martedì 30 dicembre 2008

BIKELAND HOSPITAL in OCCHIO BIRBO


Quest'anno le gite al pronto soccorso non sono mancate. In casa abbiamo aperto una pratica che teniamo accanto a quella dove archiviamo le bollette pagate, e appena arriviamo a dieci ticket ci regalano un borsone da viaggio e uno spremi-agrumi.
Questa volta la faccenda si è resa nota la notte che ha seguito il traumatico rientro da Roseto. Mi sveglio e mi rendo conto che l'occhio destro non si comporta come dovrebbe, nel senso che pare mi ci stiano friggendo dentro una frittata con porri e pancetta e tutto attorno qualcuno si stia suonando una danza maori come fosse un tamburo.
La mattina con un occhio ancora funzionante e l'altro semi-chiuso vado a fare un giro in mtb con roberto e marco. Cado solo due volte, complice la neve e la difficoltà nello scegliere le traiettorie con un occhio solo. A casa mi accorgo di avere pure la febbre: inizio a fare due più due, collegando febbre e occhio pesto. Mi presento in pronto soccorso che direttamente e con una velocità da invidiare alla nemesi di will coyote mi spediscono in oculistica. Mi accoglie un medico che mi domanda se sono lì per problemi agli occhi. Nonostante la spossatezza ed il dolore due risate me le faccio di gusto. Chi mai si presenterebbe da un oculista per un problema oculare? Non sia mai, in effetti mi doleva pure il ginocchio che avevo battuto la mattina, comunque...
L'ultima volta al pronto soccorso mi salutarono con una diagnosi da antologia "Potrebbe essere di tutto". Ieri hanno ristretto il campo a due possibilità, che in realtà si intersecano e fanno sì che la faccenda sia davvero deliziosa e permetta di chiudere l'anno in bellezza: uveite moderatamente grave con lesione corneale. La lesione già l'avevo e ogni tanto si riapre, l'uveite è una inaspettata novità che accolgo con grande entusiasmo visto che son due mesi che non mi capitava niente e qualche malanno ogni tanto ci vuole. In pratica ora faccio il pirata e tra un assalto alle navi nemiche e l'altro riempo l'occhio con cinque colliri diversi, uno dei quali mi fa bestemmiare in aramaico antico. Finito il rito propiziatorio della guarigione rimetto la mia benda e ritorno all'imprecazione perpetua visto che domani i nostri eroi scaleranno il monte ventola e io nel frattempo tornerò dall'occhiologo a farmi dare un'altra sonora tastatina al bulbo.
Sia ben chiaro, domani salto, ma per capodanno io in bicicletta ci torno, sia con un occhio, che con due, non fosse che con tre. Magari tre! Sai che guida bionica!

domenica 28 dicembre 2008

ROSETO ANDATA E RITORNO...grazie al cielo!

FATE I BRAVI SE POTETE: la lunghezza del pezzo non vi induca a saltare le righe o guardare solo le fotografie. Altrimenti non solo potreste perdere il senso del racconto, ma intristire pure me che cerco di allietarvi mentre il letto qui accanto mi sta facendo una corte sfrenata.
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Potrei liquidare la trasferta sportiva presso Roseto degli Abruzzi, in occasione del Giro d'Italia ciclocross, elencandovi i vari piazzamenti che abbiamo collezionato. Ma sarebbe come cucinare una crostata senza le strisce di pasta frolla sopra. D'altro canto non è neppure così semplice fare una sintesi di uno spaccato di 24 ore trascorse in compagnia di Mauro, Matteo, Alessio, Francesca e Antonello. Una trasferta in loro compagnia assomiglia molto ai viaggi psichedelici narrati dal famoso giornalista Hunter Thompson, l'inventore del Gonzo Journalism, dove a prevalere sulla realtà è il delirio e l'ecceso all'ennesima potenza. E viaggiando verso la meta, il tranquillo albergo di Roseto, io e Alessio ci sentivamo immersi proprio in quell'atmosfera che il buon Thompson raccontò nel 1970, solo che al posto della decappottabile rossa eravamo a bordo della VignaMobile. L'oscuro Bmw si presta alle situazioni e alle disquisizioni più oltraggiose: dove l'unico intermezzo concesso all'argomento sesso, sessualità ed erotismo era un timido accenno al teatro d'impegno civile e ai nostri cantautori preferiti. Bastava poi una battuta qualsiasi per rituffarsi in quel limbo di follia, una battuta del tipo "Ma che cos'ha questo deragliatore? Senti come fa: ii-oo, ii-oo" [da leggersi come il ragliare dell'asino se non aveste capito]. Perfino la padrona dell'albergo in stato interessante non frena Mauro dalle battute più astruse, al chè, in un lampo di lucidità mi sono sentita in dovere di frenarlo un pò: "Mauro, almeno lascia stare la signora che è incinta!" e lui "Oh, guarda che non sono mica stato io!". Per fortuna un sonno ristoratore resetta ogni elucubrazione mentale e al mattino, al tavolo della colazione Mauro per un attimo si presenta nelle vesti del vero e proprio ciclista che prima della gara lamenta i dolori del caso "Ho mal di schiena". Alessio non si lamenta di niente, anzi, testa bassa sul piatto e si spazzola panino, formaggio, biscotti, tè e yogurt. Anche MAtteo fa una super colazione: caffè espresso senza zucchero. E' proprio ingordo. Da un lato della sala invece, zitti zitti, se ne stanno i fidanzatini del bikeland: Antonello e Francesca, che con una mano si fanno le carezzine e i versini e con l'altra mangiano biscotti e marmellata. Finiti gli approcci amorosi, sia del presidente e consorte, che di Mauro con la Maitresse, e pure di Matteo che rimira la sua Colnago, si parte per il campo gara.
Ora, non è per vantarsi, ma ormai di garette sia in umbria che fuori ne ho viste, e se anche non sono un pozzo di scienza, lasciatemi dire a cuor leggero e con tanto di autocompiacimento che noi, col nostro Memorial, con la Downhill e il cross di Lama, siamo i meglio fighi del bigonzo. Come le organizziamo noi, giusto il tour de France ci eguaglia. Di certo questi intelligentoni di Roseto devono aver pensato che il ciclocross vada disegnato come il tabellone del gioco dell'oca. Quale mente malata può pensare di costruire l'intera gara attorno alla zona adibita a parcheggio, docce e iscrizioni? Praticamente ogni volta che un veicolo doveva andar via, bisognava aspettare il passaggio degli atleti e abbassare le fettucce per far passare caravan e furgoni. Per non dire della pericolosità del percorso: continui attraversamenti dall'erba e dal fango verso l'asfalto, per dritto e per traverso, curve disegnate con bidoni di ferro, tombini non segnalati, e paletti assassini. Per fortuna che il tutto è stato reso ancor più piacevole e divertente dalla continua pioggia: il massimo è stato poi lavarsi gambe e scarpe ai piedi direttamente con l'idropulitrice.
Il ritorno in albergo per la doccia, e il conseguente pranzo è stato caratterizzato da un'aria pesante e triste: complice il dispiacere di Matteo, che per colpa della mancanza in tribuna dell'amico del cuore Scotti, ha corso senza la veemenza che lo contraddistingue. Pure io ero un pò giù, questa volta ho preso una bella spolverata da un'avversaria imprendibile. Grazie al cielo lo Chardonnay stappato da Mauro ha ridato un pò di colore alla giornata grigia che è poi proseguita con la spettacolare gara corsa da Fontana, vincitore indiscusso tra gli elite. Un tifo acceso lo abbiamo riservato pure al nostro Chieruzzi, il piccolo di famiglia, davvero in forma oggi. Anche i CoBo Pavoni hanno udito i nostri incitamenti, ma non tutti, perchè ce n'è uno, dice matteo "che non glielo faccio il tifo, che mi stà qui..." Qui dove direte voi? Usate un pò di fantasia.
La via del ritorno è stata una interesssantissima Odissea dove al posto di Ulisse che narra le proprie sventure c'è Mauro che racconta le tappe che hanno scandito la propria infanzia fino all'età matura, in chiave prettamente sessuale. Non pensiate però che la trama del racconto sia un succedersi di volgarità e immagini oscene. Il costrutto mentale che Mauro offre del sesso è triplice: ludico, pratico e sociale. Nel senso che giocare è bellissimo, praticare rende sempre più esperti e socializzare è insito nell'indole umana fin dalla notte dei tempi. Poi le cose per un attimo degenerano quando ti spara qualche flash qua e là: come quando gli prendono i crampi mentre ha un orgasmo, o deve fermarsi perchè gli suonano al campanello. Ora miei cari lettori potrete comprendere il perchè spesso mauro vi apra la porta di casa tutto trafelato: non credetegli quando vi racconta che è appena sceso dai rulli. E al contrario credetegli quando vi racconta di assurde esperienze di sesso acrobatico. Quando poi il Delirium Tremens raggiunge punte inconcepibili ci pensa il ghiaccio e la neve di Apecchio a darci una lavata di capo. Che smaltita: la bmw ha iniziato a danzare a destra e sinistra come Barisnikov. Mauro Alonzo l'ha ripresa alla grande, poi il pit stop è stato doveroso. Primo perchè temevo di averla fatta nelle mutande e secondo per le catene. Per fortuna che c'ero io a dare una mano, sennò questi uomini chissà che avrebbero combinato. Infatti le donne in questo caso hanno una marcia in più: lo dimostrano le condizioni in cui l'ex consorte di mauro gliele ha riposte sulla scatola in bauliera. Erano aggrovigliate come le lucine dell'albero di natale. I bollenti spiriti, con la neve per strada si sono sopiti e il ritorno alle proprie case è stato un graduale recupero delle capacità mentali di base, il minimo indispensabile per non dare a vedere alle rispettive famiglie quanto queste trasferte sportive possano essere più deleterie di tre notti di fila al REDZONE.

sabato 27 dicembre 2008

REGALO FRATERNO

Tra i vari doni di Natale dimenticavo di menzionare uno dei più graditi e originali: il Biker-Calendario. Un pensiero da parte di Roberto, che con l'indiscutibile classe targata Permaz Production, ha raccolto dodici dei migliori scatti rubati tra gare e escursioni per incorniciare ogni mese dell'anno. In copertina ci siamo noi due, in cima al monte tezio, monte che tutti conosceranno benissimo quale proprietà privata dell'amico Michele Andreani, che ogni tanto ci lascia le chiavi e ci fa fare un giro. E all'interno è un susseguirsi di bei momenti, che se non fosse per l'amore di mio fratello nei confronti della fotografia, resterebbero sì fissati in mente ma forse in maniera molto meno nitida. Uno spot della kodak recitava infatti "Una foto non scattata è un ricordo che non c'è"... e noi per fortuna non ci dimentichiamo di nulla, il nostro archivio conta giga su giga di attimi indimenticabili, come Pieroni che salta gli ostacoli cadendo bocconi, o Matteo che compra un panino con la porchetta, o Mauro che importuna qualche signorina, o le partenze fulminanti di Paolo...
Un unico pensiero negativo osservando il calendario mi attanaglia la mente: il mese di novembre, quello con lo scatto che rende le mie notti più tranquille, è tanto lontano rispetto ad oggi.

LE FESTE A MODO NOSTRO

Finalmente ci prendiamo un pò di tempo per noi visto che è molto tempo che non ci raccontiamo qualcosa. Ma potrete capirmi miei atletici lettori che a differenza di Philip Dick sognate pecore in carbonio piuttosto che elettriche. I giorni di festa, appena trascorsi andavano dedicati ad una sola attività, che non è quella di restare in famiglia e scambiarsi doni e affetto. Quando ci sono ore libere c'è una sola cosa da fare: andare in bici. Poi verrà il momento del bilancio: se avete fatto i bravi babbo natale vi porterà una Sid Race nuova di zecca. Anzi, a dirla tutta, non solo babbo natale non ci ha messo uno spicciolo, ma neppure le renne ha scomodato per portarmela visto che me la sono comperata da me. Poi Roberto ha investito in una quota azionaria del mio nuovo nokia, visto che il vecchio iniziava a soffrire di una strana malattia comunemente detta "Breccole di dentro", nel senso che mi ci è entrata la terra mentre andavo in mtb. Un altro autoregalo davvero utile è stato il check-up alla bici da ciclocross, mezzo che vi sconsiglio di acquistare, poichè finisce per costarvi tra manutenzione e tutto, più di quelle aitanti polacche che danzano nei night club. Tutti questi fatti alla fin fine non riguardano il natale visto che risalgono agli inizi di dicembre, infatti ho il bel vizio di anticipare il natale come fanno nei supermercati, che espongono il panettone a partire da Ferragosto. L'unico regalo che ha dato un senso al 25 segnato di rosso sul calendario è una bellissima collezione di De Andrè donatami da un illustre ciclista ignoto.
Il vero spirito natalizio si è iniziato a sentire domenica scorsa con la PAnettonata, con Mauro che ha fatto il fenomeno percorrendo tutti i trenta chilometri con la ridley da ciclocross mentre altri 79 esseri umani erano in mtb. Con un freddo atroce e la mia ruota libera che fa più rumore delle slitte di babbo natale che tamponano i pulmini di castello che vanno a metano. Il natale è iniziato ad entrarmi nelle ossa la mattina della vigilia, durante un'uscita da antologia, come lo sono tutte del resto, in compagnia di undici ciclisti fusi di testa, capitanati da Roberto il Vetraio. Il judoka ciclista si è vantato per trenta minuti delle sue nuove gomme Gato, dell'estrema tenuta che hanno col bagnato. Poi è caduto per terrra come una noce di cocco. Alzatosi ha passato altri trenta minuti a raccontarci di quanto sia poco intelligente fidarsi delle prime impressioni e che solamente gli stolti non cambiano mai idea. Presto in vendita un paio di Gato. Il vero Vip di giornata è stato Flavio: promotore dell'uscita e grande intenditore di percorsi fuori strada, ci ha allietato con una dolce sorpresa. A metà percorso ha tirato fuori due bottigliette di spumante e fette di pandoro per tutti. In testa alla carovana, per tutto il tempo, c'è stato Carletto l'avvocato, definitivamente tornato competitivo dopo un'estate trascorsa in ritiro ad allenarsi in Texas assieme ad Armstrong. A spalleggiarlo la nuova punta di diamante del team (come direbbe Giorgio), al secolo Francesco, o meglio "Er Cipolla". Zitto zitto il Cipo la prossima stagione, se si decide a darsi alle competizioni farà piangere diversi giovanotti.
Il clou di giornata si è registrato però alle 16 in punto dello stesso giorno. Vigilia di Natale, ritrovo davanti al negozio. Tutti vestiti da Babbo Natale, con bici al seguito e pronti via. In giro per il centro cittadino a distribuir caramelle e a far casino. Ecco lo spirito della Babbo Natalata, il cui nome vi fa comprendere come ogni cosa noi ciclisti la decliniamo alla stessa maniera: Panettonata, Bringolata, Salsicciata, Sgambata...e Babbo Natalata. E' stato un festival dell'idiozia pura, con pantaloni bracaloni che si incastravano tra la guarnitura, con Mauro che offriva lecca lecca a signore e signorine quando in realtà avevamo solo caramelle alla frutta. Con gente che ci farmava per fotografarci. Con altra gente ancora che voleva farci l'elemosina...e così abbiamo scoperto come ovviare ai deficit della squadra. Poi c'era Michele che aveva una gran fretta di tornare a casa perchè, parola del Posty, doveva tirare i laccietti che fuoriuscivano dal maglioncino della Milva. Aveva una gran paura che non glieli facesse tirare più, ma il buon posty consolava e rassicurava michele continuamente. Roberto ha rischiato la vita diverse volte: il cavallo abbastanza abbondante dei pantaloni gli si incastrava alla sella. Ci mancava pure la banda in piazza a suonare trombe e tamburi. Via a girar loro intorno con le bici per infastidirli, addirittura Mauro si è messo a far la gimkana tra il corno francese, l'oboe e il basso tuba. Fabione non ha risparmiato neppure moglie e figlia: prima ha svegliato la bambina che dormiva sonni beati, solo per fare una foto con noi schizofrenici. Poi ci ha permesso di fare irruzione nel bar per brindare non sappiamo bene a cosa, ma intanto noi il brindisi lo abbiamo fatto, poi si vedrà! Dopo di che ogni ciclista a casa propria, sperando che gesù bambino faccia la sua parte. E se non la fa lui, ci pensiamo da soli: fabio si è regalato una colnago da supermercato...nel senso che se vai a fare il paragone vale quanto tutto il supermercato. Roberto si è fatto la ktm un mese fa quindi anche se spende i miliardi deve farlo in incognita altrimenti la dolce consorte potrebbe inveire. Carlo, l'uomo che riesce a trasformare un paio di occhiali in lenti a contatto, ha fatto un pò come roberto: la trek vincente di Matteo presa un paio di mesi fa. Poi ha pensato intelligentemente di regalare alla moglie un pacchetto di sedute domenicali alle terme per tutta l'estate, della stessa durata del calendario mtb. Il figlio di Giorgio, Francesco, ha ordinato un cubo di cemento da Barbetti, così quando esce con noi se lo lega al collo e possiamo uscire tutti insieme senza temere che quando arriviamo ci sia già lui che con tavola imbandita ci accoglie con un pasta party.
Matteo in quanto a regali non deve neanche aprire bocca dopo quella colnago da ciclocross che tiene tra le chiappe tutte le domeniche. Al massimo, se volete regalargli qualcosa fategli un gonfietto (e non dico pompa perchè sennò si scatenato i Vigna repressi), che in Piemonte abbiamo dovuto chiederlo ai vicini di parcheggio. A presto con nuove e più esaltanti idiozie. I giorni di festa preannunciano grandi performance da parte di tutti, molto più freschi e pronti a dare il meglio di sè!

venerdì 19 dicembre 2008

SHIMANO ELECTRIC GUITAR


Ecco il nuovo cambio Shimano. Assomiglia molto alla chitarra di Jimi Hendrix dopo il concerto di Woodstock.
Ad un certo punto non riuscivo a capire perchè la catena si rifiutasse di scendere sugli ultimi tre pignoni. Poi ho dato un'occhiata e ho capito tutto. Ho capito che andare in giro con una corda del cambio spessa pochi micron fosse un pò troppo azzardato anche per me, che più di una volta quando esco in mtb porto via la camera d'aria della bici da corsa.

GOSSIP BIKELAND

mercoledì 17 dicembre 2008

IL CICLISTA DEPRESSO SI RICOVERA IN PALESTRA


Le giornate corte e le perturbazioni atmosferiche devono avercela a morte con noi ciclisti. E oltre a questo devono aver stipulato qualche contratto con le palestre di ogni dove. Credo che il divino lassù prenda una percentuale sul prezzo che i poveri amanti delle due ruote ogni anno sborsano alla palestra per sentirsi il meno depressi possibile nell'impotenza davanti alla natura matrigna. Buio presto e tempo brutto fanno sì che molti di noi si diano appuntamento in palestra. Luogo non troppo felice per chi ama gli spazi aperti. Fortunatamente c'è chi riesce a trovare in questa virata temporanea certi benefici. Il lato dell'umanità che vanta barba e peli può ammirare le forme femminili imprigionate in tutine di lycra che poco lasciano all'immaginazione. Io per quanto mi riguarda, arrivo in palestra il pomeriggio con un mal di testa tale e una voglia di pedalare all'aria aperta che se qualcuno mi parla lo magno vivo. Così, anche l'essere umano uomo più disgraziato di questo mondo non mi si avvicina manco a pagarlo. E meno male, visto che in questo periodo di soldi ne restano pochi. Soprattutto quando si spacca un cambio a settimana correndo le gare di ciclocross con troppa noncuranza. Bisogna dire che quando non vincevo mai non rompevo mai nulla. Ora che ogni tanto vinco, rompo sempre qualcosa, ma Matteo i prosciutti che mi regalano alle gare non li accetta al posto delle banconote.
Dopo questo breve excursus (madonna...si scrive così?boh) torniamo a dissertare sul luogo di perdizione del ciclista affetto da depressione invernale. Codesto ciclista è costretto ad un potenziamento con macchine e aggeggi tecnologicamente complessi che nulla hanno a che vedere con la bicicletta. Il ciclista è abituato a regolare la bici, salire e pedalare: il suo unico compito è partire da un punto A e giungere ad un punto B. In palestra invece gli si dà un foglio in mano, pieno di tabelle, numeri, con esercizi vari da eseguire i cui nomi sono scritti in un inglese che secondo me neppure gli istruttori comprendono fino in fondo, ma che si usa perchè va di moda. E allora vai di Lat Machine, di Crunch, di Cable, di Abductor. Ma il ciclista depresso lo si riconosce benissimo in mezzo agli altri palestrati. Se proprio non indossa il pantalone col fondello, del resto senza motivo visto che la bici è chiusa in garage, porta sempre addosso un segno di riconoscimento della propria squadra e o sport: un calzino, una maglietta, il cardio, i guanti, due corone, un paio di pasticche... Egli necessita di sentire legittimata la propria presenza fra tanti estranei. L'unica medicina che può curare, anche se solo in minima parte, la depressione del ciclista messo alle corde da una natura malvagia è un'attività di recente nascita. Lo spinning: l'unica cosa che questa discplina ha in comune con il ciclismo è il fatto che si pedala e che si suda come d'agosto a Cantalupo con le squillo del night a farti il tifo. In palestra le squillo non ci sono. Però c'è Mauro che è una presenza folkloristica non indifferente, che nulla ha da invidiare alle squillo. Anzi, sono le squillo che ce lo invidiano. Mauro nella sala spinning è stato inserito quale elemento di disturbo nei confronti di Gabriele, l'istruttore e collega di squadra. Temo per Gabriele che i suoi datori di lavoro stiano perpetrando atti di mobbing nei suoi confronti mettendolo a dura prova in quanto a livelli di sopportazione. Mentre egli lavora e dirige le sedute di spinning manco fosse Riccardo Muti, con al posto della bacchetta il telecomando dello stereo, c'è il Vigna nazionale che opera collegamenti pseudo-erotici ad ogni indicazione data dall'istruttore. E se non si tratta di questo, opta per un tipo di disturbo collaborativo, al quale prendo volentieri parte, ragionando con lui delle nostre cose, mentre Gabriele tenta di fare lezione. Così, per ovviare all'incazzatura causata da noi rompicoglioni, il nostro istruttore ci muove violenza, regolandoci la durezza della pedalata come un assassino. In pratica fa proprio come Crischia quando si pedala fianco a fianco: ti cambia marcia lui. Il bello viene quando la seduta di spinning termina e Mauro infila la sua tenuta da palestra. Trattasi di un panatalone nero attillatissimo a vita alta tipo calzamaglia dentro il quale incastra una maglietta sempre attillata e sempre nera. E il tocco di classe è dato dalla scarpa da ballerino di danza classica e completamente liscia sulla tomaia. Non so se ce l'avete presente, ma assomiglia molto al famoso mimo, Marcel Marceau. E d'ora in avanti sarà Mauro Marceau.

giovedì 11 dicembre 2008

COMMERCIANTI MALEFICI


Quest'uomo, i cui genitori hanno dato il nome di Michele, ma che tra noi ciclisti viene scherzosamente chiamato Riccò, ha preso stipendio e tredicesima ieri. Quest'uomo stasera, alle 18.30 in via Ferrer, non aveva più stipendio nè tredicesima in tasca, ed è stato perfino così galante da offrire l'aperitivo non tanto a me, quanto ai fautori della sua disfatta: i Commercianti Malefici. Il Riccò de noattri sì è regalato una bici che pesa meno del cervello di roberto senza ritenzione idrica. Insomma, un peso piuma. Poi non contento ci ha schiaffato sopra il Garmin Edge.
I Commercianti Malefici nel frattempo se la ridevano sotto i baffi, assaporando già le delizie del natale che si sta avvicinando. Per loro questo è un periodo particolarmente caldo, è stagione di accoppiamento. Nel senso che fanno accoppiare i soldi dei clienti con gli scomparti della cassa. E il movimento fluido e veloce di Matteo che preme il magico tasto che fa aprire il cassetto mentre viene stampato lo scontrino, pare lo stesso che allena scendendo dalla bici e risalendo al volo nel ciclocross. Una danza studiata al millimetro, precisa e inattaccabile. Per la golosa occasione il nostro meccanico ha assunto un nuovo look. Ora indossa un paio di occhiali molto intellettuali: tenta di nascondere il guizzo dato dal delirio di piacere con una semplice montatura. Ma in fin dei conti questi sono i soldi spesi meglio. Per lo meno tra noi la pensiamo così. Poi andate a dirlo a mia madre che si incavola che non compro più scarpe e vestiti per comperar cuscinetti e forcelle!

mercoledì 10 dicembre 2008

COLUI CHE E' IN OGNI LUOGO


Ed essi dissero:"Chi sei tu?"
Ed egli rispose: "Io sono colui che è in ogni luogo! Io sono il Vigna tuo, il Vigna di Abramo e di Isacco, di Matteo Donati e di tutto il Bikeland. Io sono colui che è in cielo e in terra. Più che altro in terra visto che stà spalle me s'è armessa a dolé!
Io sono uno e trino. Nel senso che sò sempre da solo a fà le faccende ma faccio per tre. E che a dilla tutta sarebbe meglio almeno esse in quattro o cinque pe non fatigà come una bestia! Io sono Mauro Vigna, l'onniscente, l'onnipresente e anche l'onnivoro!"

Riportiamo questo famosissimo passo tratto dall'ultimo libro dell'Antico Testamento Del Ciclista in relazione ad un messaggio arrivatomi questa sera.
Stefano Boggia, grande crossista che diede spettacolo in occasione del secondo Memorial Moscatelli e che quest'anno sta girando per tutto il nord Italia e l'Europa che confina, sfidando i migliori corridori sul mercato, mi ha scritto:

"ero lì che mangiavo una pizza a Faè di Oderzo e chi ti vedo passare?
Il Vigna..."

SANTA CLAUS TEAM BIKELAND2003

STIAMO DANDO VITA AD UNA NUOVA SQUADRA. UNA FORMAZIONE TEMPORANEA CHE CONTA TRA LE SUE FILA I CICLISTI PSICOLOGICAMENTE PIU' COMPROMESSI DEL TEAM BIKELAND.
La mattina del 24 dicembre il team bikeland e i suoi membri mentalmente più instabili ritengono sia giusto rendere onore ai festeggiamenti natalizi in maniera non troppo ortodossa.
Proprio per questo motivo già in molti si sono adoperati nell'acquistare un semplice abito da Babbo Natale, che indosseranno per l'evento. Così vestiti, a cavallo delle loro mountain bike, sempre meglio di slitta e renne, gireranno per il centro cittadino. L'intento sarà quello di rendere noto a tutto il comprensorio tifernate che tanto normali non sono e con un pizzico di fortuna potranno farsi internare e nel frattempo far incastrare la braca dei pantaloni in mezzo alle corone. Il vestito lo potete trovare al modico prezzo di 6.90 euro al Briko di C. di Castello. Già in molti hanno aderito all'iniziativa: io, Roberto, Posty, Mauro, Duccio, Michele, Fabione... E come adoro ribadirvi ad ogni occasione PIU' SEMO E PIU' PARREMO.

lunedì 8 dicembre 2008

CONSIDERAZIONI SCONNESSE SUL MEMORIAL



Quest'anno la deviazione per la bisteccheria non c'è stata. Per fortuna non c'era la bisteccheria visto che il memorial si teneva al ciclodromo. Lo scorso anno quel bell'arrosto che ho combinato a trecento metri dal traguardo mi ha provocato un'ulcera che ancora si fa sentire. Ma come si suol dire "Alla terza canta il gallo!" e son già due volte che mi faccio fregare in casa per il memorial. Questa volta proprio non l'avrei digerita. Perdere non sarebbe stata una mossa azzeccata visto che il prosciutto già lo avevo promesso a mia nonna e quando preparavamo i premi giovedì scorso scrivendo le etichette per le varie categorie, sopra quella bella coscia di maiale volevo appiccicarci un bel "1° Class. Romina Perugini". Sabato poi a TevereTv il presentatore mi ha domandato "Per domenica? Che propositi ci sono? Quelli di far bene?". No, dopo serate consecutive trascorse al freddo cercando di mettersi in testa il percorso, dopo averlo tracciato col freddo nelle mani e nei piedi, dopo aver venduto la pelle dell'orso a destra e a manca...beh, ovvio che no, non è poi così importante vincere, è fondamentale partecipare. Ma per non saper nè leggere nè scrivere meglio star davanti.
E continuando sulla lunghezza d'onda dell'autocompiacimento parliamo di una gara che è stata organizzata in maniera maniacale da Mauro Vigna, che da buon direttore dei lavori si è sobbarcato quasi tutti i compiti, dandoci qualche direttiva di tanto in tanto. Insieme a lui mi prendo il merito di aver reso vivibili i "cessi". Mi permetterete questo gergo tanto colorito visto che chiamare bagni, il triste spettacolo che ci si è parato davanti sarebbe dar della vergine a cicciolina. I cessi del ciclodromo prima che io e mauro con kit disinfestazione alla mano ci mettessimo all'opera erano meno invitanti della zuppa inglese che fa mia nonna. E vi assicuro che se aveste mai mangiato quel dolce cucinato dalla mia nonnina comprendereste il senso di questa metafora. Dovete sapere che la zuppa inglese di mia nonna è talmente poco invitante che la rifiuterebbero perfino i bambini affamati del biafra. Tornando ai nostri bagni voglio rassicurarvi: non vi descriverò cosa ci abbiamo trovato dentro, e non vi parlerò neppure dei conati di vomito che ci attanagliavano mentre mettevamo mano alla questione. Vi dirò allora della favolosa scalinata costruita da Mauro e dal Topino. Mentre i laziali della probike provavano il percorso, e a turno tornavano al ciclodromo li sentivo dire "Bello, hanno fatto la scalinata come nella coppa del mondo". E se con un orecchio ascoltavo i bei commenti, con gli occhi osservavo la nostra bacheca. Nulla a che vedere con le solite bacheche piene di noiosi avvisi. In mezzo campeggiava il motto di giornata e leggendolo intuirete chi nè è l'autore "Si parte. SQUILLINO LE TROMBE E SI TROMBINO LE SQUILLO!". Tutto attorno erano appese immagini prese a caso dai nostri blog. E in molti ridevano delle nostre tare mentali.
Poi durante la gara, tra un giro e un altro lo speaker, corrotto da me personalmente, incitava Mauro Vigna annunciandolo al pubblico presente col suo nome di battaglia, lo Schiantatope. E quando lo shiantatope arrivava alla scalinata di coppa del mondo c'era il Posti che gli urlava cose astruse, frasi prive di senso ma che deve aver studiato nel "Libro segreto del fan psicopatico". Si sentiva il Posty dire "Dai Mauro che sei un drago!" "Forza Mauro, metti in moto quel turbine ormonale che non dà scampo a nessuna donna sulla faccia della terra!"... insomma, cose così. Poi a bordo strada scorgevi due spettatori anomali, l'avvocato carletto e il compare Massimo, un tempo detto il Matematico. Sicuramente si saranno scambiati valutazioni di carattere numerico sulle frequenze dei corridori e le medie dei giri. Fortunatamente, giocando in casa, potevo contare su di un tifo serrato. C'erano i compagni di squadra e gli amici che non si sono risparmiati. Un pensiero affettuoso lo dedico al Caramella, un signore che dietro a quei baffi nasconde un sorriso capace di scansare per un attimo la fatica. Evento eccezionale era la presenza di mia madre che in teoria dovrebbe essere la mia più grande fan. In pratica il giorno prima mi ha chiesto "Ma a che ora finisce la tua gara? Così vedo l'arrivo!". Oh, ma che bel pensiero. Poi in realtà è arrivata addirittura prima della partenza, ma doveva essersi nasconsta dietro a qualche albero perchè io durante la gara non l'ho mai vista. Oggi mi ha confidato di aver capito chi fossi mentre gareggiavamo solo al terzo giro. Quindi per due giri deve aver tifato non so chi. Ha detto che non riconosceva la divisa. In effetti non ce la metto mai in lavatrice, e non la stendo mai dietro casa... solo tutti i giorni.
PER STASERA BASTA CHE HO COMPRATO IL CELLULARE NUOVO E VOGLIO GIOCARCI UN PO' ma di cose da dire ce ne sono tante altre, forse continuo domani!

ALCUNI MOMENTI DEL TERZO MEMORIAL MOSCATELLI

Nell'attesa di partorie qualche interessante elucubrazione mentale di carattere letterario vi lascio in compagnia di alcuni momenti rubati prima, durante e dopo la gara!











mercoledì 3 dicembre 2008

COME ERAVAMO...ARCHIVIO SEGRETO

Carissimi discepoli, ecco alcune perle fotografiche del Team Bikeland tanto tempo fa. E non domandate al giornalista di svelare le proprie fonti!





LA VIDEO GUIDA DEL MEMORIAL MOSCATELLI...PER STOMACI ROBUSTI

Ecco la video-guida del tracciato del Terzo memorial Marco Moscatelli.
Prima di visionarlo vi consiglio di metter mano al vostro pacchetto di TravelGum altrimenti rischiate di rigettare il pasto.
Le cose son due: o Mauro, senza avercelo mai confessato, è affetto dal morbo di PArkinson, oppure quando ha girato il video con la cam attaccata al casco era ubriaco perso.