domenica 20 aprile 2008

AMICI RITROVATI


Il nostro Cristian è così, per un periodo lo senti tutti i giorni, poi passa un mese non lo senti più, e poi ritorna tra noi. Una fenice in tutto e per tutto. Di questi tempi però la giustificazione gliela diamo buona: stava mettendo su casa. E conoscendo le sue capacità nel mondo del bricolage, possiamo star sicuri che per lui deve essere stato estenuante passare le giornate chiamando falegnami, muratori, imbianchini… Se non ho capito male, tempo fa a cena mi raccontò di aver interpellato l’elettricista per cambiare un faretto di casa. Io sento di sapere il fatto mio visto che per cambiare il rotolo della cartaigenica non chiamo mai nessuno. Insomma, ripresosi da tutti i flagelli psicofisici causati dal trasloco, il mio telefono ricomincia a squillare. Peccato che durante la scorsa settimana ho dovuto sempre declinare i suoi inviti: tra il lavoro e l’influenza non c’era verso.

Poi però sabato ho ceduto alle sue lusinghe nonostante parlassi ancora con un filo di voce ed espellessi robaccia verde da naso e bocca, tanto che i guanti erano blu e ora sono…diciamo che pare abbiano il carapace. Si prendono accordi, nonostante io abbia già i piedi in altre staffe. Avevo già appuntamento col discesista pazzo per il pomeriggio.

Ma sono troppo affezionata al trekkista per eccellenza e così si decide: girata mattutina, ognuno parte da casa alle 9.45. Io sono puntuale come sempre, lui come sempre è in ritardo. Io sono già alla Casella, lui è ancora intento a vestirsi. Con srotolamento di tappeto rosso e mia grande emozione accolgo il suo arrivo e ci dilettiamo, con un vento contro che ti portava le sopracciglia a livello della nuca, a scalare Valdipetrina, per poi passare per Trestina e tornare a Castello. Giro calmo calmo. Del resto bisogna rimettersi in paro con le chiacchiere. Io mi vanto solo un pochino degli ultimi risultati in mtb, e lui mi racconta delle sue corsette a piedi da pensionato. Io gli parlo del mio pseudo-lavoro da cameriera e lui mi dice della nuova casetta. Percorrendo la strada del ritorno, ormai sola, mi accingo a disdire l’uscita pomeridiana in mtb. Il vento e l’influenza ancora in circolo mi hanno tolto ogni buona intenzione. Un po’ mi scoccia: mi diverto da morire con quei matti di san giustino, e poi là i paesaggi sono una favola. Spero in settimana di potermi rifare.

Stamattina siamo una moltitudine: i quattro dell’ave maria, oltre me e Roberto, c’è nuovamente Cristian e udite udite: il dottorone in legge e fuorilegge Carletto. Il quale so che non vede di buon occhio si parli di lui on line, ma da brava giornalista io ho studiato il codice deontologico della professione e so per certo che non può farmi causa poiché esiste il sacrosanto diritto di cronaca. E a patto che non leda la sua persona io posso raccontare della pizza fatta in casa che ha continuato a lievitargli in pancia per tutta la notte, senza dovermi passare la mano sulla coscienza. Tutte scuse per pedalare in rimessa. Poi quando gli pare si mette a scattare come un matto. Anche Cristian scatta come un matto, oggi era perfino puntuale, cosa da pazzi se si pensa di chi stiamo parlando. Solo che i suoi scatti durano quanto la mia voglia di studiare diritto privato: il tempo di aprire e chiudere il libro appena letta una frase. Eppure una bella sudata ce la siamo fatta, lungo una delle mie salite preferite, quella che porta a Preggio. La tappa al bar è d’obbligo. Cristian soffre di cali glicemici sempre in prossimità di bar posti in salita. E rimedia facendo una colazione completa comprensiva di pastarella con la crema e lattina di estathè. Per stare leggeri! Noi coglioni che ci gonfiamo la pancia con quell’albicocca secca!!! A onor del vero bisogna ammettere che in piena soglia anaerobica, fermarsi 10 minuti, non fa freddare per niente. Ripartire è una vera agonia. Oggi poi avrei voluto usare il tasto Livella Terreno che trovo tra le opzioni di SimCity. Sarà che sono un po’ pensierosa: tra cinque giorni salirò sul patibolo di Miranda. Non so cosa aspettarmi. Forse dovrei iniziare a metterla già oggi quella maglia arancio. Molte ragazzette sono dell’idea che quel colore non faccia al caso mio. Mmhh.

1 commento:

Permaz ha detto...

Ma ti fai mettere soggezione dalle tue colleghe? Cmq ieri il rientro delle vecchie conoscenze è stato davvero spassoso! Non tanto a livello ciclistico quanto a livello ballistico...