martedì 20 maggio 2008

GUFATE ECCELLENTI


Ammetto che prima di ogni gara una genuina gufata generale la faccio sempre: quella potrebbe dimenticare di rimettere la sveglia, quell’altra potrebbe avere qualche impegno, l’altra ancora potrebbe bucare. Insomma, normale amministrazione, dettata da sincero spirito sportivo. Il male proprio difficilmente lo auguro a qualcuno, o se lo faccio è tanto per ridere. Solo che dopo l’episodio di miranda mi sono fatta un po’ il sangue tristo. Nel bel mezzo della salita, mentre ti ritrovi la bocca arsa, quelli di ruota-libera sventolano a bordo strada borracce con cento mani neppure fossero tanti uomini vetruviani. Gliene domando una, risposta loro “Non è per te!”. Nella concitazione del momento penso di averli invitati ad intraprendere un viaggio in quel simpatico posto che cantava alberto sordi.

Beh, come tutti sanno io non porto rancore, e per non portarlo mi sono prodigata proprio bene al Trasimeno. In partenza avevo alla mia sinistra l’elite di orvieto che ci fa sempre molto male, e alla mia destra la ragazza di ruota libera che da quando non arriva più davanti a me ha smesso di dare la mano. Alla gara a Porchiano, la prima ha stravinto ovviamente e l’altra c’era venuta solo perché credeva di trovare pure me. Io mi congratulo con la collega di Cellini….e basta. Dando così modo all’altra di alimentare l’odio nei miei confronti. Ora passiamo ai momenti di gara, a lei torneremo in seguito.

Partenza a razzo. Sto proprio bene. Riesco a star davanti per un lungo tratto di salita. Quasi ci credo stavolta, poi mi rendo conto che ancora mi manca quel qualcosina per non crepare del tutto se voglio tener testa alla bionda. Quando la vedo sfilarmi mi metto in testa di non permetterle di rifilarmi minuti su minuti. E mi comporto bene, soprattutto in discesa. Sto riprendendo il via. Bisogna dire che proprio nel momento in cui il percorso tendeva a riportarci a valle, sul mio cammino è giunto a spalleggiarmi un volto conosciuto, che mai avrei pensato mi avrebbe caldeggiato. Mauro Cozzari è stato un gregario impeccabile. Mi ha sostenuto fino al traguardo, non solo offrendomi la sua ruota nell’ultimo tratto in pianura, ma perfino porgendomi una boccetta di quelle che Fabione si beve come fossero coca cola. Me la sono scolata senza neppure domandare cosa fosse. Per poco mi piglia fuoco la bocca. Vi chiederete se abbia funzionato. Effettivamente sì. Solo che ha iniziato ad agire dopo trenta minuti che era finita la gara. Servirà per regolarmi in futuro. E burbero com è, ho fatto appena in tempo a ringraziarlo dopo lo striscione d’arrivo, che già era sparito. Si è fatto un amica.

Al traguardo questa volta la bionda era giunta solo da un minuto, mica da cinque o sei come le altre volte! Io ero al settimo cielo, anche perché la ragazza dal saluto avaro non arriva. Non arriva…Arriva. Taglia il traguardo, neppure il tempo di sganciare i pedali e sviene. Azz…mi sento colpevole…le gufate attaccano. Nulla di grave, le danno miele, marmellata, zucchero. Alla fine si ritrova ad aver mangiato più di quanto bisogna ingozzarsi ai matrimoni. Così se prima era stesa per svenimento ora deve stendersi per digerire. Dopo dieci minuti arriva il 118 e si piazza proprio sulla linea d’arrivo. Sono dei veri geni. La Salvina, il nostro giudice mezzo donna e mezzo mastino napoletano, aggredisce i collaboratori sanitari usando epiteti poco simpatici. Inizia una bagarre tra donne che quasi arrivavano alle mani. Intanto nessuno carica la poveretta nell’auto ambulanza.
Visto però che ormai lo spettacolo mi era servito mi dirigo in bici verso le docce. Ed è a questo punto che comprendo di essere stata, in una vita precedente, qualcosa di molto simile ad un aguzzino della santa inquisizione, vista la sorte che in un attimo mi si è rivoltata contro. Ovviamente ci ho messo del mio. Stava piovendo, la strada era livida. Io stavo imboccando una rotonda a 25 all’ora. Proprio in quel momento pensavo “Sarà meglio che rallento, rischio di perdere ad…”… HO PERSO ADERENZA. Però ho perfettamente aderito contro l’asfalto. Ho crettato il casco in due. Per fortuna l’avevo in testa e il solo motivo è che tra le mani mi dava fastidio e non avevo voglia di appenderlo al manubrio. Santa pigrizia! Per il resto diversi lividi, un paio di croste e un dolore infernale al collo e alla schiena che perdura da due giorni. Me la sono cercata e mi sta bene. Ho ripreso vitalità sotto lo stand della premiazione, quando l’organizzazione mi ha appioppato la bella spalla di maiale che da circa un mese dovevano a Matteo dalla gara precedente. Così ho iniziato a girare tra gli atleti con questa robetta in mano. Non vi dico che occhi che hanno fatto le mie colleghe, pensavano che grazie alle mie conoscenze le avessi surclassate. Gliel’ho fatto credere per un po’ poi le ho tranquillizzate. Ah, sul podio eravamo tutte, è venuta pure la ragazza dal calo zuccherino: come al solito non saluta e non dà la mano! Per stavolta passa, io devo pensare alla mia redenzione.

2 commenti:

Permaz ha detto...

E' andata bene! Ti sei risparmiata commenti sul nuovo look di qualcuno...

Azazhel1984 ha detto...

mi sono trattenuta. perchè quella frangia proprio mmhh...