lunedì 30 novembre 2009

SUPERPOTERI


Ieri, mentre mi dedicavo al solito passatempo domenicale, quello di girare in tondo, un simpatico possessore di Porche ha scelto con tutto lo spazio che c'era di parcheggiare proprio vicino al mio unico mezzo di trasporto a motore. Vicino, ma parecchio vicino. Quando il l'emerito possessore di codesta inutile vettura si è presentato lì innanzi mi ha confessato di essersi reso conto di averla messa vicino, certo non così tanto da risultare impossibile infilarci un foglio di carta velina. Ma a me non è che importa molto, del resto l'ho ripresa dal carroziere il mese scorso.


Comunque la mia non si è fatta nulla, casomai la sua che due strisciatine nere le aveva...forse era lo zozzo...visto che l'unica volta che l'auto viene lavata è quando finisce dal carroziere!

domenica 29 novembre 2009

ABBIAMO FATTO TRIS

Il parco Ranieri di Umbertide riprende vita e colore in questi ultimi sprazzi di autunno. Ad affollare il bellissimo spazio verde umbro, in questa domenica di fine novembre, c'era una folla di appassionati del ciclismo, amanti di ciclocross in particolare, disciplina invernale che da tre anni a questa parte è ritornata ad occupare un posto di rilievo nel cuore degli atleti del centro Italia. Si svolgeva infatti, sotto l'accurata organizzazione del team tifernate Bikeland2003, la terza prova del circuito regionale "Umbria Top Cross". Il "Primo Trofeo Parco Ranieri" ha registrato un'ottima affluenza di pubblico e non era da meno la levatura dei partecipanti: per l'occasione era presente il team Guerciotti e Selle Italia Esercito.

Il percorso, interamente ricavato all'interno della pineta, presentava curve e contro curve, strappi ripidi con pendenze alquanto aspre, ostacoli artificiali e discese tecniche. Il tutto per un totale di circa 2 chilometri e mezzo da ripetersi più volte a seconda delle categorie d'appartenenza. La pioggia dei giorni precedenti ha reso il fondo viscido in alcuni punti senza creare però troppi problemi dal punto di vista meccanico: pochissime le forature e fortunatamente nessun alteta ha corso rischi.

La prima fascia in partenza ha visto il trionfo assoluto di Leonardo Caracciolo (Centro Bici e Moto). Il giovanissimo atleta, che in Umbria pare non abbia rivali, ha condotto una gara pressochè perfetta e continua dunque a vestire la maglia di leader della propria categoria. Non si smentisce neppure Paolo Sebastiani (Bikeland2003), che con il bel primo posto di oggi resta il capoclassifica nella categoria Master4. La squadra organizzatrice colleziona un ulteriore risultato con la prima piazza di Romina Perugini (Bikeland2003) che grazie al risultato odierno veste la maglia rossa di leader tra le donne.

La seconda fascia di partenti è indiscutibilmente dominata dall'atleta di Frosinone Marco Cellini, conosciuto per le sue spiccate doti nell'ambito della mountain bike, dopo solo tre gare nella specialità del cross, ha dimostrato una classe senza eguali.

La medaglia d'argento se l'aggiudica l'atleta di casa Matteo Donati (Bikeland2003), protagonista di un emozionante testa a testa con Vega Burzi (TeamScottPasquini) per la prima metà di gara. Durante le ultime tornate il crossista altotiberino ha aperto il gas e tagliato il traguardo con un bel margine di vantaggio, a sigillo del fantastico podio conquistato domenica scorsa in quel di Modena, a pochi secondi da Massimo Folcarelli. Con questo bel risultato il team Bikeland fa tris visto che anche Donati conquista la maglia di leader di categoria.

Dopo anni e anni di assenza il ciclismo torna dunque a colorare Umbertide e soprattutto a valorizzarne i bellissimi spazi verdi, di cui la città può andar giustamente fiera. Con il bel successo odierno ci auguriamo di ripeterci negli anni a venire, ringraziando inoltre il comune per la disponibiltà concessa e l'organizzazione Bikeland2003 per la riuscita della manifestazione.

venerdì 27 novembre 2009

...QUANDO DICE MERDA!!!


In questi giorni, abbastanza frenetici visto che direttamente di ritorno da Modena ci siamo messi ad organizzare la gara di Umbertide pensando poi che presto dovremo tornare in campo per mettere mano a quella di Castello, è capitata una cosa che un pò come quando casca la busta del riso per terra ed è incontenibile, ha seminato tristezza in tutti noi. Per lo meno posso parlare per me e per Mauro visto che l'abbiamo vissuta proprio a ridosso del bel week-end di gara fuori casa. Cozzari, con noi da pochi mesi, in una maniera che non riusciamo neppure a spiegarci, si è strappato i gemelli della gamba destra proprio mentre ci allenavamo tutti insieme in quel di Umbertide. Scendendo per passare il ponticello ha sentito una botta sorda e poi un gran dolore. La gamba si è gonfiata in un attimo e da lì non posso neppure immaginare il suo stato d'animo. Maurone in quell'attimo l'ho visto trasformarsi: su quell'espressione rilassata che ha lui, sempre sorridente pure se gli casca addosso il mondo, ho visto calarsi un manto scuro. Probabilmente avendo più esperienza aveva già capito tutto. Io ho pensato che forse con un paio di giorni sarebbe potuto tornare abile, visto che in vita mia ho subito un paio di volte una contrattura. Poi il responso del pronto soccorso, entrambi i gemelli strappati, a rischio intervento chirurgico.


E lì ti rendi conto quanto in un organico come una squadra di 100 tesserati, possa contare anche una sola unità. L'idea di Umbertide era un tutt'uno con Cozzari. Una delle sue prime gare la fece proprio lì nel parco, poi spesso ci si allena e non vi sto neanche a dire quanto tempo con Vigna abbiamo trascorso a pianificare il tutto. Il ciclismo come lo intendiamo noi, che ci dedichiamo al fuori strada, se vogliamo è da intendersi come uno sport alquanto individuale, quindi il discorso di team a volte è relativo. Succede per fortuna, che al di fuori della competizione, scopri l'importanza della condivisione: che si tratti di felicità, come di tristezza. Nei mesi scorsi in cui non stavo bene, il 90% del morale lo devo a Mauro e poi il divertimento della trasferta a Modena, oltre al massacro sul campo gara, va imputato a Mauro e Mauro. Che Vigna è un burlone si sà, ma anche Cozzari ci mette del suo. Potrebbe essere un degno erede del nostro tutto-fare.
E poi non dimenticherò mai quella mattina che alla marathon bike del trasimeno dello scorso anno, il nostro folletto come ormai è stato soprannominato, mi è stato accanto per tutta la gara, indicandomi le traiettorie in discesa, tirandomi in pianura e offrendomi pure una fiala di caffeina sul finire. Per l'impegno che ci ha messo avrei dovuto vincere. In realtà arrivai solo terza e ricordo che ero felice comunque per la qualità dell'esperienza e se un pizzico di amarezza dentro lo covavo era più per averlo deluso che altro.
Insomma, c'è poco da fare o da dire, questa stagione Cozzarino è finita nel water nel modo più incomprensibile del mondo, e domenica ad Umbertide cercheremo di fare del nostro meglio anche se un pezzettino del puzzle mancherà comunque! Dal prossimo anno intitoleremo questa gara "Primo Memorial Polpaccio di Maurino".

STIAMO LAVORANDO PER VOI...ma non ve lo rinfacciamo!


Il team sta lavorando per voi e il team ci tiene a sottolineare che non si incazza come una biscia quando dopo tre settimane di caldo primaverile e assenza di piogge, si sveglia la mattina indicata per andare a fettucciare il tracciato e vede che fuori scroscia! Per "scroscia" intendo: piove!
Ma noi del team manteniamo il sangue freddo, o meglio, io lo mantengo visto che mentre carico l'auto con bombolette, zappa e impermeabile, già so che chi si farà il fondoschiena a quadretti sarà la mia dolce metà poichè per quanto concerne le cose manuali nel mio rapporto di coppia (...e accidenti a me che ho usato il termine "manuali") vige il regolamento "armiamoci e partite". Così povero Francesco che tutta la mattina ha aiutato Mauro a stendere fettucce, a piantare paletti e a togliere radici. Io qualcosa ho fatto: ho portato il mio ragazzo ad aiutare...anche perchè folla non ce n'era nel bosco, tranne uno che girava in tondo e momenti chiama la forestale. Poi ho indicato a Francesco le buche da ricoprire, quelle da fare per far cascare le avversarie, gli tenevo i rametti da potare e in più tenevo la mazza...chissà perchè a me hanno dato il compito di tenere la mazza! Il problema del guardare quelli che fanno qualcosa è duplice: ti prende un freddo della madonna alle mani e ai piedi e non capisci per quale motivo gli altri due che lavorano non siano in pena come te che senti freddo. Ma il dilemma si risolve da solo. Aggiungo per l'ennesima volta che il percorso è un capolavoro ma che se non smette di piovere e non asciuga un pochetto si rischia di piantarsi come un chiodo a qualche tronco di quercia. Non è questa una gara alla "passo, passo", tecnica molto usata da alcuni crossisti che si sentono veri campioni e che al gesto verbale aggiungono il gomito fuori traiettoria. Avviso che ad Umbertide il reparto ortopedia non è il massimo e che sarà utile che ognuno stia sul proprio!
PEr non farvi mancare nulla, ieri io e Mauro siamo pure finiti in tv come al nostro solito. C'è gente che fa carte false per un minuto davanti alle telecamere. Io e Mauro eravamo furiosi e nervosi, ma non dicevamo niente, perchè tutti e due avevamo fatto la bocca ad uscire in bici e invece questi di trg ci danno l'appuntamento proprio sul più bello. Per aggiungere bile alla bile, mentre sono in auto per raggiungere l'emittente, trovo per strada una fila pazzesca. Sapete chi la stava causando? Matteo Donati che si stava allenando dietro motore: Sergio in testa col pandino e dietro il capitano. I colpi erano tutti i suoi!

mercoledì 25 novembre 2009

SPOT PER UMBERTIDE

Ormai siamo in dirittura d'arrivo. Domenica Umbertide acquisterà un pò di vita grazie al nostro team. La gara sarà veramente una lotta al massacro, non c'è un momento per rifiatare e se anche ci fosse non ve lo direi visto che il mio intento è totalmente promozionale. Non oltre ad organizzare non facciamo molto, lo spettacolo è rappresentato dal parco che già da solo è una garanzia come potete ben vedere dalle immagini. E intendiamoci, questi sono giusto un paio di scatti. Tenete conto che i passaggi decisivi della gara non saranno mai svelati, come neanche dove ho ubicato le trappole ricoperte con tappeti di foglie secche, trucco gentilmente concesso dal manuale delle giovani marmotte!



TRASFERA A MODENA: giorno 2...scusate il ritardo!



La notte è filata liscia, senza incubi e senza nessun Mauro che in versione notturna facesse qualche agguato alla mia singola con letto matrimoniale. A far colazione giù in sala oltre a noi tre ciclisti scalcagnati ci sono ciurme di allievi e juniores che mangiano neanche fossero usciti da auschwitz un'ora prima. La colazione in albergo come di consuetudine mi ricorda un pò la stessa cosa che succede quando vai a fare le analisi del sangue: uno deve "magnà" per forza. Magari trovi gente che nella propria vita non fa colazione neppure a pagarla, però quel giorno si spazzola mezzo pranzo matrimoniale solo perchè gli hanno tolto una minuscola boccetta di sangue. In albergo uguale, c'è il buffet, la colazione è compresa e allora devi magnà come uno sfondo.
Io non ho di questi crucci visto che se mangio pesante o meno poco importa visto che correrò alle 13.15 del giorno e non alle nove e mezza come i miei compari. A me in realtà spetta la pasta al forno piuttosto che la brioche. Ma dato che non sono l'ultima arrivata mi premunisco e nascondo nelle tasche cinque biscotti e una marmellatina per il pre-gara.
Maurino ancora ci rinfaccia la passeggiata serale che gli ha sgonfiato le gambe. Per natale gli regaliamo i tip-top. Maurone parla solo di montare il gazebo, fare la cacca e più che altro è in ansia per Matteo. In effetti Vigna è così dedito all'altrui persona che si emoziona per gli altri, egli ha l'ansia da prestazione, ma non della sua. Forse perchè riguardo alla sua ha solo certezze. Il capitano, accompagnato da una fidanzata che definire paziente sarebbe irrisorio, è in fase di raccoglimento e quindi di poche parole, ma che in generale sia un chiacchierone non possiamo dirlo. Si attendono ancora notizie della coppia presidenziale Antonello e Francesca che devono raggiungerci dopo una nottata di follie trascorsa nei pressi di Cesena.
Il campo gara brulica di facce note e meno note, del resto siamo sempre quelli. Di una cosa mi stupisco: qua le donne sono ancora più triste che da noi. Un paio di ragazzine ma con due cosce che pesano quanto me tutta intera mi si avventano "Ehi, ma tu quanti anni hai? Sei in categoria con noi? Corri con noi?". Vi giuro che sembravano due bulle e ho quasi avuto paura. Ho abbassato la testa e ho risposto che no, correvo più tardi. Comincio a pensare che era meglio restare a casa.
Tra una cosa e un'altra finalmente i miei uomini prendono il via e udite udite la coppia presidenziale giunge presso di noi senza intoppi. Lo start è da incorniciare: Matteo vola. Folcarelli beh, lui ha i razzi a propulsione ionica dietro la schiena e va e fa gara per conto suo. Supervigna, nonostante il suo pessimismo pre-gara, è come un disel, sempre una garanzia! Il Cozzarino inceve è vittima di un agguato alla sua persona. Dimostrando a tutti noi che la Salvina ha ragione, teniamoci i giudici umbri che poi pure quelli nazionali qualche birichinata la combinano. Il giudiche che tiene la fettuccia, al via, sollevandola, la infila nell'occhio di MAurino, intralciandolo, facnedolo cascare e costringendolo a far risalire la catena e rincorrere gli avversari. A volte l'assassinio dovrebbe esser legalizzato. Mentre la gara va avanti ai box, a custodire miliardi in biciclette ci siamo io, Chiara e Francesca che tutto facciamo tranne che pensare alla gara altrui. Parliamo di come son vestiti gli atleti, dei colori delle divise, di lavoro, di scarpe, di locali e prendiamo in giro Antonello che pare un centometrista scattando da un lato all'altro del tracciato per incitare Matteo. Il capitano arriva secondo assoluto sotto gli occhi del ct Scotti. Mauro è terzo e fa le chiappe a strisce pure ad alcuni della categoria inferiore. Cozzari arriva sesto nonostante la bega iniziale e non uccide neppure un giudice: la considero una vittoria. Bene, ora bisogna solo aspettare altre tre ore e anche più, prima che la sottoscritta faccia la sua gara. Ma il tempo a volte vola anche se in realtà domenica scorsa non è volato, anzi non passava un attimo, solo che ormai son passati tre giorni e per fortuna un pò di quel nervoso l'ho dimenticato e allora arrivo subito al dunque. I due Mauri mi mettono a punto la bici, la cui manutenzione, grazie alle mie avanzate doti di meccanico, è sempre al top. E via in griglia tra le elite che manco ti guardano ( e fanno bene perchè già c'hanno da fare tra di loro...).
Quelle più piccole invece si guardano tra di loro e momenti si caverebbero gli occhi a vicenda tanto che se diamo loro un coltello per una bisogna chiamare direttamente le pompe funebri. Io cerco di stemperare i toni con le mie colleghe, molte delle quali conosco o di persona perchè mi hanno fatto penare in altre gare e non me le scordo, o per fama, il che significa che andrà come nel primo caso. Insomma mi par d'essere dal dentista: prima caviamo sto dente e prima finisce l'agonia. Partenza. Vado e vado bene. Mantengo la quinta posizione per quasi tutta la gara, tenendo dietro due della stessa squadra che nei drittoni mi fanno un pò penare perchè si tirano a vicenda. Mi convinco che forse son pure più stanche di me. In realtà poi, all'ultimo giro, la quarta, sempre della stessa squadra, si fa raggiungere da me, seguita dalla sua collega che riesce a portarsi alla ruota e mi frega la quinta posizione. Ce la metto tutta, ma ormai la parte fessa l'ho fatta e ci rimango come una cogliona. Oltre a questo son soddisfatta visto che idiozie nell'interpretare il percorso non le ho commesse, con un filo di salita in più potevo far ancora meglio.
Il resto è una doccia con mauro al di là della porta che mi aspetta guardando linea verde. Poi si va a vedere i professionisti che corrono, ma quelli non son normali, paiono macchine e via verso casa.

lunedì 23 novembre 2009

TRASFERTA A MODENA: GIORNO 1

Tre giorni fa mi manda un messaggio Mauro "Sappi che ho appena prenotato una singola per te a Modena". Ora, per qualcuno che cade dalle nuvole un attimo ci pone mente e si domanda cosa diavolo deve andarci a fare a Modena se tanto l'aceto balsamico lo vendono pure alla coop, i tortellini te li fa la nonna e ti dice che buoni come i suoi non ne esistono e il gnocco fritto...beh...meglio che non lo mangi se non vuoi che il fegato si impossessi della tua anima mentre sei col cuore a 180. Ecco che facendo due più due ho compreso al volo che l'allettante proposta di mauro era un invito per la seconda tappa del giro d'italia cross. Di solito per convincermi insiste circa un'oretta. Ma la voglia di andare in bici, di stare in compagnia e vedere un pò di mondo è tanta e allora gli ho detto sì dopo un minuto.

Dopo aver inserito non so quanti migliaia di euro in biciclette dentro il furgone, mi ritrovo tra due fuochi...anzi, tra due mauri, seduta e in balia di un pilota, Vigna ed un navigatore, Cozzari, che insieme non fan per uno. E menomale che noi donne per le strade siamo negate. Fortuna che chiamo il mio gps umano, Permaz. Di solito non sbaglia mai, eppure per la prima volta ci indica la via errata. Uscita dell'autostrada leggermente anticipata. Ma i miei due uomini hanno una memoria visiva pazzesca e nonostante abbiano fatto questa gara per tre anni di seguito, riescono ad incartarsi in maniera strepitosa. Dopo aver domandato indicazioni pure ai non vedenti col cane guida, quasi per magia, ma più per questioni di probabilità, siamo finiti tra le strisce del parcheggio dell'hotel. Segue discreto pranzo nell'unico ristorante aperto in zona... diciamo che questi modenesi non sanno sfruttare le occasioni sportive e che i padroni de "Il veliero" ringraziano. SuperVigna si fa una fetta di gorgonzola superlativa e Cozzari, il satellite umano, una bella pizza. Io vado a verdure lesse poichè ricordo bene come se fosse ieri i rinfacci che il pranzo di pesce che feci a Lido degli Estensi lo scorso marzo, mi si riproponevano mentre MAuro faceva delle tirate assurde ai 33 km/h costanti. Ottima la mia idea dato che poi, durante la perlustrazione del tracciato, la pizza di maurino non sapeva se andare in su o in giù.

Il parco Enzo Ferrari è enorme, premetto però che il mio giudizio vale ben poco poichè la mia cultura in merito si restringe a quello dell'Ansa del Tevere di Castello. Però vi assicuro che il tracciato è indubbiamente ben studiato e se anche fosse il contrario non lo ammetterei visto che mi son fatta più di tre ore di macchina per arrivarci. E per prender una sonora legnata da cicliste di tutta italia. Che tra l'altro già iniziano a "pararmi" il giorno prima. Una vecchia conoscenza mi domanda subito quante gare ho fatto, come va là in umbria...cose così. Io sto sul vago e poi in umbria va tutto alla grande, è domani che ci sarà poco da ridere. Soprattuto perchè ancora, alle undici di sera, non ho capito se correrò con gli amatori alle 9.30 o alle 13.15 con le elite e compagnia cantante. Mentre proviamo il tracciato scorgiamo pure l'idolo delle folle in borghese, Riccò, col bambino in braccio che osserva la compagna Vania Rossi mentre curva dopo curva studia il modo migliore per doppiarmi il più velocemente possibile. Visto che è neo-mamma cercherò di non farla faticare troppo.


Ovviamente, finito il blando allenamento, la cosa più ardua è ritrovare l'albergo, che del resto è neanche a quattrocento metri dal parco. I miei cavalieri confermano le loro qualità orientative e un paio di traverse le sbagliano. Di nuovo la fortuna ci assiste e l'albergo appare là davanti, come un oasi nel deserto. Doccia e giro in centro. Si cammina circa un chilometro per giungere alla piazza principale, dove si staglia la torre Ghirlandina. L'unica cosa che mi sento di dirvi è che è altissima: 90 metri. PEr il resto posso dire ben poco visto che è completamente avvolta da un enorme preservativo dato che la stanno restaurando. Gira voce che il condom lo abbiano chiesto in prestito a Maurone che ci tiene a precisare "Restituitemelo in fretta che non li fanno più su misura". E per coloro che intendono gli sportivi come delle masse di muscoli senza cervello sappiate che siamo pure entrati all'interno del duomo e abbiamo fatto considerazioni e apprezzamenti sullo stile romanico della chiesa, ma che i due leoni che sovrastano l'ingresso principale fanno pensare ad una più tarda opera dei maestri Campionesi. Oddio, fino al romanico c'eravamo, il resto lo sto copiando dalla guida che ho trovato nella stanza d'albergo. Guida della città che spero mi torni utile domattina quale coadiuvante post-colazione per consegna pacchi. Il buon ciclista che ama la lettura avrà ben compreso cosa intendo, per i meno avvezzi sintetizzo riferendomi alla seduta mattutina sulla poltrona in porcellana.

Terminati gli excursus culturali, consumato l'aperitivo, torniamo a dar commercio al ristoratore più vispo di modena, che non a caso ha una parlata indiscutibilmente partenopea. E infine ognuno nella propria cameretta. Maurone tenta un approccio, ma il letto è troppo piccolo e si accontenta del bacino della buonanotte. Il suo vero incubo è rappresentato da Cozzari, che con un lapsus molto freudiano ha voluto dimenticasse il pigiama a casa. E parole sue "Io la notte soffro molto il freddo". Ora tenterò di chiudere gli occhi ma l'immagine di due mauri che si scaldano a vicenda col calore dei propri corpi non sarà di grande aiuto. Per addormentarmi meglio accenderò la tv e speriamo ci pensi la De Filippi che spedisce la posta il sabato sera. Ancor peggio: Mauro+Mauro+DeFilippi, un incubo con protagonista un'orgia di tre uomini. A domani se sopravvivo.

DIRETTAMENTE DA MODENA E DAL CICLOCROSS PARCO ENZO FERRARI

SECONDO POSTO ASSOLUTO PER IL CAPITANO MATTEO DONATI. UNA GARA SUPERLATIVA!!!

giovedì 19 novembre 2009

SCATTI BOLLENTI

Se osservate bene, noterete nello specchio il volto della Milva riflesso che se la ride proprio di gusto, come del resta fa la Manuela direttamente in faccia a Michele. Il nostro Mauro non lo prende sul serio proprio nessuno!

mercoledì 18 novembre 2009

MODESTIA A PARTE

Leggendo qua e là i risultati delle gare in giro per l'Italia mi sono imbattuta nell'intervista rilasciata da Massimo Folcarelli dopo la sua vittoria di domenica scorsa. Dalle sue parole si evince una modestia non indifferente, ma soprattutto la grande considerazione che nutre nei confronti dei crossisti del centro Italia.
Di seguito vi incollo lo stralcio dell'intervista, per leggerla nella sua interezza cliccate qui

"Io e il mio compagno di squadra Stefano Capponi siamo ancora campioni italiani in carica; speriamo di ripeterci entrambi perché nel Centro Italia di avversari ne abbiamo ben pochi. Il nostro livello atletico è molto alto, domenica prossima andrò a Modena apposta per provare a confrontarmi con gli altri avversari”.

...speriamo di vederlo vincere a Modena... così può dire che quelli del nord sono scarsi come quelli del centro.

martedì 17 novembre 2009

PARTECIPARE E' INTERESSANTE, VINCERE LO E' MOLTO DI PIU'

Sarà perchè è tutto in salita, sarà perchè ormai tra ciclocross e cross country lo conosco come le mie tasche, sarà pure perchè ogni tanto le cose devono filare liscio, insomma, sarà quello che vi pare, ma a Casteltodino io mi ci sento come una nutria dentro al Tevere. L'anno scorso ho fatto la figura della cogliona facendomi fregare in volata. Questa volta a scanso di equivoci ho lasciato la compagnia al terzo giro, ho pregato tutti i santi, e l'epilogo è stato dei migliori. E potrei scrivere fiumi di parole su quanto non è fondamentale vincere, ma dare il meglio di sè. Però mi crescerebbe un nasone lungo che Pinocchio a confronto sembra fresco di rinoplastica. Tra il vincere e l’andarci vicino, è un pò come il pollo: il petto è buono ma vuoi mettere la coscia? Io se posso scegliere preferisco farmi una bella "trippata" di cosce. Il petto alla fine è stoppaccioso e pure dal secondo gradino in poi tutto ha un altro sapore.

Bisogna dire però che questa bella vittoria non è solo merito della sottoscritta che in settimana ha messo mano alla bici da cross usandola per allenarsi su strada, per pagare le bollette, per fare la spesa, per andare al bagno, per dare l’aspiravolvere... insomma...un pochino ci sono andata! Il merito più grande è della pizza alla diavola della sera prima che "il Duro" ha impastato con tanta sapienza culinaria ma soprattutto del caffè mattutino della "donella de sorca".

Credo usi una miscela arabica speciale per il suo espresso, cocaina mista ad anfetamina pura. Oltre al caffè magico, il sostegno del mio spasimante dalle spalle larghe che ogni tanto riesco a trascinare a qualche gara, è stato provvidenziale. Non confondetevi, non è che temo che poi causa sconfitta possa farmici la giunta. Anzi, lui da bravo fidanzato mi elogia e mi giustifica sempre. Però sentivo che mi avrebbe portato bene, e in più, visto che ogni uomo ha sempre qualcosa da farsi perdonare, in questa maniera avanza una delle tante strapazzate femminili del tipo “ma come ti sei vestito!?” oppure “…e la barba?” come anche “ah…hai deciso di venir via così?”. La presenza di Francesco temo abbia suscitato un filo di gelosia nel cuore del buon Mauro che ha sintetizzato: “Le donne son tutte uguali: basta che trovano uno con la macchina più grossa della tua e ti abbandonano come un cucciolo in autostrada!”.

Dite a Mauro che la versatilità del suo Bmw non ha paragoni, la VignaMobile è il coltellino svizzero delle automobili. Oltre al danno, la beffa dato che il nostro vice-direttore è giunto sul campo gara e ha dovuto sopportare un ulteriore assalto al morale: la sua pianta da frutto preferita, omonima del suo caratteristico cognome è stata estirpata: la vigna non c’è più. E ancora… cacca su cacca…al primo giro buca e si fa più di mezzo giro a piedi salvando il salvabile.

Mentre accadeva tutto questo, una lotta intestina, ma non una dissenteria intendiamoci, stava avendo luogo tra Paolo e Giorgio Colli. Paolo non ha mollato quella ruota posteriore neppure un secondo: sa tutto di lei, quanti raggi ha, il tipo di carbonio, marca di tubolare. E poi, dopo aver preso appunti, ha lasciato Giorgio allo sprint finale, battendolo di una bicicletta. In seconda fascia avevamo un vero squadrone allo start. Il ritorno di Fabione con una fiammante Ridley in Carbonio non è passato inosservato, ed era anche in discreta forma lo spilungone. Ormai son passati i tempi in cui era lotta dura con Permaz.

Quest’ultimo è incatenato giorno e notte alla scrivania dell’ufficio…eh, quando si diventa “capetti” non è tutto oro. E se non è in ufficio è in cantiere, quello di casa nuova, a discutere con l’idraulico che vuol infilargli la tazza tra la porta del bagno e la colonna del muro, che per far la pipì bisogna mettersi “per coltello” come si dice da noi. La seconda partenza dicono e sottolineo dicono, l’abbia vinta Marco Cellini. Pare che quelli di google earth per un’ora abbiano temuto che un virus gli stesse invadendo il sistema vedendo quella lucina bianca che girava in tondo.

Tutta sta bigiolica per dire che ha vinto con la sua solita classe. Ma dietro di lui c’era un Donati scatenato, che se non era per la partenza ritardata di trenta secondi, secondo me un pochino lo avrebbe fatto vacillare. Ehi, ma detto tra noi, l’avete vista la bici di Matteo? Pare la versione “Dolce&Gabbana” con tutta quella roba dorata. Avercene di Colnago in quel modo! Ah un avvertimento: se incontrate Mauro denominato “Il Folletto” dal nostro caro Carlo, non accennate a nessun argomento che contenga o tratti la parola “secondo”. Rischiate la morte immediata.

sabato 14 novembre 2009

IERI, OGGI E DOMANI!

Mentre il pensiero vola e cerca di immaginarsi cosa ne sarà di noi in quel di Casteltodino, dove le ripide vigne mi danno una magra speranza di combinar qualcosa di buono, che di questi tempi è tutto grasso che cola se riesco a portare a termine la faccenda, dall’altro torno con la mente al bel pomeriggio di giovedì, trascorso facendo il sopralluogo sul terreno di gara per il ciclocross di Umbertide. Son diversi anni che io e Roberto ci ripetevamo di quanto sarebbe stato bello organizzare dentro il parco, che in autunno vanta uno scenario da cartolina, una competizione targata bikeland. Ci mancava solo l’occasione adatta ed un Mauro Vigna che alla bisogna è sempre pronto a realizzare quello che solitamente gli altri adorano delegare. Il 29 novembre cari i miei crossisti non vi verrà da ridere. Per chi ama questa disciplina e la intende nel vero e proprio senso del termine avrà pane per i suoi denti: passaggi tecnici, terreno insidioso, salite ripide, lunghi tratti con la bici in spalla, ponti e scale. Insomma come si suol dire “mangiateci il pane”, perché se partite a tutta verrà poi da domandarsi se sarà una corsa ad eliminazione. L’altro giorno, quando sono arrivata per testare il percorso, sfortuna ha voluto, ma senza neanche troppa sorpresa, che tutti gli altri fossero in ritardo, tranne il nostro Cozzarino. Mauro è uno preciso e già stava lì a far stretching. Detto tra noi in questi giorni soffre di sciatica e dice che domani non vuol correre…ma voi ci credete? Comunque arrivo lì e mentre che aspettiamo facciamo un giro di prova. Fare un giretto di cross con Cozzari davanti è come cercar di tener testa a tavola a Giuliano Ferrara. Sfoderava certi passaggi che manco col carrello elevatore li avrei affrontati. Il meglio sono stati gli scaloni in discesa ricoperti di fango con curva secca a destra. Le scali le ho fatte…però la curva è venuta male, nel senso che ho fatto un bel drittone e son finita tra gli sterpi. “Vedrai che se ci prendi la mano ti viene” mi fa lui. Io mi conosco bene però e già penso di appellarmi a nostro signore del fettucciato Mauro Vigna colui che tutto può ed elidere questo passaggio è un favore che mi deve. Finita la ricognizione arriva pure il resto della truppa. Subito metto le mani avanti riguardo a quei magnifici scalini insanguinati. In effetti ammette Vigna che son pericolosi e mi rincuora non sapete quanto vedere che Carletto fa quella curva secca proprio come me poco prima…un altro drittone. Il colmo è che io gli son dietro e di nuovo ribadisco la mia incapacità “Carlo spostati, via, via, che vengo giù diretta”. Evviva, l’ho spuntata, Vigna mi ha dato retta. Il capitano si è un po’ indignato: certo lì i fenomeni avrebbero fatto la differenza, ma io penso alla mia di pelle. E poi loro vanno forte comunque e non avranno di questi problemi. Dicesse Carletto “Tu Mauro capirai che fatica fai, sembri un folletto”. Ed ecco che in quell’istante Cozzari divenne il follletto del bikeland e si sa che noi qua i soprannomi non è che poi li disdegnamo tanto. Dopo un’oretta e mezza che son lì arriva l’uomo in rosso del Team, il nostro capoclassifica Sebastiani, che quando non zompa le palanche o non attacca briga con Colli, si diverte a trasportare da scuola a casa e viceversa i ragazzini delle scuole medie. Quando l’ho visto arrivare ho fatto due conti ed ho compreso che per poterci raggiungere così presto, quei bambini non sono stati riportati dallo scuola bus, ma da uno shuttle o un missile.

Avrà fatto con l’autobus una media di 100km/h. Ormai si è così abituato ad andare come un razzo il nostro Paolino che non si regola più. Chissà domani che organizza lì a Casteltodino: io ce lo vedo proprio bene tra quei vigneti. Per di più ci saranno anche moglie e figli ad applaudirlo: doping naturale! Io pure porto un gran bel pezzo di sostenitore: per l’occasione il mio fidanzato viene a fracassarsi le scatoline tutta la mattinata. Roberto mi ha domandato “Ma cosa deve farsi perdonare?”. Che malfidati che sono. In realtà l’ho invitato perché ha la macchina tanto grande e lì mi cambio con comodità e al caldo. Quanto sono romantica!

domenica 8 novembre 2009

A CAGLI TANTO FANGO...che da noi si dice TROSCIA!


Dopo un bel pò di tempo lontana dalle care vecchie domeniche tutte consacrate alla competizione e al contrario dedicate a rigeneranti giri in compagni di un fratello sempre più proiettato verso la famiglia e al mondo dell'edilizia e per forza di cose meno ai numeri attaccati alla schiena, ritornare sul terreno di gara con la pioggia battente non è proprio il massimo. Stamattina siamo partiti per Cagli. Questi signori dell'Udace ci piacciono sempre di più, anche perchè le Marche sono tutte da scoprire e là il ciclocross lo sanno organizzare, percorsi che divertono senza pretendere troppo, ricchi premi, giudici davvero in gamba e organizzatori col sorriso sulle labbra.


Basta davvero poco per creare piacevoli situazioni dove il ludico si unisce all'agonistico.


Giornata campale se così vogliamo dire, visto che schieriamo una macchina organizzativa di tutto rispetto, della quale io mi esimo totalmente dall'addossarmi il merito. Idropulitrice a scoppio con taniche al seguito, gazebo che ci ripara dal diluvio e ci fa sentire un pò più squadra, supporter d'eccezione come Michele di Massa addetto al cambio e lavaggio bici. Insomma, gli altri ci guardano con invidia. All'arrivo sul posto ci accoglie il Cozzarino tutto avvolto nel suo preservativo ma senza vaselina, una di quelle tutine che a Trestina vedi circolare la sera alle 9 quando queste simpatiche quarantenni cercano di smaltire la cena sudando. Penso però che Maurino la usi per non infangarsi fino ai denti visto che oggi non mancava la melma. E oggi che partire per prima avrebbe fatto comodo ovviamente mi è toccata la seconda partenza. Chiariamo subito il punto della situazione: avrei anche potuto pedalare decentemente se non fosse che al primo giro ho fatto un bel bordello azzeccando tutte le traiettorie peggiori. Di conseguenza ho caricato sull'anteriore circa due ettari di campo arato che l'anno prossimo siamo già pronti per piantarci il tabacco. Così ogni mezzo giro dovevo fermarmi e infilare le dita in mezzo ai pattini e neanche vi dico poi quale artista sia io nella manutenzione del mezzo, tanto lo sapete bene da soli. Così per forza di cose oggi ci accontentiamo di un terzo posto da imputare alla pura arte femminile di non imbroccare mai la strada migliore e meno complicata per arrivare in un punto nel meno tempo possibile. E si sà benissimo, se le donne possono farla complicata è proprio allora che ci si mettono d'impegno. Fortunatamente il resto della squadra è composto da uomini di chiara levatura. Matteo ormai viene segnalato dalla stradale appena passa il confine con le Marche: lo odiano a morte. Trafugatore di primo posti. Un certo Pieri per l'incazzatura ha sbattuto un telaio per terra. Io ho visto solo il cadavere, il resto me lo hanno raccontato. Ma dalla leggerezza del gesto comprendo che il telaio non era suo!


C'è chi può permettersi certi gesti. Io e mio fratello abbiamo un cancello a metà e ci va di lusso se riesce a fare il suo servizio almeno un paio di domeniche al mese. Ciclisti viziati. Il Cozzarino è partito come un razzo e pareva avesse mangiato, come dicono dalle mie parti, "il pan col bruttomale". Sfortuna ha voluto che il primo posto assoluto gli sia sfuggito a causa di una brutta caduta, grazie alla quale ha frantumato un paio di fettucce. Io ringrazio visto che mi ha risparmiato uno zig zag in più. L'altro Mauro, quello che ormai è nonno anche se vuol esser chiamato zio, ha fatto un bel miracolo. Nonostante una foratura è giunto terzo, operando un recupero che non ho mai visto fare a nessun nonno di mia conoscenza. E' proprio vero che i tempi stanno cambiando e che l'aspettativa di vita sta aumentando vistosamente. Cresta altissima in partenza e gasato al massimo il nostro Carlo Arcaleni, neocrossista veramente allettato dalla condizione climatica proibitiva e dal percorso altamente tecnico. A fine gara l'effetto testosterone è esaurito, la cresta si è abbassata e si è molto ridimensionato rispetto all'eccitamento iniziale chiosando "Madonna che stenta!". Ha aggiunto uno strano aggettivo del tipo "divertente", ma temo sia stato dettato da un certo annebbiamento cerebrale dato dalla stanchezza. Una stenta della madonna ha ammesso di averla sofferta pure Antonio, lui però è stato molto più realistico, evitando di allargarsi parlando di divertimento. E poi c'è lui, il nostro fiore all'occhiello, del resto fa il fioraio come secondo lavoro. Paolo con la sua eleganza ha tagliato il traguardo quarto assoluto, una gara magistrale la sua se non fosse stato poi per una maledetta foratura a metà competizione. E' bello poi notare con quale tranquillità affrontino tali inconvenienti.


Io quando parto in bici, su strada, alla quale non riesco mai a togliere il copertone che è troppo duro, avverto sempre mia madre o il mio fidanzato che devono rendersi reperibili, poichè da un momento all'altro potrei chiamarli per chiedere soccorso. Sono proprio simpatica. L'unico a non aver avuto problemi meccanici oggi è stato Antonello. Il suo ritorno alle gare in quel di Cagli è stato memorabile. Si vede che vivere con una donna accanto lo ha plasmato nel profondo: non si è fatto neppure una goccia di fango sui pantaloni. Certo è stato molto più semplice riuscire nell'intento se consideriamo che si è dedicato più all'incitamento che al gareggiare di per se. Di bici al seguito non ne aveva...ma ormai per lui è un'abitudine se alcuni di voi ricordano le vicissitudini di Cantalupo. Alla prossima puntata miei carissimi lettori e un saluto speciale a Permaz...che tutti lo cercano e a forza di sentirmi rispondere che stai a metter su casa penseranno che stai edificando una cornucopia del castello di Windsor!

AFFRONTARE IL NEMICO

Chiunque ami le due ruote e in particolar modo pedalare fuori strada sa benissimo che esiste un periodo dell'anno veramente pericoloso durante il quale la pratica di tale sport diventa una sfida continua tra la vita e la morte. Ogni santo giorno, a partire da settembre fino a buona parte di gennaio trovi dei boschi che paiono l'esatta copia delle immagini di guerra che ci giungono da Kabul e luoghi affini. Branchi di uomini in mimetica, armati di doppiette e fucili a pallettoni, addirittura muniti di baracchini che non sanno assolutamente usare e che trascorrono la mattinata cercando di sparare a qualsiasi cosa simuli un movimento. E non ci chiappano per fortuna. Generalmente la nostra categoria è perennemente in combutta con questo esercito che colora i nostri appennini, poichè un pallettone che ti arriva mentre pedali spensierato non è proprio il massimo della goduria e di quella sensazione corroborante che l'allenamento dentro la boscaglia autunnale regala. Stamattina, attendendo il buon Mauro che mi venisse a prendere per partire verso Cagli, ho fraternizzato col nemico, tentando di stabilire rapporti di diplomatica sopportazione. All'inizio mi sono sentita come un "sorcio" dentro il colosseo, poi le forze armate si sono sciolte un pò e abbiamo trovato come comune denominatore la grossa problematica della meteorologia, che condiziona sia noi che loro. Peccato che noi in bicicletta alla fine stamattina ci siam dovuti andar lo stesso e abbiamo masticato fango in una gara dura e facile all'imprecazione, loro invece, con la scusa che diluviava son tutti tornati al caldo nei loro lettini.

sabato 7 novembre 2009

TEMPI CHE CAMBIANO

Carissimi ed incaxxatissimi lettori, ove il nervosismo va imputato al maltempo che in questi giorni ci sta logorando il sistema limbico, zona da trattare con prudenza se si vuol evitare la schizofrenia e che con questa acqua che niente che metti il piede fuor dalla soglia di casa di casca addosso manco fossi Fantozzi ci mette davvero alla prova.
Fortunatamente giungono notizie che permettono alla mente di spaziare verso lidi meno grigi, quei gossip che in un blog come questo sono linfa vitale, per me quanto per voi.


Ecco che l'altra mattina una telefonata a destra e una a sinistra e dopo aver sentito il diretto interessato, dopo aver controllato pure se l'Ansa confermava, inizio a sparger la voce che qualcosa all'interno della nostra squadra vincente sta cambiando. Un momento epocale, una svolta si inizia a sentire nell'aria: Mauro Vigna è diventato nonno.


Un tempo conoscevamo quest'uomo come latin lover, poi è stato botanico, l'abbiamo visto nei panni di chef, qualche volta meccanico, spesso filosofo, nonchè psicologo e assistente sociale. Da oggi non sarà più tutto questo e soprattutto non sarà più il grande ciclista che conosciamo, poichè ormai è nonno.


E l'avete visto mai un nonno che va in trasferta a correre tra la neve? Un nonno che alle gare dà la paga ai ragazzoni di trent'anni? Un nonno che fa la corte a tutte le giudici, le cameraman, le cicliste....e perfino alle formiche che si fanno i cavoli loro dentro il bosco? L'avete mai visto un nonno che zompa le palanche e salta in bici alla bersagliera rischiando ogni volta l'impotenza a vita? Le cose stanno cambiando e Mauro, questo è un appello nei tuoi confronti e a salvaguardia del piccolo Alessio, che un giorno dovrà confrontarsi coi coetanei in un mondo dove l'indice è più lungo del medio come disse il povero DeAndrè. E allora tu dovrai tentare di non farti riconoscere per originalità e adeguarti alla classe media. Per fortuna più nostra che tua, sappiamo tutti che un Mauro normale è cosa impensabile come impensabile è pretendere che la gente ti chiami zio perchè nonno ti pare ancora una parola che non ti calza proprio a pennello. Nonno sei e nonno resti ormai. Però avercelo un nonno così!!! Pensa poi a che strage di cuori farai mentre sarai in fila per prender la pensione spalla a spalla con quelle vecchiette!

giovedì 5 novembre 2009