lunedì 19 maggio 2008

BOLLETTINO DI GUERRA


Non era una domenica tanto consona per una scampagnata al lago quella di ieri. Ma certamente le intenzioni della truppa bikeland non erano quelle di fare un pic-nic e un giretto per negozi. Eravamo in tanti, ormai sembra ripetersi, ma facciamo la nostra porca figura tutti schierati alla partenza. La gara sarebbe stata lunga, non tanto per me, quanto per tutti gli altri: 80 km tondi tondi. E Fabione ha iniziato a drogarsi dalla settimana passata: aveva le palle degli occhi come quelle di Jimi Hendrix prima di ogni concerto. Bisogna dire che gliele ha suonate a mio fratello. Non ha più molto da sgallettare, il buon Pieroni ha trovato la gamba come si dice in gergo e Roberto ha capito che è tempo di smetterla di disturbare il can che dorme. Così, piuttosto che per un attacco serrato, ieri ha optato per una mossa tattica: gioco di squadra fino alla fine. Farsi tirare da due metri di essere umano, negli ultimi venti chilometri è stata una manna dal cielo.

Antonello disgraziatamente aveva portato tutto: casco, bici, scarpe, tesserino…così, le scuse più abusate non le ha potute sfoggiare. Ha preferito appellarsi ad un malessere generale. In realtà sappiamo che di questi tempi si allena di brutto visti i suoi ultimi piazzamenti veramente buoni. L’ascetico Mauro pre-gara, che nel dopo corsa si trasforma sempre nel nostro santo patrono, ha avuto problemi con la catena. E chi non ne ha, io ci discuto tutti i giorni. In gara ricordo pure di averle imprecato contro perché non voleva andare dove io pretendevo. Ebbene, nonostante i piccoli intoppi si è dimostrato per l’ennesima volta, atleta di grande generosità, scortando e incitando il neo-corsaiolo Edoardo, che nonostante la poca esperienza se la cava alla grande. Chi per strada, tra uno scorcio di panorama e l’altro ha visto i sorci verdi è Bartoccioni, soprannominato “Il cacciatore di Ucraine”. Reduce da una notte brava, probabilmente dedicata al suo secondo sport preferito, godersi la vita, ha digerito male gli 80 km, tanto che si dice che in preda ad una trance spirituale sia riuscito a bestemmiare perfino in aramaico antico. Lingua che forse potrebbero aver imparato anche Alessandro e il Poggio, che per l’ennesima volta hanno tagliato il traguardo insieme come due fidanzatini e con le palle degli occhi che stavano per abbandonare le orbite. Non me ne vorrà Alesssandro, ma come non soffermarsi su quel bellissimo tuffo a peso morto con bici al seguito destinazione cemento, di cui ha deliziato tutti i partecipanti al pastaparty.

Mentre me ne stavo al traguardo assieme ai giudici girava voce che qualche corridore, mentre saliva l’ultima erta, cantasse a squarcia gola “Là sui monti con Annette, dove il cielo è sempre blu…”. Quando, venti minuti dopo,ho visto arrivare Giorgio, ho subito compreso che il prode cantore fosse indubbiamente lui. E difatti era al settimo cielo: quarto di categoria! Meno estroverso ma altrettanto felice deve essere stato il Topino (mi scuserà, ma non sono riuscita ancora a capire il suo nome, e se aggiunge che ormai tutti lo chiamano così…). Il nostro roditore grazie al fatto di correre con un telaio uguale al mio, non può che comportarsi bene. Altro nome che mi sfugge è quello del giovane che in borghese porta gli occhiali, che tra le altre cose è molto simpatico e sorridente: lui è andato davvero forte…forse sabato ha cenato con Pieroni. O più probabilmente è tutta farina del suo sacco. Farina??!!…MMhh. Chi manca all’appello? Anche Antonio e Franco erano dei nostri. Loro hanno preferito lo sconto di pena e si sono fatti la pedalata ecologica se così vogliamo chiamare i 40km. Poi doccia e subito dalle mogli. Ormai sono diventati uomini seri. Mancano i meglio fighi del bigonzo. Il Marmellata, partito con la maglia che non fa felici i nostri sponsor, ha corso per vincerne un’altra non tanto per il prestigio, ma perché ormai l’aveva sporcata di fango con la pioggia di giornata. Matteo ha incontrato diversi brutti ceffi lungo il percorso, sia in bici che a bordo strada. L’ombrello ci sarebbe voluto a causa del tempo, ma piuttosto che porgerglielo, glielo hanno fatto. A gesti. Che sportività queste folle esultanti. Esultanti per una sua caduta alquanto equivoca, che, frutto della prepotenza di altri colleghi, ha poi favorito il diretto contendente alla maglia di classifica. Non è una gran mossa far rodere il nostro Hulk. Questa è una parte della storia, la parte di chi si è fatto un culo come un paiolo per 80km. La storia di chi se lo è fatto per metà percorrenza verrà proposta a sé per un duplice motivo: il primo è quello di poter metabolizzare questa intanto, il secondo è che la mia marathon non ha nulla a che vedere con la vostra.

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