giovedì 29 dicembre 2011

SONO TUTTA GELATA

Mai come in queste mattine mi torna in mente uno stralcio cinematografico che una persona a me cara, intuendo le sofferenze ciclistiche invernali, mi mostrò!

lunedì 26 dicembre 2011

PEDALARE DIVERSAMENTE


IL SEGUENTE POST ANDRA' IN ONDA IN DUPLICE FORMATO PER VENIRE INCONTRO ALLE VOSTRE CAPACITA' MENTALI. SE AVETE UNA GRANDE CONSIDERAZIONE DI VOI STESSI E ALMENO TRE MINUTI DI VITA DA GETTARE NEL WATER POTETE LEGGERE QUANTO DI SEGUITO SENZA SALTARE PASSAGGI CHE SOLO VOI PENSERESTE SUPERFLUI. SE AL CONTRARIO GIA' AVETE TIRATO LO SCIACQUONE DI GRAN PARTE DEL VOSTRO VISSUTO POTETE OPTARE PER GUARDARE LE IMMAGINI MA NON CAPIRETE UN CxxO DI COME CONTESTUALIZZARLE. UNA TERZA VIA CHE FORSE POTREBBE ESSERE LA PIU' AZZECCATA SAREBBE CLICCARE SULLA X E CHIUDERE LA PAGINA. MA SE GIA' AVETE LETTO FINO A QUI VUOL DIRE CHE NON SIETE SVEGLI FINO A TAL PUNTO!

E dopo tre lunghi mesi d'assenza torno ad occupare il mio spazio virtuale preferito. Riassumere novanta giorni in poche righe non è facile, ma la mia enorme capacità dialettica condita da una modestia non indifferente, e il vostro emisfero sinistro solitamente atto all'apprendimento, potrebbero sopperire a difficoltà di ogni sorta. Il mio di emisfero l'ho impiegato in diversi modi in questo periodo, un pò meno, molto meno le gambe, se le concepiamo per pedalare, poichè come movimento non mi è mancato niente! Un mese trascorso a far la hostess un pò qua un pò là, a convincere sinistri avventori di supermercati ad associarsi alla catena rappresentata. Capitava di farsi anche dieci orette in piedi. Nulla di che, tranne quando ti piazzano davanti al banco frigo. Ancora il mignolo del piede si rifiuta di rivolgermi parola. Passiamo ai particolari più succulenti di tale mansione. Cose che capitano facendo la hostess:
-Vecchietto porco che fa carta club solo per dirti zozzerie (tipo -Al night si guadagna meglio!)
-Gente che poggia la spesa sopra la tua instabile postazione, ti balta tutto e risme di fogli che arrivano fino al reparto macelleria
-Polacche che si incazzano se non riesci a capire alla prima come si chiamano
-Rumene badanti che tra loro si consigliano per riempire i moduli e in maniera eloquente se ne escono con "Scrivi indirizzo di tua vecchia!"...che sarebbe un'incerta datrice di lavoro data l'età!
-Gente che mentre ti parla ti sputazza addosso castagne, torcoli, prosciutto, e tutto quanto c'è al buffet d'inaugurazione.
-Bambini deliziosi a cui gonfiare i palloncini. Se i primi due minuti son teneri, dopo quattro ore sono più terrificanti di Satana in persona.
-Suore che devi aiutare a portare la spesa in auto. L'auto delle suore è sempre parcheggiata nel punto più lontano rispetto all'ingresso del supermercato, durante una giornata piovosa, ventosa, con grandine e forse neve!
Il mesetto da hostess è stato intervallato da simpatiche giornate di full immersion nel rilevare i prezzi della concorrenza. Simpatica mansione che serve per le indagini di mercato, durante la quale i commessi di suddetto punto vendita cercano di intralciarti in ogni maniera, il direttore dello stesso ti guarda manco avessi la tubercolosi e i vari clienti ti crivellano di domande sui vari prodotti convinti che tu faccia parte dello staff. Le prime due ore ci tieni ad affermare che non lavori lì, dopo il decimo cliente sulla novantina rispondi senza far tante fregne, anche perchè ormai gli scaffali li conosci meglio di quello che li ha fissati col trapano! E queste erano deliranti giornate di trasferta, dove il mio enorme senso dell'orientamento unito a dei colleghi messi peggio di me, spesso ci hanno trovato protagonisti di innumerevoli giri a vuoto di rotonde cercando delle vie e dei numeri civici di pura fantasia. Eppure siamo arrivati anche a Jesi! Misteri dell'universo. Tutto ciò comportava tornare a casa verso le otto di sera quando andava di lusso, dopo i primi due giorni ho smesso di passare per il garage e ho preferito salire per l'ingresso sul giardino. In garage c'erano non una ma ben quattro biciclette che mi prendevano per il culo! Facevamo pace solo il sabato e la domenica. Il ciclocross è stato soppiantato da una nuova attività, il RADUNO! Un modo bellissimo per tornare a quell'atavico senso di libertà che può dare pedalare scoprendo luoghi nuovi, senza l'incalzare del tempo, parlando, ridendo e scherzando con nuovi e vecchi amici. La salsicciata finale accompagnata dal bicchiere di vino rosso è poi l'incentivo migliore se son domeniche piovose, uggiose e fredde. Datemi un pezzo di maiale e vi solleverò il mondo...come dice il famoso saggio. I due mesi seguenti si sono accaniti su di me nella più simpatica delle attività: dar libero sfogo a quell'enorme voglia di natale che ho sempre coltivato...con lo stesso amore con cui la santa inquisizione si prese cura di Giovanna D'Arco. Insomma non è che io e il natale siamo come gianni e pinotto, eppure, per legge del contrappasso mi sono dilettata nel confezionare 15.000 cesti e strenne. Può sembrare un lavoro di fino. Beh, incartarlo il cesto tanta fatica non la crea, ma trasportare quintali di spumante e panettoni per otto ore, bancale sopra bancale, qualche indolenzimento muscolare lo provoca. Ma il sabato e la domenica di nuovo in sella ad arginare la crisi d'astinenza, con la prestazione che va sempre più scemando. Ma con gli amici di sempre che ti fanno dimenticare tutte le velleità di performance per lasciar spazio alla più atroce goliardia. In questi mesi abbiamo acquisito nuovi elementi, o meglio, il drink team si è fuso col Fratta Team, eterogeneo gruppo di Umbertide che in bici è ai nostri livelli...e pure a cazzate va forte come noi!
E ora, a dio piacendo natale è passato, i cesti venduti o meno sono stati archiviati, e il mio contratto è finito. Così si ritorna alle due passioni di sempre: pedalare il più possibile, ma molto più importante, infilare curriculum pure nella cassetta delle offerte in chiesa!



Segue galleria fotografica didascalica che riassume diversi momenti vissuti in genuina compagnia!

Un momento di relax durante il lavoro. Sempre contrassegnato dalla serietà!


La fusione del nord col sud. Il drink team si unisce ai folli umbertidesi!



Attimi di raccoglimento di una Romina molto perplessa mentre tutti attorno a lei parlano di 29! Inizia ad invogliarsi pure lei!



Episodio alquanto edificante durante il raduno di Anghiari. I fratelli intenti nella cura dell'orto!


Tony pensa che Monte Acuto è la che sta aspettando solo lui!

Forse avremmo dovuto lasciare che la montagna se lo portasse via. Ma un mondo senza Crischia sarebbe troppo cupo.



Un discreto martellamento da parte del Peru ai danni di Luca riguardo al mondo delle 29 portano quest'ultimo a svalvolare non poco.


Chi si cela dietro la maschera? Il jason de noattri! Lorenzo dopo l'ultima potatura profonda si auto inferto uno stop di un mese circa. Ti auguriamo di rimetterti alla svelta, a te e soprattutto al tuo dito!



Maurone multitasking come un coltellino svizzero: prepara la crostata e risolve le beghe al lavoro. Notare l'eleganza: dolcevita abbinato con pantalone della tuta e ringraziate che non potete vedere le scarpe.


Croce e delizia di molte uscite. Luke, il nostro amico pazzo dal Vermont mi fa friggere il cervello quando mi si mette accanto mentre crepo in salita e mi fa bizzarre domande in americano. Ecco un fac-simile dell'ultimo dialogo nella sua madrelingua ma che avrò cura di tradurre:
-Ehi Luke, erano buoni i biscotti cucinati da Aurora?-
-Sì, Aurora questa settimana ha sofferto di mal di pancia!-

Alla prossima pazienti lettori!

lunedì 21 novembre 2011

CENA SOCIALE 16 DICEMBRE A SAN SECONDO

BIKELAND TEAM BIKE 2003
Cena sociale di Venerdì 16/12/2011 ore 20,30. presso CVA San Secondo di Città di Castello,
Abbiamo pensato di fare una cena sociale nella quale conoscerci meglio, aperta a tutti i nostri parenti ed amici. Nel rispetto delle esigenze di tutti, atleti e non, sono stati sviluppati dei menù specificatamente dedicati agli atleti ed ai loro accompagnatori. Vi preghiamo di effettuare al vostra scelta e prenotazione, con pagamento anticipato, presso il negozio bikeland.

MENU’ ATLETI
Antipasti
Bruschetta composta da n. 2 mezze fettine di pane integrale con olio di oliva.
Primi
Penne in bianco condite con n. 1 cucchiaio di olio di oliva e 15 grammi di parmigiano.
Secondi
Petto di pollo alla griglia condito con ½ cucchiaio di olio di oliva, limone, senza sale.
Contorni Insalata verde con limone ed aceto balsamico
Dolci
N . 2 biscottini ai cereali integrali accompagnati da un The verde
Bevande
Acqua liscia di rubinetto (tanta)
PREZZO:
Tesserati € 150,00 (centocinquanta/00) Non tesserati € 151,00 (centocinquantuno/00)


MENU ACCOMPAGNATORI
Antipasti Crostini misti (alla carne, al pomodoro,formaggiocipolla, formaggio-salsiccia,bruschetta classica, bruschetta al tartufo pregiato trifola, bruschetta al lardo di colonnata), salumi misti (capocollo, gota, salame, finocchiona, bresaola, speck), frittatina al tartufo, olive, mix di pecorini e grana accompagnati di mostarde e confetture.
Primi
Tagliatelle al tartufo (trifola, come se piovesse) Pappardelle alla lepre Secondi Maialino imporchettato Lombatina di vitello arrosto Anatra al forno Intercalare:sorbetto al limone
Contorni
Patate arrosto e fritte Spinaci ripassate in padella Insalata mista Intercalare:sorbetto al limone
Dolci Crostate (marmellata,crema,cioccolato) Tiramisù Panna cotta (a gusti vari) AMARI , CAFFE’ , GRAPPE
Bevande Vini: Prosecco DOCG di Valdobbiadene e Cartizze DOCG; Cantina Caprai: Rosso di Montefalco, Sagrantino di Montefalco riserva 2007; Moscato Passito di Pantelleria. Acqua minerale e non (poca).
PREZZO: € 3,00 (tre/00)

CASI PARTICOLARI: Chi avesse problemi di intolleranza verso gli alimenti sopra menzionati o semplicemente non fossero di proprio gusto, è pregato di portarsi la cena da casa, gli saranno addebitati solo il servizio di riscaldamento vivande, il coperto e le bevute , per un importo a forfait di € 200,00 (duecento/00) da versare al momento dell’ingresso in sala.

sabato 19 novembre 2011

VIOLAZIONE DELLA PRIVACY di VIGNA


Un particolare della cucina di Mauro Vigna.
Banana, frutto che lo contraddistingue. Isostad, droghina da ciclista che lo mantine giovane. Miele, contrassegnato con un'etichetta con su scritto "M", non sia mai che si sbagli vista l'età avanzata e la cataratta incombente!

martedì 1 novembre 2011

COME SI CAMBIA


Da quando si lavora tempo per la bici e per il blog ce n'è poco. Ma l'entusiasmo di inforcare la biga due volte alla settimana scaturisce in un accumulo di tutti i restanti giorni trascorsi a pensarla e desiderarla. E divento proprio scatenata. Grazie soprattutto al mio fratellone, a Tony, a Lorenzo, a Maurone che perdona le mie assenze agonistiche e ai nuovi amici delle uscite festive, io che ero abituata alle solitare full immersion feriali!
L'autunno è una tavolozza naturale indescrivibile!



Il vizio di voler stare davanti non mi passa mai, fra qualche mesetto mi passerà. Io batto il ferro finchè è caldo!

mercoledì 19 ottobre 2011

2^ PROVA UMBRO MARCHIGIANO

A CANNARA DONATI METTE TUTTI IN FILA



Il campionato Umbro-Marchigiano prosegue la sua corsa: dopo aver messo in archivio già due tappe, quella di Chiaserna e di Cannara, è pronto a far scalo nel comune pesarese di Frontone. Si tratta di un tracciato particolarmente tecnico le cui caratteristiche dipenderanno dalle condizioni metereologiche: il tutto avverrà domenica 23 ottobre sotto la supervisione dell'associazione A.S.D. Mastini AVIS Cagli, da anni impegnata nell'attività del cicloprato.

La prova scorsa di Cannara, sapientemente gestita dagli appassionati del luogo con la piena disponibilità della Cantina Di Filippo, che ha offerto non solo i premi ma pure il terreno di contesa, ha dato serie indicazioni su chi quest'anno sembra avere gambe buone e ruote veloci. Si riconfermano infatti Matteo Donati (Bikeland2003) e Ugo Vergari (SmirraBike), rispettivamente mattatori della prima e seconda manche. Tra le donne la giovanissima Elena Torcianti (SuperbikeTeam), atleta di Castelfidardo, prende il largo fin dal primo giro e lascia Laura Sopranzi (CentroBiciTerni) e Romina Perugini (Bikeland2003) a litigarsi le restanti piazze d'onore. La ternana, dopo un testa a testa serratissimo, finisce per avere la meglio.

Vale la pena ricordare e lodare il promotore della manifestazione Roberto Di Filippo, che si è avvalso della preziosa collaborazione del Comune di Cannara, della Proloco di Cantalupo-Castelbuono e del Gruppo Ciclistico Bevagna.

venerdì 7 ottobre 2011

CICLOOCROSS

DONATI E PERUGINI SUGLI SCUDI

Bella prestazione di Cozzari e del team che trionfa come società


Inzia col migliore degli auspici la stagione per i crossisti umbri. All'ippodromo di Chiaserna, all'ombra del maestoso Monte Catria, la scorsa domenica il team tifernate Bikeland2003 ha dato spettacolo, come pure il giovane Leonardo Caracciolo che corre per il Centro Bici Terni, anche se fuori classifica come prevede il regolamento Udace per quanto concerne gli atleti elite. Terreno duro, compatto, da affrontare di potenza e con lungo rapporto non presentando particolari difficoltà tecniche nel guidato. La corsa cambiava ritmo in tre tratti specifici, dove gli ostacoli artificiali costringevano gli atleti a scendere per poi risalire alla bersagliera.


Vincitori assoluti delle due manche sono stati rispettivamente Ugo Vergari (SmirraBike) e Matteo Donati (Bikeland2003). Brillante Mauro Cozzari (Bikeland2003), secondo tra i veterani. Tra le donne vince Romina Perugini (Bikeland2003). Il team tifernate si aggiundica anche il premio società, grazie alla numerosa partecipazione dei suoi membri, da diversi anni ormai presenze fisse agli appuntamenti agonistici invernali. Archiviata la prima prova del campionato Umbro-Marchigiano, sarà la volta di posar le ruote in terra umbra: domenica 9 ottobre appuntamento a Cannara per il 1° Cross del Sagrantino, su di un tracciato che si snoderà in mezzo al vitigno delle cantine De Filippo.

lunedì 5 settembre 2011

RAGGUAGLIO FOTOGRAFICO


Queste ultime settimane sono state dense di avvenimenti ciclistici e paraciclistici. Per amore della sintesi e per pigrizia dell'autrice, ci limiteremo a raccontarne i momenti salienti con l'ausilio di scatti fugaci raccolti durante le nostre peripezie.


A PIANELLO...

Ecco i giudici a Pianello che scaricano i filmati da YouTube. A ben vedere devono aver scovato quel video amatoriale di Vigna che spalma la marmellata su tutta la superficie di quella bella e burrosa... ...crostata!



Dicono che la cravatta non sia obbligatoria e che per far la fila al pastaparty basti avere il buono in mano. Ma le file son lunghe e non sempre ti capita di aver davanti il migliore dei panorami!



Mauro mostra fiero a Michele l'ultima pubblicazione di una sua carissima amica, ritratta nel poster pubblicitario. Accorrete numerosi, qui non c'è da esser gelosi!



Antonello ha finalmente svoltato. Per migliorare in discesa ha preferito farsi tutta Pianello con un assetto Freeride. Eppure quando l'abbiamo incontrato lungo il percorso imprecava in aramaico antico.


A CANTALUPO DI BEVAGNA...

Eccoci far cucù dal nastro di partenza. Dalle facce si può notare quanto la concentrazione sia il nostro primo pensiero!

Però poi quando c'è da fare sul serio ci mettiamo di buzzo buono a pedalare. Bella gara che mi regala la soddisfazione del quarto primo posto in sei prove di UmbriaChallenge.

La verità è che a Bevagna siamo andati forte perchè poi ci aspettava un pomeriggio di rafting. E una serata a suon di arrosticcini e grechetto! Bisogna dire che poi a letto non si rischia l'insonnia con giornate di questo tipo.

E SE POI C'E' UN SABATO LIBERO MEGLIO FARSI L'ULTIMA GIORNATA DI MERE:
bici da strada al seguito e su e giù per il parco di SanBartolo col SuperVigna. Pomeriggio in coma sulla spiaggia.

Mauro che quando legge fa praticamente i compiti: con la penna in mano sottolinea e annota. Che intellettuale. Notare l'occhiale da lettura: con lente a nido d'ape per allenare la cornea!

Ma al richiamo della foresta non si resiste ed ecco un bell'MMS destinato al Peru. Una canzone diceva "Ho scritto t'amo sulla sabbia". Schiocchezze, noi siamo molto più funzionali e non ci lasciamo sfuggire un attimo!



domenica 4 settembre 2011

...PALINGENESI...


I bambini,
sulle loro piccole biciclette
con le loro piccole rotelle
montate ai lati,
si divertono ad andare dritti,
il più veloce possibile,
e nient'altro.

I bambini sono innocenti
e per questo semplici:
non hanno ancora incontrato
la loro prima
curva
e vissuto la sua forza,
non sanno ancora
che i rettilinei sì,
possono essere divertenti,

ma che la sostanza delle cose

è racchiusa nei cambiamenti.
Che i luoghi dove
si sentiranno più vivi

sono gli snodi,
i luoghi che stanno
tra una stabilità e l'altra.

lunedì 15 agosto 2011

IL DRINK TEAM A MONTE NERONE




Cosa può fare una mente sempre in fermento, un ingegnere prestato al podismo che di punto in bianco tradisce le proprie scarpette da ginnastica per quelle con gli sganci rapidi di una bicicletta? Enrico, parente mio e di Roberto di lungo corso, nel senso che ci diciamo parenti ma se ci chiedono perchè e per come dovremmo andare a spulciare all'anagrafe tutto l'albero genealogico delle frazioni limitrofe, negli ultimi tempi si è innamorato dei pedali.
In mtb è un funambolo che ve lo raccomando: l'ultima volta che siamo usciti ha rischiato di schiantarsi nel dirupo tre volte in 120minuti! Eppure ha una tempra agonistica inaffondabile. Su strada ha un solo problema, che deve affittare la bici ogni volta che vuol darsi al bitume. Performance veramente edificante è stata la gita al mare col drink Team: il nostro ingegnere ha retto con ardore 110km. Galvanizzato dalla cosa, il giorno dopo ha subito organizzato un ulteriore evento, decisamente più impegnativo se è vero che son le pendenze a mettere in difficoltà i neofiti. Trestina-Monte Nerone in mountain bike. Con Drink Team al seguito e le mogli ad attendere al rifugio in cima al monte con tavolo prenotato per rifocillare le gambe degli atleti stanchi. Al via un parterre di tutto rispetto: Faina, il Peru, Luca ed Io. Ovviamente puntuale alle 7.30 al punto di partenza giunge il PR ingegnere con tanto di cartina indicante la via, stampata con una risoluzione che faceva intendere stesse per terminare l'inchiostro da un secondo all'altro. Eppure si dilettava a dare delucidazioni, io come ogni volta che si parla di matematica o di geografia attaccavo dentro il mio cervello un jingolino intrattenitivo riempitivo, tipo la sigla di carosello. Terminato lo standby del briefing si va.

Mentre si guadagna la strada per Castelguelfo iniziano a girare all'interno del gruppo leggende incredibili e straordinarie sui tempi che impiegheremo per giungere alla vetta. Luca prende come esempio le scalate dei grandi campioni come Sastre, e ottimisticamente aggiunge qualche dieci minuti in più per calcolare le ore che lo separano dall'abbuffata di tagliatelle. Il Peru è uomo coi piedi per terra e spesso il culo dentro l'acqua visti gli approcci da marinaio degli utlimi tempi, e riporta tutta la combriccola a ridimensionare le proprie aspettative. Ovviamente tra un'idiozia gratuita e l'altra, nessuno becca la svolta al bivio e dopo tre chilometri di discesa verso la direzione errata si accende la lampadina.


La colpa è indubbiamente di Luca che a forza di parlare ci costringe ad assentarci totalmente dalle nostre funzioni cognitive per non ledere le ultime risorse neurologiche rimasteci. La scelta diviene ardua. Allungarla di qualche chilometro evitando di rifare la collina e goderci la famosa ascesa che fecero al giro d'italia? o riprendere le tracce appena solcate ma non del tutto certi del bivio da imboccare?

La prima scelta è quella che va per la maggiore anche se le discussioni ci accompagnano fin sotto la base del Nerone, poi da qui nessuno apre più bocca. Ognun per sè e Dio per tutti! Neanche un tornante e già tra una sosta di dieci minuti alla fontana e una signora anziana che ci sfotte a man bassa, la solida unione del drink team inizia a vacillare.

Faina mi affida un compito importante: arrivare in vetta prima di Luca. Non potrei mai deludere un caro amico: sarà fatto Messer Faina, vostra schiava obbediente. Roberto so che sa benissimo come regolarsi e non avrà problemi. Per Enrico ammetto di aver nutrito qualche perplessità quando il Peru lo ha avvisato della lunghezza della salita e del dislivello da scalare. Però ormai ho fatto una promessa.


Luca gioca di pretattica...ma io più di lui. Mi fa "Li aspettiamo o andiamo? Tu che fai?". "Io vado come mi sento e casomai ogni tanto rallento!". La cui traduzione era -adesso ti affianco e controllo quanto sbuffi e ansimi e poi ti pugnalo alle spalle!-. Quando mi fermo per mangiare una mora e lui continua capisco che non gliene avanza, altrimenti mi avrebbe aspettato. Allora capisco che la marmellata la farò domani, ora è tempo di dar battaglia. Lo riprendo aumentando un pò, quando lo passo vedo che suda e sbuffa. Giù gas!!! E dopo cento metri la ruota posteriore mi gioca un tiro mancino, fa una bolla enorme. La mescola si è staccata dalla tela, esplode per fortuna con un piccolo foro che però il latex non chiude. Bisogna mettere la camera. Luca si ferma e da vero cavaliere collabora nella riparazione. Tutto da rifare.

Siamo a poco più di metà salita. Ogni tanto ai lati ci sono stradisti fermi coi crampi o ciclisti molto più rilassati di noi. A corredo dell'asfalto delle cacche di mucca immense che richiamano dei tafani giganti che si cibano del bitumaro puzzolente. Oggi infatti ho contato quattro punture di tafano.


Un tornante dopo la riparazione e decido di affondare il colpo. Luca non reagisce e io sto proprio bene. Mi godo il silenzio di una salita veramente dura e lunga, ma con un panorama da far piangere il cuore, una luce tutt attorno che vira dal blu all'arancione a seconda di come il tornante è orientato: campi d'erba e cespugli secchi e immense distese di bosco sotto un cielo limpido. E quando stai per arrivare in cima tutto diviene più buio: uno spazio infinitamente piccolo tra l'ultima erta e il cielo che fa da cappello a questo bellisismo mostro che pare una spada che trafigge le nuvole. Il monumento del giro, ciclisti stesi per terra, sembra di conoscersi da una vita, si confrontano le fatiche ma non i tempi poichè il sudore, almeno quello, è l'ultima cosa di questo mondo che resta democratica. Dopo cinque minuti arriva Luca. E insieme aspettiamo il resto della banda. Faina arriverà discretamente attardato coi crampi fino alla punta delle orecchie. Roberto, come immaginavo, ha sostenuto nell'impresa il povero Enrico, in preda alla crisi più nera, che alla fine ha optato per farsi soccorrere dalla moglie motorizzata. Eppure taglierà per primo il traguardo Roberto con le sue due ruote piuttosto che l'ingegnere in auto. Il resto è una doccia molto naif in mezzo ai prati e un pranzo con tagliatelle che si scodellavano come la domenica a pranzo dai nonni. Aspettiamo che Enrico dimentichi l'ultima fatica e organizzi nuove avvuenture: presto la scalata del Tourmalet o la Race Across America.

A VOLTE RITORNANO


Poco prima di raggiungere Pietramelina, poco sopra Montelovesco, tra il fitto bosco lungo un sentiero dimenticato da Dio e dagli uomini ecco un'apparizione. La VIGNAMOBILE in tutto il suo splendore. La santa protettrice del ciclista montanaro non ti lascia mai solo, nei momenti di sconforto la vedi rispuntare dal nulla. Un segno del destino, un porto sicuro, un rassicurante presagio che tutto andrà bene. Lode a te BMW Santissima Protettrice dei naviganti infiniti che bici in macchina cercano nuovi modi e nuovi luoghi per sudare la propria gioia sportiva.

mercoledì 10 agosto 2011

IN BICI CON MYRIAM PER "BIKE IN UMBRIA"

Myriam, energica collaboratrice di BIKE IN UMBRIA è venuta alla scoperta dell'Altotevere armata della sua ibrida e dell'incognita di cosa le avrei serbato. Risultato? Avrei potuto farla faticare molto di più visto che si sottovaluta e come si dice sempre tra noi ciclisti "se ancora riesci a parlare vuol dire che ne hai da dare...!" Ma almeno un paio di volte all'anno dovremo usare le due ruote per scherzare e goderci la vita senza ansie da prestazioni e così è andata. Vi copio il suo racconto, che mi lusinga veramente, mi fa arrossire e inorgoglire!


tratto da Facebook, Bike in Umbria

La mia pedalata in Alto Tevere con Romina Perugini: un'esperienza arrivata diritta diritta nel cuore

Cosa rende una esperienza unica, indimenticabile, saziante, appagante? A volte non è indispensabile la presenza di un paesaggio mozzafiato per provare quella sensazione di profonda soddisfazione e di appagamento dei sensi. Non sempre, infatti, possiamo avere l'opportunità di ritrovarci in luoghi simili, che ti costringono a guardare in silenzio, perché una sola parola romperebbe quel tondeggiante equilibrio che è della natura. Esistono altri luoghi in cui immergerci, che chiamo situazioni e che riescono lo stesso a riempirti la pancia, il cuore e la testa di benessere.

Perché la mia pedalata con Romina Perugini si è trasformata in una esperienza speciale? E perché penso che Romina Perugini sia una persona speciale? Io vi racconto del mio benessere provato, la mia chiave di lettura di quasi 38 chilometri tutti consumati parlando e ascoltando. Una manciatina di chilometri, per gli abituè. Ma non è questo il punto. Perché Romina mi ha invitata nella sua Alta Valle del Tevere non per farmi sudare e faticare. Ha rispettosamente tenuto conto della mia preparazione e come una ottima padrona di casa mi ha trasformata nella protagonista della giornata. Romina è, per chi non la conosce, una giovane donna che ha vinto diversi titoli in varie discipline mtb. E' una donna tutta muscoli da cui fuoriesce energia pura. Romina ed io non ci eravamo mai viste prima di sabato 6 agosto. La seguivo come una vera fan su fb, subito affascinata dalla sua determinazione, e mi sognavo di chiederle, prima o poi, di pedalare insieme. Mi sono lanciata, perché ho pensato che se non avesse voluto o potuto farlo mi avrebbe detto semplicemente "no". E invece mi ha dedicato una intera mattinata, rinunciando alla sua consueta pedalata con i suoi amici del "Team Drink" ; ha pianificato un percorso che rispettasse la mia condizione fisica, introducendo comunque una piccola sfida, che sarebbe servita a misurare la mia resistenza: una salita di circa 3 chilometri, con pendenza media del 4/5 %, per raggiungere il borgo di Citerna. Non nascondo di aver provato un pò di ansia prima del nostro incontro: lei sapeva chi ero e come stavo ma non desideravo affatto mollare di fronte alla prima difficoltà in un territorio mai esplorato in bicicletta. Per affrontare il percorso ci siamo date appuntamento alle 9.00 al Ciclodromo di Città di Castello. Sabato 6 agosto era una giornata calda e umida, un particolare del tutto irrilevante per Romina e che segnava la prima differenza tra noi due, perchè io ero già un pò sofferente. L'incontro è stato sorprendente e ho avuto la sensazione che lei fosse felice quanto me di pedalare insieme (alla fine me lo dirà espressamente). Per dimostrale la mia gratitudine non mi sono presentata a mani vuote ma non pensavo affatto di essere accolta anche con un regalo di benvenuto che conserverò gelosamente: la sua maglietta vinta alle regionali di cross country.

L'obiettivo era quello di raggiungere il borgo medievale di Citerna, un punto strategico del territorio altotiberino, da cui godere di una parte del nostro Appennino, dall'Alpe della Luna al Catria, a cavallo tra 4 regioni, Umbria, Marche, Toscana ed Emilia Romagna. Abbiamo quindi percorso tutto il lungo Tevere che da Città di Castello conduce a Piosina, su un terreno perlopiù sabbioso, fiancheggiando i punti di ritrovo per la pratica del canottaggio. E fin qui non abbiamo mai smesso di parlare e lei ha risposto alle mie mille domande con tono sempre rassicurante. Mi ha preceduto con una eleganza da principe, per segnalarmi con prontezza i piccoli ostacoli e suggerirmi le marce più adatte per affrontarli. Poi ci siamo ritrovate sull'asfalto, un brutto asfalto, che ha alimentato altre interessanti discussioni, acute osservazioni e anche risate un pò amare. E poi le distese di tabacco, che colorano di verde questa parte del territorio, che Romina conosce a fondo, nei particolari, nelle tristi sorti della sua economia. Una descrizione accurata che mi ha fatto sentire l'odore del tabacco, incredibile!

E nel frattempo è arrivata la salita da affrontare per raggiungere Citerna, al chilometro 16,2. E' in quel momento che Romina svela tutta la sua maestria e abilità: non smette di parlare e non fà smettere neanche me e, come se riuscisse a leggere nei miei pensieri i momenti di cedimento, mi ripete "stai andando benissimo". Alla fine non so quanto ne fosse convinta ma ha convinto me. E così mi sono ritrovata sul punto più alto di Citerna scambiando con lei sguardi pieni di soddisfazione. Quella mattina il caldo umido distorceva visibilmente i contorni del paesaggio, poco nitidi e leggibili. Non era certo quella la fonte della felicità, quella mattina. Siamo riscese passando per la piazzetta Scipioni, dominata dalla torre Civica munita di orologio che non abbiamo letto! E prima di imboccare i tornanti che ci avrebbero fatto scendere fino alla piccola frazione tifernate di Pistrino, Romina mi ha fatto attraversare un caratteristico camminamento medievale oggi adibito a ristorantino. I tornanti ci fanno scendere la collina tra querce e lecci per poi raggiungere di nuovo le distese di tabacco. Attraversata la piccola Pistrino, riprendiamo il lungo Tevere con una gran voglia di fare un bagno in quelle acque poco invitanti. Parliamo ancora, non abbiamo mai smesso di farlo; il sentiero è stretto e si incrociano anche persone a piedi, mi chiedo in quale condizioni si trasformano quei percorsi durante le competizioni. Finiamo per parlare delle donne nel mondo del ciclismo, della loro difficoltà, ancora, a ritagliarsi una propria autonomia, ad uscire da una condizione di marginalità che Romina esemplifica paragonando i premi in prosciutti per gli uomini e in spallette per le donne!

Pensiamo che sia l'ora del meritato aperitivo con veloce giro nel centro storico di Città di Castello, dove faremo lievi acrobazie per schivare la moltitudine di persone che richiama ogni sabato il mercato della città. Ci sediamo. Romina è in formissima, io un pò meno, e pensa già ad organizzare il suo pomeriggio in canoa!

Romina è una giovane donna, acuta e sensibile, che serba un profondo rispetto per la sua terra, che conosce profondamente e che quindi può criticare, smontare, elogiare. Ha una determinazione sviluppata dalla sofferenza, che l'ha resa capace di mettersi in ascolto e di non essere la protagonista quando non si tratti di una gara! 37, 74 chilometri pedalati intensamente, nel senso che ora potete cogliere, alla fine di un racconto che invita tutti quelli nelle mie stesse condizioni a provare un percorso simile di pedalata condivisa.


sabato 6 agosto 2011

IL CICLISMO CONDIVISO



Non basta una vita intera per fare un giro completo di una capocchia di spillo, figurarsi poi se bastano solo sei anni trascorsi ad occupare ogni attimo utile della giornata col fondoschiena in sella. Di cose se ne imparano molte, ma non sono mai abbastanza ed è fondamentale non sentirsi mai la pancia e soprattutto la mente piena. In questo ultimo periodo sto realizzando quanto possa essere ampio il significato del tutto riduttivo che il turismo e i neologismi in genere stanno affibbiando al discorso del "bike sharing". Generalmente si identifica con tale dicitura il servizio offerto da molte città "sedicenti" civili, di parco bici a gettoni, per andare al lavoro, per un economia sostenibile e soprattutto per sfruttare piste ciclabili costruite evidentemente da gente che ha molta fretta di andare in auto da un luogo all'altro e non vuol premurarsi di risparmiare la vita a chi pedala accanto ad una striscia bianca. Ghettizzare i ciclisti pare sia un'abitudine di chi pensa che al mondo non ci sia posto per tutti eppure vedo bellissime distese erbose ormai ricoperte di un esercito di pannelli fotovoltaici che pure il compianto Burri farebbe fatica a definire artistici.



In una realtà decisamente collinare come la nostra le piste cicliabili sono utili quanto un crostino al caviale dopo una marathon, sono chic, utili per invogliare un certo tipo di turismo, ma non possono arrivare al cuore del nostro territorio, possono accarezzarlo, ma non penetrarlo. E allora, se decido di divorziare dal concetto di sharing ciclistico comunemente inteso, voglio cucirgli addosso un vestito plasmato da esperienze personali. La cultura va veicolata, non si può posare su un tavolo e pretendere che la gente si serva da sè. Altrimenti non costringeremmo i nostri figli ad andare a scuola. Perchè se di condivisione parliamo, è importante distanziarsi dalla tangibilità delle cose e aprire gli occhi e le orecchie. Si può pedalare per il semplice gusto di far fatica e sudare. Ma il sudore ha sempre lo stesso sapore, quello della fatica. Mentre la gente che incontri, se è generosa, può farti parte del proprio mondo, il mutare delle stagioni e del territorio, ogni anno diverso, sono una storia con un epilogo mai scontato. Questo è il vero bike sharing, pedalare ad occhi aperti. Ieri grazie ad un amico ho imparato qualcosa di più, molto di più visto che ero totalmente ignorante in materia, riguardo all'astronomia. Anni fa grazie al buon vecchio Mauro...e mi perdonerà per il vecchio, ho iniziato ad apprezzare la varietà con cui la natura colora il palcoscenico del ciclista. Grazie a Tony, amante del basket ho avuto cuore di sorbirmi mezza partita per capire che proprio non lo digerisco sto cesto da riempire. Poi col Peru tra areoplanini, moto, canoa, pollice-verde (poco verde e molto pollice), di nuovi orizzonti se ne son visti. E con Carlo che mentre sali per Castelrigone ti racconta di immense mandrie di mazzancolle sbranate a bordo di una barca a Lampedusa, quando in tasca hai giusto una fetta biscottata e casa tua vorresti che si materializzasse lì al momento con tua madre che ti accoglie prima con un piatto di patate al forno e poi con un ciao. Le idee più brillanti nascono in sella ad una bicicletta, scommetto che il cruccio della relatività ad Einstein sia venuto mentre pedalava sopra una Graziella.
Un paio di settimane fa, una eclettica collaboratrice di Bike In Umbria addetta all'ufficio del turismo di Assisi, protagonista di un originale progetto, quello di tornare a pedalare con serietà e continuità documentando il tutto nel portale internet, mi ha chiesto di accompagnarla per qualche chilometro in Altotevere. Myriam si è presentata forte di due doti fondamentali: la curiosità e la totale assenza di quella brutta caratteristica che in psicologia viene detta profezia autodeterminantesi. Così per un paio d'ore ho potuto prestarle i miei occhi, parlarle a sfinimento mentre lei si godeva la salita che porta a Citerna e da lassù godersi un panorama che per noi è usuale quanto il tg della sera, ma per chi lo scruta la prima volta è un dipinto dalle tonalità del tutto sconosciute. Dal dare si passa in un attimo al ricevere...critiche giuste su come trattiamo gli argini del Tevere, come l'asfalto sia peggio dell'ultimo girone infernale. E di nuovo proposte, osservazioni e idee condivise, su cosa si drovrebbe, potrebbe fare e nessun vuol sforzarsi di mettere in pratica. E il discorso torna sempre là. Il mondo non è abbastanza grande per tutti, così ognuno si ostina a tener stretto a sè il suo brandello di realtà senza collegarlo a tutti gli altri brandelli, per timore che passandoci sopra se ne rubino un pezzo con le suole delle scarpe e ti rendano un granello di universo meno ricco. Un filo invisibile dovrebbe collegarci tutti, sarebbe utile impegnarsi nel trovarlo, piuttosto che sforzarsi nel trovare il miglior modo per tranciarlo!

venerdì 5 agosto 2011

BENVENUTO CESARE

QUANDO LO TESSERIAMO?????????
E' nato CESARE! Opera prima di Edo e Francesca. E' bellissimo, non poteva essere altrimenti. Piuttosto che piangere, quando è venuto al mondo dicono abbia subito reclamato il suo 44! Chissà Edo quanto poco tempo ci vorrà che il piccolo Cesare ti dia la biada e ti faccia sputare sangue!

mercoledì 27 luglio 2011

ESTATE POLARE: DUE GIORNI SUL CONERO


Dopo due anni o forse più che io e Mauro ci ripromettiamo che prima o poi un weekend sul Conero lo avremmo fatto, finalmente abbiamo abbandonato l'indecisione beckettiana e caricati armi e bagaglia due ruote, rotta verso le spiagge fatte di soli cuturli ma con un mare e un verde stupendo! Ovviamente la divina provvidenza ci ama e ci toccano i due giorni più glaciali di tutta l'estate.


Per trovare l'hotel ci abbiamo messo un'eternità, il plurale è solo di facciata, la patata bollente se l’è sbrigata tutta lui. Ovviamente i nostri last minute...ovvero "invogliamenti dell'ultim ora", non coincidono col tran tran familiare di chi si prenota la vacanza con dodici mesi di anticipo per poi disdire quando mettendo il naso in spiaggia verrebbe voglia di trovare un bell'ambulante nero che piuttosto del cocco fresco possa offrire castagne e vino novello.

Pareva novembre inoltrato! Pazienza e poi siamo qua per provare la Rampiconero. Dai Mauro - gli dico - ho caricato la traccia sul garmin, basta trovare il punto di partenza e poi si pensa a pedalare. Lui non sa che da che ho comperato sto maledetto garmin, mai una volta che sia riuscita a ripetere le tracce di altrui, con tale dispositivo ho il medesimo rapporto idiosincratico che nutro nei confronti di quella bagasciona del TomTom che riesce a confondermi immancabilmente pure per andare da casa mia al bar. Se poi aggiungiamo il tizio dell’albergo che mi offre indicazioni decisamente errate per recarmi al palazzetto di Camerano… questo simpaticone mi ha spedita al palazzetto di Ancona. Prima di raggiungerlo ho avuto cuore di confidare a Mauro le mie enormi perplessità e lui, uomo di pazienza incalcolabile è stato così galante da non sfottermi se poi consideriamo che sono diplomata col benestare dell’unione europea, in “esperta del cicloturismo”, il tutto finanziato dai soldi della comunità. Non mi chiedete nulla, io non vi rimborso. Oltre alle problematiche topologiche, una pioggia ad intermittenza rinfresca un clima già alquanto ventilato. Ma riusciamo a cavar fuori quattro ore di mtb esplorando tutto il Conero, anche perché grande non è e noi siamo atleti di lungo corso. Alla fin fine i sentieri della gara, vuoi per un verso o per l’altro, abbiamo dovuto percorrerli per forza. Pomeriggio in spiaggia. Saremo in cinque compreso il cane di quelli vicini.

Il cielo promette solo una cosa: tempesta. Quando iniziano lampi e tuoni su quella spiaggia restano due strani tizi in costume: hanno l’abbronzatura pezzata da ciclisti e son veramente ottimisti. Diventiamo una specie di involtino primavera ognuno nel proprio asciugamano, ma dopo una mezz’oretta il tutto si placa ed esce pure il sole, non scalda, ma è sole! La spiaggia riprende vita. Il mare è limpido e quei due di prima, che siamo sempre noi, ora si sentono dei geni ad aver tenuto duro. Più di un’ora fermi in panciolle non ci sappiamo stare e noleggiamo una canoa biposto. Per salirci Mauro per poco ci lascia il menisco ma poi si va. Confermo che è più semplice che sul Tevere, almeno vai a random dove ti pare, arrivi pure in Albania se vuoi. Certo che se ti agiti troppo e cadi il bagnino la canoa se la va a riprendere da solo, è pressochè impossible recuperarla. La sera, saziati da un solo gelato in tutta la giornata, spazzoliamo il ristorante di Sirolo e addormentarsi poi non è stato difficile. La mattina seguente si inforca nuovamente il biciclo, col solito cielo che promette tempesta anche se ci grazia per poi rifarsi nel pomeriggio. Di domenica il parco è pieno di ogni tipo di biker, spuntano come funghi, alcuni mi riconoscono pure, ci divertiamo, solo che questo monte è davvero troppo piccolo per noi che siamo abituati ad allenarci su salite lunghe e regolari. Qua sono pietraie in salita che ti fanno snervare ma non raggiungono i trecento metri. Un continuo cross country. Tornando, lasciamo l’albergo e abbiamo la brillante idea di visitare le grotte di Camerano, praticamente una città sotto la città. Pensiamo che non sia male una cosina tranquilla dopo due giornate intense. Detto fatto!!! Ecco cosa annuncia la guida appena pagato il biglietto “Staremo insieme per un’ora e mezza e cammineremo per circa un chilometro e mezzo”. Io e Mauro ci guardiamo con estrema sconsolatezza. E come dice lui “abbiam pistato proprio una bella merda”. Giriamo dentro questo labirinto insieme a tedeschi e olandesi con la guida che confessa di aver studiato sui libri di Roberto Giacobbo…e chi lo conosce può capirmi. Alla fine quasi che si inventa che gli alieni le hanno scavate ste grotte, quando in realtà son palesemente delle cantine sotterranee. Ma bellissime intendiamo. Meno belle quando inizia ad essere l’una e mezza, hai una fame della madonna e l’acido lattico sopra le orecchie. Quando ci saluta la guida, noi siamo già praticamente col culo sulla sedia dell’osteria.

Fuori diluvia, dentro è caldo, c’è la focaccia con la cipolla e il ciauscolo. Un po’ di rossoconero e l’idea di andare a visitare una cantina nel pomeriggio è la ciliegina sulla torta. Per trovarne una aperta avremo fatto quaranta chilometri. Ma quando ad Offida la troviamo, praticamente ci facciamo adottare e Mauro va in trance. Si mette a spiegare tutte le varie lavorazioni dell’uva al giovane che lavora lì decisamente per caso visto che non sembra troppo ferrato. La sera siamo di nuovo in alta valle de tevere e già si pensa al prossimo weekend, qualcosa ci inventiamo di certo!

Qui sopra potete osservare gli occhiali di ultima generazione di Mauro, utili per la ginnastica oculare. Introvabili in farmacia, utili per non impigrire gli occhi. Quando ti trovi uno così che legge il gionale nella hall dell'hotel ti viene voglia di fare un biglietto di ritorno verso casa...la pazzia avanza!