giovedì 4 settembre 2008

CICLISTI DI LUNGO CORSO

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Fedeli lettori, perdonate la lunga attesa, ma ve lo dicevo che le nostre peripezie domenicali non sarebbero terminate con una semplice garetta del challenge, un pasta party stiracchiato e subito a casa. Domenica l'abbiamo fatta grassa. Non ci bastava la bicicletta, volevamo di più. Mauro è da molto che mi fa la cigolina, Antonello me ne parlò come un'esperienza davvero imperdibile e così zitto zitto il nostro factotum ha organizzato tutto. Che PR. Dovrebbe lavorare al Red Zone, lui si che è un vero organizzatore di eventi. Beh, a fine gara mia madre mi chiama "Tutto bene?" "Sì mamma, la gara è andata bene e non mi son fatta troppo male!" e lei "Dunque ti aspetto a casa, fra quanto arrivi?" e io "Fino alle dieci di stasera non aspettarmi, si va a fare rafting".

Ebbene sì, rafting. Soprassiedo sulla virtuale mano di mamma claudia che da casa è arrivata fino a cantalupo attraverso il cellulare prendermi a ceffoni. Ma ormai ero calda, e quando dico calda non intendo nulla di sessuale, ma soltanto che la Roma termini della mia spina dorsale si stava rassegnando ad una giornata alquanto impegnativa. Rafting in valnerina.

Alla banda di scapestrati si unisce la nostra first Lady, la lady di ferro, nel senso che ci vuole una buona lega per tenere a bada quel pazzo di Antonello. E oltre ad essere una grande esperta

Di marketing non se la cava male neppure al volante...ha disegnato delle curve su due ruote che quelli del tg motori la assumeranno in redazione per i test sul campo. Quella panda domanda pietà. In carrozza. Destinazione centro sportivo GAIA.

Arriviamo un pò
in anticipo rispetto alla prenotazione così assaltiamo il bar del parco. Una decina di ciclisti freschi di gara ti fanno fuori il frigo dei gelati e il bagno (viste poi le condizioni di quelli di bevagna...). Ci parcheggiamo tutti belli comodi e rilassati in mezzo al parco. Alessio come al solito pensa alla tintarella, Alessandra, da brava donna di scienza studia la situazione: sta tentando di comprendere quale sia la maniera migliore di approcciarsi con Mauro SuperMaxiEroe. Antonello si lamenta di come gli hanno fatto la ceretta e Francesca già pregusta il martirio a cui lo sottoporrà quando verrà il momento dell'attacco al pelo incarnito: sport che molte donne praticano sul proprio partner. Io mi gusto la quiete prima della tempesta, in realtà il mio pensiero vola al momento in cui dovrò poggiare il posteriore ai lati di un gommone in balia dell'acqua. Di certo non è la terapia consigliatami in ospedale.

Matteo sembra un cecchino: il suo spettro vis
ivo appare infinito e riesce a captare segni di vita femminile a distanze impensabili: quando si avvicinano molla il fendente. Che generalmente consiste in una battuta abbastanza equivoca che inizia a palleggiarsi con Vigna per attrarre la genitil pulzella. Matteo non dovrebbe giocare col fuoco, poichè il nostro Schiantatope è un uomo dall'indubbio sangue caliente e ogni donna cede al suo fascino condito da sottili giochi di parole. A tal proposito citiamo uno dei tanti momenti che lo hanno visto protagonista.

La padrona del centro escursionistico, ragazza indubbiamente carina e ben dotata in fatto di pettorali, ci invita tutti ad osservare la natura alle nostre spalle. E Mauro con lo sguardo bello rivolto là: "Eh...io la sto guardando la natura...perchè tu che natura intendi?". Dopo diversi giochi a rimpiattino
il padrone zittisce tutti i galletti del pollaio con poche parole "Guardate che la signorina è la mia fidanzata". Silenzio tombale.

Ma tornando al giusto ordine delle cose potremmo dire del nostro presidente che scorrazza per tutto il parcheggio vestito di un semplice paio di slip grigi e null'altro, in mezzo alla gente. Boh. O di Mauro e del suo costumino rosso che definire a vita alta sarebbe riduttivo, ovviamente lui calcava la mano nel tentativo di farlo arrivare oltre le spalle. Manca ancora del tempo prima di partire per il fiume, ma siamo talmente rompicoglioni e gli stiamo così addosso che per tenerci occupati quelli del centro ci appioppano tutta la roba da mettere. Saranno stati 30 gradi lì fuori, immaginate poi con la muta tutta intera, il casco, le scarpe e il giubbotto addosso cosa potevamo diventare. Puzzavamo in una maniera incredibile. Cinque minuti di lezione a sbattere pagaie per terra tra la ghiaia su un canotto mezzo sgonfio
e poi che si fa? Si aspetta che venga il bus a prenderci. Nel frattempo alessandro controllava le perdite dei gommoni e domandava un fast per riparare, ma come al solito quando serve non ce l'ha mai nessuno. Io e il topino siamo tra i più silenziosi: io per motivi ormai noti e lui perchè pensa all'indomani quando dovrà tornare al lavoro dopo un mese di ferie. Arriva il bus con le guide e indovinate tra di loro chi c'è? GIORGIO COLLI, l'uomo con i quadricipiti grandi come tronchi di quercia. Sta di fatto che si è dato al rafting, dice che in bici non ha più voglia di andare. Matteo gli domanda se farà il ciclocross...e Giorgio ovviamente risponde sì...misà tanto che non ce la racconta giusta.

In riva al fiume ci si divide su due gommoni. In e francesca a poppa dettiamo il ritmo del nostro. A Mauro e Marco l'arduo compito di sincronizzarsi con la nostra inettitudine femminile nel campo della guida: che sia in auto o in acqua poco importa, donne siamo e donne restiamo. Il nostro istruttore parte subito in pompa magna, iniziando ad elargire perle di saggezza riguardo alla vegetazione. CASCA MALE. Noi abbiamo a bordo l’homo sapiens sapiens più vicino al neolitico che esista ancora sulla terra. Si chiama mauro vigna e lui sta alla natura c
ome matteo sta alla trek. Mauro con l’occhio felino addocchia ogni arbusto, ogni fogliolina o frutto del creato e dà ad esso un nome: è addirittura capace di dirvi il nome latino della specie. Il nostro Linneo contemporaneo lascia le proprie vesti da botanico alternando momenti di pura competizione. Così iniziamo un testa a testa con il canotto avversario, capeggiato da matteo e Alessandro. Colli e la loro guida e anche lui quando si tratta di star davanti non vuol sentir ragioni. Ogni tanto partono palate d’acqua, tirate su con la pagaia, a volte si prendono male le misure e si sbattono le pagaie addosso agli altri. Ma è il male minore. Il mio momento nero è stato fare il bagno nel fiume con la corrente che ti trascina via con forza e sbattere nuovamente il mio sacro osso contro varie pietre. Poco divertente. I testa a testa finiscono con un pari e patta. Gli altri si lamentano perché se non fosse per il gommone bucato non ci sarebbe stata storia…sono proprio ciclisti, sempre una scusa. In più hanno a bordo Alessandra, che non solo sta somatizzando la nostra ambigua compagnia, ma sta prendendo una brutta piega: per quanto rideva, piegata in due, hanno dovuto cambiarle di posto e sarà riuscita sì e no a dare due pagaiate. Ormai l’abbiamo assoldata nel clan dei pazzi. Altra chicca da non perdere è stata la maniera buffa con cui Alessandra, beffata dal nostro mauro si sia bruciata da sola. Ecco di seguito.

Antonello si lamenta dei peli incarniti. Mauro consiglia di metterci una crema.

Mauro: “Mettici il gentalin beta o qualche altra crema”

Alessandra ridendo: “Va bene anche un po’ di vaselina semmai”

E Mauro: “Ah tu subito eh…la vaselina”

Alessandra in imbarazzo: “No, no, il fatto è che io ci lavoro con queste creme qua.”

Mauro ammiccante: “Come ci lavori? E che tipo di lavoro fai con tutti questi tipi di creme?”

Ovviamente intuirete che la nostra new entry non fa la pornodiva, non perché non possa farlo, anzi, noi siamo apertissimi a tutto e in primis alla libera scelta, ma ad onor del vero sappiate che è di un’ostetrica che stiamo parlando. Al chè, scoperta la cosa, io da donna, vedendo Ale così minuta e delicata, ho pensato e poi detto “Beh, fa piacere che qualcuno che mette le mani là non sia due metri per cento chili”. E Mauro subito ha ribattuto “Certo, è vero” per poi aggiungere “Ma a me poi che me ne frega, io mica vado dall’ostetrica?!”.

Diciamolo: Mauro era proprio in forma domenica. E durante il viaggio di ritorno nel bus si è impipinito al massimo: la padroncina lo chiamava per nome e gli dava un sacco di spago, troppo forse.

Al ritorno si decide di andare a cena in un bel locale a foligno che conosce Mauro. Non facciamo in tempo a fare tre chilometri che bisogna fermarci al primo coltello e forchetta che incontriamo: Matteo ha fame, ma fame che nemmeno quelli del biafra a dieta ne hanno tanta. Così tanto che mentre noi diciamo buonasera, lui è già seduto che ha finito il primo piatto di antipasto a bouffet. Brutta idea quella dell’antipasto che ti prendi da solo. Ci siamo fatti due piatti a testa se non di più. Alla fine arriva l’ometto del locale e ci domanda se siamo pronti ad ordinare. Siamo tutti pieni come ovi, con la pancia gonfia e stanchi morti, ma qualcosa tocca prendergli, pizza per tutti, che nessuno finirà. Se uno poi avesse voluto fare il pieno di proteine bastava azzannasse una zanzara qualsiasi di quelle dentro il locale: erano tre etti l’una. Anche di tafani ne hanno da vendere, lo sa Alessandra che si è beccata cinque punture su una spalla.

La cena è stato il giusto epilogo alla giornata, lunga ma bellissima. Questa è la delizia, la croce è venuta il lunedì seguente. L’ho trascorso trascinandomi peggio di un tetraplegico dal letto al divano e viceversa. E come ultimamente mi capita di dire: Domenica da leoni, e lunedì da coioni.

2 commenti:

Permaz ha detto...

Bellissimo il racconto, la prossima volta voglio esserci anch'io! Solo una curiosità: ma quando Romina e Francesca si sono messe a "poppa", Mauro non ha detto nulla???

Azazhel1984 ha detto...

MAURO NON credo abbia collegato, però pure tu...non farglici pensare