martedì 17 febbraio 2009

E' SULLA BOCCA DI TUTTI


Sono trascorsi due giorni dalla fatidica scalata della Pitocca e ancora dobbiamo riprenderci. Non tanto dalla fatica visto che per me e per voi fedeli lettori quello è terreno solcato innumerevoli volte. Neppure il freddo pungente che domenica ci intorpidiva le dita ci ha spaventato troppo. L’impresa è uscire e affrontare i compaesani che si complimentano per la bella riuscita della manifestazione, compaesani che di bicicletta ne sanno quanto me di equazioni di secondo grado, compaesani al 95% cacciatori di cinghiali, compaesani che ci metterebbero sotto con la jeep se potessero e infine compaesani che domenica mattina alle 9 erano tutti a dormire visto che siamo partiti e la statale era talmente sgombra che momenti mancava pure la riga di mezzeria. Eppure vado al bar e parlano della ormai famosa Strapitocca, vado a comperare il pane e di nuovo Strapitocca… Complice il Donfi, o meglio Don Fabio, l’apostolo del signore che ha prestato il suo nome e il suo impegno affinchè ci potessimo radunare. E il Donfi è un uomo di fede alquanto moderno: i parrocchiani hanno raccontato che durante le omelie andava predicando che già aveva ricevuto più di 400 iscrizioni per la manifestazione. Balle su balle, ma a fin di bene.

Domenica mattina non eravamo quattrocento, e nemmeno cento. Eravamo una sessantina. I sessanta migliori ciclisti di tutta l’umbria e la toscana. Avevamo addirittura nomi internazionali al seguito: Luke, l’artista dal rapporto fisso di San Giacomo e poi c’era Suzie, direttamente da Montevarchi un metro e ottanta di donna. Prima della partenza il Donfi ci ha benedetti tutti, pratica risultata veramente utile visto che non sono caduta per tutto il giro. D’ora in avanti dovrò fare il bagno dentro l’acqua santiera prima di mettere le scarpette. E poi la Pitocca: lei è sempre lei, anche se ormai passandoci io tutti i giorni e 48 ore fa in più di 60 quella salita l’abbiamo spianata. In cima c’era il caro Sergio che ci attendeva con un barilozzo di tè caldo. Poi via di nuovo. Mi dispiace per chi è mancato poiché si è perso un momento irripetibile quale il ritorno di Antonello alla mtb. Era dal giorno della Panettonata che non ci posava più le chiappe, e questo sciabordo non ha avuto neppure cuore di dare una sciacquata alla bici: non vi dico che ragionamenti che facevano il cambio la catena e i pignoni tra di loro! Se vi foste uniti a noi avreste anche goduto della compagnia del santo protettore del Monte Tezio: Michele Andreani, è la nostra guest star e quando dobbiamo alzare l’audience noi lo chiamiamo al volo. Gira voce che si presti anche come intrattenitore ai pranzi di matrimonio. Luke è rimasto affascinato al massimo dalla bellezza del percorso, tanto che mentre pedalava tra gli scogli di roccia si esprimeva con grugniti di piacere come infervorato da orgasmi multipli a raffica. Ai lati del percorso e perfino in alcuni tratti c’era la neve caduta nei giorni precedenti, il che rendeva il panorama ancor più bello di quanto già non lo sia di per se. Tornando al punto di partenza le crostate disposte all’interno del cva gentilmente offerte delle signore del luogo se la sono vista brutta. Nessuno si è vergognato. E alla fine ognuno a casa propria. Per la prima volta io e roberto non dovevamo fare la solita processione dello smonta e rimonta le bici dentro la Citroen: bastava pedalare per un paio di chilometri. Con tanto che non ero caduta per tutta la mattinata e tutto era andato bene, ero al settimo cielo. Fin quando, attraversando il solito guado, che attraverso mediamente tre volte a settimana in bici, impunto in un sasso e finisco col piede dentro il fiume, fino a mezza tibia. Una sensazione molto divertente con tre gradi fuori. La Strapitocca ha però sofferto di un deficit non indifferente, una mancanza che ha reso questa giornata solo in parte davvero soddisfacente. Mancavano due cose a rendere il tutto perfetto, anzi, non due cose, ma due persone: Mauro e Giorgio. Noi li perdoniamo perché sappiamo che le loro scusanti erano valide, ma il prossimo anno non saremo indulgenti alla stessa maniera.

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