La seconda che faccio. Io non volevo farla, ma a caval donato non si guarda in bocca, e se Roberto offre vuol dire proprio che la mia assenza sarebbe stata un vero smacco tanto da ledere la credibilità della corsa e della squadra.
Un paio di cose vanno puntualizzate: certamente sarò stata sui testicoli a quel poveretto con l’auto di fine corsa che mi ha dovuto scortare per tutto il primo giro e al quale ad ogni incrocio mi voltavo e chiedevo la strada. Uomo di grande pazienza che dopo dieci chilometri mi si è accostato e mi ha detto “Ora la strada la sai, io vado!”. Mmh, io, che sbaglio strada col ciclocross, dopo un solo giro non è che avessi memorizzato proprio tutto, ma mi son fatta coraggio ed è tutto filato liscio. Ovviamente su strada è fondamentale non staccarsi dal gruppo, se si creano buchi poi, come dice mio fratello, il riassorbimento è arduo (termine che penso abbia mutuato dalla ginecologia). Cosciente di tale fatto non avevo assolutamente intenzione di perdere le ruote del gruppo. Ma se è per questo vorrei pure essere alta 1.80 con una quarta di seno e campare di rendita. Insomma, i miracoli lasciamoli ai nostri santi (Mauro?), io, oltre alla questione della rendita, non posso annoverarne molti, e sintetizzando, il gruppo l’ho perso in neppure due minuti i gara. E così parte la mia cavalcata solitaria. Faticosa e divertente ad un tempo. Avevo il cellulare con me, visti i problemi di orientamento che mi caratterizzano mi sembrava una buona idea portarlo. Mentre correvo, e vi assicuro che andavo come un treno…ad un solo vagone questo è vero, ho chiamato il mio ragazzo “Ciao, che fai? Io sto a fa la gara, ho il cuore a 175 ma tutto ok. Sono sola…aspetta che ho da curvà…ok, beh, ora ti lascio che ho da fare, baci, ciao!”. Poi per fomentarmi un po’ ho acceso il lettore mp3 integrato, qualche canzoncina metal per pomparsi un po’, e via. Altro giro altra corsa. Con le ragazze della Dynamis che mi incitavano e il giudice di gara che mi guardava con occhio bieco. Se le donne danno fastidio allora non ammettetele come categoria.
Durante il terzo giro ho pure goduto di tre minuti di gloria. Stava arrivando il gruppo in testa, così l’auto inizio gara si è posizionata davanti a me, in attesa dei ciclisti. Mi sono fatta un bel tratto di strada con la folla convinta che fossi io in testa, e ammetto di non aver fatto nulla per far loro intendere il contrario. Stringevo i denti, mi arrabattavo, mostravo il pugno…una bella sceneggiata.
Alla fine del terzo giro il giudice mi intima di fermarmi. Il ritiro è una cosa che cerco di evitare e poi volevo sfruttare la gara come allenamento. Lui mi assicura che in classifica mi inserisce lo stesso ma che se continuo non avrei avuto la scorta. All’angolo della strada vedo il nostro capo-stazione preferito, Antonio, costretto pure lui allo stop. Guardo il giudice e lo metto al posto suo “Un altro giro lo faccio, io la scorta ce l’ho”. E io e Antonio ci facciamo l’ultimo giro assieme, prima di ritrovarci con mio fratello e renderci conto che di noi ultime ruote del carro non frega niente a nessuno e tutti erano ad aspettare l’arrivo dei vip in mezzo al paese. Ne approfitto per tagliare il traguardo con grande professionalità come se alle calcagna avessi avuto una schiera di cinesi robot super-dopate di ultima generazione.
Mica male fare la gara con lo sconto. Consiglio a tutti di cambiare sesso, comporta diversi vantaggi. Tra le nostre fila una menzione d’onore la merita Boninsegni, di cui ho sempre sentito parlare, ma che non avevo mai conosciuto di persona. Stamattina mentre moglie e figli erano messa lui pareva avesse il diavolo alle calcagna. E ci ha detto di essersi piazzato tra i primi dieci. Matteo Donati, ciclista instancabile che non conosce stop stagionali, ha brillato davvero: anche lui ci ha confermato di essersi piazzato tra i primi dieci. Lo stesso vale per Matteo C., il dottore delle bici, che zitto zitto pedala come un matto: tra i primi dieci pure lui. Alessio, probabilmente attento alla grammatura del proprio mezzo, ha corso senza un pattino del freno anteriore e senza ciclocomputer: tra i primi dieci anche lui. Altre persone con cui abbiamo parlato ci hanno confermato questo piazzamento. Probabilmente questo intervallo compreso tra uno e dieci è la risultante di uno spazio infinitamente enorme che comprende sia numeri razionali che irrazionali, sia potenze che radici quadrate e tutto quanto l’algebra possa comprendere.
Il nostro santo protettore, Mauro, non sta bene, soffre ancora la caduta dell’ultima gara di ciclocross: prima di coricarvi nei vostri lettini dedicategli una preghierina. Se la merita.
2 commenti:
Non hai fatto riferimento al vincente piano tattico dai noi attuato poco prima di partire! Ed hai fatto bene perchè appena possibile lo sfodereremo alla prossima gara, magari a Spello...
sì, lo tengo segreto. dobbiamo stupire tutti
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