martedì 29 luglio 2008

RIPICCA


La consegna della maglia arancio, dalle mani di un Roscini visibilmente distrutto dalle pene amorose, è sempre una bella sensazione. Sarà pur vero che altre donne incombono e me la strapperanno via alla prossima gara, per intanto ce l’ho io e la foto di rito la faccio io e la ripresa con quel primo piano che farebbe rivoltare Chaplin nella tomba me la becco io! Come diciamo noi del mestiere esiste solo quello che si può mostrare e nell’era dei media questo è tutto.

Anche quando è giorno di festa c’è sempre il tizio di turno che deve parlare per il solo fatto d’aver la bocca. Il signore che vedete in foto è stato protagonista di ripetuti attentati alla mia pazienza, che in tale occasione ho deciso di riporre nel cassetto. Ecco il nostro primo scambio: “Allora? Mica la tieni per molto questa maglia. La prossima volta già la perdi!” E io rispondo delicatamente “Pure lei ha perso qualcosa, l’occasione per farsi i cazzi propri”. So che ho perso di femminilità, ma se consideriamo che avrei dolcemente portato il mio ginocchio alle sue gonadi… Non contento, dopo qualche decina di minuti è ritornato all’attacco, approfittando del momento in cui scambiavo i convenevoli con Romina, l’ex maglia, sua cognata per giunta. Arriva e ribadisce alla parente quanto dettomi prima e aggiunge domandando a me e a Roberto “Vi è piaciuta la gara e l’organizzazione?”. Io rispondo “A parte lei tutto benissimo”.

Questo simpatico signore dalla lingua lunga, così critico nei miei confronti, è invitato a presentarsi quando preferisci davanti al bar della donella de sorca, così gli do una bella spolverata in cima alla pitocca! E speriamo che el babbo della catia de pazzi abbia slegato el cane così gni ne magna direttamente quelle due cose con le quali io volevo solo palleggiare.

Ma ricordate: io non porto rancore. Io lo sfogo!

NE HO COMBINATA UN’ALTRA DELLE MIE




Ci vorrebbe un Porrrrca Puttana di quelli che sfoggia mauro nei momenti peggiori, dove l’insistenza sulla R è direttamente proporzionale all’incazzatura del caso! A Narni ne ho fatta un’altra delle mie, che nella top ten della idiozie sale in vetta alla classifica. Del resto qualcosa di brutto dovevo aspettarmelo visto che già due anni prima, durante la gara di ciclocross riuscii a sbagliare strada. Non tutto è andato storto, anzi, giornata positiva, però questo brutto neo mi ha fatto sentire proprio una schifezza. I dettaglia delle mie cavolate alla fine. Veniamo a tutto il resto.

Ci siamo portati a casa tre maglie arancio. Io l’ho presa per questioni aritmetiche, la mia rivale tornava dalle vacanze ed era stanca, ha preferito restare a casa. Cavoli suoi. Io in vancanza non ci vado, non posso andarci e allora vado in bici che mi piace quanto e se non di più che quella faticaccia che si fanno due terzi di italiani ogni agosto. Al cornetto si sta da dio: meglio la colazione dalla Donella de Sorca che in hotel cinque stelle.
Matteo non si sentiva bene. E’ arrivato secondo. Matteo ha detto che è da due o tre settimane che non va proprio al massimo. E’ arrivato secondo, dopo aver rotto la bici e aver atteso Cardellini che gli prestasse la sua. La cosa fa comprendere due lati della questione: il primo è che matteo spara cazzate e il secondo è che Cardellini va come un treno pure lui.

Alessio ha la sua bella maglia arancio ormai da una vita: vogliono assumerlo al Cross a castello visto che gli dona così tanto e loro le divise le hanno dello stesso colore. Oltre a correre come un matto, finita la gara è dovuto subito tornare al lavoro, quello di tecnico radiologo. Non è dovuto andar lontano per esprimere una diagnosi visto che Edoardo era caduto durante la gara e si teneva le costole doloranti. Alessio, subito chiamato in causa da tutti, per tutta risposta ha detto “Senza la macchina non posso fa niente!”. E aggiungo io Porrrrca Puttana è domenica anche per i sanitari! Edo cmq ha fatto un graziosissimo zompo su qualche sasso taglia XXL, ormai ci ha fatto il callo! Il nostro topino, ormai abituato alle temperature estive, ha dato pan per focaccia a roberto, che in assenza dell’altissimo Fabio, si è scelto una nuova preda. Alessandro è partito con un copertone ed è tornato con uno scolapasta. Ha bucato svariate volte, ma quando l’ho arrivato in salita ancora non aveva bucato…quindi…mmhm, poche chiacchiere.

Quando ho arrivato Mauro stavo per stappare lo champagne, poi mi ha detto di aver rotto la ruota libera e allora ho rimesso la bottiglia in fresco. Detto tra noi, parlando di ruota libera rotta…sapessi a me quanto hanno rotto le ruote libere. Il nuovo acquisto, che se non erro dovrebbe chiamarsi Alessio, ancora cerca di mantenersi neutrale con noi reporter, deve scegliere se schierarsi dalla parte dei falsi-intellettuali come me o da quella dei veri psicopatici come permaz. Vedremo. Di lui posso dire che per essere la seconda gara già da del filo da torcere a molti atleti e che se va forte per quanti tatuaggi ha disegnati sul corpo allora son cavoli amari. Il nostro presidente aveva la miss al suo fianco e aggiungo che la ragazza gli fa proprio bene visto che da quando stanno insieme scorda un pochino meno cose e ha le gambe che girano davvero bene. Ah le donne…se non ci fossero loro. E Mauro potrebbe scrivere una bibbia intera a riguardo, lui che durante la gara è stato vittima di un’edera rampicante che si è avventata contro il suo pacco pignoni. Per una volta che Rivaroli era indietro a causa di una gomma a terra! Porrrrca Puttana. Il Poggini è ufficiale, l’anno prossimo sarà uno di noi! Non è che gliela voglio chiamare, però bisogna dire che possiamo abbandonare l’idea di regalargli un quod (si scrive così? Quelli con 4 ruote), saranno mesi che non sbuccia più gomiti e ginocchia.
Chi manca? Boh, qualcuno manca di sicuro ma non vi offendete.
Io ho fatto proprio un bel bordello, e l’ho fatto all’ultimo chilometro. Sono partita non troppo forte, infatti finchè non è iniziata la salita ero ultima. Poi ho fatto la rimonta. Mi pareva fossero partite troppo sparate. In salita hanno dovuto sopportare la mia parola preferita in quel frangente, una parola che ti senti dire alle spalle e duole come un pugnale che ti trafigge le costole “Passo”. Passo a destra, passo a sinistra e sono seconda. La carissima elite Di Lorenzo mi infligge meno danni della tedescona che spesso incontro in terre toscane, ma devo ancora lavorarci su. Per mantenere la seconda piazza bisogna far bene pure sul tecnico e in discesa. La Lauretta in tale ambito se la cava molto bene e poi ha provato il percorso per tutta la settimana. Infatti rispunta a metà percorso ma ne approfitto durante l’ultima salita, accanto alla zona militare e guadagno molto. Un guadagno che ho praticamente gettato nel cesso e tirato lo sciacquone quando ne ho combinata una delle mie. Ultimo chilometro, incrocio segnalato di merda, fettucce cadute, io che non ho idea. Vedo lei in fondo alla strada che sta arrivando. Io sono lì ferma che l’aspetto. Ma vi rendete conto? Aspettare l’avversario! Non esiste nessuno più sportivo di me. Le urlo “Da che parte? Da che Parte?” Ovviamente non mi risponde. Sapete quando mi risponde? Dopo che ha svoltato per la giusta via e mi ha preso almeno cinque metri e mi fa “Di qua!”. Eh, grazie al C! Le son corsa dietro neanche mi stesse inseguendo Hannibal Lecter per azzannarmi. Ma a nulla è valso ogni sforzo, in volata non avevo più niente da dare. Cuore e polmoni mi avevano abbandonato poco prima. La bile era l’unica rimasta a farmi compagnia. Che amaro in bocca. Poi quando mi si è affiancata per dirmi una cosa che si sarebbe potuta risparmiare, m’avessero dato in mano un piede di porco l’avrei aperta in due. Mi ha detto “Scusa ma non ti avevo sentito!” Eheh. Oggi a me domani a te. Se verrà a correre a Lama, e penso che verrà, passando durante la gara me le magno quelle fettucce, neanche fossero condite con la pomarola. C’è solo il rischio che poi sbagli io stessa al secondo giro. Ma dire che a questo punto porto un pochetto di rancore è minimizzare la cosa. So cosa chiedere di regalo per il prossimo natale: un cane guida per ciechi!





lunedì 28 luglio 2008

ASSENZA MOMENTANEA

Cari colleghi, nonostante di cose da raccontare ce ne siano tantissime, oggi non potrò accontentarvi. Mi assento fino a stasera per godere mezza giornata di spiaggia, insolazione e acqua tipo diga con carpe e bocaloni: insomma vado a Fano. Tranquilli, non sarà giorno di stravizi. Ieri, quando ho detto a mio fratello che andavo là, la prima cosa che gli ho domandato è stata "Ma c'è qualche negozio di bici?"

martedì 22 luglio 2008

NON SOLO CICLISMO


Approfitto di questo spazio per fare i complimenti a Giovanni Faloci, fratellone del mio fidanzato, che torna proprio oggi dai campionati italiani assoluti di atletica tenutisi a Cagliari.
Il piccoletto, in forza alle fiamme gialle, è una promessa del lancio del disco. Tre anni fa vinse il titolo di campione italiano, quest'anno si è classificato terzo, ma se considerate che è il più giovane tra tutti i concorrenti, 23 anni, possiamo immaginare che fra qualche tempo ci farà sognare.
Vi consiglio di non infastidirlo se doveste incontrarlo, anche se penso che ci arriverete da soli trovandovi di fronte 1.95 di muscoli: la mattina fa colazione con bistecche in polvere. E poi lui avverte sempre: qualche volta provano a toccargli i bicipiti e lui prontamente risponde "Occhio, c'è la roccia, potresti farti male!".

domenica 20 luglio 2008

AGGIORNIAMOCI

L'ASSENZA DI IMMAGINI NON VI DISTOLGA DA UNA DIVERTITA LETTURA, IL FATTO E' DA IMPUTARE ALLE PROBLEMATICHE INSORTE IN SEGUITO ALLA MORTE DEL VECCHIO COMPUTER. STIAMO PROVVEDENDO.

Oggi mancavano i migliori a Villastrada. I nostri eroi tenevano alto il nome del team ai campionati italiani a Grotte di Castro.
Il direttore sportivo, Antonello, ha convocato i seguenti atleti, che hanno risposto alla chiamata senza indugio, hanno onorato il loro impegno spendendo perfino l’ultima goccia di sudore. Nessuno di loro si è ritirato, sono partiti al via dei giudici e hanno tagliato il traguardo in mezzo a quei mostri a due gambe che a guardare i tempi che hanno collezionato devono avere una mamma che fa la crostata più buona di quella che mi cucina la mia.
I nostri atleti:
Matteo: che dire, un anno meraviglioso per lui. Stamattina a Villastrada erano al settimo cielo che Donati il prosciuttaro non fosse lì a rompergli le uova nel paniere.
Mauro: il nostro cuore pazzo non poteva mancare alla trasferta. Non tanto per la gara in se, visto che sta ancora ricercando lo stato di forma di qualche mese fa, ma più per tutto quello che ruota attorno al mondo a due ruote. Gli amici, le battute (quelle tante), gli scherzi (ancor di più), le prese in giro (uuhhh), ma sopra ogni cosa i tentativi di molestia fuori regione. Chissà a quante denunce dovrà far fronte il suo avvocato domani!
Antonio: l’uomo del treno è molto simile ai mezzi che costruisce. Sempre incerto, sempre pronto a stupirci. Come i treni che non sono mai precisi e prevedibili, anche il Tonio ci sbalordisce con questo suo rientro in competizione dopo una lunga assenza. Domenica scorsa ha dato gran prova di se al Rally e oggi ha corso gli italiani fino alla fine. Roberto soffre dentro, teme di nuovo il confronto! Bene così.
Fabione: su quest’uomo potremmo spendere tante parole per quanti sono i centrimetri d’altezza che lo costituiscono. Una cosa è sicura: hanno beccato Riccò. Forse il giovane modenese farà qualche nome. E non mi stupirebbe se uscisse fuori quello di Pieroni. A riguardo è iniziata a girare una strana leggenda in ambiente ciclistico. Pare che Riccò abbia sentito parlare di un certo carrozziere originario del trasimeno che in umbria rappresenti la maggior autorità in fatto di sostanze dopanti. Presentandosi all’officina dell’altissimo, e domandandogli un po’ di Cera in vista delle grandi corse a tappe, prontamente fabione lo accontenta. Col suo particolare dialetto, un idioma mezzo castelano e mezzo lagunare risponde “Ecco, quista è ‘n a cera bona, tu gni ne passi ta el telaio de la bici doppo che l’ì lavata, e te copre anche gli sbreghi. Però t’ho da ditte che ci vol la robba quella seria per fregà ta quilli bravi. Per gì forte come sem giti forte io el peru l’altra volta ci vogliono le paste de la moglie!”
Ora quanto ci sia di vero su quanto appena riportato non saprei dire. Ma sono certa di due cose: la prima è che ieri quando Fabio è arrivato all’albergo e ha svuotato il borsone tutti i cani antidroga di Grotte di Castro ululavano al cielo. E secondo è che oltre al ritorno di Antonio roberto dovrà contenere un Pieroni sempre più competitivo, ancor più febbricitante per l’imminente paternità che lo attende.
Mentre il nostro presidente, durante la settimana, si arrovellava il cervello cercando di creare la rosa vincente da portare in terre laziali, io ho pedalato con gran soddisfazione. Addirittura venerdì scorso, in quel di Portole, ho incontrato una troupe cinematografica che stava girando una scena su automobile in movimento. Sabato invece ho avuto finalmente l’onore di conoscere uno dei fan più accreditati delle idiozie che io e mio fratello scarichiamo sulla rete. Michele, un mio simpatico coetaneo, che soffre talmente tanto della malattia di tutti i bikers, la GrammoMania, tanto da alleggerire non solo la bici, ma perfino se stesso. Infatti, oltre ad essere magrissimo, risparmia sul peso grazie agli innumerevoli fori praticati in diverse parti del corpo. Ovviamente parlo del viso, altro non so, e le battute le lascio a chi di dovere. Il nostro amante dei piercing non ne abbia a male, visto che casca bene: sono un’appassionata anche io, ho forato le sopracciglia per due volte…con conseguente rigetto.
E a Villastrada cosa è successo? Beh, iniziamo col dare il benvenuto ad Alessio, un nuovo adepto alla sua prima gara. In più c’era Flavio, Roberto ed io. Flavio è stato molto fortunato: dopo una dissertazione di circa dieci minuti riguardo pro e contro del prodotto denominato “Fast” o “Gonfia e ripara”, ha subito dovuto render conto delle proprie affermazioni. Al primo chilometro di gara ha forato e il suo fast non è stato tanto fasta, o meglio, lo ha inFASTidito: bomboletta vuota. Fine gara per lui.
Io stavo benissimo: media cardiaca 174, prima o poi dovrò crepare, ma tanto di qualcosa tocca morire e io tendo la corda fin quando tiene. E in fatto di tenere beh, ho tenuto Roberto per un bel po’, che in mancanza di pietre di paragone (FABIO), non forzava troppo penso. Credo questo visto che quando si è voltato e ha visto che ero dietro di lui ha incrementato in maniera per me irreparabile.
Come al solito per me un capocollo, la tedescona ormai ha più ganci per il prosciutto in casa che mollette per stendere i panni. Dice che ha cominciato solo da 5 anni, che è sempre andata forte così e che si allena solo tre volte alla settimana. Se dio esiste e punisce i peccatori bugiardi lei dovrà soffrire le pene dell’inferno, e per legge del contrappasso belzebù la costringerà a farmi vincere ogni gara. Il prossimo anno cercherò di farle mangiare meno prosciutto.
Ma in un giorno afoso come quello di oggi e con una gara che non è un granchè come tracciato, si è sentita enormemente l’assenza della squadra.
Quindi domenica prossima a Narni vedete di venirci in parecchi, anche quelli che non ci vengono mai, anche quelli che non vanno forte come Donati…magari danno una spintarella a me… il mio ragazzo non dice nulla in questo frangente, la pacchetta sulle chiappe in salita non viene sessualmente considerata!




domenica 13 luglio 2008

CI SIAMO ACCOPPIATI TUTTI


Per una Romina che una volta tanto può dimenticar tranquillamente lo smagliacatena sul bancone del fondo, arriva la compagna d’avventura designata, Paola, col cambio che “c’ha qualcosa” dice lei. Mmh. I migliori presupposti, e poi neppure la bici lavata. E’ peggio di me. Non ci perdiamo d’animo. Più che altro incrociamo le dita e appena vedo la Tedescona in assetto da guerra a braccetto con l’Ernestina che giusto nel nome può vantare un diminutivo perché quando pedala mi spettina…e sì che io li stucco a dovere i capelli!
Insomma, come quando a scuola devi arrivar presto per prendere il posto in fondo, loro arrivan presto ma per rubare il primo posto a me. Paolina passa il tempo a ricordarmi quanto questa stagione non si sia allenata. Io evito di dirle che questo inverno ho saltato solo i sabati prima delle gare.
Di Bikeland siamo tantissimi, le coppie più disparate. Non potrò parlare di tutti e spero non me ne vorranno, ma per entrare nelle nostre grazie bisogna andare a Gubbio e fare il giro della fontana determinate volte. Tornate quando avrete la patente da matti!
Il mio fratellone ha avuto il suo bel da fare per tenere a bada quel cavallo imbizzarrito di Ale: ormai i pastori del luogo lo chiamano per nome per quante volte ha solcato quel percorso e i cani non gli mordono più i polpacci. Ma che dire della meravigliosa forma del nostro Presidente? Ha corso assieme al Direttore e viene da pensare che tra alte cariche vadano proprio d’accordo visto che hanno tagliato il traguardo con un ottimo risultato, che non conosco, ma sono certa sia ottimo.
Sono molto addolorata per Matteo e Sauro. Non erano proprio in giornata…Mi hanno sorpassato a triplice velocità, senza contare che io ero partita molto, ma molto, ma moltissimo prima. Proprio non andavano. Proprio non andavano piano. Chi era nei dintorni poteva intuire il loro passaggio udendo le urla assurde, da pazzo scatenato, abbellite da aggettivazioni a sfondo religioso targate Postino. Quando fa il tifo il postino devi per forza andar forte, perché c’è lui che ti corre dietro come un matto e ti prende paura.
E in quanto a tifo non ci possiamo lamentare. C’erano tutti: lungo il percorso, ai lati, e senza differenza di club. C’era un incoraggiamento per tutti. Eppure, a metà gara, superato un tratto ombreggiato scorgo qualcosa di strano ma familiare. Qualcosa di peloso. Vedo il baffo, vedo lo stinco riccioluto, vedo la divisa, ma soprattutto sento gli incitamenti. Giorgino, che doveva andare al mare, non è potuto mancare. Ha detto alla moglie “Donna, tu vai. Va pure al mare, divertiti pure senza di me. Io ho delle responsabilità da ottemperare”. Forse non ha usato questi termini, ma mi ha fatto compagnia per un lungo tratto, dando pure una mano alla mia collega.
Michele era gasatissimo per questa occasione, il percorso, la discesa in primis, faceva per lui. E ha corso assieme a Mercati. Devono aver avuto diversi guai tecnici perché un attimo mi passavano…poi li vedevo a bordo strada…poi mi ripassavano…di nuovo fermi…fermi e irritati…fermi e incazzati…
Nell’ultimo tratto di discesa ho scorto il risultato della bruttissima caduta di Carlo. Speriamo si rimetta in fretta. Forse lo terranno in osservazione 24 ore in ospedale. Avendo riportato l’auto alla moglie, dopo la gara, e avendoci scambiato un paio di parole, gli consiglio vivamente di soggiornare il più a lungo possibile nella struttura sanitaria, poiché al ritorno, qualcuno gli ci farà “la giunta” come si dice in gergo. .
Ho detto tanto, ma della mia gara ben poco. Non sono stata una gran compagna di squadra: è che non riesco a regolarmi per me, figurati per accordarmi con qualcun altro. Stavo anche molto bene, la prima tappa, la più dura, non l’ho sofferta affatto. Un momentaccio l’ho passato a metà della seconda tappa: ho perso una lente a contatto e così diventa più difficile distinguere le traiettorie giuste visto che il senso della profondità viene meno. Fondamentalmente ho risolto strizzando un occhio e usando l’altro nelle pendenze peggiori. Secondo posto.
Finita la gara ci si gode il pranzo sotto gli stand, ci si gode pure un simpatico temporale, con pioggia e grandine a vento. Ma la premiazione è una chicca: non si risparmiano nulla. Fortuna vuole che vinco due gomme nuove e incartate, e se leggete il post precedente comprenderete il mio disappunto, visto che le avevo cambiate contro voglia due giorni prima.

GIOIE E DOLORI PRE-GARA

Fino a qualche giorno fa correvo con una Panda… Ora ho un Ferrari: la nonna mi ha fatto il regalo di compleanno, ma non sa che ogni spicciolo che mi mette in mano viene investito su due ruote che diciamocela tutta, girano sempre più forte. Negli ultimi due mesi grazie a queste lunghe uscite assieme a parenti stretti, biker canterini, pallavolisti dubbiosi e discesisti nottambuli, mi sto gustando i risultati. Ovviamente donna sono e donna rimango e la manutenzione del mezzo non è il mio forte: sentivo che era ora di far qualcosa per quell’LX che di angherie ne ha sopportate fin troppe visto che mi segue dagli albori di questa avventura iniziata due anni fa.
Quattro giorni fa rimonto in sella alla mia trek dopo una bella visita dal dottor Cardellini: ha sudato sette camice per mettere una pezza al mio essere sciaborda in ambito meccanico. Cambio paraoli alla forcella: da quattro mesi era divenuto inutile bloccarla in salita tanto faceva come le pareva, poi in discesa però buttava fuori solo un sacco di zozzo, insomma ci siam capiti. Risultato: ora so che quando tuo fratello ti dice che è ora di fare una certa cosa non è utile prenderlo con leggerezza, forse un po’ più d’esperienza ce l’ha e sa cosa dice…forse!
Cambio gomma posteriore: avevo una Saguaro lo scorso anno, pian piano è diventata una slik, ma mai ho pensato di imputare i recenti problemi di slittamento in salita al fatto che fosse finito il copertone. Giorgio mi ha fatto notare che non c’è pidocchieria che tenga, era ora di cambiarla. Cambiata, risultato: non slitta più il posteriore…MAGIA.
Udite udite, gruppo XT completo: un gioiellino. Praticamente funziona a comando vocale. Tu gli dici cosa deve fare e lui lo fa. In più è bello da vedere, che è la cosa più importante e avendo la catena nuova ho un sacco di maglie che mi avanzano e che non vedo l’ora di strappare o far arrugginire…che per quanto mi concerne è lo speciale della casa.
Prove generali con la bici rimessa a nuovo due giorni prima del Rally, tasche molto più leggere, ma soddisfazione grande: ne valeva la pena.
Torno a casa dalla bella girata, doccia, accendo il mio portatile…MORTO! Per amor di sintesi dico solo che il giorno seguente ho dovuto comperare il pc nuovo. Ero molto perplessa, mia madre cercava di tranquillizzarmi “Tanto hai i soldi del compleanno”…Sì, perché a lei ho detto che avevo solo cambiato l’olio alla forca.Con lei resto sempre sul vago in tema ciclistico, è che non comprende certi costi.

domenica 6 luglio 2008

RELAX DOMENICALE: 55 Km, 1100 metri di Dislivello


Che gara stamattina, lotta serrata tra Fabione e Roberto, come al solito. Oggi l’ha spuntata in tutto e per tutto l’altissimo futuro papà della squadra. Aveva la “gamba” come si dice in gergo… e lui di gambe ne ha da vendere. Per non lasciarsi sorprendere dal mio fratellone, in una rampa di cento metri, ha ingranato i 35 all’ora e per poco non mette sotto un cane a bordo strada che se la dormiva sotto un albero. Grazie ad uno dei miei “berci” fabione ha fatto la schivata, ma il cane si è alzato sulle zampe e non ci ha capito niente, lo spostamento d’aria provocato dal tornado di due metri gli ha arruffato tutto il pelo. Dietro ce la ridevamo. Ed eravamo in tanti stamattina e oltre alle risa volavano pure le caxxate. Perché ho dimenticato di dirvi una cosa: ho parlato di gara, ma la gara era solo a latere, il resto era una di quelle uscite domenicali che si fanno quando non ci sono gare appetibili nei dintorni. Di quelle uscite che per me son più distruttive delle gare. Qui si lotta con uomini duri che non vogliono saperne di vedere le ruote di una donna avanti alle loro. Nel frattempo al Borgo alcuni Bikeland provavano il rally del Leonardi. Ma al Cornetto, alle 9.30, dentro il fondo di casa mia, sono piombati i seguenti ciclisti di razza:

Giorgio, il re del karaoke, dal mio ragazzo soprannominato SuperMarioBross, ma solo per il baffo aggressivo. L’uomo che in mtb usa la doppia e paradossalmente su strada corre con una compatta da donnicciola. Vergogna. Ma secondo voi, se si taglia la folta chioma che lo ricopre in ogni angolo del corpo, avrà l’abbronzatura zebrata? Boh.

Fabione: il vip. E’ la sua presenza che tira. Quando c’è lui si sa che lo spettacolo non mancherà. E’ un trascinatore di folle. Al Mignolini sua moglie lo usa come strillone per agguantare i clienti. Che fiato che aveva oggi. Altro che doppia, a lui bastava la guarnitura da cronometro col rapporto fisso.

Massimo: l’unico tasso che non troverete morto sul ciglio della strada, anche perché sale ogni asperità con l’agilità d’un capriolo e quando è in discesa mi sussurra all’orecchio di mollare i freni. E allora io è lì che ci do di brutto e mi inchiodo come un pezzo di legno.

Gabriele: ancora non ho troppa confidenza col nostro compare ma occhio, oggi ha barato sul finale, si è risparmiato un discesone che il mio polar classifica XXX e una salita che il mio polar mi dice “Questa fattela a piedi che è meglio”. Lui ha preferito la violazione di domicilio tagliando per il prato di un caseggiato.

Carletto l’avvocato: la scorsa volta sparò tutte le cartucce nei primi dieci chilometri, dicesi “Piasciare di fuori”. E non lasciò nulla per quei momenti dove la sua esperienza di biker si mostra al meglio: la discesa. Oggi la lucidità non gli è mancata. Ha affrontato delle pendenze negative sverniciando tutti e meritandosi le congratulazioni di Fabione, che affiancandosi mi ha rivolto tale esclamazione “Accidenti, bomba l’avvocato in discesa”. Ma come ogni uomo del foro che si rispetti quando eravamo solo a metà della fatica, ne ha sparata una delle sue “Ragazzi, io vi saluto che sennò faccio tardi, mi aspettano”. Eheh…voi ci credete? Beh, forse qualcuno lo aspettava, o meglio qualcosa, la pasta al forno!

Roberto: per essere una settimana che non ripiglia fiato, e per non parlare di quello che gli è toccato affrontare ieri, posso ben dire che in questi ultimi due mesi di caldo ha recuperato tutto il tempo che il tanto lavoro e le poche ore di luce lo hanno limitato nel periodo invernale. E poi è incredibilmente generoso: sempre pronto a sfidare o a rispondere agli attacchi di Fabio. Ma anche tanto paziente da aspettare chi sta un po’ più indietro e riunire il gruppo. Gli elogi più meritati sono per le sue doti da tuffatore provetto: oggi è riuscito a sprofondare nell’unico specchio d’acqua che abbiamo incontrato, uscendone tutto bello marrone come quelli che fanno i fanghi a fontecchio. Ancora più intelligentemente ci è rimasto nel fango aspettando che immortalassi il momento col mio obiettivo: lo scoop prima di tutto. Stiamo aspettando che ci confermino il Poulitzer. Però, mica male considerando che ieri durante quella bella uscita trascorsa passeggiando dentro un roveto per mezz’ora, dove lui faceva da apripista e io dietro, ha gambe e stinchi conciati come quelle tipe malate di autolesionismo. Ancora toglie le spine che spuntano qua e là.

E infine IO: io nella persona di me stessa non posso che complimentarmi con me medesima in qualità di sottoscritta. Sono quindici giorni che non tolgo il posteriore dalla bici, e devo ammettere che ho le gambine un po’ stanche, pure il cuore chiede un attimo di pausa, ma è più forte di me. Sovente il pomeriggio Robi mi tenta proponendomi qualche sopralluogo per monti sconosciuti con l’ausilio del piccolo grande Garmin. Solo che l’ausilio viene meno quando ci dobbiamo mettere a smacchiare. Quando non ci pensa lui ad invogliarmi magari mi chiama cristian e allora via su strada. Se non chiama nessuno infilo le cuffie e parto All By Myself, tutta sola, come cantava Celine Dion… insomma ogni scusa è buona per non fermarsi mai. Se non crepo prima, giuro che la mia idea fissa è di mettere un po’ di pepe al culo a qualcuno di mia conoscenza. Per la settimana che viene però sarà utile tirare i reni in barca, il rally di domenica prossima, se come lo scorso anno godrà dei 40 gradi all’ombra, ci spremerà come limoni!

giovedì 3 luglio 2008

BIKELAND OVUNQUE

Acquistate Mtb magazine di luglio. I nostri amici di Palermo sono stampati in quarta pagina e ci salutano dal Parco delle Madonie.

mercoledì 2 luglio 2008

OCCHIO MALOCCHIO


Finalmente. Non vedevo l’ora di tornare sui sentieri del Rally Alpe della Luna. Lo scorso anno era un’incognita per me come per tutti. Ma io, che per grazia divina e per caratteristiche morfologiche godo dello sconto chilometri, beh, alla gara del leonardi mi tocca pagare prezzo pieno. Quanta strada fanno gli uomini e tanta ne devono fare pure le donne. E mi divertii tantissimo con Roberto al fianco che mi spronava a pedalare forte. Per questa seconda edizione abbiamo deciso di evitare la coppia mista. Io ho la mia donna e lui ha il suo uomo.

Paola, lo scorso anno mi fece sudare sette camice per evitare troppa umiliazione ad ogni gara. Famosa è quella volta a Lama, quando incontrandola ferma lungo il percorso di gara, sola e demotivata, la incitai a continuare, a non mollare: mi prese in parola. Non solo terminò la gara, ma mi battè in volata. Ma imbecillità docet e da allora ho smarrito ogni brandello di sportività: sono passata a fatture e scongiuri contro le avversarie. Quest’anno Paolina corre in coppia con me il Rally. Quindi niente battaglie intestine, dovrò cambiar disco e abbandonare per una domenica l’assetto da guerra. L’inverno trascorso non proprio ad oziare, e primavera pure, mi hanno dato ragione: ora le mie paure le rivolgo altrove. Paola veste di rosa e blu, ma io la notte ho incubi color rosso e bianco, che indossa qualcuno che, destino beffardo, porta il mio stesso nome. E proprio alla marathon di Massa martana, colei che mi rubò la maglietta che mia madre mi restrinse con tanto affetto, ha deciso di arrivare ultima: quando ci sono io non buca mai!

Roberto corre con Alessandro il nottambulo. Alessandro er Pastasciuttaro. Alessandro, il masochista a sentir parlare Vigna. Alessandro, l’amico di tutti quelli che piantano il tabacco e non hanno voglia la sera di attaccare il tornado. Dovete sapere che questo giovane ciclista ha poteri paranormali: riesce a far piovere. In verità vi dico che tutta l’acqua di questo inverno e primavera a seguire è piovuta per causa sua. Infatti, lavorando in discoteca tutte le sere, non poteva allenarsi: diciamo che quella notturna non è vita da biker. Sfido io a trovare il nostro capitano al red zone. Beh, Alessandro, lavorando sul campo, roso dall’invidia, tra un servizio al tavolo e l’altro ballava la danza della pioggia. Inizialmente non ci credevo, poi ho capito tutto: facendo due più due, dopo svariate uscite in sua compagnia, immancabilmente finiamo bagnati fradici in mezzo ai boschi. Nel frattempo deve aver sviluppato tratti genetici particolari: trattasi di biker super evoluto, dotato di branchie e pinne caudali, che anche oggi ha danzato per noi.

Chi si immaginava che dopo due settimane coi 35 gradi fissi tutto il giorno, proprio oggi, che avevamo organizzato la ricognizione del percorso, doveva diluviare (con grandine annessa)??? Lui sapeva! Proprio oggi, che per una volta riesco a trascinare con me una donna, che mi tocca sempre stare in mezzo a uomini che parlano di quanto è bona quella o quell’altra, che mi dicono di tapparmi le orecchie (…anche se Giorgio dice che ormai sono diventata grande e posso sentire ogni sconcezza). Proprio oggi, che in fretta e furia ho lavato la bici perché sennò avrei dovuto buttar via l’auto dove la caricavo. Proprio oggi che avevo pure lo smagliacatena con me (non che sappia usarlo, per me è al pari di un porta-fortuna). Conclusione: è iniziato a piovere solo dopo trenta secondi che abbiamo iniziato a pedalare e non ha smesso più. Al chè, finita la prima manche del percorso, tratto che guarda caso è denominato “Acquitrina”, abbiamo gettato la spugna e siamo tornati infreddoliti alle auto. Grazie Ale. Lui invece ha nuotato fino a casa, ormai è il suo habitat.

Altra cosa: sappiate che con Ale la pioggia è il male minore che può capitarvi. La prima volta che sono uscita con lui mi sono guadagnata la mia irresistibile cicatrice di 7 centimetri sullo stinco destro, ricamino niente male che quando vado a comperare minigonne mi fa venir voglia di abbinarci gli stivali da pescatore. Altro giro, altra corsa: tuffo con doppio salto mortale e mezzo indietro carpiato, con gran finale a bocca avanti, denti infilati nello stradellino sterrato e conseguente occhio nero il giorno dopo.

Ecco in sintesi cosa dovete portare con voi quando uscite con Ale: corno anti-sfiga grande quanto un obelisco egiziano, treccia d’aglio che non si sa mai possa funzionare pure quella. In più: kit per immersione, comprensivo di arpione da caccia fraudolenta da infilargli tra le costole se lo vedete gongolare. Per i più attenti al grammo optare per maschera e boccaglio, ma l’arpione ci vuole comunque. Altro elemento indispensabile, almeno per me, è la cassetta del pronto soccorso (fedele amica del poggini), e un casco di riserva a casa. Mia madre, con tutta la roba che c’è dentro il fondo, inizia a sospettare che si gestisca una squadra pro-tour di nascosto.