non presentatevi tutti il sabato che poi se la prende con me. Ci vuole l'appuntamento come dal dentista!
Lo scorso anno non faticai molto a questa gara, c'era poca concorrenza, i premi erano tanti e i km tutti in pianura. Hanno cambiato il percorso, 27 km con 700 mt di dislivello. Meglio per me che in salita me la cavo. Anche perchè ci sono le due donne di rosso e bianco vestite, la bionda e la mora e non sono le vallette di sanremo. Ognuna ha un motivo per darmi la caccia. E io pure ne ho uno buono per non farmi prendere. Sempre davanti, dal primo all'ultimo chilometro. Al traguardo mi sono quasi lussata una spalla per fare "Viva Viva". Durante la premiazione il marito della bionda mi ha domandato se fossi soddisfatta. Se siamo d'accordo che prima del due e del tre ci sta il numero uno, beh, sì, sono soddisfatta. E al diavolo il capocollo che invade il mio frigorifero da mesi. Oggi coppa (non di maiale), olio (litri su litri), buoni per il gasolio (ho l'auto a benizina), salame, medaglia, vino (buono, non quello allungato con l'antigelo), dieci chili di pasta (che mangio solo a natale, per forza, a casa della nonna, condita con quelle conserve fatte in casa che non si strozzano proprio). In sintesi VIVA ME MEDESIMA. Speriamo che duri.
Una menzione particolare per MArco Cellini. Giovane che come sappiamo tutti va fortissimo e ha un bel futuro che lo aspetta. In più contribuisce a sfatare il mito negativo che vede gli atleti quali individui tutti muscoli e niente cervello. Marco è laureato in scienze della comunicazione. Presto inizierà la laurea specialistica e nel frattempo si mantiene agli studi lavorando. E per chiudere ci fa il culetto a strisce tutte le domeniche.
Di più: complimenti ad Andreani, anche lui uno che piano non ci sa proprio andare. Ha sempre il sorriso pronto, una parola buona per tutti ma soprattutto lo ringraziamo perchè assieme ad Marco è uno dei nostri nuovi lettori!

venerdì 1 agosto 2008

PERSEVERARE

Continua la rivalsa contro il mio peggior sostenitore!
Non vorrei azzardare troppo, ma se non sbaglio, analizzandolo a fondo, questo simpatico crossista immortalato in una situazione decisamente poco gradevole, dovrebbe essere il mio grande amico di ruota libera!