sabato 31 marzo 2012

IL PERU E' DIVENTATO GRANDE...


Domenica scorsa il Peru si è sposato, con la migliore delle cognate che potessi immaginare. Ride delle cose di cui ridiamo noi, si incazza per le stesse che ci indispettiscono, odia quell'interminabile lasso di tempo che intercorre tra il momento in cui sei a tavola e ti suona il citofono e aspetti di scoprire chi è! La Vale è una di casa, è una della banda, l'unica che non abbiamo contagiato co sta fissa delle biciclette. Ma non si è salvata il giorno delle nozze, lo sposo ha fatto da apripista col suo tandem e un'orda di biker da strapazzo al seguito. E ci aveva preso gusto, tanto che mia madre gli è corsa incontro (corsa si fa per dire visto il tacco e la stazza decisamente nn da scalatrice), invitandolo a scendere dalla bici perchè stava arrivando la sposa! Ma che ci volete fare? Lui andava in bicicletta quando Cristo ancora era a capotavola.
Diversa gente ha percorso via Cavour per venire a vedere chi erano questi matti imbellettati che giravano con le mollette alle caviglie. Ovviamente Crischia era dei nostri e subito ha trovato l'esperienza esaltante e da ripetere: è uno che ci tiene all'eleganza. Io non potevo immolare i miei tacchi rossi strafichi rischiando coi pedali spd, allora le ho infilate in borsetta, che prontamente ho appioppato a Mauro!...dopo un'ora cmq ho sgrellato un tacco per colpa dei sanpietrini.
Insomma, verrebbe da dire che il Peru domenica è diventato grande, ma a raccontarla così non ci si crede.

Cerimonia in comune col supersindaco Bacchetta, detto Camparino...e il soprannome non è un caso: tutti gli invitati si sono stupiti della sua sobrietà mattutina!

Il Maurone faceva le riprese con la camera digitale senza distinguere lo zoom dal tasto dell'espulsione della batteria, mentre mio zio gli sbatteva in testa un'ottica che poteva quasi fargli venire l'invidia del pene...quasi!
Io Testimoniavo...testimoniavo che mia madre si è persa tutta la cerimonia per un colpo di tosse di traverso, lo accenno al Peru e lui mi fa "Pazienza, si guarderà il filmino!". E io Testimoniavo, testimoniavo che ormai il Peru è diventato grande. Eppure sembra ieri quando scorrazzavamo nell'aia davanti casa tra galline, oche e anatre e lui si perdeva lungo gli argini del Nestore con la moto e io e mamma lo si tirava fuori con una fune da traino, e lui che mi tirava il boomerang nell'occhio...che simpatico! Sono passati più di venti anni e si diventa grandi per forza, anche se uno non vorrebbe, anche se uno si diverte ancora a giocare col Lego, la Playstation e fare i versi in bicicletta appena un filo di sole e il lavoro lo permettono. Ma che vuol dire diventare grandi? Di solito scopri di essere diventato adulto quando per riuscire a conservare una cosa bella, ne devi perdere una altrettanto bella. Quando diventi grande, le tasche, gli armadi, i cassetti, ti diventano piccoli e il posto dove mettere le cose è sempre meno. Diventare adulti non ha nulla a che vedere con il tempo che passa, ma con lo spazio che resta. Diventare adulti vuol dire venire a compromessi con la geometria delle cose che hai, e con quella delle cose che vorresti avere. E se penso a questo mi si allarga il cuore, perchè le cose che abbiamo accumulato noi non si possono accartocciare per farle entrare da qualche parte. La faccia degli adulti è sempre segnata dalla stanchezza e dalla disperazione per questo inutile e continuo agire sulla dimensione delle cose. Ma non è il nostro caso: momenti, ricordi, esperienze, risate. Occupano uno spazio infinito ed intangibile, il mio archivio non segue un ordine alfabetico. Ogni volta che lo apro escono cose inaspettate. E ogni odore e panorama e suono, come un'invisibile saldatura legano l'anello di una catena. Quel bosco dove mi hai trascinato la prima volta e non m'ha più fatto scendere dalla bici. E l'odore della paglia che mi ricorda quando seguivamo il suono dei gattini appena nati miagolare nel fienile. E l'altro giorno, occupando un angolo di soffitta col vecchio VHS ripensavo a quando per colpa del mio avanti veloce bruciavo le testine e tu avevi sempre il cacciavite in mano. Prima ti chiamavo per una videocassetta incastrata, ora ti rompo per un copertone che mi fa penare. Se diventare grandi vuol dire lasciar posto ad altro, beh, è una malattia che nn voglio buscarmi. La faccia degli adulti è solcata dalla sofferenza del peso delle cose grandi e belle che non trovano il loro posto.
E dunque saremo destinati ad essere bambini per sempre, perchè le cose che bramiamo noi non stanno da nessuna parte e stanno ovunque, le si incontra con la stessa sorpresa che a volte ci coglie l'attraversare di un capriolo in collina. Non è straordinario per chi va in bici, ma è sempre sorprendentemente bello. I bei ricordi, i bei momenti, quando arrivano, sono come la primavera, sai che arriva, ma ogni anno i mandorli in fiore sembrano brillare di un colore che non sapevi di conoscere. E allora capisco che non è tanto strano se hai deciso di diventare grande proprio in primavera, quando tutti ti dicevano "ma sarà freddo, non sapremo come vestirci...". Volevi stupirci, facendo sempre quello che hai fatto, arrivando in bici al tuo matrimonio, pranzando con la coca cola e ballando una mezza canzone sotto gli occhi degli astanti col passo di un ballerino con le anche di granito. E il giorno dopo, la Vale è tornata al lavoro e il Peru in bici a fare un giretto.
Il Peru è diventato grande? Boh! Il Peru è il Peru, cambia solo che adesso è vero che deve gettar via qualcosa nell'armadio per fare spazio ad altro, deve far spazio al suo abito da sposo, che starà là dentro a prender polvere fino al suo funerale! Perchè il Peru in cravatta potrete dire di averlo visto solo tre volte: cresima, matrimonio e funerale!

2 commenti:

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