venerdì 28 dicembre 2007

STAKANOVISTI SU DUE RUOTE


Non ci sono festività, pranzi o cenoni natalizi e post natalizi e neppure temperature aspre ed erba ghiacciata che tengano. I campioni, quelli veri, li ritrovate solo lì, al ciclodromo di castello il mercoledì sera alle 19.
In questo caso, ma è solo un'eccezione, è stato giovedì il giorno designato. Ma il risultato immutabile: pochi ma buoni. Perchè di voglia bisogna averne tanta per tirar giù roba e robaccia da dentro la mia 206, staccare i sedili dietro e infilarci i due cancelli di famiglia. E magari averli pure dovuti lavare il pomeriggio all'ultimo minuto con le mani ghiacciate e una gran voglia di starsene in casa tra il gatto e il termosifone. In più, prima di partire, non bisogna lesinare nel vestirsi: io uso la solita tecnica: mettere tutto quello che ho. E il regalo di natale del mio ragazzo è stato utile ieri sera come il pane per gli abitanti del Biafra. Giacchetto anti-vento e passa la paura. E' pur vero che si è trattato di uno degli allenamenti più intensi, durante il quale non ci siamo mai fermati, nè per problemi con lampioni che si spengono, con picchetti da risistemare e robe varie. Cinquanta minuti col cuore che scandiva una danza africana praticamente. E quel Pieroni... Era la prima volta che si univa alla band del mercoledì ma sembrava uno veramente navigato e consumato dall'esperienza. Addirittura abbiamo dovuto sparargli mentre era in corsa per fermarlo. Sembrava una pallina della roulette. E non so se ce l'avete presente ma sarà quasi due metri di essere umano, e quando vi passa accanto provoca uno spostamento d'aria peggio di un tir impegnato nel classico sorpasso assassino che fa sbiancare ogni ciclista di questo mondo. E finite le fatiche una cena di pesce nel ristorante vicino ci è andata come il cacio sui maccheroni. Solo che era orata e alla griglia e Vigna si è succhiato non solo le reste, ma quasi gli portava via pure gli occhi a quel povero pescetto. Roberto da par suo, grande fan del pesciolino Nemo, preferisce lasciar sguazzare in acqua ogni essere con le branchie, ma non mi pare che gli sia dispiaciuta più di molto quella pizza. Io ho veramente adorato un Falnghino scelto dal palato di Mauro, uomo che scopriamo di poliedriche attitudini. Che si è raccontato con molta ironia allenatore di giovani virgulti in anni passati. Insomma, non è che ci si sveglia una mattina e si diventi SuperVigna, questi super-uomini sono il frutto di un lavoro costante e duraturo nel tempo, che sinceramente non riesco a comprendere come riescano a fare tutto ciò che fanno. E le immagini parlano chiaro, quest'anno che viene gli toccherà pure volare per le case a portare carbone a tutti quei ciclo-crossisti che disertano i nostri mercoledì da leoni.

1 commento:

Permaz ha detto...

Molto esauriente la cronaca! Mi chiedo solo quando Matteo si deciderà di tenere a negozio anche un po' di scope in pronta consegna visto che tutti gli atleti ci si dilettano talmente tanto!