sabato 26 febbraio 2011

IL CICLISTA METICOLOSO...non è di questo mondo

Pensavo che nel mondo delle due ruote esistesse solo un tizio in grado di affermare che col tubeless è impossibile forare. Tale entità si chiama Gigi Sgarbozza, commentatore esemplare delle gare di qualsivoglia genere per la rai, uno che i crossisti li conosce tutti per nome “…quello là, quello con la maglia blu…” e che tra i biker scambia Fontana per un imperatore romano! Beh, da ieri i fedeli del tubeless diventano due: il Veneziano è convinto che col liquido miracoloso, simile a quello di fattura procreativa, si possa risolvere i dilemmi dell’universo come la fame nel mondo e i fili di grasso tra i denti che lascia il salame nostrano. Invece l’altissimo Claudio ha ben compreso che il tubeless non ripara tane e soprattutto bisognerebbe mettercelo dentro il copertone o magari se uno ce l’ha messo da due anni, dargli un’occhiata che non si sia incrudolito del tutto. Il suo faceva la palla, tipo il cristal ball che sniffavamo da piccoli. Ma se con cristal ball ci puoi far giochi divertenti, con una gomma a terra in mezzo alla macchia le prospettive ludiche si ridimensionano. Il tutto si palesa ieri, lungo la discesa che invita alle porte di Montemigiana. Io sono un po’ attardata e con la coda dell’occhio vedo la bici andare da un lato e lui saltare nel fosso. Penso “Azz,,,gli scapperà forte la pipì”. Quando arrivo lì, trovo lui in mezzo ad un roveto, ma salvo dalle spine, poiché l’angelo della morte è il prediletto del signore, e la natura lo ha risparmiato. Si dice “sei caduto in piedi”, lui è caduto seduto!


Caduta del Veneziano. Lui è dove vedete la mano sollevata. Che tuffo!

Torna a prender la bici, cerca di giustificarsi appellandosi ad un mero tentativo di imitare Bastianelii, il solo ed unico mago dei “cristi in terra”. Un bagliore saetta dagli occhi quando scopre la gomma anteriore a terra “ecco perché non ha tenuto!”. L’euforia passa in un attimo quando gli domando “hai la roba per ripararla?”. No. Neanche il fast? No. Vabbè ce l’ho io gli rispondo. Che via via i coglioni ce li ho dati e dopo diversi pellegrinaggi a piedi ho capito che farsi quindici chilometri con gli scarpini provoca piaghe poco divertenti. Gli domando “Fai tu? Lo hai mai fatto? O faccio io?”. Scopro che questi uomini son grandi e grossi, ma…allora lo facciamo insieme. Controlliamo che nn siano rimasti spini dentro. Col senno di poi comprenderò che questa operazione avremmo dovuto farla con più cura. Rimettiamo la camera e al momento di gonfiare, il tutto si gonfia come se ci stesse soffiando uno con un enfisema polmonare. Peggio di prima in pratica. Quindi segue un’escalation alquanto interessante di come si sono svolti gli eve nti successivi, che denotano quanto a volte essere in due vuol dire non far neanche per uno.

Ci vuole coraggio a farsi riparare la gomma da me!!!



-Chiamiamo a casa se ci vengono incontro. Ma io non ho i soldi sul cell. Neanche io. Ma cristo hai trent’anni!
-Vabbè, hai due spiccioli? Arriviamo al bar più vicino in fondo alla strada. Ma io non porto mai via i soldi. Neanche io.
-Raggiungiamo il borghetto, dove abita un solo cristiano e speriamo ci sia e abbia il compressore. Sta potando, ci aiuta, ma la camera d’aria deve avere una tana immensa. Perfino il custode gli fa al Veneziano “Lei deve essere un tipo fin troppo ottimista”. Infatti tutta la vicenda è una gran risata.
-Claudio, vado a casa più veloce che posso e torno a prenderti in auto. Tu vienimi incontro, ma non sbagliare strada….cosa che ti capita un giorno sì e l’altro pure.
-Corro a casa “in direzione ostinata e contraria” come diceva de andrè, vista la tramontana crudele.
-In auto…azz…segna rosso da due giorni. Torno in casa, prendo soldi. Benzinaio che mi guarda strano per come son vestita. E via verso Claudio.
-Si è fatto due chilometri e mezzo a piedi belli tosti, lo carico e tornando a casa ce la ridiamo.
Poi mi racconterà due versioni dei fatti che ancora devo appurare: prima dice che c’erano altre spine nel copertone, poi che c’era una tana nella camera. Avendo cinque o sei gatti che frequentano il garage, io non garantisco per la mia roba di gomma, ma son felice che sia toccata a claudio e non a me quella camera difettosa. Anche se riguardo a ieri c’è un discreto concorso di colpe e per fortuna non possiamo prendercela con nessuno. Anche perché magari fossero questi i problemi della vita. E chiudiamo il tutto con un aforisma studiato ad hoc. “A questi due non andrebbe lasciato neppure un criceto da accudire!”

1 commento:

oly ha detto...

freni a disco e bici rivoltata non van molto d'accordo...