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8.00 Per noi del Bikeland il ritrovo è al bar davanti al negozio. Io scrocco il secondo caffè della mattinata a Mauro. Ovviamente per quest'ora non c'è neppure il 20% delle persone che dobrebbero rivedere il significato della parola puntualità.
Parecchi minuti dopo le 8 arrivano gli ultimi due che mancavano all'appello. Indovinate?! Antonello e Matteo. Che ancora devono caricare le bici. Assistiamo alla colazione dei campioni: sneakers e pastarelle.
Ore 8.40 Forse siamo tutti. Forse...E allora parte la carovana. In testa i Tassini: mi par giusto, loro hanno l'ammiraglia anche se non possiamo dire che imprimano al viaggio un ritmo troppo forsennato. Chissà Matteo da dietro come scalpitava abituato com'è a far di corsa tutto quanto.
Ore 9.05 Ma voi lo sapevate che Apecchio viene prima del Piobbico? Io proprio non lo ricordavo. Ebbene i nostri amici del Picchio Verde son davanti al bar che pisticchiano. Noi con calma parcheggiamo, smontiamo e rimontiamo tutto, troviamo il tempo di far foto ai derelitti che son rimasti a dormire nelle auto reduci dalle bevute notturne. Io e Mauro sfoggiamo la maglia tricolore con orgoglio e Mauro ribadisce "C'è chi può e chi non pò. Noi PO!". Questo accostamento con i fiumi gli dura ormai da una settimana, non l'ho ben capito, ma alla fine è divenuto un tormentone e non ci facciamo più domande. Nell'aria aleggia invidia nei nostri confronti, ma noi PO'! Matteo, che ogni buon osservatore conoscerà quale atleta dalle mani prive di circolazione sanguigna ha dimenticato i guanti a casa. Sta prendendo le pedate del fratello. Io una volta tanto mi dimostro previdente, gli cedo il paio in più, nuovo di pacca, in pittard, caldissimi: così caldi che i gatti ci hanno dormito sopra tutto lo scorso inverno e sono un pò impelati, mi scuso per la cosa, ma se Pavlov ha insegnato qualcosa al mondo con la teoria dello stimolo-risposta, state sicuri che la prossima volta il capitano i guanti non li dimentica. Antonello è favoloso: indossa un giubbino da miliardi di dollari che quelli che il sabato vanno al gradisca se lo vedono si mangiano i gomiti: rosso fuoco tutto tempestato di pallets argentate: una vera diva.
Ore 9.25 Faccio una corsa al bagno del bar senza comprare niente al gestore. Di solito per usufruire di quel favoloso optional detto water devi sempre comprare i cewing-gum oppure berti un caffè che proprio non ti va. Ho scoperto da quando vado in bici che casco e scarpette tecniche ti danno l'opportunità di non passare per pidocchioso e non dover subire le angherie del barista che ti lascia espletare il tutto anche senza dover per forza scucire moneta.
Ore 9.30 Sono tutti fuori che pisticchiano mentre mi attendono, ma ora si parte, finalmente. I nostri amici del picchio verde sono stranamente abbigliati: se ci fosse Duccio li apprezzerebbe visto che portano tutti lo spezzato. Hanno una maglia della loro società, col pantalone della nostra, col gambale di un'altra, coi guanti della Liquigas, col calzino della Lampre, col manicotto della...insomma ci siamo capiti. Quelli del gradisca storcerebbero il naso: abbinamenti troppo azzardati.
Ore 9.32 Molti fanno apprezzamenti velati di ironia, sulla mia gamba scoperta. Io finchè la temperatura lo permette cerco di prendere il sole, ma cosa volete che ne capiscano questi uomini che solo raramente entrano nelle cabine dei solarium. Per fortuna tra i Picchi Verdi c'è un dottore che spiega a tutti coloro che mi sbeffeggiano un fatto scientifico: le donne sentono più caldo rispetto agli uomini. In pratica noi siamo una tempesta ormonale permanente: parola del DOC. Intanto la pedalata prende il via della salita e anche per forza, vicino al monte nerone prima di scendere hai da salire.
Ore 9.45 Mauro ammira i capolavori offerti da madre natura. Nel frattempo si lamenta di una strana emicranea mattutina. Teme sia da imputare alla cena un pò azzardata della sera. Capo d'aglio e cipolle saltato con rum cubano. Dovrebber metter su un ristorantino con mia nonna che quando ero piccola ci faceva i crostini al gusto di Petrolio (mio nonno li chiamava così). Poi vi passerò la ricetta. Ovviamente Giorgino imprime un bel ritmo alla passeggiata e all'inizio sto con lui per far due risate. Poi penso che è domenica, che la bionda non c'è e che oggi non mi va di soffrire. Il DOC impreca: "Vorrei farvi una foto, ma se non riesco a passarvi sarà difficile". Rallentiamo tutti, ma giusto un attimo, poi son cavoli del dottore a risalire in testa al gruppo.
Ore 9.50 Mauro è presissimo dalla castagneta e dalle mele che vede per terra. E' convinto che un tempo addietro qualcuno abitasse quei boschi. Lo smentiscono prontamente, lui ci resta male. Nessuno si azzardi mai più a dar contro al mio esperto agro-ambientale preferito.
Ore 9.55 Mauro si avvicina all'orgasmo quadruplo quando vede un campo tutto verde. I capi d'aglio gli stanno dando alla testa.
Ore 10.00 Mi affianco al nostro Mister PArquet, è silenzioso il signor Copart. Torno nelle retrovie, mi piacerebbe conoscere qualche picchio verde, ma anche loro non son tanto loquaci, tranne il Doc che ha sbandierato ai quattro venti riguardo ai miei ormoni impazziti. L'unico picchio che conosco, il Cimo, è stranamente assente. Boh, eppure è lui il presidente: questo modo di rivestire l'alta carica mi ricorda qualcuno di mia conoscenza...
Ore 10.30 Il gruppo sfilacciato si ritrova tutto unito a braccia conserte mentre il Tassino ripara la sua gomma che sputa liquido bianco ovunque. Battuta del caso "Eh Tassino, la tua gomma è venuta!". Ma chi è venuto per davvero, ma non in senso sessuale, bensì di moto a luogo è il CIMO. Ha avuto un problema: un problema che hanno i bambini di 4 o cinque anni, non saper leggere l'orologio. Solita scusa, seppur vera, del "Sono andato a letto alle 2". Ha gli occhi più crettati degli assidui frequentatori dell'ansa del tevere. Voce bassa come chi stia rimettendo in moto le corde vocali dopo decenni di letargo. Pure lui ha lo spezzato, anzi, è vestito tutto bikeland. Altra caratteristica del Cimo è quella di aver acquistato una ridley favolosa in carbonio e averci sbattuto sopra una striscia di nastro gommato per evitare graffiature al telaio. Non se pò vedè. Questo è come quelli che li vai a trovare a casa e ti tocca prendere il caffè sul divano col cellophane e non è che l'hanno comperato il giorno prima. No. E' che almeno non si rovina. Tristezza.
Ore 10.35 Il Cimo proprio non carbura, si lascia pure sfottere dagli altri picchi verdi che lo deridono della sua attuale posizione di divorziato. Le cose son due: o il Cimo è parecchio tranquillo o i suoi amichetti son proprio bastardi. Ma la prima non esclude l'altra. La cosa deve toccarlo un pò visto che di colpo si ringalluzzisce e si alza di colpo sui pedali e al grido di "Voglio anche sporcamme tutto oggi", salta su una pozza di fango manco fosse un elefante della savana. A me fa piacere che lui sia così allegro, però dovrebbe tener conto che io gli sono accanto e mi becco tutto il fango addosso. Grazie.
Ore 10.40 Io e Antonello ci deprimiamo un poco, pare d'esser via da tre giorni e invece non s'hanno fatto manco dieci chilometri. Boh, sarà che tra un guasto, tra un aspetta questo e aspetta l'altro di tempo se ne perde tanto.
Ore 10.45 Un picchio verde in discesa si infila per sbagli tra le frasche. Dentro di me recito una preghierina poichè solitamente sono io a rivestire quel ruolo.
Ore 10.50 Decido di recitare un'altra litania in onore del fatto che ancora nessun guasto meccanico mi abbia interrotto l'idillio.
Ore 11.50 Come noterete abbiamo fatto un bel salto temporale, altrimenti ci vogliono quattro blog. Il tutto condensato in chiacchierate qua e là, scoprendo che il Cimo è volontario del 118 (speriamo non venga a prendervi in queste condizioni perchè casomai vi mette sotto co stà sorba) e che è un truzzo mica a ride: ha parlato tutto il tempo di Byond. Vedrai che presto lo metton dentro. Ho preso un pò in giro il tassino per la sua paduano che si monta e si smonta manco fosse un lego. E assistito Mauro durante i momenti di catalessi provocatigli dalla visione della natura meravigliosa. Ore 12.00 Il DOC del picchio verde fa un barullo mica a ride! Gli ho domandato di restare in cotal posizione di modo da immortalarlo. Si vede che non è una volpe delle nostre, noi saremmo rimasti in posa per amor di cronaca. Qui i nostri amici Picchi dimostrano non troppa padronanza dei loro boschi. Iniziamo a comprendere che son confusi sulla strada da farsi.
Ore 12.05 Dubbi al bivio nel bosco.
Ore 12.10 Si dipana un fitto bosco ricoperto di roveti. Dubbi a non finire. I picchi sono silenziosi. Ore 12.15 I Picchi non ci sono più. Gira voce che siano andati avanti a cercar la strada. Qui però la strada tocca farla, non cercarla.
Ore 12.20 La guardia forestale Marchigiana ringrazia: il team bikeland sta smacchiando. Sento ogni tanto qualche graffietto alla coscia nuda. Il tassino mi sfotte.
Ore 12.25 Ho cosce e gambe che paio la maglietta del promano (bianca e rossa). Il tassino rincara la dose.
Ore 12.30 Michele di Massa annuncia una foratura...silenzio. Nessuno si ferma, nessuno lo calcola. Tanto tra trascinar la bici o portarla a spalla poco ci manca.
Molto tempo dopo e tanti rovi in più: finalmente una radura e una mezza idea di strada. Quattro risate e qualche chiacchiera. Ma il momento topico è Di Massa che tenta di riparare la foratura della ruota posteriore senza togliere la ruota dal telaio. Forse è un mago penso io. Poi mi rallegro: ci son peggio di me al mondo. Arriva Matteo e fa tutto lui, anche se tanto abituato non è co ste cose visto che a lui quando buca danno direttamente un'altra bici. Dei Picchi verdi ne saranno rimasti due o tre.
Ore 12.40 Siamo in dirittura d'arrivo. Davanti c'è Matteo che spinge Marsiglietti. Ormai è a fine carriera. Dietro c'è Mauro che sta girando un documentario per il national geographic, seguito da Di Massa che pensa che in fondo al "Peloton", ci sia l'ammiraglia col cambio ruote. I nostri amici del picchio verde sono molto avanti, ma così avanti che sono già arrivati al secondo e stanno per ordinare il dolce.
Io mi riprendo i miei guanti, indossati per tutta la girata dal nostro capitano, con l'intenzione di metterli all'asta su ebay: chissà come lievitano i guadagni con un capo tanto prezioso indossato da un vip di cotanta caratura. Poi opto per il ritorno a casa, dopo una mattinata di full immersion con tanti maschioni ce n'è un altro a casa che alla fine potrebbe un attimino scalpitare.
Parecchi minuti dopo le 8 arrivano gli ultimi due che mancavano all'appello. Indovinate?! Antonello e Matteo. Che ancora devono caricare le bici. Assistiamo alla colazione dei campioni: sneakers e pastarelle.
Ore 8.40 Forse siamo tutti. Forse...E allora parte la carovana. In testa i Tassini: mi par giusto, loro hanno l'ammiraglia anche se non possiamo dire che imprimano al viaggio un ritmo troppo forsennato. Chissà Matteo da dietro come scalpitava abituato com'è a far di corsa tutto quanto.
Ore 9.05 Ma voi lo sapevate che Apecchio viene prima del Piobbico? Io proprio non lo ricordavo. Ebbene i nostri amici del Picchio Verde son davanti al bar che pisticchiano. Noi con calma parcheggiamo, smontiamo e rimontiamo tutto, troviamo il tempo di far foto ai derelitti che son rimasti a dormire nelle auto reduci dalle bevute notturne. Io e Mauro sfoggiamo la maglia tricolore con orgoglio e Mauro ribadisce "C'è chi può e chi non pò. Noi PO!". Questo accostamento con i fiumi gli dura ormai da una settimana, non l'ho ben capito, ma alla fine è divenuto un tormentone e non ci facciamo più domande. Nell'aria aleggia invidia nei nostri confronti, ma noi PO'! Matteo, che ogni buon osservatore conoscerà quale atleta dalle mani prive di circolazione sanguigna ha dimenticato i guanti a casa. Sta prendendo le pedate del fratello. Io una volta tanto mi dimostro previdente, gli cedo il paio in più, nuovo di pacca, in pittard, caldissimi: così caldi che i gatti ci hanno dormito sopra tutto lo scorso inverno e sono un pò impelati, mi scuso per la cosa, ma se Pavlov ha insegnato qualcosa al mondo con la teoria dello stimolo-risposta, state sicuri che la prossima volta il capitano i guanti non li dimentica. Antonello è favoloso: indossa un giubbino da miliardi di dollari che quelli che il sabato vanno al gradisca se lo vedono si mangiano i gomiti: rosso fuoco tutto tempestato di pallets argentate: una vera diva.
Ore 9.25 Faccio una corsa al bagno del bar senza comprare niente al gestore. Di solito per usufruire di quel favoloso optional detto water devi sempre comprare i cewing-gum oppure berti un caffè che proprio non ti va. Ho scoperto da quando vado in bici che casco e scarpette tecniche ti danno l'opportunità di non passare per pidocchioso e non dover subire le angherie del barista che ti lascia espletare il tutto anche senza dover per forza scucire moneta.
Ore 9.30 Sono tutti fuori che pisticchiano mentre mi attendono, ma ora si parte, finalmente. I nostri amici del picchio verde sono stranamente abbigliati: se ci fosse Duccio li apprezzerebbe visto che portano tutti lo spezzato. Hanno una maglia della loro società, col pantalone della nostra, col gambale di un'altra, coi guanti della Liquigas, col calzino della Lampre, col manicotto della...insomma ci siamo capiti. Quelli del gradisca storcerebbero il naso: abbinamenti troppo azzardati.
Ore 9.32 Molti fanno apprezzamenti velati di ironia, sulla mia gamba scoperta. Io finchè la temperatura lo permette cerco di prendere il sole, ma cosa volete che ne capiscano questi uomini che solo raramente entrano nelle cabine dei solarium. Per fortuna tra i Picchi Verdi c'è un dottore che spiega a tutti coloro che mi sbeffeggiano un fatto scientifico: le donne sentono più caldo rispetto agli uomini. In pratica noi siamo una tempesta ormonale permanente: parola del DOC. Intanto la pedalata prende il via della salita e anche per forza, vicino al monte nerone prima di scendere hai da salire.
Ore 9.45 Mauro ammira i capolavori offerti da madre natura. Nel frattempo si lamenta di una strana emicranea mattutina. Teme sia da imputare alla cena un pò azzardata della sera. Capo d'aglio e cipolle saltato con rum cubano. Dovrebber metter su un ristorantino con mia nonna che quando ero piccola ci faceva i crostini al gusto di Petrolio (mio nonno li chiamava così). Poi vi passerò la ricetta. Ovviamente Giorgino imprime un bel ritmo alla passeggiata e all'inizio sto con lui per far due risate. Poi penso che è domenica, che la bionda non c'è e che oggi non mi va di soffrire. Il DOC impreca: "Vorrei farvi una foto, ma se non riesco a passarvi sarà difficile". Rallentiamo tutti, ma giusto un attimo, poi son cavoli del dottore a risalire in testa al gruppo.
Ore 9.50 Mauro è presissimo dalla castagneta e dalle mele che vede per terra. E' convinto che un tempo addietro qualcuno abitasse quei boschi. Lo smentiscono prontamente, lui ci resta male. Nessuno si azzardi mai più a dar contro al mio esperto agro-ambientale preferito.
Ore 9.55 Mauro si avvicina all'orgasmo quadruplo quando vede un campo tutto verde. I capi d'aglio gli stanno dando alla testa.
Ore 10.00 Mi affianco al nostro Mister PArquet, è silenzioso il signor Copart. Torno nelle retrovie, mi piacerebbe conoscere qualche picchio verde, ma anche loro non son tanto loquaci, tranne il Doc che ha sbandierato ai quattro venti riguardo ai miei ormoni impazziti. L'unico picchio che conosco, il Cimo, è stranamente assente. Boh, eppure è lui il presidente: questo modo di rivestire l'alta carica mi ricorda qualcuno di mia conoscenza...
Ore 10.30 Il gruppo sfilacciato si ritrova tutto unito a braccia conserte mentre il Tassino ripara la sua gomma che sputa liquido bianco ovunque. Battuta del caso "Eh Tassino, la tua gomma è venuta!". Ma chi è venuto per davvero, ma non in senso sessuale, bensì di moto a luogo è il CIMO. Ha avuto un problema: un problema che hanno i bambini di 4 o cinque anni, non saper leggere l'orologio. Solita scusa, seppur vera, del "Sono andato a letto alle 2". Ha gli occhi più crettati degli assidui frequentatori dell'ansa del tevere. Voce bassa come chi stia rimettendo in moto le corde vocali dopo decenni di letargo. Pure lui ha lo spezzato, anzi, è vestito tutto bikeland. Altra caratteristica del Cimo è quella di aver acquistato una ridley favolosa in carbonio e averci sbattuto sopra una striscia di nastro gommato per evitare graffiature al telaio. Non se pò vedè. Questo è come quelli che li vai a trovare a casa e ti tocca prendere il caffè sul divano col cellophane e non è che l'hanno comperato il giorno prima. No. E' che almeno non si rovina. Tristezza.
Ore 10.35 Il Cimo proprio non carbura, si lascia pure sfottere dagli altri picchi verdi che lo deridono della sua attuale posizione di divorziato. Le cose son due: o il Cimo è parecchio tranquillo o i suoi amichetti son proprio bastardi. Ma la prima non esclude l'altra. La cosa deve toccarlo un pò visto che di colpo si ringalluzzisce e si alza di colpo sui pedali e al grido di "Voglio anche sporcamme tutto oggi", salta su una pozza di fango manco fosse un elefante della savana. A me fa piacere che lui sia così allegro, però dovrebbe tener conto che io gli sono accanto e mi becco tutto il fango addosso. Grazie.
Ore 10.40 Io e Antonello ci deprimiamo un poco, pare d'esser via da tre giorni e invece non s'hanno fatto manco dieci chilometri. Boh, sarà che tra un guasto, tra un aspetta questo e aspetta l'altro di tempo se ne perde tanto.
Ore 10.45 Un picchio verde in discesa si infila per sbagli tra le frasche. Dentro di me recito una preghierina poichè solitamente sono io a rivestire quel ruolo.
Ore 10.50 Decido di recitare un'altra litania in onore del fatto che ancora nessun guasto meccanico mi abbia interrotto l'idillio.
Ore 11.50 Come noterete abbiamo fatto un bel salto temporale, altrimenti ci vogliono quattro blog. Il tutto condensato in chiacchierate qua e là, scoprendo che il Cimo è volontario del 118 (speriamo non venga a prendervi in queste condizioni perchè casomai vi mette sotto co stà sorba) e che è un truzzo mica a ride: ha parlato tutto il tempo di Byond. Vedrai che presto lo metton dentro. Ho preso un pò in giro il tassino per la sua paduano che si monta e si smonta manco fosse un lego. E assistito Mauro durante i momenti di catalessi provocatigli dalla visione della natura meravigliosa. Ore 12.00 Il DOC del picchio verde fa un barullo mica a ride! Gli ho domandato di restare in cotal posizione di modo da immortalarlo. Si vede che non è una volpe delle nostre, noi saremmo rimasti in posa per amor di cronaca. Qui i nostri amici Picchi dimostrano non troppa padronanza dei loro boschi. Iniziamo a comprendere che son confusi sulla strada da farsi.
Ore 12.05 Dubbi al bivio nel bosco.
Ore 12.10 Si dipana un fitto bosco ricoperto di roveti. Dubbi a non finire. I picchi sono silenziosi. Ore 12.15 I Picchi non ci sono più. Gira voce che siano andati avanti a cercar la strada. Qui però la strada tocca farla, non cercarla.
Ore 12.20 La guardia forestale Marchigiana ringrazia: il team bikeland sta smacchiando. Sento ogni tanto qualche graffietto alla coscia nuda. Il tassino mi sfotte.
Ore 12.25 Ho cosce e gambe che paio la maglietta del promano (bianca e rossa). Il tassino rincara la dose.
Ore 12.30 Michele di Massa annuncia una foratura...silenzio. Nessuno si ferma, nessuno lo calcola. Tanto tra trascinar la bici o portarla a spalla poco ci manca.
Molto tempo dopo e tanti rovi in più: finalmente una radura e una mezza idea di strada. Quattro risate e qualche chiacchiera. Ma il momento topico è Di Massa che tenta di riparare la foratura della ruota posteriore senza togliere la ruota dal telaio. Forse è un mago penso io. Poi mi rallegro: ci son peggio di me al mondo. Arriva Matteo e fa tutto lui, anche se tanto abituato non è co ste cose visto che a lui quando buca danno direttamente un'altra bici. Dei Picchi verdi ne saranno rimasti due o tre.
Ore 12.40 Siamo in dirittura d'arrivo. Davanti c'è Matteo che spinge Marsiglietti. Ormai è a fine carriera. Dietro c'è Mauro che sta girando un documentario per il national geographic, seguito da Di Massa che pensa che in fondo al "Peloton", ci sia l'ammiraglia col cambio ruote. I nostri amici del picchio verde sono molto avanti, ma così avanti che sono già arrivati al secondo e stanno per ordinare il dolce.
Io mi riprendo i miei guanti, indossati per tutta la girata dal nostro capitano, con l'intenzione di metterli all'asta su ebay: chissà come lievitano i guadagni con un capo tanto prezioso indossato da un vip di cotanta caratura. Poi opto per il ritorno a casa, dopo una mattinata di full immersion con tanti maschioni ce n'è un altro a casa che alla fine potrebbe un attimino scalpitare.
2 commenti:
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