martedì 30 settembre 2008

CULTURA CICLISTICA


Un Mauro ispirato ci regala versi veramente ricercati e di una squisitezza estrema.
Eccone un esempio: un componimento nato dalla grande stima e gratitudine che tutto il team riconosce al nostro Angelo Caramella...
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UNO... DOLCE

E’ formica e non cicala

lui lavora con la pala

e come fosse un menestrello

ci da sotto di rastrello,

sbuffa, suda su in salita

or la strada è ripulita !

Se non scendi mai di sella

…tu ringrazia Caramella!!!!

di Mauro Vigna

FRUTTO DEI LOMBI DI UN CICLISTA DI RAZZA

Quando Giorgio ci si mette d'impegno, quando Giorgio si fa serio e quando Giorgio non va in bici ma resta accanto alla dolce consorte salvandola da un eventuale attacco di un qualsiasi schiantatope sempre in agguato, ecco il risultato: due figli da copertina. A dimostrazione che pedalare forte non è la sola cosa che sa fare bene.Sorge spontaneo un quesito, e ce lo consentirete poichè lo domandiamo senza tanta malizia: ma secondo voi il nostro baffetticus canta Macho Man anche quando si dà all'amore? Forse sarebbe proprio quello il momento più adatto per un brano così virile. Anche se come Village People non saprei quale potrebbe impersonare: lo sbirro? il cowboy? il manovale?... O Tutti quanti assieme!!!

lunedì 29 settembre 2008

FINE STAGIONE... INIZIO STAGIONE!!!

Dopo la scorsa stagione caratterizzata da domeniche e domeniche fitte di appuntamenti dedicati al ciclocross, preceduta da un’altra stagione fitta di gare in mtb, ove ancora prima avevamo un bel che pedalare con l’altra stagione di ciclocross, e ancora mtb…INSOMMA, dopo un sacco di tempo passato col posteriore bello piantato sulla sella sapete cosa succederà ora???????? Proprio un bel niente, o meglio, nulla di diverso da quello che dovreste aspettarvi da noi. Ieri a Petrignano è finito l’Umbria Challenge, ma già abbiamo rispolverato il fidato biciclo da ciclocross. Che per fare un po’ di scarico e di rigenerazione invernale ci va di farci la stagione a saltar su e giù dalla bici a partire dal 12 ottobre, appuntamento a Pretola. Nel frattempo il martedì e il giovedì, dalle 18.30 in poi ci troverete a girare come cavie da laboratorio in quel labirinto del ciclodromo di castello fettucciato a dovere dal sapiente Maurone, che invece di fare solamente il consulente informatico fa il tuttologo. Anzi, se vi serve un organizzatore di eventi, o un docente in latino, o un esperto agro-ambientale, o botanico, o carpentiere, o accompagnatore, o spogliarellista…chiamatelo. Lui è il coltellino svizzero in tasca al team Bikeland.

Tornando a ieri è fondamentale spendere un paio di parole per i primi due volti noti incontrati ieri a Petrignano: Giorgio e Signora. Baffetticus dovrebbe eseguire qualche check-up neurologico, è un pazzo: solo con un’ordinanza restrittiva del tribunale nei confronti del Maurone sarebbe ponderabile portare una così bella moglie in un terreno tanto pericoloso. Nel frattempo indosso per l’ultima volta la cara vecchia maglia arancio. Sapevo benissimo già dalla quarta gara che alla fin fine mi avrebbero detronizzato, perché anche se in matematica il miglior voto che riportavo a casa era quattro, qui i fatti parlano da soli. E così è stato: la ciociara, Sabrina, ha vinto tutto quello che c’era da vincere. E meritatamente sottolineo. Ma ancor di più sottolineo che per l’anno a venire mi aspetto che i suo progetti non includano lo svergognare noi atlete di casa ogni domenica, perché dicesse il fotografo di frex8 che credo tifi un po’ per me “Ah beh, ma lei lo fa di mestiere…!” GIUSTO, sottolineiamo questo fatto, e evitiamo di andare a guardar me che ci vado tutti i giorni in bici e non mi paga nessuno e non me ne viene niente. Pensa tu se mi pagassero pure.

E quando i fratelli Cellini non ci sono, i topi ballano. Ma se dico topi non pensate che mi riferisca al Topino, anche se pure lui gliele ha date secche: diceva di aver la nausea. E un po’ di tempo che mi dicono tutti così a fine gara: che siano tutti incinti? Boh. Cmq il topo che ha ballato e alla grande è stato Ricci, della testi cicli, che alcuni ricorderanno per esser cascato di sotto facendo il giro di ricognizione dell’antica carsulae. Si è ripreso alla grande. Sempre degli stessi colori, ma col cuore un po’ Valtiberino, veste Mik Andreani. Ora anche lui potrà vantarsi in famiglia della sua bella maglia del pigiama con tasche posteriori. L’ho visto tutta la stagione guardarmi con lo zucchero in bocca e la fiele in cuore (…maronna come so ispirata…), vi svelerò un segreto: tempo fa mi ha chiesto di regalargliene una ma ho dovuto rifiutare. Devo ricoprire il divano e ormai il tappezziere ha già iniziato il lavoro. E in seguito alle minacce rivoltemi indirettamente ieri penso che sarà utile che mi guardi bene le spalle. Michele sta addestrando la sua piccola e bellissima prole dai capelli lunghi a farmi il culetto a strisce nel futuro a venire. La bambina di michele, sì e no quattro anni di età, sale e scende dalla bici come si usa fare durante le gare di ciclocross. Non ne posso più. Quando ho cominciato con le due ruote mio fratello mi diceva “Dai vieni alle gare tanto di donne ce ne trovi al massimo due!”. Inizio a pensare che tutte queste donne che ritrovo in gara abbiano altrettanti fratelli, e la questione sta diventando un po’ come le partenze intelligenti ad agosto. Se poi davvero di donne ne trovi due è la volta buona che una fa la professionista e l’altra è ex-professionista, o più semplicemente che tutte quante vanno troppo forte. E voglia te a passare l’inverno sperando di aver combinato qualcosa di buono. Tanto trovi sempre chi ne ha di più.

Ieri quasi c’ho creduto di poter metter dietro la bionda per la terza volta in tutta la stagione. C’ho creduto per tutta la salita. E andavo su che dicesse Auro Bulbarelli “Non sentivo la catena”, peggio però in discesa, che dal nervoso, vedendo spuntare la bionda, “ho sentito un albero”…dritto per dritto c’ho parcheggiato la bici e me stessa. E spingi spingi ma non c’è stato verso di riprenderla. Nonostante tutto mi sono divertita da morire ieri. Un terzo di gara corso insieme a Giorgino e Roberto non ti fa sentire la fatica: si trova il tempo per ridere e per scherzare…e per tappare le orecchie. Giorgio ha sfoderato una perla di raffinatezza degna di censura, ma ero talmente impegnata a pedalare che l’ho capita solo tornando in auto quando roberto me l’ha spiegata. Era veramente zozza Giorgio!!! Mauro ci ha passato a doppia velocità, aveva fretta di farsi premiare dalle miss, decisamente più graziose di quei donnoni schierati a Pianello. Matteo era furioso, ha perso diverse posizioni a causa del copertone stallonato. Se mi si stallona il copertone a me non è che perdo qualche piazza, c’è il rischio che non torno a casa perché mio fratello non mi aspetta. L’altro giorno non mi rientrava il tallone di una gomma TNT e dal nervoso c’ho rimesso quella vecchia tutta sfilacciata. Il tutto dopo aver stroncato due caccia gomma ovviamente. Sono il bulldozer dell’officina!

Tornando a Matteo, poteva esser nero quanto voleva, ma lui almeno il challenge l’ha vinto, io ho solo fatto collezione di abbigliamento alquanto monotono e fatto credere indirettamente a molti di essere una leader indiscussa. Fate un po’ voi, ma io il lunedì mattina al bar, con tutti quegli ometti che leggono il corriere con foto annessa mi sono fatta una schiera di fan non indifferenti. Come squadra ci siamo aggiudicati il terzo posto, la targa avrebbe dovuto ritirarla Antonello. Il presidentissimo era però impegnato nella vicina Costano a consumare il pranzo domenicale assieme alla first lady e alla di lei famiglia. Durante le premiazioni ci si saluta un po’ tutti, un po’ come ha fatto Bettini ieri al mondiale visto il suo addio al ciclismo. Noi davamo un temporaneo addio al challenge e ai vari avversari. Appuntamento al prossimo anno. Ma a chi vogliamo darla a bere? A pretola inizia il ciclocross fra 15 giorni. Ci si rivede tutti là, pronti a scannarsi come al solito. Siamo tutti drogati, sì ma di bicicletta. Chissà che inverno da incubo che mi farà trascorrere la bionda. Ha già preparato le gomme adatte alla bisogna, sono pronte per esser montate. Per fortuna questo tipo di agonia dura 40 minuti soltanto.

lunedì 22 settembre 2008

FORZA, SI VA TUTTI A PASSERINA (e non siate maliziosi)


Premetto che quando arrivo al traguardo lasciandomi le mie colleghe alle spalle tutte le gare sono stupende, favolose, organizzate magistralmente e indimenticabili.
Però quella di Lama è tutto questo a prescindere dal mio campanilismo convulso. Già il fatto di aver messo mano al percorso aiutando a segnarlo è paradossale quanto per un drogato fare il farmacista. Poi aver preparato i premi con Mauro e Antonello. Mai visti due esseri umani tanto differenti così affiatati, mi domando cosa verrebbe fuori dall'unione fantascientifica dei loro gameti. Mauro tutto preciso, fiscale, ordinato ed empirico al massimo, cmq sempre pronto alla battuta. Antonello con la testa fra le nuvuole, sempre positivo, un pò stile figlio dei fiori ma senza droga e rock and roll...per la parte restante domandare a Francesca. A dire della Milva io ero l'addetta ai fiocchi. In quanto donna avrei dovuto possedere il caratteristico gene della fioraia. Se avete notato i cesti avrete anche visto che nessuno di quei venti cesti aveva un fiocco. Fate un pò voi i conti. Ma fate conto che la Milva non dovrebbe far la genetista.
Che ve lo dico a fare che Matteo Donati ha vinto la gara? Un indizio a riguardo ci era giunto all'occhio già sabato, quando andando a negozio avremmo trovato il trofeo dedicato al primo assoluto parcheggiato lì sopra il bancone. Arriva Mauro e ci appoggia le chiavi. Passa Matteo "Eh, a questo già gli ho fatto il posto sopra il camino". Passa Antonello ci impicca la giacca, passa Cardellini lo unge con un pò di grasso che così si mantiene meglio nel tempo...insomma, il trofeo era predestinato. E non penso poi che a casa i Donati difettino di reliquie garaiole. Io a casa mia ho si è no cinque coppe. E ognuna di esse ha un proprio ruolo. Una fa da posacenere. Un'altra la usa mia madre per nasconderci i pacchetti di sigarette durante quell'unica settimana all'anno che ci giura che sta tentando di smettere. Su un'altra ci teniamo le multiple e su un'altra ancora le lampadine di ricambio. Con le medaglie ci facciamo giocare i gatti. Le maglie poi si usano come pigiama. Comodissime in inverno le tasche posteriori: per i fazzoletti quando hai l'influenza.
E poi magia delle magie: eravamo in 23 della nostra squadra in gara. Pareva una gara sociale. E tra i tanti partecipanti ecco giungere in lontananza, col sole contro ad abbagliarti la vista, una mole immensa di natura mitologica: mezzo padre e mezzo ciclista. A volte pallavolista. Il ritorno di Fabione è un momento catartico. Tutta Lama si fa silenziosa. Tutti i presenti aspettano che l'immenso Pieroni pronunci le prime parole. E le sue prime parole sono "Ah, so gito dal cardiologo! M'ha depilato tutto tu qui davanti e m'ha ditto che c'ho un core che manda 'nà centrale nucleare! Però ho cominciato la preparazione a pallavolo quindi nun sò proprio 'n condizione!".
Che emozione, ci sei mancato Fabio. Cloppete cloppete si raggiunge il punto di start. Noi donzelle siamo in tre, sono impensierita da una di loro che quando dice di non essersi allenata va molto forte. In griglia ha subito detto che questi ultimi mesi si è allenata abbastanza a fondo. Quindi son dolori. Ma lei non sa che io ci ho fatto il solco qui a Lama: l'ho provato così tante volte che quelli che abitano in località Passerina (aimè che frazione sfortunata) mi offrono cantucci e vin santo quando mi incontrano.
Alla partenza ho in griglia, davanti a me, MAURO. Un attimo prima del via eccheggia un'altisonante frase da lui pronunciata a gran voce "FORZA RAGAZZI, SI VA TUTTI A PASSERINA". E andiamo tutti a soffrire. Molti già sapranno del fatidico punto pieno di enormi sassi dove era d'obbligo scendere fino a sabato pomeriggio. Un angelo poi è passato di lì, a dire il vero quest'angelo dolce e baffuto...dolce per il soprannome, par quasi ci viva in quella montagna. Ebbene egli ha costruito con pazienza degna di un amanuense un favoloso stradellino che ci ha evitato di poggiare i ipiedi a terra. IL CARAMELLA ha un posto nel mio cuore, è lui il custode del percorso di passerina, tiene puliti i sentieri e confonde i cinghialai quando i biker passano dentro il bosco.
La mia collega in partenza si è subito fatta prendere dalla fretta, poi io avevo più fretta di lei. Poi io avevo Antonio che mi faceva le foto, Marchino che faceva le riprese, i due Marsiglietti che mi incitavano, Arcaleni che mi sconsigliava tuffi a testa avanti con doppio avvitamento, Giorgino che mi incitava in tutte le lingue del mondo, suo figlio Francesco che nel frattempo si invogliava a dedicarsi all'mtb e in mezzo alla montagna udite udite...e c'è poco da udire che lo sente pure un sordo...c'era IL POSTINO. L'ugola d'oro del bikeland che lo senti tifarti fino a cinque chilometri di distanza: se contiamo che il percorso era di 8 chilometri si può dire che io non ho mai smesso di sentirlo. Soprattutto perchè mi minacciava "Se non vinci non ti ci mettiamo più sul volantino". E io non avrei mai accettato lo smacco! All'arrivo c'era il mio solito giudice, amico di mille avventure, quel simpatico ometto che ha sempre una parola buona per me. Questa volta non ha proferito parola, nè di elogio nè di scherno. Meglio così. Matteo arriva pochi minuti dopo di me, tralasciamo il fatto che ha percorso solo un giro in più. E arriva al traguardo in salita di padellone. Beve e scherza manco fosse in piazza a castello a farsi un paio di vasche. Io nel frattempo cerco una fan d'eccezione, mia madre, che per star tranquilla si era appostata a darmi il suo muto incitamento accanto al 118. In effetti quello è il luogo dove non vorresti mai trovare un figlio e così giocava d'anticipo. Mi piacerebbe raccontare di Fabione che si è impegnato tutta la gara a controllare se la mia ruota posteriore fosse ben centrata...ma sono una donna di classe e tralascerò. Tanto glielo faranno notare gli altri.
Sul podio ho quasi risanato il buon vecchio dente malefico provocatomi dal prosciutto mancato di Gragnano. Ieri si elargivano spalle. Alla fin fine non mi importa molto visto che finisco sempre per regalarli. Però ad onor del vero bisogna ammettere che noi siamo atleti fino in fondo: abbiamo dato come premio spalle di maiale anoressico. Secchi come usci sti maiali di Lama. Ma chi li alleva? MAtteo? Gli danno le barrette ipocaloriche della Watt. Tra un podio e l'altro c'è pure scappato il classico bacio di Mauro, quando vinco non manca mai. In lontananza c'era il mio ragazzo che faceva finta di divertirsi e ogni tanto buttava un occhio. Così ho detto a Vigna "MAuro, sai con tutti stì baci, lì c'è il mio ragazzo, forse è geloso!" e Mauro risponde "Ah sì? Non sapevo gli piacessero gli uomini!".
Se un giorno la clonazione diverrà legale e affermata io proporrei di clonare Vigna: più Mauro per tutti. Non mi sembra giusto che cotanto privilegio spetti a noi!
E oggi sono arrivati i complimenti dai vari team per l'organizzazione e il percorso. Noi siamo i meglio, non c'è niente da fare o da dire, i meglio!

martedì 16 settembre 2008

lunedì 15 settembre 2008

SCATTI RUBATI

Chieruzzi confronta le proprie prestazioni con l'avversario di sempre, l'uomo da 500 punti: Marco Cellini, che anche ieri doveva aver dimenticato la crostata in forno, altrimenti non si spiega la tanta fretta nel terminare 37 chilometri di gara con 1500 metri di dislivello immersi nel verde intenso della Valnerina.

domenica 14 settembre 2008

A.A.A. COMMESSI CERCASI


Sappiate miei fedeli lettori che il nostro negozio di fiducia, covo importante e fondamentale per tutti i ciclisti dell'alta valle del tevere è in mano a due sconsiderati signori che stanno mettendo a repentaglio il duro lavoro di anni operato da Matteo&Matteo. I titolari hanno dovuto lasciare il proprio gioiellino nelle mani dei rispettivi padri per recarsi in Spagna. Divertimento e bagordi direte voi!? No! Lavoro: si stanno documentando su come farci spendere meglio i soldi e noi ne siamo ben lieti. Ma mentre Valencia ospita le punte di diamante del team Bikeland, a migliaia di chilometri ci sono due simpatici signori che ormai da venerdì pomeriggio bisticciano tra di loro, discutono con la cassa perchè si ostina a stampare scontrini da zero euro e intrattengono clienti che son diventati più spettatori che compratori. Vi descrivo la scena che mi son trovata davanti lo scorso venerdì quando tornavo per ritirare la mia ruota. Il negozio era semideserto: erano tutti a prendere il caffè al bar, alchè mi sono unita e ho finito per scroccarlo ad un gentile signore che neppure conosco ma che si è dimostrato davvero galante. Poi tutta la ciurma, con i due simpatici commessi compresi, siamo tornati dentro il negozio. Mi danno la mia ruota. Fin qui tutto ok. Domando "Ma cosa aveva?" Risposta "Ora va bene". Ammetto di essere rimasta perplessa: invece andava bene (grazie Matteo, oggi in gara era tutto ok). Poi mi prendo una bella saccocciata di integratori, mio fratello mi aveva ordinato di acquistare un pò di droga. Alleluja alleluja finalmente sulle scatole dei vari prodotti ci sono i prezzi: Matteo ha dovuto metterli altrimenti i due simpatici padri di famiglia avrebbero dovuto dedicare troppa fatica nel consultare il listino prezzi sul pc. Alla cassa, momento memorabile. Intanto alle mie spalle si forma una folla entusiasta. Cardellini senior con grande capacità matematica fa il conto a mente e fa notare a tutti che il suo vero mestiere è l'autista, e che quindi va onorata la sua poliedricità. La folla è in fibrillazione. Accanto c'è Antonello che osserva divertito, alla mia sinistra il Poggio che sta rischiando l'asportazione della milza a causa delle risa convulse. E' tempo di scontrino. Vi faccio notare che al signore che era prima di me non sono riusciti a farne uno vero e proprio e così hanno risolto "Tieni, prendi questo qua che c'è sul bancone, non so di chi è ma va bene uguale". Ora tocca a me: io voglio il mio scontrino di 19,50 euro. In due minuti avranno provato mille combinazioni, non c'è verso. Il massimo che riusciamo ad ottenere è uno scontrino da zero euro. Chiamano Matteo "Babbo sono in aereoporto, le istruzioni te le ho scritte, seguile". Sergio remissivo legge e rilegge, per dritto e per traverso, niente scontrino, guarda il display perfino al contrario, nulla. Cardellini senior getta la spugna prima di sergio e si mette mangiare patatine fritte ragionando con sull'eventualità di tener chiuso il giorno successivo. Poi accorgendosi del fragore della folla ordina un cento biglietti alla SIAE: domani daremo spettacolo pensa, e faremo pagare! Il meglio viene quando qualcuno propone di chiedere una mano al barista di fronte "Ce l'ha pure lui la cassa magari sà come funziona". Cardellini non vuole saperne, peggio degli uomini quando gli dici di fermarsi a chiedere indicazioni. Morale? Io ho uno scontrino alquanto economico e vi consiglio di andare al bikeland: tutto a ZERO EURO. Ah dimenticavo: quando il Poggio ha consigliato di digitare il mio importo senza virgola ovvero 1950, tutti e due i nostri nuovi commessi lo hanno guardato con occhio bieco, poi il Cardella ha parlato "Ma che s'è fori? Poi quelli tornano e ci li vogliono ritrovè tutti sti soldi dentro la cassa. Chissà che gni ci mettemo, le patatine?!". Probabilmente lunedì pomeriggio, al ritorno da Valencia sarà solo per grazia divina se ritrovano almeno l'edicola e il bar in piedi, del resto...altro che Attila...

venerdì 12 settembre 2008

GF VALLE DEL NERA : informazioni utili...forse!


Si tratta della penultima tappa dell'Umbria Challenge 2008. Siamo immersi nel meraviglioso panorama offerto dalla Valnerina. Il percorso è totalmente mutato rispetto a quello degli anni scorsi e qui di seguito vi riporto la descrizione fatta da chi lo ha provato in prima persona alcuni giorni fa, un atleta dell'MTB CLUB SPOLETO:

La prima salita, di 6 km, è veramente tosta anche considerando il fatto che pur essendo una carrareccia ha in molti tratti una sola corsia percorribile, resa sdrucciorevole dal breccino. In gruppo, ci saranno da fare molti tratti a piedi.

L'ultimo tratto della prima salita prima di svalicare (e scendere alla forca di arrone) ha una pendenza del 34%. Inutile tentare di farla: occorre scendere e spingere. Suggerisco di salire sulla ripa di sx, altrimenti anche a piedi si avranno dei problemi.

Superata la forca di Arrone si riprende subito in salita per la Strada di Santa Cristina. Inizialmente cementata poi diventa sterrata e pur essendo larga non è proprio con un fondo agevole. Dopo circa 3-4km si prende un single track sulla sx molto tecnico, a mio modo di vedere. CHe poi diventa una strada ma le difficoltà non diminuiscono, anzi! Sassi dappertutto e necessità di essere molto precisi per non infilare la ruota davanti nel canale.

Si arriva a Castiglione Alto e si gira a dx per l'ennesima cementata. Salita non lunga che poi si lascia per un sentierino sulla sx.

Si arriva a Polino, asfalto fino a Rosciano e poi a sx verso nuova cementata dove inizia una salita importante di 4 km che ieri, sotto il sole, si è rivelata veramnete ostica. In questo tratto però chi ce la fa può fare un po' di ritmo visto che è abbastanza agevole, specialmente se confrontata con le altre. Si arriva ad uno spiazzo in cui si deve scendere per superare uno scalino di ca 1m e poi ennesimo single track che secondo me, in gara, si poteva eviatare. Non difficilissimo ma l'annebbiamento causato dalla fatica potrebbe risultare pericoloso.

Si arriva quindi a Tripozzo e lo si supera percorrendo l'unico tratto di pianura (in quota) del percorso. Poi si prende la solita discesa degli scorsi anni che porta a Precetto.

A questo punto mancava l'ultima salita, quella più terribile (anche perchè è l'ultima) del Termine. Noi non l'abbiamo fatta. Volevamo lasciarci un po' di sorpresa per domenica.
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Insomma, ci sarà da pedalare... e per quanto mi riguarda pure da camminare!

martedì 9 settembre 2008

CONGRATULAZIONI FABIONE

E' nata ANNA PIERONI, pesa tre chili ed è lunga come il babbo. E come il babbo da grande giocherà a pallavolo, si allenerà in bici e la domenica verrà alle gare. Speriamo faccia anche qualche buona torta come la mamma. Complimenti a tutti e due per il capolavoro!

lunedì 8 settembre 2008

TREMINO I SUINI DI GRAGNANO: ARRIVA IL TEAM BIKELAND



L'ho provata praticamente tutta la settimana. Provare non significa molto per quanto mi concerne, visto che a Gragnano ho sempre avuto diversi problemi di orientamento...tanto per cambiare. Perfino l'uscita della superstrada sono capace di sbagliare.
Bisogna dire che negli anni precedenti il percorso non è che fosse tracciato troppo bene. Ma stavolta non volevo fare la magra figura che feci dodici mesi fa ritrovandomi tutta sola al traguardo dopo neppure un'ora di gara...dovevo aver imboccato qualche scorciatoia. Questa settimana ci ho messo il mio tempo per metabolizzare svolte e traiettorie, anche perchè il percorso è abbastanza tecnico. Risultato? Non mi sono persa, neppure per un attimo ho avuto un dubbio, peccato per le traiettorie...di quelle non ne imbrocco mezza. In più avevo il piccolo handicap posteriore: ancora soffre gli sbalzi dati da sassaie e cambi di ritmo, ma la situazione sta migliorando.
Ieri eravamo in tantissimi: c'erano pure gambe nuove, che non avevo mai conosciuto. Uno su tutti il simpaticissimo Giorgio, che mi ha fatto compagnia per i due giri. Al quale avrò pure gonfiato un pò i cosiddetti visto che ero davvero di buon umore e gli canticchiavo vicino, gli scherzavo...a lui però sarebbero toccati tre giri, non due come a me. Ci divertivamo nel tira e molla dove io lo staccavo in salita e lui mi riprendeva in discesa. C'era il nostro motocrossista tatuato che quando mi trovava davanti durante qualche tratto in pendenza negativa imprecava in tutte le lingue del mondo.
Alla partenza noi femminucce eravamo in tre. Con Paola dovevo regolare i conti dello scorso anno, quando a Lama, grazie al mio forte incitamento, resistette a ritirarsi e mi battè in volata. Dente avvelenato. Poi c'era la ex calciatrice in forza a Pasquini. Lo ammetto, avevo già preparato il gancio per il prosciutto. Ho dato più di 15 minuti a Paola, io ero contenta, i suoi compagni di squadra la prendevano per il culo. Sia chiaro, quando succedono cose simili, io non voglio lo stesso trattamento, altrimenti poi mi rifaccio su tutti voi con mezzi digitali.
Dopo aver raccapezzato una mezza doccia con bottiglia d'acqua, e goduto del nudo integrale offerto da Franceschini, ho preparato il mio virtuale gancio per il prosciutto. Al chè si avvicina Alessandro "Ti hanno premiata?" e io con saccenza rispondo "Lo vedi il prosciutto? No! E allora vuol dire che ancora devono premiare!". Consiglio mio: mai vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso. Sul palco, ricevuta la busta col premio, son rimasta cinque secondi lì ferma come una deficente aspettando...convinta che mi spettase qualcosa di origine suina...poi ho realizzato e sono tornata con la coda tra le gambe. Alla fine della premiazione ne era avanzato uno sul tavolo, così, con la faccia come il C ho domandato agli organizzatori "Ma ve ne avanza uno?" e loro "Tranquilla che stasera sfetta sfetta non avanzerà niente!" Diciamo che Ale non ha infierito troppo. Chi il prosciutto se lo è meritato è Sauro. Non fa molte gare, ma è come i cellulari nokia, sono sempre i più affidabili. E lui non si smentisce mai. Credo faccia gare di tanto in tanto basandosi sulle direttive della moglie "Ehi Sauro, il prosciutto che hai vinto a Gualdo è finito, sarà ora che ti rimetti giù di buzzo buono e vinci!". E lui che fa? Veni, vidi e vici. Ieri ci ha stupito, è rimasto a festeggiare un pò con noi, di solito vince e scappa via. Un altro che è dovuto tornare a casa alla svelta è stato Carlo: dopo la bella strigliata datagli dalla moglie a causa della caduta al Rally, ora gli conviene non sgarrare, altrimenti ci pensa lei a fargli un altro bel ricamino in faccia. E' tornato alle competizioni pure il nostro geologo internazionale, inizialmente indeciso se fare tre giri o fermarsi a due. Il raggio rotto non gli ha dato molte possibilità decisionali. Sta di fatto che il lavoro intenso e un allenamento meno serrato non lo hanno penalizzato troppo: se la cava ancora alla grande. Bravo Marchino.
Poi c'è un'altra storia da raccontare, quella di due che se la intendevano bene, sia al lavoro che nei rapporti interpersonali. Due simpatici amichetti che da ieri non lo sono più. Roberto e Alessandro. Dove uno avrebbe voluto allentare un attimo la corda arrivava l'altro che spingeva a tutta, quello più votato all'agonismo era il solito Roberto. Ma alla fine se l'è voluta. Ale lo passa gli guarda torvo e gli fa "Da oggi tu non sei più amico mio". E lo anticipa di trenta secondi al traguardo. I due però non se la sono cavata male al di là del risultato se teniamo conto che la preparazione sportiva osservata il giorno prima è consistita in un pranzo di matrimonio di circa cinque ore con fritto annesso.
Da antologia il tifo del Postino a Paceschi: "VAI RADIOLOGO!".
E tanto per chiudere il discorso ieri la gara l'abbiamo praticamente fatta nostra: Sauro primo assoluto, terzo matteo e quarto Alessio. Mauro, Massimo ed io primi di categoria.

giovedì 4 settembre 2008

CICLISTI DI LUNGO CORSO

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Fedeli lettori, perdonate la lunga attesa, ma ve lo dicevo che le nostre peripezie domenicali non sarebbero terminate con una semplice garetta del challenge, un pasta party stiracchiato e subito a casa. Domenica l'abbiamo fatta grassa. Non ci bastava la bicicletta, volevamo di più. Mauro è da molto che mi fa la cigolina, Antonello me ne parlò come un'esperienza davvero imperdibile e così zitto zitto il nostro factotum ha organizzato tutto. Che PR. Dovrebbe lavorare al Red Zone, lui si che è un vero organizzatore di eventi. Beh, a fine gara mia madre mi chiama "Tutto bene?" "Sì mamma, la gara è andata bene e non mi son fatta troppo male!" e lei "Dunque ti aspetto a casa, fra quanto arrivi?" e io "Fino alle dieci di stasera non aspettarmi, si va a fare rafting".

Ebbene sì, rafting. Soprassiedo sulla virtuale mano di mamma claudia che da casa è arrivata fino a cantalupo attraverso il cellulare prendermi a ceffoni. Ma ormai ero calda, e quando dico calda non intendo nulla di sessuale, ma soltanto che la Roma termini della mia spina dorsale si stava rassegnando ad una giornata alquanto impegnativa. Rafting in valnerina.

Alla banda di scapestrati si unisce la nostra first Lady, la lady di ferro, nel senso che ci vuole una buona lega per tenere a bada quel pazzo di Antonello. E oltre ad essere una grande esperta

Di marketing non se la cava male neppure al volante...ha disegnato delle curve su due ruote che quelli del tg motori la assumeranno in redazione per i test sul campo. Quella panda domanda pietà. In carrozza. Destinazione centro sportivo GAIA.

Arriviamo un pò
in anticipo rispetto alla prenotazione così assaltiamo il bar del parco. Una decina di ciclisti freschi di gara ti fanno fuori il frigo dei gelati e il bagno (viste poi le condizioni di quelli di bevagna...). Ci parcheggiamo tutti belli comodi e rilassati in mezzo al parco. Alessio come al solito pensa alla tintarella, Alessandra, da brava donna di scienza studia la situazione: sta tentando di comprendere quale sia la maniera migliore di approcciarsi con Mauro SuperMaxiEroe. Antonello si lamenta di come gli hanno fatto la ceretta e Francesca già pregusta il martirio a cui lo sottoporrà quando verrà il momento dell'attacco al pelo incarnito: sport che molte donne praticano sul proprio partner. Io mi gusto la quiete prima della tempesta, in realtà il mio pensiero vola al momento in cui dovrò poggiare il posteriore ai lati di un gommone in balia dell'acqua. Di certo non è la terapia consigliatami in ospedale.

Matteo sembra un cecchino: il suo spettro vis
ivo appare infinito e riesce a captare segni di vita femminile a distanze impensabili: quando si avvicinano molla il fendente. Che generalmente consiste in una battuta abbastanza equivoca che inizia a palleggiarsi con Vigna per attrarre la genitil pulzella. Matteo non dovrebbe giocare col fuoco, poichè il nostro Schiantatope è un uomo dall'indubbio sangue caliente e ogni donna cede al suo fascino condito da sottili giochi di parole. A tal proposito citiamo uno dei tanti momenti che lo hanno visto protagonista.

La padrona del centro escursionistico, ragazza indubbiamente carina e ben dotata in fatto di pettorali, ci invita tutti ad osservare la natura alle nostre spalle. E Mauro con lo sguardo bello rivolto là: "Eh...io la sto guardando la natura...perchè tu che natura intendi?". Dopo diversi giochi a rimpiattino
il padrone zittisce tutti i galletti del pollaio con poche parole "Guardate che la signorina è la mia fidanzata". Silenzio tombale.

Ma tornando al giusto ordine delle cose potremmo dire del nostro presidente che scorrazza per tutto il parcheggio vestito di un semplice paio di slip grigi e null'altro, in mezzo alla gente. Boh. O di Mauro e del suo costumino rosso che definire a vita alta sarebbe riduttivo, ovviamente lui calcava la mano nel tentativo di farlo arrivare oltre le spalle. Manca ancora del tempo prima di partire per il fiume, ma siamo talmente rompicoglioni e gli stiamo così addosso che per tenerci occupati quelli del centro ci appioppano tutta la roba da mettere. Saranno stati 30 gradi lì fuori, immaginate poi con la muta tutta intera, il casco, le scarpe e il giubbotto addosso cosa potevamo diventare. Puzzavamo in una maniera incredibile. Cinque minuti di lezione a sbattere pagaie per terra tra la ghiaia su un canotto mezzo sgonfio
e poi che si fa? Si aspetta che venga il bus a prenderci. Nel frattempo alessandro controllava le perdite dei gommoni e domandava un fast per riparare, ma come al solito quando serve non ce l'ha mai nessuno. Io e il topino siamo tra i più silenziosi: io per motivi ormai noti e lui perchè pensa all'indomani quando dovrà tornare al lavoro dopo un mese di ferie. Arriva il bus con le guide e indovinate tra di loro chi c'è? GIORGIO COLLI, l'uomo con i quadricipiti grandi come tronchi di quercia. Sta di fatto che si è dato al rafting, dice che in bici non ha più voglia di andare. Matteo gli domanda se farà il ciclocross...e Giorgio ovviamente risponde sì...misà tanto che non ce la racconta giusta.

In riva al fiume ci si divide su due gommoni. In e francesca a poppa dettiamo il ritmo del nostro. A Mauro e Marco l'arduo compito di sincronizzarsi con la nostra inettitudine femminile nel campo della guida: che sia in auto o in acqua poco importa, donne siamo e donne restiamo. Il nostro istruttore parte subito in pompa magna, iniziando ad elargire perle di saggezza riguardo alla vegetazione. CASCA MALE. Noi abbiamo a bordo l’homo sapiens sapiens più vicino al neolitico che esista ancora sulla terra. Si chiama mauro vigna e lui sta alla natura c
ome matteo sta alla trek. Mauro con l’occhio felino addocchia ogni arbusto, ogni fogliolina o frutto del creato e dà ad esso un nome: è addirittura capace di dirvi il nome latino della specie. Il nostro Linneo contemporaneo lascia le proprie vesti da botanico alternando momenti di pura competizione. Così iniziamo un testa a testa con il canotto avversario, capeggiato da matteo e Alessandro. Colli e la loro guida e anche lui quando si tratta di star davanti non vuol sentir ragioni. Ogni tanto partono palate d’acqua, tirate su con la pagaia, a volte si prendono male le misure e si sbattono le pagaie addosso agli altri. Ma è il male minore. Il mio momento nero è stato fare il bagno nel fiume con la corrente che ti trascina via con forza e sbattere nuovamente il mio sacro osso contro varie pietre. Poco divertente. I testa a testa finiscono con un pari e patta. Gli altri si lamentano perché se non fosse per il gommone bucato non ci sarebbe stata storia…sono proprio ciclisti, sempre una scusa. In più hanno a bordo Alessandra, che non solo sta somatizzando la nostra ambigua compagnia, ma sta prendendo una brutta piega: per quanto rideva, piegata in due, hanno dovuto cambiarle di posto e sarà riuscita sì e no a dare due pagaiate. Ormai l’abbiamo assoldata nel clan dei pazzi. Altra chicca da non perdere è stata la maniera buffa con cui Alessandra, beffata dal nostro mauro si sia bruciata da sola. Ecco di seguito.

Antonello si lamenta dei peli incarniti. Mauro consiglia di metterci una crema.

Mauro: “Mettici il gentalin beta o qualche altra crema”

Alessandra ridendo: “Va bene anche un po’ di vaselina semmai”

E Mauro: “Ah tu subito eh…la vaselina”

Alessandra in imbarazzo: “No, no, il fatto è che io ci lavoro con queste creme qua.”

Mauro ammiccante: “Come ci lavori? E che tipo di lavoro fai con tutti questi tipi di creme?”

Ovviamente intuirete che la nostra new entry non fa la pornodiva, non perché non possa farlo, anzi, noi siamo apertissimi a tutto e in primis alla libera scelta, ma ad onor del vero sappiate che è di un’ostetrica che stiamo parlando. Al chè, scoperta la cosa, io da donna, vedendo Ale così minuta e delicata, ho pensato e poi detto “Beh, fa piacere che qualcuno che mette le mani là non sia due metri per cento chili”. E Mauro subito ha ribattuto “Certo, è vero” per poi aggiungere “Ma a me poi che me ne frega, io mica vado dall’ostetrica?!”.

Diciamolo: Mauro era proprio in forma domenica. E durante il viaggio di ritorno nel bus si è impipinito al massimo: la padroncina lo chiamava per nome e gli dava un sacco di spago, troppo forse.

Al ritorno si decide di andare a cena in un bel locale a foligno che conosce Mauro. Non facciamo in tempo a fare tre chilometri che bisogna fermarci al primo coltello e forchetta che incontriamo: Matteo ha fame, ma fame che nemmeno quelli del biafra a dieta ne hanno tanta. Così tanto che mentre noi diciamo buonasera, lui è già seduto che ha finito il primo piatto di antipasto a bouffet. Brutta idea quella dell’antipasto che ti prendi da solo. Ci siamo fatti due piatti a testa se non di più. Alla fine arriva l’ometto del locale e ci domanda se siamo pronti ad ordinare. Siamo tutti pieni come ovi, con la pancia gonfia e stanchi morti, ma qualcosa tocca prendergli, pizza per tutti, che nessuno finirà. Se uno poi avesse voluto fare il pieno di proteine bastava azzannasse una zanzara qualsiasi di quelle dentro il locale: erano tre etti l’una. Anche di tafani ne hanno da vendere, lo sa Alessandra che si è beccata cinque punture su una spalla.

La cena è stato il giusto epilogo alla giornata, lunga ma bellissima. Questa è la delizia, la croce è venuta il lunedì seguente. L’ho trascorso trascinandomi peggio di un tetraplegico dal letto al divano e viceversa. E come ultimamente mi capita di dire: Domenica da leoni, e lunedì da coioni.

lunedì 1 settembre 2008

GRANDE ASSENTE A CANTALUPO: ALESSANDRO

Difficile per lui stare al passo con la dura legge del meridiano fondamentale di Greenwich, anche ieri la sua sveglia ha fatto a botte con il suo orologio biologico. Nasce un dubbio, forse è affetto da Narcolessia.

A CANTALUPO MI SONO FATTA UN .............. MA EL MEGLIO HA DA VENI'

Al pronto soccorso hanno sghignazzato quando gli ho domandato se avrei potuto correre ugualmente questa domenica con la mia "coda remota" fratturata. Se la ridevano e mi guardavano come fossi una malata mentale. A letto una settimana e poi niente attività per altre tre. Ora, se una prognosi di questo tipo me la facesse il Dott. Mauro Vigna potrei pure crederci, ma fatta da gente la cui attività più intensa consiste nel percorrere il lungo corridoio che porta da sala emergenza 1 alla macchinetta del caffè, mi permetto di prendere certe conclusioni con le dovute tare ciclistiche. Che constano dei seguenti fattori: non correre vorrebbe dire perdere la maglia...ma che scherziamo, non sia mai di darla vinta all'uomo del "chi l'appiccia la spiccia", rullatore di professione. In più mi chiama un premuroso mauro. Vedo lo squillo e penso - Vedrai che ora tutto premuroso mi dice di restare a riposo e non fare la gara-. Mmh, è più ringalluzzito di me, esordisce con un "ma che te ne frega, tu corri". Di tante campane sentite io vi racconto solo di quelle che mi aggradavano, non vi dirò di mia madre incazzata come una scimmia e di tutto il contado in generale.
E allora si va, bici in macchina, pasticcone di moment che dicesse Andreani è come l'acqua fresca, e soprattutto indicazioni stradali alla mano: si va a Cantalupo. Facile a dirsi, un pò meno a farsi. Per fortuna son partita con trenta minuti di anticipo, che ho ampiamente sfruttato sbagliando strada nei modi più disparati: vi basti sapere che ho fatto tutte le uscite dove compariva il nome bastia umbra per poi rientrare: non trovavo la via che indicava il mio itinerario. Poi, dispersa in un paesino ho chiesto a un tizio, in altro paesino a un altro tizio...cinque tizi. Alla fine l'ho trovato...ero arrivata ad Assisi. Cominciamo bene ho pensato, ma quando vado da sola bisogna dire che mi faccio una vera e propria cultura topografica. Alla gara: caldo terribile come l'anno scorso. Gara nervosa, con un dislivello non indifferente per noi donnicciole: 850 mt. Per chi poi ha guidato un'ora e un quarto con un salvagente sotto le chiappe ancora peggio. Però è carino, ha i pesciolini disegnati. Prima tappa bagno. E conveniva non aver fatto colazione: uno spettacolo da ributtar budella e quant'altro: vi dico solo che strabordavano...di tutto e di più. Inizio a prender confidenza con la bici, dopo l'incidente avevo preferito lasciarla a riposo, adoro le sorprese. Non è che la situazione sia delle migliori, ma poi in gara ci si scalda e chi vivrà vedrà. Mentre si attende la partenza faccio la conoscenza di un nuovo membro del team, Daniele Volpi, un ragazzo di pietralunga davvero simpatico e alla mano, che a dirla tutta penso diverrà il nuovo obiettivo di Roberto visto che le gambe ad occhio, girano alla stessa maniera. Ma ancora non vorrei azzardare. Antonello lo vedo in forma, Matteo è un pò come Mauro in pre-gara: non si pronuncia, è una sfinge. Poi però vi assicuro che la sua l'ha detta e tutta. La sorpresa di giornata è stata la rinascita di Sir Mauro: la tempesta ormonale che lo ha investito in seguito al suo nuovo impiego saltuario da traslocatore gli ha conferito una potenza del quadricipite impressionante: che terzo posto!!! Si vede che da quando non deve più dividere la droga bona con pieroni ora se la piglia tutta lui. Il Topino giocava in casa, lì nelle vicinanze scorre un fiume che porta il suo nome e la cosa lo ha galvanizzato a tal punto da non fargli soffrire neppure la temperatura proibitiva, condizione che lui odia fortemente. Tra noi, ormai tacciato di spionaggio sportivo, c'era il Poggio, in forza alla Kemon??? Ancora per poco. Beh, ha corso con le mollette atte a sollevargli le palpebre: il nostro barista ciclista, aveva dormito giusto un paio d'ore, e non nel letto di casa, ma in auto...lavorava a Spello, era lì vicino e ha unito l'utile al dilettevole. Alessio era in dolce compagnia: Alessandra, la fidanzata era venuta per ammirare l'atleta che è in lui. Oggi Alessio è stato costretto al ritiro e assieme alla ragazza ha ammirato gli alteti che si nascondono in noi. La mia gara è andata che son partita molto pensierosa, e mettendo ovviamente le mani avanti riguardo la mia condizione precaria. Per metà gara ho tenuto un ritmo molto sostenuto, grazie al fatto che di salita ce n'era tantissima e io salendo sempre sui pedali non soffrivo troppo il problema posteriore. La seconda parte di gara, con troppi scossoni, mi ha convinto a non rischiare troppo, così ho fatto l'indispensabile per tenere la maglia. La maglia la tengo in caldo per Sabrina dell'Eurobici che alla fine del Challenge ce lo mette in quel posto a tutte e vince. Le ho domandato se fosse felice che nel frattempo gliela tenessi io: lei dice di sì. Cerco di portarla fino a Petrignano. Anche se ribadisco: l'arancione cozza con la mia trek. Anche matteo ha tenuto la maglia, ma a lui non cozza con nulla perchè alla fine se la porta a casa definitivamente.
Di Cellini che ve lo dico a fare? Ormai per stupirci dovrebbe vincere pedalando con una gamba sola. Quando taglia il traguardo ancora non hanno fatto in tempo a preparare il ristoro all'arrivo. Vi domanderete a chi va la menzione d'onore odierna. Ebbene la dedichiamo al nostro giudice più maturo, un uomo che ha sempre la battuta pronta...ovviamente fuori luogo. Un uomo che fa l'amicone e poi ti lancia certe frecciatine... un uomo...insomma, un uomo. Ebbene, tempo fa al Lago gli scattai una foto assieme alla collega mentre erano al lavoro e scherzando mi ha detto "Poi me la fai avere ok?!". Nessun problema, la scorsa gara glil'ho portata, stampata ad alta risoluzione con la mia hp da un milione di dollari. Che fa delle stampe fantastiche. Ovviamente la carta ho usato quella lucida da foto, che non è quella del fotografo ma non è poi sto schifo. Ecco il suo modo di ringraziare, sfoggiato oggi fresco fresco "Ma quella foto me l'hai stampata sulla carta da gionale?"... A far del bene ai xxxxxx. CHE TATTO. Mauro dovrebbe darti qualche lezione di galanteria signor giudice.

NON FINISCE QUI... LA NOSTRA GIORNATA GARAIOLA E' SOLAMENTE A META'. THE BEST IS YET TO COME... IL BELLO HA DA VENI'