domenica 29 marzo 2009

CASTELTODINO: ANDATA E SOPRATTUTTO RITORNO!

Giornata campale quella odierna. Prima gara del circuito cross country. E il panorama ormai lo conosciamo a memoria: le vigne di Casteltodino, croce e delizia di tutti i crossisti del centro Italia. Habitat naturale del Maurone nazionale. Giorno fondamentale per moltissimi biker, caratterizzato dal vero e proprio rientro in piena stagione agonistica: ritorna l'ora solare, la primavera è iniziata e si sfoggiano le maglie di campioni regionali guadagnate a fatica l'anno precedente.
Le premesse, e buone direi, ci sono tutte. I fatti però non sempre aderiscono ai buoni auspici. Iniziando dal viaggio in macchina con Mauro, che subito dopo esser partiti, ha allungato la mano sotto il sedile sfoderando lo scettro del potere, l'arma di ogni ciclista, la pergamena immacolata che ogni comune mortale è costretto a firmare da che mondo è mondo. LA CARTA IGIENICA. La mia rabbia è mista ad invidia, io non son riuscita ancora a consegnare il mio pacco alla reception, lui invece ce l'ha bello che pronto. Solo che il bagno della stazione di servizio è ancora chiuso a chiave, il luogo è deserto. Maurone fa l'occhio furbo e sgattaiola dietro il bar, su uno spiazzo sterrato coperto da una piccola tettoia. Dopo neppure due minuti torna. Si è liberato del suo demone in maniera del tutto naturale. Attenzione se vi fermate a Pierantonio in superstrada... dietro il bar c'è il dna di mauro.
La cattiva sorte non ci fa una gran sorpresa imperlando il parabrezza di pioggia, lo sapevamo che avrebbe piovuto. Anche perchè ormai piove da quando Noè costruì l'arca e primavera è diventata una parola senza senso compiuto visto che solo dieci giorni fa nevicava. E fermate quel pazzo di Obama che ho sentito al telegiornale si stia adoperando contro il surriscaldamento globale. MAGARI avere 30 gradi adesso, risparmierei di lampade solari.
Raggiungiamo Casteltodino, già sentiamo l'aria della competizione, io più di tutto sento un bisogno, quello di trovare il bagno. Ma la mia ispirazione fisiologica subisce un traumatico arresto quando al finestrino un ciclista ci informa che la gara è annullata. Scendiamo. Tutti tornano col morale sotto le scarpe dal ritrovo iscrizioni con il medesimo annuncio. I giudici di gara ci confermano il tutto. Addirittura abbiamo dovuto passare la telefonata di un incredulo Matteo Donati alla Salvina, la giudice dalla voce squillante che lo ha avvertito in prima persona del fatto.
Questi buon temponi di casteltodino si sono appellati all'impraticabilità del tracciato. Eppure alcuni che hanno provato il giro son tornati con la bici quasi per nulla intaccata dal fango. In più al nostro arrivo non abbiamo trovato allestito nè gazebo di giuria, nè segnalazioni varie, nè ambulanza o protezione civile. Insomma, pareva proprio che lì una gara non fosse prevista, quasi avessero deciso per la sospensione il giorno prima. Ammettiamo che qualcosa ci puzza, e non lo dico perchè viaggio in macchina con uno che si porta dietro un soffice rotolo di carta igienica, ma perchè basta fare uno più uno.
Poi sono tornata a casa e rimontando la bici mi sono accorta che avevo le pasticche anteriori totalmente fuori sede oltre che finite, cosa che mi avrebbe impedito di correre. Dicesse Mauro "Tu devi accendere un cero visto che oggi la gara è saltata"... e io il cero lo accendo, ma la rimostranza la faccio comunque visto che sennò non avrei saputo come collocare il fatto che il nostro Schiantatope gira per gli autogrill a lasciare ricordi della sua bella persona.

CICLISTI IN RETE

Da oggi il blog si adegua alle tendenze della moda più in voga: Facebook e il networking. E dato che molti di noi pedalatori spesso comunicano reciprocamente attraverso questo sistema dilagante, riporteremo le frasi e i particolari più caratteristici.
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"AIUTATI CHE EPO TI AIUTA"
parola del pedalatore in Kawasaki

CI SONO ATLETI E... CICLISTI

Dopo aver risolto un temporaneo problema con il mio personalissimo calcolatore, ammalatosi di qualche virus sicuramente inviatomi da mio fratello invidioso che io posso andare in mtb e lui no, sono di ritorno su queste reti.
In questa occasione lasceremo l'argomento a due ruote leggermente in disparte per affrontare la pseudo-cronaca di una cena davvero singolare alla quale ero molto curiosa di partecipare. Come i miei più avidi lettori ben sapranno, il fratellino del mio fidanzato milita nella nazionale di lancio del disco, e vanta misure da record per quanto riguarda il panorama italiano. Le misure di cui parlo si prendono all'interno di uno stadio e non hanno nulla a che vedere con discorsi sessuali. Questa premessa è doverosa in quanto la malizia è di casa.
Ebbene, Giovannino, come viene detto in famiglia, gareggia per la guardia di finanza e trovandosi spesso fuori casa non manca mai di vantare la qualità dei prodotti tipici umbri ma più di tutto la qualità e la quantità che durante un solo pasto sua madre e suo padre possono proporre ai commensali. Come intuirete con facilità, un lanciatore, uomo o donna che sia, non ha nulla a che vedere con la fisiologia del ciclista. Per non dire poi dell'appetito, incredibilmente insaziabile. E presto fatto che l'invito a cena per tutta la nazionale lanciatori giovani promesse, ovvero coloro che ci rappresenteranno a Londra 2012, si è concretizzato con una mega tavolata di 18 persone in piena campagna, alla quale ho preso parte ieri sera. Aggiungo che il giorno seguente avrei affrontato una levataccia per correre la prima gara cross country di stagione. E per quanto possa sembrarvi assurdo, vi assicuro che le abitudini alimentari di un ciclista e di un lanciatore possono perfettamente cociliarsi: nel senso che il primo non mangia una pippa e il secondo mangia il piatto intero, il tavolo e pure il ciclista.
E' stato alquanto surreale il mio salire le scale per entrare in casa, dove a breve avremmo cenato: ai lati delle scale vi erano appoggiati circa cinque o sei atleti con sigaretta in mano, e per fortuna che avevo i tacchi che facevano rumore, altrimenti neppure mi vedevano con quelle teste poste così in alto. Io ho salutato, e ho pure urlato forte sottolineando che il problema non ero io che sono troppo bassa, ma loro che sono anormali. Dentro casa ho dovuto strisciare carponi per andare a posare la giacca, schivando altri dieci titani. La cosa simpatica poi è che erano già belli alticci e facevano un caos incredibile. Per non dire poi dei brindisi che proponevano: tutti riguardanti formule numeriche riferite ai loro record. E' come se io brindassi ai 33 minuti con cui arvo in cima alla Pitocca.
Vi descrivo in breve sintesi il menu:
-Antipasto: ciaccia col prosciutto (hanno iniziato a mangiarla alle 17)
-Primo: penne panna e porcini (ne hanno presi solo due piatti a testa)
-Secondo: salsicce, pancetta, braciole, cinghiale in quantità industriale (e ognuno si è servito innumerevoli volte con ogni tipo di taglio di maiale proposto)
-Contorno: Verdure gratinate (non sono andate molto bene, poichè accusate di togliere spazio alla carne), insalata (l'unica cosa che ho mangiato, ma poca visto che il mio ragazzo l'ha condita come un assassino).
-Dolce: torta farcita con panna
-Liquore: grappa fatta in casa, circa 80 gradi, che si può usare come arma da difesa o digestivo.

Ecco alcune postille che mi sento in dovere di fare. Resto di marmo notando che i corpi speciali che allenano questi giovani li costringano a soffreire la sete neanche venissero dal biafra. Si saranno scolati minimo una bottiglia di vino a testa...minimo. Resto ancor più di marmo quando noto il diverso approccio mentale alla qualità di vita che deve osservare lo sportivo. Resto del tutto inorridita quando le nostre forze armate, sotto gli occhi di tutti, si ubriacano sapendo poi di dover tornare al volante. Bell'esempio.
E visto che la cena di ieri sera ha sacrificato tanti buonissimi suini e che il mio autore preferito è Orwell, vi farà piacere ricordarlo insieme a me quando in un suo famosissimo libro diede loro la parola "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri". Ma noi che con la cena di un lanciatore ci mangiamo un anno intero molto poco democraticamente diremo che "Tutti gli atleti sono uguali, ma alcuni sono molto più atleti di tanti altri"... forse più drogati, ma pur sempre più ortodossi!

sabato 21 marzo 2009

CENA SOCIALE AL SASSO


Il bar-ristorante Sasso, con la sua classica torta al testo e prosciutto, ospita l'ennesima cena sociale del Bikeland. E come ogni notte che segue questa simpatica rimpatriata un consiglio doveroso è quello di posizionare al lato del letto una bella cassa di levissima.

E domattina vi voglio tutti pimpanti nella speranza che la pianti con questa neve assurda e inizi davvero la primavera: alla faccia di quelli che parlano del riscaldamento globale. MAGARI!
Domattina MEGA LONG RUN, con il CeccoVolante in stato di grazia e Roberto che sfoggerà il suo nuovo mezzo! Dopo aver provato le bici in alluminio, quelle in carbonio, quelle full, per tornare alle front e ancora alle full...domani lo vedremo in sella ad un simpatico muletto nero! Portate qualche pasticchina di Tavor se ne avete in casa, ne ha bisogno!

martedì 17 marzo 2009

68° WORLD MEGA LONG RUN

IMPERDIBILE EVENTO!!!

DOMENICA 22 MARZO
---68° WORLD MEGA LONG RUN---

Ritrovo: ore 8,30 all'area verde di San Maiano.

Partenza: ore 8,45 puntuali!!

Percorso: di sicuro si va verso la Pitocca passando per la Chiesa di San Martino, di sicuro si prosegue in direzione Candeggio, poi prima di Candeggio si prende una stradina a destra, attraverso impegnativi sali-scendi si arriva a Pieve dei Saddi(qui si narra che in passato ci fosse conservata una costola di un drago), da li si scende fino all'ossevatorio astronomico di Coloti, tutto questo ovviamente senza un metro di asfalto, poi... se avanza il tempo, le gambe, la voglia si risale da Coloti alla famora Rocca d'Aries della Fam. Medioevale Braccio Fortebraccio ....., poi da valutare al momento eventuale percosrso di rientro

Ristoro: ogniuno mangia il suo, il ceccovolante avrà come sempre al seguito la famosa BIG Banana

Note: L'importante è aderire in molti venire ben preparati, e non pretendere di stare tutti davanti!!!

Da notare il peso forma "dell'organizzatore", che a forza di mangiare banane e di fare SPINNING è riuscito a buttare gi§ quella manciata di chili di troppo, e quindi essere in forma per la 68° WORLD MEGA LONG RUN



lunedì 16 marzo 2009

LIDO DEGLI ESTENSI: SUPERMAURO SHOW

Si fa così: si guarda bene dietro le proprie spalle e ci si assicura che non arrivi qualche nemica, poi ci si tira su la cerniera e si aggiusta la maglia. Infine si smanetta come forsennati fin sotto il traguardo! La teoria la conosco perfettamente e oggi, a Lido degli estensi ho messo tutto il pratica. Prima classificata alla long race. Dodici minuti meno dello scorso anno. E poi ho corso con la testa, cosa che faccio di rado. In genere quando si tratta di stare in gruppo, di stare a ruota e dar cambi, faccio le sparate da matta e poi resto impiccata.
Al contrario mi sono impegnata in un testa a testa serrato con una tedescona che vantava l'aiuto di due compagni di squadra e io ero sempre lì in mezzo come il mercoledì...gli rompevo i cambi. A circa otto chilometri, conoscendo bene il percorso che nell'ultima parte è pieno di canalecce e sentendola sbandare da dietro prendendo male una curva mi son detta: o adesso o mai! Testa bassa e son partita. Bell'inizio di stagione.
Questo antipasto di stagione è stato una vera delizia per il nostro squadrone. Anche l'irrequieto Riccio ha fatto tabula rasa dei mastersport: primo premio pure per lui. Matteo ha fatto tutta la gara in testa, non per niente è giunto sesto assoluto a pochissimo dal vincitore. Lo ha penalizzato l'accordo che c'era tra i primi di testa e che ovviamente non includevano il nostro Teohulk. Ma sopra ogni cosa la vera vittoria che ci rende ancor più fieri di aver lui come amministratore delegato è il primo gradino del podio di MAURO VIGNA. Finalmente ha dominato questa gara che ama tanto: per il paesaggio, perchè è insolita, perchè siamo al mare, perchè se magna el pesce, perchè è un buon inizio...insomma quando uno vince è contento pure se lo prendono a mazzate. Quando lo speaker ha urlato il suo nome al microfono, alcune leggende raccontano che la faglia di Sant'Andrea si sia allargata e che a Castello tutte le signore e signorine si siano rintanate nelle proprie case. E come al solito la sera prima in albergo mi diceva che non aveva la gamba.
Eh già, perchè ci sono due tipologie di ciclisti: quelli che quando corrono lontano la vogliono prendere con calma e arrivano un giorno prima, e vanno a mangiare il pesce, a fare una passeggiata, a prendere l'aperitivo e il gelato, e pure a fare una sgambata lungo il tracciato. In questa categoria rientriamo sicuramente io, Mauro e Alessio, detto BatAle, nuovo acquisto di provenienza umbertidese. Una cosa mi ha fatto strabuzzare gli occhi in procinto di partire: se non l'avessi vista di persona non ci avrei creduto. Opera d'arte contemporanea di enorme valore, ma soprattutto miracolo al pari delle guarigioni di Lourdes è stata la capacità della VignaMobile di caricare tre mtb+ tre atleti+ tutti i bagagli. Quando si dice essere zeppi come un uovo.
In albergo la sistemazione è stata ottimale anche se in un primo tempo il Maurone mi ha fatto sudare freddo. Mi dice "Romi, abbiamo le porte comunicanti, io busso a te e tu bussi a me!". Poi la notte ho cercato di dormire tranquilla, alla porta la chiave non c'era, così l'ho barricata con l'armadio. Ogni tanto spuntava uno specchietto da dentista da sotto la porta stile MacGyver. La sera poi, al bancone dell'hotel che prendeva un caffè, c'era il mio idolo, l'unica star rappresentata in poster che terrei in camera, l'attore la cui filmografia è proporzionalmente lunga alla sua dotatissima virilità: ROCCO SIFFREDI. Non a caso alloggiava nello stesso albergo di Mauro. Ho domandato a Maurone di farci una foto, lui tutto ingelosito e preso da un complesso di inferiorità si è rifiutato: è proprio vero che due galli nello stesso pollaio non ci stanno. La sera, mentre mi infilavo il mio pigiamino anti-stupro, c'era Ale che da buon geometra rimuginava su un cruccio che la trasferta gli stava presentando: l'immane presenza di pini che dominano tutta la città. Scopriamo infatti che Ale è un biker atipico: ama la natura, ma in città prenderebbe la motosega. Dice lui che tutti questi pini sporcano. Poi tornando ieri sera abbiamo scorto la strada di via maggio che si immergeva nel bosco. Una bella rapata la darebbe pure lì. Chissà quando va all'ansa del tevere come piangeranno resina quegli alberi...!!!
Passiamo alla seconda tipologia di bikers, quelli che la partenza è alle 9.30 e arrivano alle 9.10. Sono atleti impavidi che contano sul fatto che il giorno prima i tre codardi di cui sopra, tra un gelato e un prosecco hanno trovato il tempo di regolarizzare le iscrizioni. Così i sette volponi bikeland, ovvero Matteo, Andrea, MArco, Edo, Fragolino, Franco e Antonello, hanno potuto trovare il tempo di sbagliare strada e proseguire non so dove invece di imboccare la Romea, ma finiamola qui che sentir me parlare di orientamento è come sentire bush inneggiare al pacifismo. E tanto per sottolineare ci siamo beccati pure il premio per la terza società classificata.
Al ritorno tappa fissa: pescheria con Mauro che ordinava sgombri a raffica e friggitoria perchè la mamma gli aveva chiesto di riportarle una salutare vaschetta di colesterolo scevero.

lunedì 9 marzo 2009

L'UTLIMA CENA

Con l'apporssimarsi del periodo pasquale e col trascorrere dei giorni dedicati alla quaresima, durante i quali la penitenza dovrebbe essere osservata alla lettera, mi par giusto prendere parte alla festa del ciclismo che ogni anno si svolge al Lyric di S. M. Degli Angeli.
Non siate folgorati dal sostantivo festa, poichè la serata di sabato scorso non ha contravvenuto per nulla all'usanza cristiana e quand'anche foste al pari mio dei praticanti estremi del volere divino sappiate che torto di sicuro non gliene avreste recato. Ditemi voi se non è penitenza dover raggiungere il teatro in una pandina pilotata dal miki lauda in gonnella detta anche first lady o francesca in donati!
Se poi dentro alla simpatica utilitaria c'è un microcosmo di ciclisti così vari da darvi in un attimo l'idea totale di tutte le discipline ciclistiche: Antonello l'atleta che si risveglia in primavera come le marmotte, oppure Vigna, colui che è uno e trino nel senso che è uno solo ma fa per tre e poi c'è Nicolò discesista spericolato che per quanto amante dell'adrenalina ha tremato di paura percorrendo l'e45 con alla guida Francy Shumacher.
La facciamo tanto lunga ma alla fine grazie al potere della first lady di raggiungere la velocità della luce siamo giunti in tempo alla cerimonia. Ma talmente in tempo che ce la siamo dovuta beccare tutta. Noi facevamo i baldanzosi inizialmente poichè ci sentivamo il vero fiore all'occhiello della federazione visto che quest'anno non c'è andata gobba. Poi col passare dei minuti e delle ore e vedendo che premiavano pure il barbone che attraversava la strada e il rumeno che sfuggiva a qualche linciaggio abbiamo capito due cose. Primo: ormai quei trofei di vetro sulla mensola del salotto iniziano a dare un senso di monotonia. Secondo: inutile andare alla premiazione se poi ti premiano per ultima e nessuno rimane a vederti. E allora io che me li metto a fare i tacchi? Non è che uno si fa del male così senza scopo preciso. Fortunatamente qualche complimento qua e là l'ho raccolto ma ormai ero talmente stremata dalle tre ore di premiazione che se anche mi avessero detto che sopra la panca la capra campa ne sarei stata felicissima dato che ne avevo fin sopra i capelli di persone che si stringevano mani, ringraziavano il coni, e poi il sindaco e poi l'assessore e leccavano di qua e di là...
Al chè, al momento della cena penserete voi, ci sarà da rimettere le rotte di tanta noia sofferta. Il catering che si è occupato di sfamarci penso serva solitamente dei pasti all'interno di qualche clinica con pazienti sottoposti a bypass gastrico viste le porzioni che posavano sui piatti. Infatti al posto del coltello e della forchetta c'erano un paio di pinzette e accanto un microscopio per riuscire ad individuare le cibarie. Nonostante tutto qualcuno al nostro tavolo ha trovato il modo di trastullarsi: uno stretto parente di qualcuno che si chiama Michele e che in discesa gliele suona di santa ragione, sfruttava l'occasione per godersi giusto un goccio di vino annacquato visto che a casa gli stanno col fucile spianato. [Nota della redazione: e lasciatelo fare sto fiolo che se non ero fidanzata...]
Non ce ne vorranno gli organizzatori se non abbiamo goduto della cena fino all'ultima portata visto che le cose stavano andando per le lunghe e io e Mauro l'indomani ci saremmo dovuti sorbire una di quelle levatacce pre-gara.